Anche quest’anno, in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne, nei locali del Centro Cultura Formazione e Attività Forensi dell’Ordine degli Avvocati di Genova, sito in via XII ottobre 3, a partire dalle ore 17,00 del prossimo 21 novembre sarà inaugurata la seconda edizione della mostra collettiva dal titolo MARIPOSAS. Il titolo è un chiaro riferimento al nome in codice delle tre sorelle Mirabal, Minerva, Patria e Maria Teresa, uccise in un agguato il 25 novembre del 1960 su ordine del dittatore dominicano Trjullo. Come è noto, è proprio per ricordare quel tragico fatto che la Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha istituito, nel dicembre del 1999, la giornata internazionale per la eliminazione della violenza contro le donne. Come per la scorsa edizione gli artisti che hanno aderito a questa iniziativa sono numerosi, e ognuno di loro ha dipinto o realizzato in cartapesta, ceramica, stoffa o altro materiale una farfalla. Ognuna di queste farfalle è stata dedicata da ogni artista a una delle tante donne uccise nel corso del 2024. Sempre nella stessa giornata sarà inaugurata un’altra mostra, anche questa in tema con la giornata del 25 novembre, dal titolo IL FEMMINICIDIO NELL’OPERA LIRICA. Ogni artista ha scelto, da una lista di opere che è stata loro fornita, un titolo di un’opera lirica che si conclude con un femminicidio della protagonista e lo ha interpretato secondo la propria sensibilità. Vi sarà un momento musicale grazie al collega avv. Enrico Montobbio, valido pianista e al Gruppo lirico Armonia. Alla inaugurazione saranno presenti, oltre al vice presidente dell’Ordine Avvocati, avv. Stefano Savi, che porterà i saluti del Presidente, avv. Luigi Cocchi e di tutto il Consiglio, anche la organizzatrice della mostra, avv. Gabriella de Filippis, che terrà una breve introduzione sulle mostre in questione.
Post di Ordine degli Avvocati di Genova
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La donna è un fiore: delicato, ma capace di resistere alle intemperie. È simbolo di bellezza e forza, di colore e vita, proprio come quei fiori che ci ricordano la capacità straordinaria delle donne di dare al mondo nuova vita. Eppure, è questa stessa forza che la violenza tenta di spezzare, tradendo la dignità e il valore che ogni donna rappresenta. Link dell'articolo 👇👇👇
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Riflettiamo sul valore del rispetto
«Con la campagna ‘Se io non voglio, tu non puoi.’ intendiamo ribadire che ogni ‘no’ deve essere ascoltato e rispettato. Il silenzio non può più essere considerato un atto d’assenso. È necessario intraprendere un cambiamento culturale per riconoscere e tutelare la dignità e la libertà di ogni donna.» - Giulia Minoli, Presidente della Fondazione Una Nessuna Centomila La Fondazione Una Nessuna Centomila, in occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della Violenza sulle Donne, lancia la campagna “Se io non voglio, tu non puoi.“, un’iniziativa di sensibilizzazione che mira a diffondere un messaggio chiaro: il consenso non è una concessione, è un diritto. Un rovesciamento totale delle responsabilità. La mancanza di reazione interpretata come la volontà a subire quella violenza e il ripensamento un diritto che per le donne non può essere contemplato. La campagna prova a evidenziare esattamente queste situazioni, ci pone davanti ad una scelta. Ci mette di fronte a un racconto, ad una casistica in cui tante di noi possono purtroppo ritrovarsi. “Se io non voglio, tu non puoi” è la dichiarazione chiara della nostra autodeterminazione ma è anche la denuncia pubblica e collettiva di un reato che si consuma ogni giorno sulla nostra pelle. Per dare maggiore risonanza a questa campagna e sostenere con forza il suo messaggio, numerosi artisti e attivisti, tra cui volti noti della cultura, della musica e dello spettacolo hanno deciso di unirsi all’iniziativa dando volto e voce a chi spesso non può farsi sentire, perché il silenzio non può più essere una scelta. #SeIoNonVoglioTuNonPuoi #SeNonVoglioNonPuoi #UnaNessunaCentomila Celeste Costantino Raffaella Palladino
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Non riporto molti contenuti di questo tipo su LinkedIn ⬇️ Ritengo che in generale le tematiche di #genderdiversity non debbano cadere nel rainbow-washing, usandole come strumento di marketing aziendale e, ancora peggio, di personal branding. Nei fatti si deve valutare l'inclusione e il rispetto per tutti nei vari contesti, anche in quelli professionali. Ci tengo solo a condividere questa significativa campagna di Una Nessuna Centomila perché è opportuno sensibilizzare e fare fronte comune, donne e uomini, per eliminare ogni forma di violenza nei rapporti personali. Oltre a #SeIoNonVoglioTuNonPuoi sottolineo anche #SeTuNonVuoiIoNonPosso in quanto la reciprocità è alla base del rispetto.
