#nuovispazi 🐣 Domani in edicola il secondo appuntamento con #PopUp, il nuovo inserto mensile di Avvenire dedicato ai ragazzi e alle ragazze delle scuole secondarie di I grado. Perché si chiama così? “Pop” perché vuole conquistare i lettori con temi freschi e stimolanti. E poi “Up”, per volare sempre più in alto. 📊 Cosa troviamo? Sedici pagine formato tabloid, in bianco e nero, grafica ad alta leggibilità. Con approfondimenti su grandi temi e fatti di attualità nel linguaggio degli adolescenti, l’inserto PopUp si propone di stimolare il dibattito e ispirare nuove visioni! 🗓️ “Quando esce?” Inserto mensile, ogni primo martedì in edizione cartacea e digitale. E non è tutto… PopUp sarà distribuito anche in 500 istituti e 2 mila classi sul territorio nazionale. Buona lettura, noi continuiamo a monitorare il panorama media 🔎🗞️ 👉🏻 https://lnkd.in/dxN5fHmx #NoesisComunicazione
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Argomenti attuali e relatori interessati.. due appuntamenti da non perdere! #CIS #scuolapergenitori #giovani #digitale
👨👩👧👧 Torna la Scuola per Genitori firmata #CIS: due serate ricche di spunti e riflessioni per comprendere meglio i giovani oggi e le relazioni con i nostri figli. Due incontri #gratuiti e aperti a pubblico, tra Aprile e Maggio, per discutere di "Equilibrio digitale in famiglia" e di Adolescenza. 📍Gli incontri si terranno presso lo Human & Technology Training Center di Reggio Emilia, in via Sicilia 19. ➡ Per registrarsi, è necessario inviare una mail con i propri dati a anna.balboni@cis-formazione.it Maggiori info qui 👇 #cisformazione #scuolagenitori #formazione #adolescenza #giovani #equilibriodigitale
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🚨 Attenzione: è ora di smettere di avvelenare le menti dei nostri bambini con stereotipi di genere obsoleti nei libri scolastici! 🚨 Siamo nel 2024, eppure alcuni libri di testo per la scuola primaria continuano a imprigionare i ruoli femminili entro le quattro mura domestiche. Prendiamo ad esempio questa filastrocca : “Nella mia casa c’è tanto da fare... Ma in casa c’è la mia mamma e la casa è sempre bella, c’è tutto pronto sempre: c’è la mamma che fa tutto!” Questa immagine perpetua una narrazione tossica secondo cui le responsabilità domestiche sono esclusivamente femminili. Questo non solo è ingiusto, ma è anche pericoloso: limita la visione del mondo dei nostri bambini, ancorando le future generazioni a un modello di società che ci sforziamo di superare. 👉 È il momento di chiedere a editori e autori di assumersi la responsabilità di fornire contenuti che riflettano una realtà equa e progressista, dove i compiti e le aspirazioni non sono predeterminati dal genere. Promuoviamo la creazione di libri che siano veri strumenti di crescita, capaci di formare individui consapevoli, rispettosi e liberi da pregiudizi limitanti. I nostri bambini meritano un futuro in cui il genere non definisca né limiti il loro potenziale. #RovesciamoGliStereotipi #EducazioneProgressista #libriperunfuturomigliore
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Con il Covid si è abbassata drasticamente l'età media del primo ingresso in rete e si è dilatato il tempo giornaliero di esposizione alla rete. Come assicurare ai ragazzi e alle ragazze, sempre più giovani, di vivere la dimensione online in modo creativo, libero e al tempo stesso sicuro? Come superare la "povertà educativa digitale"? Grazie al quotidiano La Stampa che oggi ospita un mio editoriale sul tema, dove cerco di sottolineare, dal nostro osservatorio di Save the Children, le responsabilità del mondo degli adulti, in occasione del #SaferInternetDay.
