Il Made in Italy non interessa a nessuno: una crisi ignorata Quest’anno è stato il peggiore per chi lavora nella filiera della moda italiana. Scarpe, borse, lusso Made in Italy: non importa a nessuno. Ho condiviso questa realtà sui social e sono stata attaccata. Commenti come: “Ve lo meritate!” dimostrano l’ignoranza verso il nostro settore. La verità è che molti non sanno nemmeno che in Italia esistono fabbriche che producono per brand come Gucci, Dior, Vuitton, Fendi, Saint Laurent e Bottega Veneta. E quando lo racconti, ci dipingono come colpevoli, senza sapere nulla del nostro lavoro. La colpa, però, non è solo dell’ignoranza generale. Le associazioni di categoria hanno fallito. Da Confindustria ad Assocalzaturifici, i brand dominano, ma chi tutela realmente le piccole e medie imprese della filiera? Nessuno. E la politica? Assente. Si parla tanto di Made in Italy, ma quando è il momento di agire, si preferisce ignorare. Questa è una bomba a orologeria: senza ordini, ci saranno chiusure, licenziamenti e famiglie per strada. In Campania, in Toscana, nel Veneto: territori dimenticati. Politiche locali e nazionali sorde ai nostri problemi. La crisi della moda italiana è solo l’inizio di un disastro annunciato. E il governo, invece di intervenire, pensa ad altro. #ornellaauzino #pelletteria #madeinitaly #kering #lvmh #Gucci #dior #ysl #fendi #burberry #louisvuitton #chanel #assopellettieri #sostenibilità #contraffazione #unic
Secondo me tutti questo dovrebbe portare ad una ripartenza dei marchi così detti di seconda linea, buone manifatture che non sono riuscite ad imporre il proprio marchio, ma che lavorano bene con prodotti durevoli a prezzi accessibili
Forse i brand dovrebbero controllare i loro terzisti che prezzi applicano ai loro terzisti della filiera
Già ma l'errore è stato mettere tutto sotto lo stesso ombrello (SMI) facendo credere a tutti che il settore sia un settore di LUSSO. Purtroppo la filiera produttiva è strozzata dalla parte creativa che, prima si è rivolta all'estero, poi quando non è più riuscita ad avere gli stessi servizi che aveva in Italia vorrebbe ritornare... strozzando ulteriormente
Stiamo assistendo ad un cambiamento globale. Diverso il bisogno e di conseguenza la richiesta. Il prezzo mai come ora fa la differenza, più che la qualità e lo stile Rimane a mio avviso, una clientela di nicchia che è più “ consapevole” all’acquisto di capi durevoli, timeeless, di buona qualità e manifattura e non necessariamente griffati.
Un vero disastro!
Tutto ha la capacità di finire... Ingenui, acquirenti, soldi facili, nuotare con la corrente! Deve funzionare, MADE IN ITALY!
Il mercato non recepisce piu' , ne i prezzi e ne la moltitudine dei brands in commercio. Gli acquirenti si sono evoluti, riconoscendo che sono soldi buttati via in molti casi , non viene più percepito e giustificato il costo dell'articolo. L'acquirente ( al di fuori della nicchia ) non è più disposto a pagare una borsa 2/3 mila euro, come una sneakers 5/600 euro. La tendenza oggi la fanno i millenials in base alle loro possibilità , attraverso brands più accessibili, e articoli brandizzati con un costo minore ( vedi Nike Air Force, adidas campus, ect...) Per non parlare poi del falso, che si evoluto in modo esponenziale con una qualità sempre più alta , ma con prezzi accessibili ai più. Purtroppo si è abbassata la richiesta, e in automatico la filiera rimane senza ordini. Lo stato non può far nulla , se non mettere delle toppe con la C.I. , e interventi su mutui contratti dagli operatori della filiera.
E se il Made in Italy fosse un valore debole? E se contasse solo il brand?
Ottimo ornella.purtroppo.questo e' il loro comportamento.categorie,istituzionj,ecc. Bravi solo ad essere invitatj............ Cmq.non mollare...ricordati che tu non sei in errore..la tua intenzio e' di renderti utile al settore.e' il settore in errore. Buona giornata e complimenti come sempre. Nonno p.f.
PELLETTERIA SETTORE LUSSO DAL 1987
2 giorniGentile sig.ra Auzzino le nostre associazioni di categoria non si sono mai occupati del nostro settore lo dico dopo 42 anni di attività lasciandoci sempre da soli a fronteggiare le situazioni (vedi il 2000 il 2008 e poi mano mano altre simili situazioni.) Quindi ho imparato a chiudere gli orecchi ai loro tenue poche parole Preferisco ormai tacere davanti a tte le situazioni che nn hanno mai visto muoverci nessuno di noi fare forza insieme,come invece hanno fatto i grandi brand facendo cartello limitando i prezzi forzando a lavorare ai loro costi. Credere poi allo stato che ci solo chiede per nn dare mai nulla figuriamoci. Buone cose a tti noi da una storica pelletteria qui in Abruzzo