COMITATO PARI OPPORTUNITÀ Il Comitato Pari Opportunità dell’Ordine degli Avvocati di Genova, in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne, ribadisce la ferma e decisa contrarietà ad ogni forma di violenza e sopraffazione, compresa quella verbale o tramite continue critiche e vessazioni. Gli stupri, gli atti persecutori e i femminicidi sono le estreme conseguenze di quella mentalità che sottintende la Donna come non adatta alla carriera, come “angelo del focolare”, come donna casa e famiglia. Riconosciamo la violenza. Denunciamola. Fermiamola.
Post di Ordine degli Avvocati di Genova
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"L'Abito del Sogno Infranto" per celebrare la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, anche a Ravenna. La violenza sulle donne è un problema sistemico, radicato in secoli di disuguaglianze e stereotipi di genere che continuano a persistere. Non è solo una questione di singoli episodi di abuso, ma una cultura della sopraffazione che normalizza la violenza, spesso relegandola al silenzio. Questo silenzio è il nostro nemico più grande: protegge gli aggressori, isola le vittime e perpetua il ciclo della violenza. Le statistiche ci raccontano una realtà insostenibile: migliaia di donne subiscono violenze fisiche, psicologiche o economiche ogni anno, e troppo spesso questa violenza si consuma tra le mura domestiche, per mano di chi dovrebbe offrire amore e protezione. Questo tradimento profondo mina la fiducia e il senso di sicurezza, lasciando cicatrici che vanno oltre il corpo e l’anima. Ma non basta indignarsi. Non basta ricordare le vittime il 25 novembre o condividere un post sui social, come questo che state leggendo. Serve un cambiamento radicale. Servono leggi più incisive, strutture di supporto capillari e soprattutto un'educazione che inizi nelle scuole e insegni il rispetto, l’uguaglianza e il valore dell’autonomia personale. Serve dare alle donne strumenti concreti per spezzare il ciclo della violenza, in primis l’indipendenza economica, perché solo così possono davvero riconquistare la libertà. Ogni atto di violenza non è solo un crimine contro una donna, ma un fallimento di tutti noi. Una società che non protegge le sue donne è una società che si condanna a perdere la sua umanità. Dobbiamo agire ora, con determinazione, perché ogni vita spezzata è una possibilità negata, un sogno infranto, un futuro che non vedrà mai la luce.
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Dopo i primi quattro appuntamenti, che hanno affrontato di volta in volta il tema lessicale, quello degli spazi e dei modi della violenza e discriminazione di genere, del controllo formale e informale sulla donna nella nostra società e del gesto, la parola e le immagini, siamo arrivati al quinto step, con un focus sull’oggettività giuridica nei #delitti di #discriminazione e #violenzadigenere: la #dignità della donna, il diritto alla propria #identità. Di Federica Panizzo.
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La potenza di questo discorso di Gino Cecchettin.
Nella Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, pubblichiamo integralmente il discorso di Gino Cecchettin di presentazione della Fondazione intitolata alla figlia Giulia, uccisa da Filippo Turetta. Una voce importante che ci ricorda come sia possibile trasformare “il dolore in significato, la perdita in impegno e l’oscurità in azione”. I giornalisti e le giornaliste dal canto loro, nel raccontare, le violenze sulle donne hanno il dovere di trovare le parole giuste, quelle che non provocano nuovi dolori, quelle che raccontano la verità. Questo è il nostro compito per una buona e corretta informazione.
