Celebriamo anche noi di PENNY Italia questa ricorrenza, con l’orgoglio di essere impegnati ogni giorno a garantire ai nostri clienti tutta la qualità del territorio e dell’eccellenza italiana a prezzi convenienti; efficientando i processi, innovando con coraggio e passione, rispettando le risorse del pianeta e prendendoci cura delle comunità in cui operiamo. #PENNYITALIA #VIVIAMOSOSTENIBILE
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Delle insegne tedesche della GDO che mirano a sfatare il pregiudizio sulle difficoltà che incontrerebbero le multinazionali nel nostro Paese, sotto i riflettori ci vanno quasi sempre Lidl Italia e ALDI Italia Tra queste, però, spicca PENNY Italia entrata nel nostro Paese grazie ad un’alleanza tra REWE Group e Bernardo Caprotti nel 1994, conclusasi nel 1999. Avendo lavorato nel Gruppo Rewe non posso negare una personale simpatia per ciò che si è confermato in Italia e di ciò che è diventato nel mondo anche grazie a manager come Lionel Souque oggi CEO di Rewe che, in Italia, si è “fatto le ossa” una ventina d’anni fa di cui conservo un ottimo ricordo personale. O come Gotthard Klingan transitato da BILLA AG a Penny. In Italia Penny procede la sua marcia come un diesel. Sottolinea Nicola Pierdomenico: "Persone, Sostenibilità, Sviluppo e Innovazione: questi gli asset fondamentali con cui Penny Italia vive il proprio business, con una profonda passione per il nostro Paese, e un approccio da “azienda aperta", in continuo dialogo e confronto con le proprie persone e i propri partner”. Tre progetti su tutti per rimarcare una distintività interessante. Penny è il primo brand a sviluppare 12 referenze in collaborazione con Fondazione AIRC per la Ricerca sul Cancro ETS per un’alimentazione che supporta la prevenzione ispirate ai principi della sana alimentazione e capaci di sensibilizzare sulla prevenzione oncologica. È la prima insegna, in Italia, ad avere una private label da vertical farm. Lanciata nel luglio 2023, la linea Planetiamo conta al momento tre referenze, ossia Lattughino e due mix, Balsamica e Piccantina. Tre referenze da agricoltura aeroponica, con il 95% di acqua risparmiata. Infine l’obiettivo di accompagnare lo sviluppo dell’azienda costruendo un clima interno di fiducia e di collaborazione come mi ha confermato Piero Pisoni Direttore Risorse Umane di Penny. Da qui un terzo progetto interessante, l’innovativa partnership con Family+Happy. Ogni anno in Italia, quasi 40 mila neo-mamme lavoratrici lasciano il lavoro per dedicarsi alla cura dei figli. La ex manager Diageo Cinzia Tessarolo, ha fondato Family + Happy , una società che aiuta a conciliare vita lavorativa e famiglia. Dopo realtà come Banca Intesa, la Compagnia di San Paolo e altri anche Penny ha costruito con loro una risposta ad un problema vero: arrivare dove lo Stato non aiuta. Una collaborazione che mira ad offrire a tutti i dipendenti Penny un aiuto sicuro e di qualità per contribuire a gestire la complessità di tutti i giorni e trovare un equilibrio tra vita privata e lavorativa. Il 50% del costo di ogni ora (fino ad un massimo di 60 mensili per ciascun collaboratore) verrà sostenuto da Penny Grazie al progetto “Penny per Noi”. Checché se ne dica i cosiddetti discount si stanno trasformando da follower in trend setter anche e soprattutto nella gestione dei collaboratori. (in collaborazione con retail&food l’articolo intero è sul blog.