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Il futuro distopico dei figli della generazione Z è già iniziato Consideriamo la fascia tra zero e dieci anni e proiettiamoci nel futuro di una decina di anni Un interessante articolo di Luca Tremolada su #IlSole24Ore “Come saranno i bambini del domani? Consideriamo la fascia tra zero e dieci anni, i bambini nati nella parte occidentale del mondo, dove ci sono internet e benessere, e proiettiamoci nel futuro di una decina di anni. Un futuro abbastanza lontano da essere distopico, in cui la tecnologia ha un ruolo ancora più predominante nella nostra società. Ci saranno ancora più schermi di adesso, forse ologrammi che, in fondo, sono schermi tridimensionali e comunque porte di accesso a contenuti più o meno interattivi, multimediali o multimodali. In parole più semplici, i nuovi nati, dopo i due anni, si interfacceranno con entità animate, giocattoli parlanti e genitori “senzienti”. I bambini imparano attraverso gli errori, toccando oggetti, soprattutto quelli che fanno rumore e si illuminano. Per quanto riguarda noi umani, con ogni probabilità una delle prime cose che impareranno sarà che mamma e papà si distraggono guardando uno schermo. Ti vedono sul telefono di mamma e imparano a sorridere o salutare le persone dall’altra parte. E così prima ancora di entrare in una classe, impareranno che la propria immagine è una sorta di valuta digitale. Non sappiamo però di preciso cosa accadrà alle scuole elementari e quanta tecnologia sarà presente nelle aule. Probabilmente poca, se pensiamo alla nostra scuola pubblica. Ma possiamo prevedere con certezza che, prima del primo giorno di scuola, i bambini avranno già conosciuto, magari sotto forma di pupazzo digitale o avatar, il loro primo agente intelligente. E, probabilmente, nelle scuole più ricche avranno a disposizione un tutor AI che li aiuterà con nuove attività didattiche potenziate dall’intelligenza artificiale e dalla realtà virtuale. L’apprendimento sarà quindi sempre più autodiretto, le classi iper-personalizzate, e gli insegnanti dovranno stimolare un approccio critico a questi strumenti per mostrarne sia i limiti sia le potenzialità. Vivranno e vivremo un’epoca di transizione difficile da decifrare. L’IA può rendere i contenuti digitali e l’ambiente fisico più accessibili, abbattere barriere per i disabili e aiutare i docenti a studiare strumenti in grado di valutare l’efficacia dell’insegnamento per fornire didattica personalizzata. In questo futuro distopico, carico di promesse, c’è già chi intravede nuovi e alienanti nemici. Le tecnologie abilitate dall’AI sono voci senza corpo, parole sugli schermi, avatar che ci ascoltano. Non sappiamo come verranno percepiti dai bambini, ma possiamo immaginarlo. I bambini imparano attraverso le interazioni sociali. Serviranno insegnanti capaci di gestire questa complessità e classi ancora più aperte, pronte ad accogliere tutti. Possiamo lasciare fuori i telefonini, ma non possiamo impedire al futuro di entrare in classe.” #flpnews
Il futuro distopico dei figli della generazione Z è già iniziato
24plus.ilsole24ore.com
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Un convegno a Rimini con educatori, docenti e allenatori svela la nuova generazione: empatici ma influenzati dai social e dalle serie tv.
Supereroi fragili, identikit dei giovani d’oggi: sensibili verso i coetanei e l’ambiente
https://ilgiornalepopolare.it
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Per provare a cambiare la società la nostra più grande possibilità è quella di formare delle nuove generazioni che abbiano un approccio e un pensiero diverso, lontano da stereotipi di genere e con la conoscenza di cosa voglia dire "violenza", anche solo nei gesti, negli atteggiamenti e nelle parole. Ho provato a raccontare il mio punto di vista partendo da questo libro speciale e di grande valore: "I ragazzi possono essere femministi?" scritto da Lorenzo Gasparrini e con le illustrazioni di Cristina Portolano.
