Occasione persa #MassimoBottura, nel podcast del fondatore di #Linkedin #ReidHoffman, disegna - come al solito con grande lungimiranza- il percorso che andrebbe intrapreso per chi ha l'ambizione imprenditoriale di portare la pizza italiana in giro per il mondo. Risultato: bordate di fischi. Illustri giornalisti del settore e altrettanti pizzaioli si sono scagliati (con più o meno delicatezza) contro di lui, ricordandogli come l'artigianalità della pizza non debba essere messa in discussione. Un po' come dire che le "Ferrari" di oggi non sono "fighe", perché una volta i bulloni erano avvitati a mano ed oggi no! Tralasciando che basterebbe ascoltare con attenzione il podcast per capire che non solo non mette in discussione l'artigianalità ma, al contrario, ne tesse le lodi e semmai cerca di reinterpretarla in chiave moderna, dandone una visione innovativa per il futuro. O, se volete, in chiave scalabile. D'altronde, chi meglio di lui ha saputo pescare dal passato e dalla tradizione enogastronomica italiana, senza mai rimanercene imbrigliato, per proporre una delle migliori interpretazioni moderne della cucina italiana. Eppure, guai a toccare il processo produttivo della pizza. Io credo che ci sia poca Italia in giro per il mondo: le principali catene di pizzeria planetarie non sono italiane e noi, a mala pena, usciamo dai confini nostrani. Ed è per questo che non riusciamo quanto dovremmo a diffondere il nostro standard di gusto, la nostra cultura alimentare, il nostro stile (vedasi i francesi con lo Champagne). Ci sono decine di catene internazionali che si spacciano per italiane e tante di loro sono percepite come italiane, senza esserlo veramente e diventando immeritatamente il riferimento di italianità del mercato locale. E, attenzione, che qualcuna di loro inizia a fare anche un buon prodotto, una su tutte: Grosso Napoletano in Spagna (di italiano hanno solo il nome ma, tant'è, loro ne hanno già aperte più 20, di cui 17 nella sola Madrid). . Chiunque abbia più di 5 pizzerie e non ha "realisticamente" l'ambizione di poterne aprire almeno 1.000 in giro per il mondo, è una catena che non ce l'ha fatta. Lui ha semplicemente indicato il percorso per essere finalmente vincitori all'estero (e questo farebbe molto bene anche in Patria). Condivido al 100% il suo pensiero ed è esattamente lì che vogliamo portare #Fradiavolo.
Basterebbe smetterla di pensare che siamo i migliori solo perché sappiamo usare le mani. Ma fino a che a capo di ristoranti e pizzerie ci saranno persone con importanti deficit di formazione, difficilmente si potrà fare molto. Vale per la pizza, Come per la Piadina (che finalmente sta scalando), che per la Schiacciata. Solo formandosi sarà possibile capire perché in Italia ci mangiamo Poke e avocado toast fatti da stranieri e in Us la pizza se la adattano e scalano da soli.
Mauro D'Errico per generare un interesse della stampa su questo tema, che è trasversale e su cui sono convinto che i consumatori siano molto più avanti rispetto ai nostri colleghi artigiani, lanceremo dopo l'estate una campagna di comunicazione creativa e coinvolgente su questo tema. Useremo le etichette delle birre per dare il via a un dibattito che però alimenteremo su più canali in step successivi (coinvolgendo anche altre aziende con una visione simile alla nostra). Sarà il nostro modo un po' guerrilla e un po' ironico per dare voce in modo costruttivo a queste tematiche. Facendo divertire i clienti e generando visibilità sul tema e sui brand. Se vuoi scambiare 4 chiacchiere su questo progetto, magari può essere di spunto anche per voi.
E’ assurdo che gruppi stranieri riescano a generare importanti fatturati grazie all’italian sound (es. Vapiano) ed utilizzando spesso solo la nostra evocazione iconografica e proponendo prodotti o metodi di consumo di quel determinato prodotto come se fosse italiano quando poi sul posto non lo è. Risulta quasi paradossale che gruppi non italiani riescano a fare business utilizzando la tradizione enogastronomica italiana e noi che la possediamo non riusciamo a creare catene a livello internazionale con il nostro know how. Concordo Mauro D'Errico su tutta la linea.
Mauro D'Errico d'accordissimo con la tua visione e con il messaggio. Noi dal canto nostro in GRANDA non vediamo l'ora di poter fare assaggiare la nostra birra presso tutti I vostri locali in giro per il mondo se fosse possibile #samepassion #samevison vero Ivano Astesana ?
Domino's macina 5 Miliardi l'anno ACRFF - KFC & PizzaHut macina 7 Miliardi Insieme fanno (solo con la pizza) quello che fattura la nostra nona azienda nazionale cioè la #Leonardo SPA E noi saremmo i migliori ?? 🤣🤣🤣 Fine breve storia triste italiana. #madeinItaly
Ecco però i pizzaioli facciano i pizzaioli e lo sviluppo lo lascino ad altri. Non è un caso che voi non arriviate come formazione ed esperienza dal mondo della pizza.
Mauro D'Errico meno male che ci sei tu, almeno non mi sento solo🤣🤣🤣 Non sanno neanche cosa sia il Blitzscalling di Reid Hoffman!! Never give up!!!!!
A parole, e soprattutto con i fatti!! Bravo Mauro D'Errico 🔥🚀
Founder and CEO at GRANDA
5 mesiMauro D'Errico le dinamiche negative di un'idea distorta di cosa sia artigianale si riflettono purtroppo in molto del Made in Italy legato al food and beverage. Si pensa (a torto) che appena un'azienda introduce dei processi appena un po' scalabili, perda la sua identità. Come se ci fosse qualcosa di creativo e speciale nel ripetere manualmente operazioni banali invece di concentrare la propria passione nelle parti veramente creative della creazione di un prodotto. Che sia una grande pizza o una grande birra. La vera sfida diventa (anche) il saper raccontare come un'azienda può crescere e addirittura aumentare la qualità di ciò che produce.