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PENNY ITALIA ENTRA NEI SUOI 30 ANNI DOPO UN 2023 DA RECORD L’azienda celebra i suoi 30 anni e racconta un 2023 di crescita alla conferenza stampa annuale Cernusco Sul Naviglio, 17.04.24 | Si tiene il 17 aprile a Milano, la conferenza stampa annuale di PENNY Italia, ad una settimana esatta da quella del Gruppo REWE. Il top management PENNY dedica a stampa, partner di sostenibilità e agli stakeholders in genere, il racconto di un 2023 segnato da successi e collaborazioni di valore. Sarà inoltre occasione per chiarire la direzione che il brand ha intrapreso e intende mantenere per un 2024 pieno di sfide. PENNY Italia chiude il 2023 con un fatturato di 1,619 miliardi di euro e una rete vendita di 449 negozi in 18 regioni. 70 i milioni investiti per le 34 aperture i 78 ammodernamenti e il lancio della nuova piattaforma logistica a Buti, Toscana, gettando già le basi per il nuovo fresh-hub di Buccinasco. Oltre mille le persone assunte nel solo 2023 e centinaia le crescite interne anche grazie alle oltre 30.000 ore di formazione erogate. È l’anno record delle operazioni di acquisizione (M&A) con focus capitale – ma non solo –, che in poche settimane ha più che triplicato la presenza del brand a Roma che ora può contare su 25 punti vendita in città. In tutta Italia i negozi PENNY si sono rinnovati e trasformati, diventando più sostenibili ma anche garantendo reparti serviti che celebrano l’italianità, confermando a fine anno 120 macellerie e 117 gastronomie. Ma è anche l’anno di investimenti in tema di visibilità, per esempio con il temporary store PENNY presso gli I-Days di Milano e la collaborazione con l’Aquafan di Riccione. In anno complesso per molte famiglie colpite da tassi d’inflazione record, PENNY scende in campo per difendere il potere d’acquisto ripensando il proprio programma fedeltà e introducendo il cash-back. Primo brand a sviluppare 12 referenze in collaborazione con AIRC per un’alimentazione che supporta la prevenzione, ma anche i primi nello sviluppare 3 referenze da agricoltura aeroponica, con il 95% di acqua risparmiata. Il 2023 è l’anno delle collaborazioni importanti con WWF per il sostegno delle oasi ma anche con TooGoodToGo, Banco Alimentare, per la lotta allo spreco alimentare; forte la presenza di PENNY nelle comunità in cui opera grazie alla collaborazione con Fondazione Progetto Arca e Croce Rossa Italiana a cui il brand e i suoi clienti sono riusciti a donare un’ambulanza. “Raccontiamo il nostro 2023 con orgoglio – spiega Nicola Pierdomenico, CEO & President PENNY Italia. – Ripercorrendone le tappe emerge chiaramente lo spirito innovativo, coraggioso e appassionato della squadra PENNY in tutti gli ambiti di azione, economici, di sviluppo e di sostenibilità; dietro ciascuno dei piccoli e grandi risultati di un anno di forte crescita e soddisfazione, si sente forte tutta la professionalità e la determinazione delle nostre persone, insieme alla grande passione e rispetto per il nostro paese e le sue eccellenze”.
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Quali sono le sfide che attendono Conad a partire dal 2024? L’insegna è la stessa per tutti ma come racconta George Orwell nella Fattoria degli animali “Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali di altri”. O almeno si sentono più uguali degli altri. La sfida dell’unità è quindi la prima che attende il Presidente e i cinque leader delle cooperative. Ma anche i 2300 soci e gli oltre 70.000 collaboratori. Ad oggi nessun trattato di Fontainbleu è seguito all’uscita di Francesco Pugliese. Dipenderà molto dai cinque presidenti e dalla loro visione del ruolo di Conad come entità unitaria e come peso della sede bolognese. Ciascuno “padrone a casa propria” con una condivisione di insegna e alcune funzioni aziendali sul modello sostanzialmente di altre centrali oppure ridefinizione e rilancio di una visione nazionale da prima della classe? La seconda sfida che attende Conad è sul piano associativo. La scelta di aderire a Confcommercio e di ottenerne una vice presidenza appartiene al passato o mantiene la sua validità per il futuro? Il successo di Marca e ADM sono però lì a dimostrare che il tempo delle divisioni del comparto deve essere lasciato alle spalle. Conad ha quindi una grande responsabilità. Insistere in quel progetto