Le parole giuste e la nascita della fondazione Giulia Cecchettin
https://www.odg.it
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Il saggio a cura di Simona Feci e Laura Schettini spiega come le donne siano state culturalmente frenate nella loro capacità di reazione alla violenza, ed esplora esperienze e contesti diversi
Imparariamo a difenderci
ilsole24ore.com
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Nessuna polemica, ma credo sia fondamentale discutere di questi temi con apertura e rispetto reciproco. Grazie per aver sollevato una questione così delicata e complessa. È importante ricordare che molti uomini non denunciano la violenza psicologica o fisica di cui sono vittime, come dimostra il recente caso di Torino. Questi episodi sottolineano la necessità di un approccio alla violenza che sia inclusivo e non limitato a una sola prospettiva di genere. Ritengo fondamentale riconoscere che la violenza può colpire chiunque, indipendentemente dal genere. È essenziale che l’approccio alla violenza di genere sia inclusivo e riconosca che anche gli uomini possono essere vittime. Questo richiede un cambiamento culturale e una maggiore sensibilizzazione. La Riforma Cartabia ha portato cambiamenti significativi che influenzano anche il mio lavoro, come la revisione degli strumenti di risoluzione alternativa delle controversie. Questo dovrebbe rendere il processo più efficiente e garantire una maggiore tutela per tutte le vittime di violenza, indipendentemente dal genere. Un approccio integrato e cooperativo, che coinvolga vari professionisti e la comunità, è fondamentale per affrontare efficacemente questo problema complesso. Ogni caso è unico e deve essere trattato con empatia, rispetto e professionalità, garantendo che tutte le voci siano ascoltate e che le soluzioni siano giuste e sostenibili. In sintesi, dobbiamo garantire che tutte le vittime, uomini e donne, ricevano il supporto e la protezione necessari. Solo attraverso un dialogo aperto e senza pregiudizi possiamo migliorare il nostro sistema di supporto e garantire giustizia e sicurezza a tutte le persone coinvolte. Invito tutti i professionisti del settore e la comunità a unirsi in questo sforzo, condividendo esperienze, idee e soluzioni. Insieme possiamo fare la differenza e costruire una comunità più giusta e sicura per tutti. #Inclusione #ViolenzaDiGenere #SupportoAlleVittime #RiformaCartabia #CambiamentoCulturale #Empatia #GiustiziaSociale
Avvocato familiarista per -duratura- passione. Oltre le tecniche avversariali utilizzo la negoziazione assistita. Formatore in materia di diritto di famiglia e tutela soggetti vulnerabili e marketing studi legali
La lotta alla violenza sulle donne è sacrosanta, ma l’idea che la violenza fisica o psicologica sia a senso unico è profondamente sbagliata. E pure pericolosa. Forse dovremmo iniziare a cambiare linguaggio e a lottare contro la violenza e il sopruso senza declinarla come violenza di genere. Ho assistito ben più di un uomo vittima di violenza. Ottenuto provvedimenti anche penali nei confronti delle donne, mogli o compagne, che agivano violenza ma ogni volta le vittime si sono sentite come “mosche bianche” perché oramai nel sentire comune la violenza è solo di genere. Il risultato di questa cultura è che alcune donne “se ne approfittano” sicure che basta lamentare un qualunque maltrattamento anche fasullo per ricadere sotto l’ombrello delle apposite tutele -Codice rosso, art. 473 bis 40 e seguenti cpc (Riforma Cartabia del procedimento unico di famiglia) con il vantaggio (vedi legge regionale piemontese sulle donne vittime di violenza) di una tutela legale gratuita -anche fuori dei casi del patrocinio a carico dello stato-. Così le signore della “violenza strumentale” sottopongono le loro vittime, come nel caso di cui hanno parlato i quotidiani, a ricatti e vessazioni spesso con la minaccia di estrometterli dalla vita dei figli Lo so che la violenza agita contro gli uomini è poco conosciuta e poco studiata, lo so che per un uomo ammettere di essere vittima di violenza è difficilissimo perché in una società in cui per definizione “l’uomo è sempre cattivo” l’uomo vittima è ancora più vittima; Credo tuttavia sia giunta l’ora di superare il concetto di violenza di genere e aprire una lotta alle relazioni violente senza declinazione. Ora potete scatenare la polemica ….
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Arancione, non rosso. Un passo importante per contribuire a creare una società in cui la violenza di genere non esista è quello di cambiare la narrazione con cui essa viene raccontata, UN Women fa questo egregiamente da anni con la sua campagna #OrangeTheWorld. L'invito è di colorarsi e colorare il mondo per 16 giorni a partire da oggi di arancione. Nel 2024, Un Women esorta governi, aziende, istituzioni e ogni persona a prendere posizione e ad agire: - Ponendo fine all'impunità e promuovendo e adottando leggi e politiche che obblighino i responsabili a risponderne; - Adottando, implementando e finanziando Piani d'azione nazionali per porre fine alla violenza contro donne e ragazze. Questi piani definiscono le decisioni politiche e di investimento che i governi prendono; - Investendo in organizzazioni per la prevenzione e i diritti delle donne per garantire alle survivor diritti e accesso ai servizi essenziali. Lato prevenzione, voglio segnalare uno strumento rivolto agli uomini, ora attivo anche sul territorio comasco: è stato siglato infatti il Protocollo Zeus, un'azione centrata sulla rieducazione dell'uomo che compie violenza, attraverso equipe specializzate. Anche questo serve a invertire la narrazione, non lasciando sole le vittime a dover agire ma dando agli uomini il compito di correggere i propri comportamenti. (Anche l'immagine scelta per l'articolo contribuisce a veicolare una narrazione del fenomeno sbagliata e anche sulla narrazione visiva c'è ancora molto da lavorare) #NoExcuse