«Con la campagna ‘Se io non voglio, tu non puoi.’ intendiamo ribadire che ogni ‘no’ deve essere ascoltato e rispettato. Il silenzio non può più essere considerato un atto d’assenso. È necessario intraprendere un cambiamento culturale per riconoscere e tutelare la dignità e la libertà di ogni donna.» - Giulia Minoli, Presidente della Fondazione Una Nessuna Centomila La Fondazione Una Nessuna Centomila, in occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della Violenza sulle Donne, lancia la campagna “Se io non voglio, tu non puoi.“, un’iniziativa di sensibilizzazione che mira a diffondere un messaggio chiaro: il consenso non è una concessione, è un diritto. Un rovesciamento totale delle responsabilità. La mancanza di reazione interpretata come la volontà a subire quella violenza e il ripensamento un diritto che per le donne non può essere contemplato. La campagna prova a evidenziare esattamente queste situazioni, ci pone davanti ad una scelta. Ci mette di fronte a un racconto, ad una casistica in cui tante di noi possono purtroppo ritrovarsi. “Se io non voglio, tu non puoi” è la dichiarazione chiara della nostra autodeterminazione ma è anche la denuncia pubblica e collettiva di un reato che si consuma ogni giorno sulla nostra pelle. Per dare maggiore risonanza a questa campagna e sostenere con forza il suo messaggio, numerosi artisti e attivisti, tra cui volti noti della cultura, della musica e dello spettacolo hanno deciso di unirsi all’iniziativa dando volto e voce a chi spesso non può farsi sentire, perché il silenzio non può più essere una scelta. #SeIoNonVoglioTuNonPuoi #SeNonVoglioNonPuoi #UnaNessunaCentomila Celeste Costantino Raffaella Palladino
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Oggi, nella Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, il nostro pensiero va a tutte le vittime, ma anche a ciò che possiamo fare per cambiare il futuro. La chiave per prevenire la violenza risiede nell’educazione delle nuove generazioni. Bambini e bambine devono crescere con valori di rispetto, empatia e parità: • Insegniamo ai bambini che la forza si misura nel rispetto e non nel controllo. • Insegnamo alle bambine che il loro valore è immenso e mai negoziabile. • Mostriamo con l’esempio che i conflitti si risolvono con il dialogo, mai con la prepotenza. Ogni gesto quotidiano, ogni parola detta o non detta, costruisce il mondo in cui vivremo domani. Sta a noi adulti fare in modo che quel mondo sia più giusto, più sicuro, e soprattutto più umano. ♥️ Educare al rispetto è il più grande atto di amore verso il futuro: la violenza di oggi si combatte con l’educazione di domani ♥️ 25 novembre 2025
«Con la campagna ‘Se io non voglio, tu non puoi.’ intendiamo ribadire che ogni ‘no’ deve essere ascoltato e rispettato. Il silenzio non può più essere considerato un atto d’assenso. È necessario intraprendere un cambiamento culturale per riconoscere e tutelare la dignità e la libertà di ogni donna.» - Giulia Minoli, Presidente della Fondazione Una Nessuna Centomila La Fondazione Una Nessuna Centomila, in occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della Violenza sulle Donne, lancia la campagna “Se io non voglio, tu non puoi.“, un’iniziativa di sensibilizzazione che mira a diffondere un messaggio chiaro: il consenso non è una concessione, è un diritto. Un rovesciamento totale delle responsabilità. La mancanza di reazione interpretata come la volontà a subire quella violenza e il ripensamento un diritto che per le donne non può essere contemplato. La campagna prova a evidenziare esattamente queste situazioni, ci pone davanti ad una scelta. Ci mette di fronte a un racconto, ad una casistica in cui tante di noi possono purtroppo ritrovarsi. “Se io non voglio, tu non puoi” è la dichiarazione chiara della nostra autodeterminazione ma è anche la denuncia pubblica e collettiva di un reato che si consuma ogni giorno sulla nostra pelle. Per dare maggiore risonanza a questa campagna e sostenere con forza il suo messaggio, numerosi artisti e attivisti, tra cui volti noti della cultura, della musica e dello spettacolo hanno deciso di unirsi all’iniziativa dando volto e voce a chi spesso non può farsi sentire, perché il silenzio non può più essere una scelta. #SeIoNonVoglioTuNonPuoi #SeNonVoglioNonPuoi #UnaNessunaCentomila Celeste Costantino Raffaella Palladino