proponendosi come punto di raccordo di un associazionismo a trazione nazionale che coinvolga anche Coop e superi quelle aggregazioni oggi poco significative come ANCC e ANCD irrilevanti sul piano politico o ripensare al proprio posizionamento associativo? La terza sfida è rivolta al business e dovrebbe comprendere, da un lato la presenza o meno del gruppo nei discount e, dall’altro una strategia sulla città di Milano e sull’hinterland del capoluogo lombardo. Nel primo caso tra i cugini di DAO (Eurospin) e i figli di Gruppo PAC 2000A (Todis) un passo in avanti andrebbe fatto. Prima che ci pensino altri. Sulla città ci stanno provando in molti a insidiare Esselunga. Conad è girata alla larga anche in occasione dell’operazione Auchan dove 71 punti vendita sono stati svalorizzati e, in parte dispersi, perdendo così un’occasione importante di presenza. I circa tre miliardi di euro di fatturato dell’intera torta milanese della GDO vanno, in larga parte, ad altri. Conad ha una quota modesta. Allora avevo pensato che era proprio la caratteristica da “cugini di campagna” che poco si prestava a comprendere il profilo di cliente che frequenta i punti vendita della città ad averli resi cauti. Però di tempo ne è passato e i Conad milanesi non sono cambiati un granché. Dei circa trenta presenti ne ho tre relativamente vicini: in Corso San Gottardo, in via Ponti e in viale Murillo. Ci vado ogni tanto ma sono simili ad altri. Non si percepisce né una vera distintività né la determinazione di voler insidiare la prima della classe. Perché non provarci? Tre sfide per un 2024 in salita che sfoltirà il gruppo delle pretendenti alla leadership del comparto. Al di là dei numeri… (l’articolo intero è sul blog) https://bit.ly/480vT1x
Conad 2024. Per ora è solo la somma che fa il totale…
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Ci sono realtà della Grande Distribuzione che segnano il campo da gioco. L’eco di ciò che fanno esce dal solito cortile dove siamo un po’ tutti abituati a parlarci addosso. Conad è sicuramente una di queste. Leader del settore in Italia, con un fatturato di oltre 20 miliardi di euro e con una quota di mercato di poco al di sopra del 15% sul totale della grande distribuzione italiana. Anche per questo la presentazione del bilancio di sostenibilità del 2023 di Conad, diventa un elemento importante per cercare di comprendere l’approccio su alcuni temi, la convinzione o meno che il comparto stesso assuma determinate priorità fuori dalle logiche di green washing e consolidi un percorso virtuoso che, oltre ai temi dell’innovazione tecnologica e organizzativa, metta al centro la sostenibilità ambientale del proprio agire, la condivisione delle iniziative con i rispettivi fornitori, il rispetto del lavoro nell’intera filiera e il rapporto con le comunità nelle quali opera. Il primo dato che emerge dal Rapporto è l’unità di intenti delle cinque cooperative che ne sorregge l’impianto e la serietà. Non sono certo superati i mal di pancia interni sulla gestione complessiva ma, dalla lettura, emergono valori condivisi, il senso di una comunità in cammino, la condivisione di una responsabilità politica e sociale e una direzione di marcia assolutamente percepibili negli impegni e nelle azioni contenute nel documento presentato. Dai dati emerge, dal punto di vista ambientale, come Conad abbia completato un ulteriore efficientamento delle proprie attività logistiche. Particolarmente significativo anche il contributo di Conad nei confronti delle Comunità in cui opera. L’insegna ha infatti rinnovato il suo sostegno a favore di iniziative sociali per istituzioni scolastiche, per lo sport inclusivo, la ricerca scientifica e le persone più fragili, destinando nel 2023 21,6 milioni di euro (+17,7%), ai quali si aggiungono 1,9 milioni di euro erogati dalla Fondazione Conad ETS. Significativo è il contributo del sistema Conad su tutto il territorio nazionale per aiutare concretamente le persone in difficoltà attraverso la donazione di beni alimentari non più vendibili per diverse ragioni ma ancora buoni per essere consumati. “Da tempo la sostenibilità è al centro dei comportamenti quotidiani di Conad, negli interventi a sostegno delle persone e delle famiglie, oltre che in azioni per la tutela dell’ambiente” ha commentato Mauro Lusetti Presidente di Conad. Purtroppo la dispersione in più associazioni e l’interesse a presentare ciascuna insegna le proprie iniziative (a volte modeste) impediscono la costruzione e la presentazione di un bilancio di sostenibilità di comparto che consegnerebbe una fotografia ben diversa della Grande Distribuzione, del suo ruolo economico e sociale nel nostro Paese e del contributo alle comunità nelle quali è presente con i suoi punti vendita. In collaborazione con retail&food (l’articolo completo è sul blog) https://bit.ly/3LukHRP
