Nanoplastiche Le nanoplastiche, frammenti derivati dalla degradazione delle microplastiche, presentano comportamenti differenti rispetto alle loro controparti più grandi. Non esiste una definizione precisa, ma si ritiene che le nanoplastiche abbiano dimensioni comprese tra 1 e 100 nanometri. Queste particelle, spesso prodotte dalla frammentazione delle microplastiche, si trovano in ambienti marini, fiumi e persino nell'aria. Derivanti principalmente dai tessuti, ma non solo. La loro presenza solleva preoccupazioni riguardo alla salute umana e all'ecosistema. per questo motivo tutti dobbiamo partecipare al recupero e al riutilizzo responsabile della plastica
Post di Marco MASIERO
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Nanoplastiche negli alimenti: ecco perché è (ancora) importante parlarne - Rinnovabili.it
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Nanoplastiche Le nanoplastiche, frammenti derivati dalla degradazione delle microplastiche, presentano comportamenti differenti rispetto alle loro controparti più grandi. Non esiste una definizione precisa, ma si ritiene che le nanoplastiche abbiano dimensioni comprese tra 1 e 100 nanometri. Queste particelle, spesso prodotte dalla frammentazione delle microplastiche, si trovano in ambienti marini, fiumi e persino nell'aria. Derivanti principalmente dai tessuti, ma non solo. La loro presenza solleva preoccupazioni riguardo alla salute umana e all'ecosistema. per questo motivo tutti dobbiamo partecipare al recupero e al riutilizzo responsabile della plastica
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Negli ultimi decenni, la questione delle microplastiche ha attirato sempre più attenzione da parte della comunità scientifica, dei media e del pubblico generale. Questo interesse crescente riflette una preoccupazione diffusa riguardo all’impatto ambientale delle attività umane e alla gestione sostenibile delle risorse naturali. Le microplastiche, definite come particelle di plastica di dimensioni inferiori a 5 millimetri, rappresentano un nuovo capitolo nel lungo e complesso rapporto tra la nostra società e i materiali sintetici.
Quali sono gli effetti delle microplastiche sulla salute umana?
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interessante metodo.... sulla applicabilità su larga scala potrei avere qualche remora.....
Eco-founder @Greencome Media | Forbes U30 | LinkedIn Top Voice | TEDx speaker | Laureando in Economia dell'Ambiente
Uno studente di chimica ha inventato un metodo innovativo per rimuovere le microplastiche dai mari usando delle calamite. Mentre passeggiava sulle spiagge irlandesi vicino casa, Fionn Ferreira nota sempre di più l’enorme problema della plastica nei mari. Ogni anno finiscono negli oceani circa 12 milioni di tonnellate di plastica e si calcola che entro il 2050 il peso di questi rifiuti supererà quello di tutti i pesci esistenti (Fonte: EPRS). Ma è un altro problema a preoccuparlo seriamente: le microplastiche. Secondo uno studio del WWF, ogni settimana ingeriamo 5 grammi di microplastiche senza accorgersene, l’equivalente di una carta di credito. Ed è proprio per contrastare questo problema, che a soli 18 anni Fionn ha ideato un metodo geniale per rimuovere le microplastiche dai mari 👇 Nell’acqua contaminata viene aggiunto un fluido magnetico composto da olio vegetale e polvere di ossido di ferro. In poco tempo, questo si lega alle minuscole particelle di plastica e le separa dall’acqua. Dopodiché, attraverso una calamita, il fluido magnetico viene estratto, portandosi con sé le microplastiche con cui si è legato. Questo metodo è in grado di rimuovere circa il 87% delle microplastiche, e a differenza di altri metodi, non genera rifiuti e non necessita di filtri o sostanze chimiche. Grazie a questa geniale invenzione la storia di Fionn ha fatto il giro del mondo e gli ha permesso di vincere il prestigioso Google Science Fair Grand Prize. 💬 Conoscevi questo metodo? Cosa ne pensi? #plastica #innovazione #sostenibilità #plasticfree #microplastiche Credits: European Patent Office