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Parole semplici e chiare. #SeIoNonVoglioTuNonPuoi
«Con la campagna ‘Se io non voglio, tu non puoi.’ intendiamo ribadire che ogni ‘no’ deve essere ascoltato e rispettato. Il silenzio non può più essere considerato un atto d’assenso. È necessario intraprendere un cambiamento culturale per riconoscere e tutelare la dignità e la libertà di ogni donna.» - Giulia Minoli, Presidente della Fondazione Una Nessuna Centomila La Fondazione Una Nessuna Centomila, in occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della Violenza sulle Donne, lancia la campagna “Se io non voglio, tu non puoi.“, un’iniziativa di sensibilizzazione che mira a diffondere un messaggio chiaro: il consenso non è una concessione, è un diritto. Un rovesciamento totale delle responsabilità. La mancanza di reazione interpretata come la volontà a subire quella violenza e il ripensamento un diritto che per le donne non può essere contemplato. La campagna prova a evidenziare esattamente queste situazioni, ci pone davanti ad una scelta. Ci mette di fronte a un racconto, ad una casistica in cui tante di noi possono purtroppo ritrovarsi. “Se io non voglio, tu non puoi” è la dichiarazione chiara della nostra autodeterminazione ma è anche la denuncia pubblica e collettiva di un reato che si consuma ogni giorno sulla nostra pelle. Per dare maggiore risonanza a questa campagna e sostenere con forza il suo messaggio, numerosi artisti e attivisti, tra cui volti noti della cultura, della musica e dello spettacolo hanno deciso di unirsi all’iniziativa dando volto e voce a chi spesso non può farsi sentire, perché il silenzio non può più essere una scelta. #SeIoNonVoglioTuNonPuoi #SeNonVoglioNonPuoi #UnaNessunaCentomila Celeste Costantino Raffaella Palladino
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La potenza di questo discorso di Gino Cecchettin.
Nella Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, pubblichiamo integralmente il discorso di Gino Cecchettin di presentazione della Fondazione intitolata alla figlia Giulia, uccisa da Filippo Turetta. Una voce importante che ci ricorda come sia possibile trasformare “il dolore in significato, la perdita in impegno e l’oscurità in azione”. I giornalisti e le giornaliste dal canto loro, nel raccontare, le violenze sulle donne hanno il dovere di trovare le parole giuste, quelle che non provocano nuovi dolori, quelle che raccontano la verità. Questo è il nostro compito per una buona e corretta informazione.
Le parole giuste e la nascita della fondazione Giulia Cecchettin
https://www.odg.it
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"L'Abito del Sogno Infranto" per celebrare la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, anche a Ravenna. La violenza sulle donne è un problema sistemico, radicato in secoli di disuguaglianze e stereotipi di genere che continuano a persistere. Non è solo una questione di singoli episodi di abuso, ma una cultura della sopraffazione che normalizza la violenza, spesso relegandola al silenzio. Questo silenzio è il nostro nemico più grande: protegge gli aggressori, isola le vittime e perpetua il ciclo della violenza. Le statistiche ci raccontano una realtà insostenibile: migliaia di donne subiscono violenze fisiche, psicologiche o economiche ogni anno, e troppo spesso questa violenza si consuma tra le mura domestiche, per mano di chi dovrebbe offrire amore e protezione. Questo tradimento profondo mina la fiducia e il senso di sicurezza, lasciando cicatrici che vanno oltre il corpo e l’anima. Ma non basta indignarsi. Non basta ricordare le vittime il 25 novembre o condividere un post sui social, come questo che state leggendo. Serve un cambiamento radicale. Servono leggi più incisive, strutture di supporto capillari e soprattutto un'educazione che inizi nelle scuole e insegni il rispetto, l’uguaglianza e il valore dell’autonomia personale. Serve dare alle donne strumenti concreti per spezzare il ciclo della violenza, in primis l’indipendenza economica, perché solo così possono davvero riconquistare la libertà. Ogni atto di violenza non è solo un crimine contro una donna, ma un fallimento di tutti noi. Una società che non protegge le sue donne è una società che si condanna a perdere la sua umanità. Dobbiamo agire ora, con determinazione, perché ogni vita spezzata è una possibilità negata, un sogno infranto, un futuro che non vedrà mai la luce.