I ragazzi possono essere femministi? Una riflessione sul tema adolescenza e femminismo.
maremosso.lafeltrinelli.it
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Un convegno a Rimini con educatori, docenti e allenatori svela la nuova generazione: empatici ma influenzati dai social e dalle serie tv.
Supereroi fragili, identikit dei giovani d’oggi: sensibili verso i coetanei e l’ambiente
https://ilgiornalepopolare.it
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Cambiare paradigma. Costruire una nuova visione, guardare da un'altra prospettiva è diventato necessario quando si parla del rapporto dei più #giovani con il mondo di #internet. Abituati a demonizzare le #piattaformesocial e l'esperienza #digitale in generale, facciamo fatica a renderci conto dei #cambiamentisociali e #culturali che le nuove generazioni si trovano a vivere e che non possono prescindere dalla fruizione e dall'uso delle #nuovetecnologie che investono ogni campo della loro vita: dalla sfera relazionale, a quella del divertimento; dalla dimensione dell'apprendimento, a quella dell'emozione. Lo studio “Alfabetizzazione mediatica e digitale a tutela dei minori: comportamenti, opportunità e paure dei navigatori under 16”, promosso dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy con la collaborazione scientifica dell’Alta Scuola in Media, comunicazione e spettacolo dell’Università Cattolica del Sacro Cuore tenta, appunto, di promuovere una visione che non sia solo demonizzante e censoria ma che provi anche a cogliere da un lato le molte risorse che tutti gli #ambientidigitali, dai #socialmedia, ai servizi di #messaggistica alle #piattaformeOTT mettono a disposizione.
"Gli under 16 vivono in rete e navigano tra web e social meglio di quanto pensiamo" (di L. Varlese)
huffingtonpost.it
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È veramente utile vietare gli smartphone? L'uso degli smartphone, di internet e dei social è diventato il facile capro espiatorio delle problematiche giovanili attuali. In realtà sembra essere l'ennesimo tentativo di adulti fragili di deresponsabilizzazione. Oggi si osserva una incapacità genitoriale a interrogare se stessi sul proprio ruolo rispetto a queste sempre più diffuse difficoltà dei ragazzi. E allora diventa molto più semplice trovare una causa esterna. Ci si dimentica, però, che sono gli stessi adulti a dare in mano a bambini sempre più piccoli strumenti che non sono in grado di gestire, spesso attribuendogli un ruolo di regolatore delle emozioni, per poi criticare l'uso eccessivo che ne verrà fatto in adolescenza. E ancora, bisognerebbe riflettere su l'uso che gli stessi genitori fanno dei social e sul modello di comportamento che essi riflettono. Più che se vietare o meno l'uso degli smartphone sarebbe necessario un insegnamento sul loro utilizzo, a partire, però, dall'uso che ne fanno gli adulti. #adolescenza #smartphone Minotauro
"Continuare a sostenere che il malessere giovanile dipenda dall’arrivo nel mondo dello smartphone è un’operazione di pulizia della coscienza da parte di adulti che non considerano le controversie scientifiche a riguardo e che non accettano che, se anche così fosse, ciò probabilmente sarebbe da attribuire, in primis, allo smodato utilizzo che ne hanno fatto tutti gli adulti" su La Stampa l'editoriale di Matteo Lancini. https://lnkd.in/dRVkFdSr
Inutile vietare i social ai ragazzini fragili | Minotauro
https://minotauro.it
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Da un articolo su la Repubblica emerge quanto oggi stia diventando sempre più difficoltoso il compito degli insegnanti, talvolta sconfitti nel loro ruolo di educatori dagli idoli del web. Il compito della scuola e degli insegnanti è formare i nostri ragazzi, le nostre nuove generazioni, il nostro futuro! Aiutiamo gli insegnanti a svolgere il loro lavoro e se gli influencer vorranno affiancarli... ben venga, purché siano sempre rispettati i ruoli. #scuola #insegnanti #influencer #docenti
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