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🥤Plastiche e microplastiche sono una minaccia per gli ecosistemi e la salute umana. Le microplastiche possono derivare dalla degradazione di macroplastiche, come bottiglie, flaconi o sacchetti, oppure essere prodotte intenzionalmente, come le microperle nei cosmetici. 🌊Ogni anno, circa 9,5 milioni di tonnellate di nuovi rifiuti di plastica finiscono nell'oceano, di cui 1,5 milioni di tonnellate sono microplastiche primarie (IUCN 2017). Di queste, il 35% proviene dal lavaggio dei tessuti sintetici, il 28% dall’usura degli pneumatici, il 24% dalla polvere urbana e il 7% dai cosmetici. L’ingestione di microplastiche non interessa però soltanto le specie marine: anche noi esseri umani beviamo e respiriamo microplastiche. 🤕L'esposizione continua è associata a problemi di salute nel tratto gastrointestinale, polmoni, tessuti cardiaci, neuroni e organi riproduttivi, interferendo anche nella riproduzione delle cellule cancerogene (Goswami et al. 2024). Il problema della plastica va risolto alla radice, riducendo la produzione industriale, sostenendo politiche per limitarne il consumo e l’immissione nell’ambiente. Cosa ne pensi? Scrivicelo nei commenti 👇🏼 #microplastiche #inquinamento #saluteumana
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🔵 Microplastiche: una minaccia crescente per l’ambiente e la salute umana. Le microplastiche sono particelle di plastica invisibili all'occhio umano che derivano, principalmente, dal deterioramento di rifiuti plastici di grandi dimensioni. L'aspetto più pericoloso di queste particelle è di essere ingerite dagli organismi e di entrare a far parte della catena alimentare. Bisogna considerare, inoltre, che il loro deterioramento e le sostanze stesse di cui sono fatte possono causare gravi danni all'ambiente e all'uomo. ❌ Grazie all'adozione di pratiche di consumo più sostenibili, alla riduzione del consumo di plastica monouso, la sensibilizzazione e la promozione di politiche di riciclo, è possibile partecipare attivamente alla lotta contro le microplastiche ♻️ Se vuoi scoprire maggiori dettagli, ecco il nostro articolo completo: https://lnkd.in/d3-n-iqN
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Uno studente di chimica ha inventato un metodo innovativo per rimuovere le microplastiche dai mari usando delle calamite. Mentre passeggiava sulle spiagge irlandesi vicino casa, Fionn Ferreira nota sempre di più l’enorme problema della plastica nei mari. Ogni anno finiscono negli oceani circa 12 milioni di tonnellate di plastica e si calcola che entro il 2050 il peso di questi rifiuti supererà quello di tutti i pesci esistenti (Fonte: EPRS). Ma è un altro problema a preoccuparlo seriamente: le microplastiche. Secondo uno studio del WWF, ogni settimana ingeriamo 5 grammi di microplastiche senza accorgersene, l’equivalente di una carta di credito. Ed è proprio per contrastare questo problema, che a soli 18 anni Fionn ha ideato un metodo geniale per rimuovere le microplastiche dai mari 👇 Nell’acqua contaminata viene aggiunto un fluido magnetico composto da olio vegetale e polvere di ossido di ferro. In poco tempo, questo si lega alle minuscole particelle di plastica e le separa dall’acqua. Dopodiché, attraverso una calamita, il fluido magnetico viene estratto, portandosi con sé le microplastiche con cui si è legato. Questo metodo è in grado di rimuovere circa il 87% delle microplastiche, e a differenza di altri metodi, non genera rifiuti e non necessita di filtri o sostanze chimiche. Grazie a questa geniale invenzione la storia di Fionn ha fatto il giro del mondo e gli ha permesso di vincere il prestigioso Google Science Fair Grand Prize. 💬 Conoscevi questo metodo? Cosa ne pensi? #plastica #innovazione #sostenibilità #plasticfree #microplastiche Credits: European Patent Office
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Anche le buone notizie devono essere diffuse! Duccio Travaglini teneteci aggiornati sui progressi di questo metodo innovativo!