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𝗤𝘂𝗮𝗻𝗱𝗼 𝗶𝗹 𝘀𝗶𝗹𝗲𝗻𝘇𝗶𝗼 𝘂𝗿𝗹𝗮: 𝗹𝗮 𝗰𝗼𝗺𝘂𝗻𝗶𝗰𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗰𝗼𝗺𝗲 𝗮𝗿𝗺𝗮 𝗰𝗼𝗻𝘁𝗿𝗼 𝗼𝗴𝗻𝗶 𝘃𝗶𝗼𝗹𝗲𝗻𝘇𝗮 La violenza contro le donne non è solo un atto fisico, ma spesso passa anche attraverso il silenziamento delle loro voci, delle loro storie, dei loro diritti. Per questo, oggi – giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne - più che mai, è fondamentale riflettere sul potere della comunicazione come strumento di resistenza, solidarietà e cambiamento. Nel blog di Sound Public Relations si racconta l’incredibile coraggio delle donne afghane che, nonostante il divieto di parlare imposto dai Talebani, hanno trasformato ogni gesto, simbolo e parola in un atto di ribellione. Con cartelli che affermano “La mia voce è la mia identità” e canti condivisi sui social media, ci ricordano che anche il silenzio può diventare un grido potente. 👉 La comunicazione non compie miracoli, ma può accendere riflettori, costruire ponti e richiamare l’attenzione di governi e istituzioni. In questa giornata, celebriamo il coraggio di tutte le donne che lottano contro ogni forma di violenza, ricordando che proteggere la loro voce – reale o simbolica – è un nostro dovere collettivo. Non fermiamoci alle parole: agiamo. Ascoltiamo. Amplifichiamo. 🔗 Leggi di più su come la comunicazione possa diventare uno strumento di cambiamento: https://lnkd.in/dRwKvnd2 #25Novembre #NoAllaViolenza #MyVoiceIsNotForbidden #Comunicazione #Empowerment
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➡️Vi aspetto il 22 Novembre per la presentazione/confronto su: "Donne e Leggi in Italia" di Rosangela Pesenti Galli è uno strumento, un promemoria. Un compendio di cui non si può fare a meno che raccoglie, in ordine cronologico, le principali leggi che riguardano le donne dall' unità d'Italia ad oggi. "Dentro ogni riga ci sono lotte e passioni; è un libro pieno di storie nascoste e generativo di storie: le vostre". Le nostre. Lo presentiamo e ne parliamo il 22 Novembre presso l'Archivio Centrale dell'Udi, non a caso proprio in concomitanza con il #25novembre : per uscire dall'alone della retorica, per ricordare/rci la lotta per far emergere la violenza strutturale contro le donne costringendo le istituzioni giuridiche a riconoscere i reati, perché nessuno diritto è mai pienamente acquisito, (lo stiamo amaramente constatando negli ultimi tempi) perché le lotte delle donne vengono da molto lontano. Un libro per ricordare che le donne hanno fatto e continuano a fare la Storia. Un libro per avere Memoria.
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Tra i tanti contenuti letti oggi sul tema #noallaviolenza questo mi colpisce particolarmente. Diamo valore alla #comunicazione dando eco e voce a quelle donne che non possono, non riescono o hanno troppa paura di parlare!
𝗤𝘂𝗮𝗻𝗱𝗼 𝗶𝗹 𝘀𝗶𝗹𝗲𝗻𝘇𝗶𝗼 𝘂𝗿𝗹𝗮: 𝗹𝗮 𝗰𝗼𝗺𝘂𝗻𝗶𝗰𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗰𝗼𝗺𝗲 𝗮𝗿𝗺𝗮 𝗰𝗼𝗻𝘁𝗿𝗼 𝗼𝗴𝗻𝗶 𝘃𝗶𝗼𝗹𝗲𝗻𝘇𝗮 La violenza contro le donne non è solo un atto fisico, ma spesso passa anche attraverso il silenziamento delle loro voci, delle loro storie, dei loro diritti. Per questo, oggi – giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne - più che mai, è fondamentale riflettere sul potere della comunicazione come strumento di resistenza, solidarietà e cambiamento. Nel blog di Sound Public Relations si racconta l’incredibile coraggio delle donne afghane che, nonostante il divieto di parlare imposto dai Talebani, hanno trasformato ogni gesto, simbolo e parola in un atto di ribellione. Con cartelli che affermano “La mia voce è la mia identità” e canti condivisi sui social media, ci ricordano che anche il silenzio può diventare un grido potente. 👉 La comunicazione non compie miracoli, ma può accendere riflettori, costruire ponti e richiamare l’attenzione di governi e istituzioni. In questa giornata, celebriamo il coraggio di tutte le donne che lottano contro ogni forma di violenza, ricordando che proteggere la loro voce – reale o simbolica – è un nostro dovere collettivo. Non fermiamoci alle parole: agiamo. Ascoltiamo. Amplifichiamo. 🔗 Leggi di più su come la comunicazione possa diventare uno strumento di cambiamento: https://lnkd.in/dRwKvnd2 #25Novembre #NoAllaViolenza #MyVoiceIsNotForbidden #Comunicazione #Empowerment
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