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Nelle cooperative aderenti al Consorzio è già tempo di consuntivi. I dati sono buoni. Ciascuna nel proprio perimetro sta raggiungendo i suoi obiettivi. Nella teorica competizione con Selex Gruppo Commerciale Conad punta a riconfermarsi al primo posto. Francesco Pugliese se n’è andato ormai da un anno. Il nuovo Presidente, i 5 presidenti delle cooperative e il Direttore Generale operativo guidano Conad con sicurezza. I risultati sono in linea con le aspettative. Per quanto preparati a gestire il perimetro assegnato i leader delle cinque cooperative avevano ben compreso (chi più chi meno) i propri limiti. Presidiare qualche miliardo di fatturato o salire oltre i venti e più, pensando al futuro, non è la stessa cosa. Anche per questo motivo la strategia era stata, di fatto, “appaltata” negli anni, a Francesco Pugliese che, pur interpretandola con una certa ruvidezza, garantiva un allineamento tra i risultati ottenuti dalle singole cooperative e quell’immagine di compattezza e di visione del futuro necessari a trasformare una somma di numeri positivi in clima interno, senso di squadra, traguardi da raggiungere e forte proiezione esterna. La vicenda Auchan ha rappresentato la cartina di tornasole. Operazione complessa, difficile sul piano sociale ed economico ma necessaria sul piano della crescita e della visibilità sul piano nazionale. Lontana però, sul piano politico, dal perimetro di competenza e di azione delle singole cooperative. Francesco Pugliese non era semplicemente il leader designato a cui le cooperative avevano affidato, negli anni, il pensiero strategico che loro non erano in grado di sostenere, e neppure il cosiddetto “signor Conad” della narrazione prevalente. Pur cresciuto internamente, era sostanzialmente indipendente rispetto alle leadership policentriche del consorzio, lo definirei, se mi si passa l’iperbole, un asset vero e proprio che portava valore politico/isituzionale e pensiero strategico al Sistema indipendentemente da quello generato da Conad. Asset che con la sua uscita è andato disperso. Il testimone è quindi passato a Mauro Lusetti e Francesco Avanzini, figure di ottimo profilo però diverse da chi li ha preceduti. È quindi compito di chi resta costruire un’altra realtà altrettanto performante sul piano dell’insieme del consorzio senza pretendere di paragonare o di giudicare chi è (solo) chiamato a mettere a terra una strategia ma non a definirla. Conad deve fare di necessità virtù. Alienato ormai da tempo “l’asset Pugliese” deve abbandonare le guerre di retroguardia tra maggioranze e supposte minoranze, mettersi intorno ad un tavolo e avviare una profonda riflessione sul futuro del comparto e il posizionamento auspicato. Soprattutto, andrebbero coinvolti gli attori interni di quel futuro. A cominciare dagli imprenditori più giovani. Ed è su questo che si dovrebbe manifestare la necessaria generosità di chi governa oggi le cooperative. (l’articolo intero è sul blog) https://bit.ly/3KM2Y8h
Conad. In fila per tre col resto di due?
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Mi davano del matto in questi mesi, nei miei post e commenti stavo esaltando troppo il canale #discount, addirittura affermare che molti di essi fossero più sensibili a qualità ed innovazione di alcuni (non pochissimi) del ramo #gdo. Proprio perché vivo prima quel che affermo, ho partecipato oggi carico di buoni propositi al Penny&partners forum e me li sono ritrovati tutti e di più! Sentire per 2 ore, più volte ripetere la parola #innovazione , #qualità perché con solo il #prezzo non si va da nessuna parte, team acquisti sempre disponibile ad accogliere nuove proposte (quasi la lacrima rispetto a tanti muri di silenzi altrove), attenzione ai prodotti #regionali e #rispetto per chi viene a vendere. Questi di PENNY Italia sono solo chiacchiere? Ho