Eco-founder @Greencome Media | Forbes U30 | LinkedIn Top Voice | TEDx speaker | Laureando in Economia dell'Ambiente
Uno studente di chimica ha inventato un metodo innovativo per rimuovere le microplastiche dai mari usando delle calamite. Mentre passeggiava sulle spiagge irlandesi vicino casa, Fionn Ferreira nota sempre di più l’enorme problema della plastica nei mari. Ogni anno finiscono negli oceani circa 12 milioni di tonnellate di plastica e si calcola che entro il 2050 il peso di questi rifiuti supererà quello di tutti i pesci esistenti (Fonte: EPRS). Ma è un altro problema a preoccuparlo seriamente: le microplastiche. Secondo uno studio del WWF, ogni settimana ingeriamo 5 grammi di microplastiche senza accorgersene, l’equivalente di una carta di credito. Ed è proprio per contrastare questo problema, che a soli 18 anni Fionn ha ideato un metodo geniale per rimuovere le microplastiche dai mari 👇 Nell’acqua contaminata viene aggiunto un fluido magnetico composto da olio vegetale e polvere di ossido di ferro. In poco tempo, questo si lega alle minuscole particelle di plastica e le separa dall’acqua. Dopodiché, attraverso una calamita, il fluido magnetico viene estratto, portandosi con sé le microplastiche con cui si è legato. Questo metodo è in grado di rimuovere circa il 87% delle microplastiche, e a differenza di altri metodi, non genera rifiuti e non necessita di filtri o sostanze chimiche. Grazie a questa geniale invenzione la storia di Fionn ha fatto il giro del mondo e gli ha permesso di vincere il prestigioso Google Science Fair Grand Prize. 💬 Conoscevi questo metodo? Cosa ne pensi? #plastica #innovazione #sostenibilità #plasticfree #microplastiche Credits: European Patent Office
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Il metodo deve essere ovviamente adattato e perfezionato per applicarlo ai vari ambiti e ambienti in cui deve essere utilizzato. Per quanto riguarda la pericolosità del fluido c’è da dire che l’olio vegetale e l’ossido di ferro (E172 e simili) vengono normalmente utilizzati nel settore alimentare nonché nella cosmesi. Sarebbe molto utile approfondire il metodo ideato e trovare modalità di attuazione ottimizzate, iniziando casomai con il settore della depurazione. Comunque complimenti al ragazzo.
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Uno studente di chimica ha inventato un metodo innovativo per rimuovere le microplastiche dai mari usando delle calamite. Mentre passeggiava sulle spiagge irlandesi vicino casa, Fionn Ferreira nota sempre di più l’enorme problema della plastica nei mari. Ogni anno finiscono negli oceani circa 12 milioni di tonnellate di plastica e si calcola che entro il 2050 il peso di questi rifiuti supererà quello di tutti i pesci esistenti (Fonte: EPRS). Ma è un altro problema a preoccuparlo seriamente: le microplastiche. Secondo uno studio del WWF, ogni settimana ingeriamo 5 grammi di microplastiche senza accorgersene, l’equivalente di una carta di credito. Ed è proprio per contrastare questo problema, che a soli 18 anni Fionn ha ideato un metodo geniale per rimuovere le microplastiche dai mari 👇 Nell’acqua contaminata viene aggiunto un fluido magnetico composto da olio vegetale e polvere di ossido di ferro. In poco tempo, questo si lega alle minuscole particelle di plastica e le separa dall’acqua. Dopodiché, attraverso una calamita, il fluido magnetico viene estratto, portandosi con sé le microplastiche con cui si è legato. Questo metodo è in grado di rimuovere circa il 87% delle microplastiche, e a differenza di altri metodi, non genera rifiuti e non necessita di filtri o sostanze chimiche. Grazie a questa geniale invenzione la storia di Fionn ha fatto il giro del mondo e gli ha permesso di vincere il prestigioso Google Science Fair Grand Prize. 💬 Conoscevi questo metodo? Cosa ne pensi? #plastica #innovazione #sostenibilità #plasticfree #microplastiche Credits: European Patent Office
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[La plastica che si autodistrugge] I ricercatori hanno finalmente trovato un nuovo tipo di plastica che si biodegrada autodigerendosi attraverso delle spore batteriche contenute al suo interno. Si tratta di una combinazione di poliuretano termoplastico (TPU) con il batterio Bacillus subtilis, che può resistere alle alte temperature necessarie alla produzione della plastica. Le spore batteriche stanno in uno stato dormiente e si risvegliano con nutrienti e umidità, iniziando così il processo di degradazione. In questo modo, non è necessario aggiungere all’ambiente microbi esterni. Inoltre, le spore batteriche aumentano la resistenza ed elasticità della plastica. In condizioni ideali, il 90% della plastica si autodistrugge in cinque mesi. Che sia, finalmente, la via definitiva alla migliore gestione delle montagne di plastica e rifiuti? Per altre informazioni, leggi al link del primo commento. #innovazione #plastica #riciclo #biodegradabile
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