Entro il 2035 si prevede che il numero di pensionati in Italia supererà quello degli occupati, rendendo insostenibile il sistema pensionistico a ripartizione. La previdenza complementare, introdotta nel 1993, è essenziale per integrare le pensioni pubbliche e garantire un reddito dignitoso in pensione. Tuttavia, fattori come il lavoro precario, la discontinuità occupazionale e la scarsa consapevolezza ostacolano questo obiettivo. In questo articolo (https://lnkd.in/eRXBmyFq), «La Repubblica» approfondisce la sfida dell’invecchiamento demografico per il sistema pensionistico italiano e sottolinea l’importanza della previdenza complementare nel garantire un reddito dignitoso in pensione. Ragioniamo sul denaro ⇨ https://lnkd.in/dxZ_xGng #previdenza #consulentefinanziario #finanza
Post di Marco Milani
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Le proposte avanzate da F.I.L.D.A. Sulla base di questi presupposti e degli altri dati emersi dal rapporto Inps, la Consulta Nazionale della F.I.L.D.A. ha avanzato delle richieste, promuovendo cambiamenti radicali nel sistema pensionistico italiano, al fine di rendere le pensioni davvero eque e giuste per tutti. 1) Eliminazione del minimo contributivo di 20 anni; 2) Unico coefficiente e assicurazione unica per tutti i lavoratori pubblici, privati o autonomi; 3) Unica età pensionabile uguale per tutti; 4) Possibilità da 61/62 anni in poi di poter scegliere il Part Time Pensione/Lavoro; 5) Sistema Contributivo per tutti; 6) Maggiorazione a 70 anni minimo 1.000 euro. Una riforma a tutto campo, dunque, quella proposta da F.I.L.D.A., che trova ancora una volta, nelle parole del segretario Piccolo una conferma: “Non è possibile andare avanti ancora con questo sistema pensionistico che non aiuta e sostiene nessuno, e in modo particolare le fasce più deboli. Bisogna fare una riforma radicale che ridisegni tutto il sistema delle pensioni con il criterio dell’uguaglianza.”
Un sistema pensionistico uguale e giusto per tutti in Italia, è possibile?
today.it
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A fare da zavorra alla previdenza complementare continua a pesare il lavoro “povero” – i salari medi in Italia in termini reali sono inferiori ai livelli del 2000 – la discontinuità dell’occupazione soprattutto per i più giovani e, non da ultimo, la percezione ancora lacunosa della necessità di integrare il reddito nell’età della pensione.
Previdenza complementare: restano fuori due lavoratori su tre
msn.com
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Allo studio del governo c’è l’adeguamento dei trattamenti pensionistici minimi nella prossima legge di Bilancio: secondo l’ufficio studi della Uil pensionati, gli oltre due milioni di persone che ricevono assegni con cifre contenute passerebbero da 614,77 a 625,83 euro. Una cifra che Forza Italia però vorrebbe che fosse anche più alta, a 650 euro al mese, con un costo dell’operazione che si aggirerebbe intorno al miliardo. Le risorse andrebbero recuperate dalla rimodulazione delle tax expenditures e della spesa impropria dell'Inps per l'assistenza. Per gli assegni più alti l’adeguamento sarebbe inferiore, come lo scorso anno quando fu decisa una rivalutazione decrescente del 100 per cento per le pensioni con importi fino a 4 volte il minimo e del 22 per cento, invece, per coloro che ricevevano assegni fino a 10 volte il minimo. “Temiamo che il governo voglia di nuovo fare cassa sui pensionati, tornando al meccanismo più iniquo e sfavorevole per i trattamenti pensionistici superiori a 4 volte quello minimo. La rivalutazione non è un aumento ma l’unico strumento che hanno i pensionati per recuperare in modo parziale l’inflazione dell’anno precedente”, ha dichiarato il segretario della Uil pensionati Carmelo Barbagallo.