sentito esattamente quello che ho riscontrato da quando, 14 mesi fa mi convocarono: massima disponibilità sempre, educazione, impegno di tutti gli accordi (credetemi, non è scontato) e giusta valutazione a 360°dei prodotti, grazie Andrea Spitale Brian Simonetti. Cosa affermavo ultimamente? Il discount batterà la gdo sul terreno della qualità dopo averlo fatto a mani basse sul prezzo, oggi assimilato tante altre certezze, un solo risultato dell evento lo condivido: Vendite a volume top 20 #IDM da 2019 a 2023 totale Italia -10%, in Penny + 51%, hanno quota fatturato in Penny passata da 2022 a 2023 dall 8% al 14,4% (#MDD dal 50% al 60%). Aumento esponenziale non solo dell high protein e light, ma anche della linea premium (si entra lì per spendere sempre più in qualità). Almeno 400 referenze #follower (tra cui anche io 😁) tra le 2900! (li chiamiamo ancora discount?) per testarne le potenzialità sul mercato (vali? resti o sarai nostro nuovo #copacker, altrimenti avanti un altra proposta innovativa e di qualità al giusto prezzo). Un giorno, tra non molto, non ci sarà più distinzione: a meno di un miracolo, saranno l evoluzione della gdo e non l alternativa. #supermercati Daniele Tirelli Mario Sassi Alimentando.info GDONews Decò Italia Mario Gasbarrino Simone Di Ruscio Conad Coop Esselunga Carrefour Italia Gruppo Finiper Canova Unicomm SUPERMERCATI TOSANO CEREA SRL Massimo Ebelli Siro Zucca Aspiag Service - Despar Manuel Tsantes
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Se vogliamo dirla tutta una delle poche aziende italiane della GDO che ci ha sempre creduto è stata Coop Italia. A memoria sono passati almeno quarant’anni dalle prime sensibilizzazioni sull’uso delle buste di plastica, i discorsi sul buco nell’ozono tra gli spot “la Coop sei tu” e il tenente Colombo. Nessuna insegna aveva capito per tempo le traiettorie sul clima, sui consumi consapevoli e sull’importanza delle catene di fornitura per combattere il lavoro illegale, come Coop. Tante cose sono cambiate da allora. Oggi il rischio, da noi, è addirittura l’opposto. Predicare bene e razzolare male. C’è tanto green washing in GDO. Anche perché il tema della sostenibilità ambientale, di come sono fatti i punti vendita e di ciò che si intende per consumo consapevole sono, per le insegne, scoperte recenti. Ovviamente tutti fanno qualcosa. C’è però chi di queste scelte ne fa una strategia di lungo termine. In diverse realtà, soprattutto multinazionali, è cresciuta una cultura che ha portato alla costruzione di partnership importanti. Ultima ma non di poco conto, quella tra Lidl in Germany leader europeo della GDO, e il WWF una delle più grandi organizzazioni indipendenti di tutela ambientale. Durerà per i prossimi cinque anni e coinvolgerà 31 Paesi dove la multinazionale tedesca è presente.“Essendo uno dei più grandi rivenditori di generi alimentari, siamo consapevoli della nostra responsabilità e della nostra influenza”, ha affermato Christoph Pohl, responsabile acquisti di Lidl International. “Per Lidl, questa scelta non è solo una questione di atteggiamento, ma anche la base sulla quale costruiremo il nostro futuro modello di business. In questo contesto, Lidl si è prefissata l’obiettivo di rendere la spesa sostenibile ancora più semplice e accessibile per i propri clienti e di lavorare insieme a WWF per offrire scelte più responsabili, assumendo un ruolo attivo nella transizione ecologica. La partnership si concentrerà su aree chiave delle sue catene di approvvigionamento globali, tra cui la conservazione della biodiversità, la gestione responsabile delle risorse idriche, gli obiettivi di protezione del clima, l’espansione di catene di approvvigionamento tracciabili e prive di deforestazione e l’approvvigionamento responsabile di materie prime. L’insegna tedesca si impegna inoltre a promuovere “diete e consumi più consapevoli e sostenibili”, oltre ad intensificare gli sforzi per ridurre lo spreco alimentare. È quindi in atto un vero e proprio riorientamento strategico del gruppo tedesco. Senza sottovalutare l’obiettivo sui consumi consapevoli come conferma Alessia Bonifazi, Responsabile Comunicazione e CSR di Lidl Italia: “La collaborazione a lungo termine ha l’obiettivo di affrontare le sfide ecologiche globali, garantendo a un maggior numero di famiglie l’accesso a scelte più sostenibili”. (con la collaborazione di retail&food - l’articolo intero è sul blog) https://bit.ly/3zjAdxh