Como: firmato il “Protocollo Zeus” per prevenire atti persecutori e violenza domestica
quicomo.it
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considerazioni sul tema della violenza, intesa nella più ampia accezione, che condivido pienamente
Avvocato familiarista per -duratura- passione. Oltre le tecniche avversariali utilizzo la negoziazione assistita. Formatore in materia di diritto di famiglia e tutela soggetti vulnerabili e marketing studi legali
La lotta alla violenza sulle donne è sacrosanta, ma l’idea che la violenza fisica o psicologica sia a senso unico è profondamente sbagliata. E pure pericolosa. Forse dovremmo iniziare a cambiare linguaggio e a lottare contro la violenza e il sopruso senza declinarla come violenza di genere. Ho assistito ben più di un uomo vittima di violenza. Ottenuto provvedimenti anche penali nei confronti delle donne, mogli o compagne, che agivano violenza ma ogni volta le vittime si sono sentite come “mosche bianche” perché oramai nel sentire comune la violenza è solo di genere. Il risultato di questa cultura è che alcune donne “se ne approfittano” sicure che basta lamentare un qualunque maltrattamento anche fasullo per ricadere sotto l’ombrello delle apposite tutele -Codice rosso, art. 473 bis 40 e seguenti cpc (Riforma Cartabia del procedimento unico di famiglia) con il vantaggio (vedi legge regionale piemontese sulle donne vittime di violenza) di una tutela legale gratuita -anche fuori dei casi del patrocinio a carico dello stato-. Così le signore della “violenza strumentale” sottopongono le loro vittime, come nel caso di cui hanno parlato i quotidiani, a ricatti e vessazioni spesso con la minaccia di estrometterli dalla vita dei figli Lo so che la violenza agita contro gli uomini è poco conosciuta e poco studiata, lo so che per un uomo ammettere di essere vittima di violenza è difficilissimo perché in una società in cui per definizione “l’uomo è sempre cattivo” l’uomo vittima è ancora più vittima; Credo tuttavia sia giunta l’ora di superare il concetto di violenza di genere e aprire una lotta alle relazioni violente senza declinazione. Ora potete scatenare la polemica ….
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*Violenza contro le donne: investire sull’educazione dei giovani* A dimostrazione della profonda sensibilità del legislatore italiano nella materia di contrasto alla violenza esercitata sulle donne, assistiamo ad una strategia integrata che, a livello nazionale, si connota per il succedersi di numerose leggi, nel brevissimo arco temporale degli ultimi undici anni. I provvedimenti che più hanno inciso nel contrasto alla violenza di genere sono la legge n. 69 del 2019, nota come “Codice rosso”, che ha rafforzato le tutele processuali delle vittime di reati violenti, con particolare riferimento ai reati di violenza sessuale e domestica, introducendo, altresì, nuove fattispecie di reato ed aumenti di pena e la legge n. 168 del 2023. Leggi su https://lnkd.in/dxwsRAYV
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Quante sono le declinazioni e come si è evoluta la violenza contro le donne? Le tante sfumature del fenomeno, ormai endemico, ricevono le opportune risposte politiche e sociali? 25 anni di attività del nostro centro antiviolenza sono la traccia per l’analisi ma anche il punto da cui ripartire. Ne parliamo il 10 maggio a Foggia.
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Oggi, a 25 anni dalla designazione della Giornata Internazionale per l'Eliminazione della Violenza contro le Donne, la violenza di genere rimane la violazione dei diritti umani più prevalente e pervasiva al mondo. In Quid ogni giorno lavoriamo per garantire alle nostre colleghe indipendenza di vita ed economica: il lavoro è una chiave fondamentale per evitare isolamento e situazioni di dipendenza economica, ma non solo. Sapere che al lavoro, in un ambiente sicuro e accogliente, si può trovare uno spazio di cura e sostegno reciproco, di ascolto e prevenzione può spezzare il ciclo della violenza. Per questo ci impegniamo quotidianamente per progettare e organizzare luoghi di lavoro che possano essere strategici nel prevenire la violenza e nel sostenere le donne vittime di abusi. Accedere ad un nuovo lavoro ha segnato per tante donne arrivate in Quid dopo aver subito violenza - economica o fisica - l'inizio di una nuova vita: una vita fatta di sogni e progetti per il futuro da costruire con coraggio, ricominciando da capo. #fightforyourrights #25novembre #giornatainternazionalecontrolaviolenzasulledonne
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