Aumento pensioni minime, ipotesi adeguamento: cosa sapere
tg24.sky.it
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La sostenibilità del nostro sistema previdenziale passa senza dubbio dalla capacità dei nostri decisori politici di promuovere politiche attive per il lavoro efficaci e compiere, in materia pensionistica, scelte coerenti con i trend demografici in corso: i numeri dell'Undicesimo Rapporto Itinerari Previdenziali via #ilPunto
Previdenza, il sistema è sostenibile (purché le età di pensionamento siano coerenti con la demografia)
itinerariprevidenziali.it
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"Nel 2035 – se continua il trend attuale il numero di pensionati supererà quello degli occupati" "I calcoli degli esperti indicano che un dipendente del settore privato che va in pensione dopo 38 anni di contributi, nel 2040 otterrà una pensione lorda pari al 58,7% dell’ultimo reddito (lordo) da lavoro, mentre nel 2010 lo stesso rapporto era pari al 73,6%" Nonostante queste non certo rassicuranti proiezioni ci sono solo 10.7 milioni di posizioni attive su un totale di quasi 24 milioni di occupati. Oggi sempre di più è pertanto necessario integrare una forma pensionistica complementare per vedere con maggiore serenità il futuro. #alleanza #pip #alleata previdenza
Previdenza complementare: restano fuori due lavoratori su tre
repubblica.it
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Il Sistema Pensionistico Italiano: Trasformazioni e Prospettive Il sistema pensionistico italiano rimane al centro delle attenzioni, poiché influisce direttamente sulla vita di milioni di cittadini. Nel corso degli anni, ha subito una serie di cambiamenti significativi per adattarsi alle mutevoli esigenze demografiche, economiche e sociali. La riforma Fornero, varata nel 2011 durante il governo Monti, ha segnato un momento cruciale per il sistema pensionistico nazionale. L'obiettivo principale di questa riforma era garantire la sostenibilità a lungo termine del sistema previdenziale. Una delle principali innovazioni è stata l'introduzione del sistema pensionistico contributivo, basato sui contributi versati durante la vita lavorativa. Se da un lato questo nuovo sistema ha promosso una maggiore equità nel calcolo delle pensioni, dall'altro ha sollevato preoccupazioni riguardo al suo impatto sui futuri pensionati, soprattutto per coloro il cui reddito è stato variabile nel corso della carriera. In concomitanza con la riforma Fornero, si è registrato un crescente interesse per i fondi pensione privati come strumento per garantire una maggiore sicurezza finanziaria in pensione. L'adesione ai fondi pensione è stata promossa come un'opzione complementare al sistema pensionistico pubblico, offrendo ai lavoratori la possibilità di integrare le loro pensioni pubbliche con risparmi privati. Questo ha consentito loro di pianificare il futuro finanziario in modo più autonomo e flessibile. Nonostante gli sforzi per riformare e migliorare il sistema pensionistico, rimangono ancora sfide significative da affrontare. L'invecchiamento della popolazione, i cambiamenti nel mercato del lavoro e le pressioni economiche continuano a mettere a dura prova il sistema previdenziale nazionale. Pertanto, è fondamentale monitorare da vicino l'evoluzione del sistema pensionistico ed adottare misure per garantirsi una sicurezza finanziaria in futuro.
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La preoccupazione di molti lavoratori, soprattutto giovani, è se l’INPS riuscirà a garantire loro una pensione sufficiente e sicura quando sarà il momento di smettere di lavorare. Per rispondere a questa domanda, bisogna analizzare il sistema pensionistico attuale, i meccanismi di calcolo delle pensioni e le previsioni demografiche ed economiche future che potrebbero influenzare la sostenibilità dei conti pubblici. Non è raro che lavoratori più o meno giovani ci scrivano per avere rassicurazioni sulla copertura del pagamento pensioni quando sarà il loro turno di smettere di lavorare.
Pagamento pensioni nei prossimi anni: le previsioni dell’Intelligenza Artificiale
https://www.investireoggi.it
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Rafforzare la previdenza complementare e renderla più funzionale alla cosiddetta “copertura pensionistica” degli under 35. È uno degli obiettivi che il governo intende centrare con la prossima manovra in arrivo a metà ottobre, facendo leva sul terreno previdenziale su una sorta di mini-pacchetto giovani. Che dovrebbe prevedere un intervento sul Tfr, non solo limitato a una nuova fase di silenzio-assenso ma anche misure per rendere meno ostico l’accesso al canale di uscita anticipata con almeno 64 anni d’età e 20 di versamenti. L’esecutivo sta poi pensando di dare maggiore forza alla Covip, la Commissione di vigilanza sui fondi pensione, facendo salire da tre a cinque gli attuali commissari e provvedendo contestualmente alla nomina del presidente, che è in “stand by” da un anno e mezzo. Ecco tutte le opzioni al momento allo studio.
Pensioni, Tfr, Covip e uscite anticipate: il pacchetto giovani per rafforzare la previdenza complementare
ilsole24ore.com
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«Sul tema della flessibilità in uscita, spesso tema oggetto di discussione per riforme, si ritiene importante – ha detto Tiziana Tafaro - che sia garantito un principio di equità attuariale tra contribuzione versata e importo della prestazione. Tale requisito è fondamentale per non condizionare la sostenibilità del sistema pensionistico. In quest’ottica potrebbe essere studiato anche l’effetto dell’introduzione di coefficienti di trasformazione per coorti, richiamando al sistema svedese. Con l’uso di questo meccanismo verrebbero bloccati i coefficienti di trasformazione del capitale in rendita per le coorti di lavoratori al raggiungimento del primo diritto alla pensione. Questa soluzione, fa capire il Consiglio Nazionale degli Attuari, in presenza di possibilità di uscita per anzianità e per vecchiaia, potrebbe risultare complessa, però evita di punire chi ritarda il pensionamento, favorendo la scelta di proseguire volontariamente l’attività lavorativa “. https://lnkd.in/di-8MPg3 Il Sole 24 Ore, Marco Rogari, giampaolo crenca, Roberta D'Ascenzi, Giorgia Meloni, Assofondipensione, Giovanni Maggi, Fondo Cometa, Riccardo Realfonzo, Alberto Bagnai #previdenza #pensioni #quota103
Pensioni, con l’incognita del «dopo Quota 103» sale il pressing per rilanciare la previdenza integrativa
ilsole24ore.com
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Il tema delle pensioni nel 2025 si preannuncia come uno dei più discussi e cruciali nel panorama delle politiche previdenziali italiane. Il governo sta valutando un pacchetto di misure da inserire nella Legge di Bilancio 2025. L’obiettivo è quello di affrontare la complessità del sistema pensionistico e rispondere a diverse esigenze sociali ed economiche. Si prospettano cambiamenti importanti che potrebbero incidere sia sulle pensioni più elevate che su quelle di importo più basso, con interventi che puntano a bilanciare equità sociale e sostenibilità economica.
Pensioni 2025: le tre mosse del Governo per tagliare i costi
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