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🥊 Torna la sfida tra i 6 supermercati italiani che abbiamo bocciato nella nostra valutazione "Supermercati italiani: impegni e trasparenza per i polli". Oggi tocca a Bennet S.p.A. e Conad Abbiamo identificato tre macroaree su cui valutare le insegne, vediamo com'è andata: 💬 QUALITÀ DELLE CONVERSAZIONI: Bennett ha preso 4, poiché dopo un'iniziale apertura ci è stato comunicato di aver deciso di terminare la nostra collaborazione. Conad invece ha preso 3, poiché nonostante ci abbia comunicato che avrebbe valutato una possibile collaborazione con noi, ad oggi non abbiamo ricevuto alcun riscontro. 📝 PROATTIVITÀ PER IMPEGNI FUTURI: le due insegne hanno preso voti molto bassi: 2,5 per Bennett e 2 per Conad. In entrambi i casi non sappiamo quali siano i piani di miglioramento per il futuro. 🐓 PRESENZA DI IMPEGNI SIGNIFICATIVI PER I POLLI: entrambe le insegne hanno preso 2. Le insegne sostengono di lavorare per migliorare le condizioni dei polli negli allevamenti, ma nella comunicazione pubblica mancano riferimenti concreti e obiettivi definiti che affrontino tutte le problematiche principali dei polli allevati per la produzione di carne. Con un voto complessivo di 2 per Bennett e 3 per Conad, le due insegne si dimostrano essere le peggiori.
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Todis ha chiuso il 2023 con un fatturato di 1,167 mdi con una crescita del 16% e oltre 300 punti vendita nel centro-sud. In tempi di grande affanno che mettono a dura prova lo stesso spirito imprenditoriale, non è poca cosa. Il rapporto tra PAC 2000A Conad e CONAD ADRIATICO con Todis è buono. Certo sconta una competizione tra ciò che sulla carta dovrebbe essere un semplice discount ma non lo è e qualche punto vendita della cooperativa che fatica a reinventarsi di fronte ad un consumatore che cambia. Un’azienda non si misura solo dai numeri. Quello che conta veramente è il clima che vi si respira. Nei corridoi c’era un entusiasmo sincero. Queste iniziative coinvolgenti tendono poi ad esaltarlo. A far sentire le persone parte di un percorso comune. Il clima che si respira nei corridoi è probabilmente parte del “carburante” che ne alimenta il successo. Anche in un anno come questo dove volumi e margini faticano a confermarsi. Tutti gli interventi hanno sollevato due concetti fondamentali. La collaborazione nella filiera con i fornitori alcuni ormai partner da molti anni e il gioco di squadra che coinvolge tutti, al di là dei ruoli nei punti vendita, ma anche e soprattutto, in sede. Una sede snella, coesa, orientata al risultato. Qui si vede la mano di Massimo Lucentini e il rapporto di intesa con il Presidente Gianni Capobianco Un manager inclusivo, determinato e trascinatore. Tra l’altro l’esempio di IGES S.r.l., società che detiene il marchio Todis, controllata da Pac2000A e Conad Adriatico mi fa pensare al modello REWE Group L’evoluzione del modello Conad credo stia nella formula mista. Rewe è cresciuta in Europa, così. Conad se vuole avere una prospettiva deve continuare a crescere. Oltre alle persone, imprenditori e manager, che sono gli elementi che osservo con maggiore interesse, esistono traiettorie e progetti. E Todis ne ha lanciati parecchi. Tre mi sembrano interessanti. Innanzitutto il progetto “Todis management” che ha coinvolto 400 persone tra imprenditori affiliati E loro collaboratori sui temi della digitalizzazione e della sostenibilità. Leve strategiche di Todis. Sull’innovazione e sulla sostenibilità sta accelerando. Sul primo tema Sara Pifferi ha presentato la nuova App Fidelity Todis che punta a costruire un rapporto personalizzato con i clienti e ad aumentare le loro visite (e i loro acquisti) nei punti vendita. Sulla sostenibilità una interessante tavola rotonda per presentare l’Attestato di Sostenibilità” un progetto su cui sono coinvolti i fornitori che producono i prodotti a marchio per l’insegna. Una sostenibilità certificata da SGS attraverso audit finalizzati sui fornitori. L’obiettivo è quello di garantire standard elevati per i prodotti a marchio Todis. Insomma un bel traguardo raggiunto e uno sguardo verso il futuro. (l’articolo intero è sul blog). https://bit.ly/3ZYdMsH
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