Il confronto tra la vittoria dell’oro olimpico della Nazionale di pallavolo femminile, guidata da 4 mesi da Julio Velasco, con la scadente prestazione agli ultimi Europei della Nazionale di calcio maschile, guidata da 8 mesi da Luciano Spalletti, è un confronto anche tra due concetti che riguardano la Regia, in particolare teatrale: Metodo e Metodologia. Nella definizione della Treccani, il Metodo è il procedimento seguito nel perseguire uno scopo, secondo un ordine e un piano prestabiliti in vista del fine che s’intende raggiungere, mentre la Metodologia è lo studio del metodo su cui dev’essere fondata una determinata scienza o disciplina. Quindi, la Metodologia è un processo antecedente e finalizzato alla scelta del Metodo. Velasco, pur avendo avuto la metà dei mesi a disposizione di Spalletti, ha sicuramente dedicato del tempo a capire quale fosse il Metodo migliore per gestire il gruppo delle pallavoliste, mentre ho il sospetto che il commissario tecnico toscano abbia adottato un Metodo a priori, quello che gli ha permesso di stravincere il campionato 2022/23, cercando poi di forzare l’adattamento delle risorse umane a sua disposizione: i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Anche nella Regia è importante avere consapevolezza di Metodologia e Metodo, soprattutto quando mancano le risorse economiche necessarie per scegliere un gruppo di lavoro già adatto al metodo che si ha in testa o al quale si è abituati. Nella maggior parte dei casi, ci si trova a lavorare con attori/attrici selezionati/e o assegnati/e più o meno casualmente ed è lì che è necessaria la Metodologia: occorre studiare le caratteristiche del gruppo a disposizione, metterle in relazione con il testo da allestire e, anche, con la propria poetica registica e trovare, ogni volta, il Metodo più adatto ed efficace per valorizzare tutte queste componenti. Potrebbe sembrare che, coi sempre più ristretti tempi a disposizione per la produzione, questa fase preparatoria al lavoro sia tempo prezioso sottratto all’allestimento ma, in realtà, la Metodologia è ciò che permette di arrivare ad un risultato scenico e a uno stile espressivo che rispecchiano il materiale, umano e non, a disposizione. E’ un’uscita dalla propria comfort zone che permette a un regista di scoprire sempre qualcosa di nuovo e di crescere ogni volta, professionalmente e artisticamente. Insomma, ascoltare per “vincere”. #regia #sport #teatro
Post di Pierr Nosari
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LEZIONI DI LEADERSHIP Ieri la nazionale italiana di volley ha veramente fatto un capolavoro a livello mentale. Una partita giocata male e praticamente persa, sotto 2 set a 0 e 24-21 nel terzo per un Giappone che fino a quel momento aveva dominato, è stata ribaltata e vinta al quinto set. Bravissimi i ragazzi in campo perché non hanno mai mollato e ci hanno creduto fino alla fine. Ancor più bravo Fefé De Giorgi, a mio modo di vedere colui che ha permesso che ciò accadesse. Tecnicamente non posso fare commenti perché incompetente, ma alcune osservazioni sulla sua leadership le voglio condividere perché potenzialmente utili per tutti. - quando la partita era praticamente persa e lo si poteva vedere anche negli sguardi e nel linguaggio del corpo di alcuni giocatori, De Giorgi esprimeva una calma ed una sicurezza molto più che olimpica, come se il punteggio fosse solo un'opinione e non un dato di fatto. Nei momenti difficili, se sei un leader devi essere consapevole che diventi ancor più un punto di riferimento e quello che fai vedere diventa quello che poi faranno gli altri. - ha chiamato dei time out e dei video challenge "geniali", nei momenti in cui doveva spezzare il ritmo dei giapponesi prima di giocate decisive più che per dare indicazioni ai suoi. Nei momenti decisivi, un vero leader mantiene una lucidità ed una concentrazione assolute e utilizza tutti i mezzi a disposizione per portare a casa il risultato. - quando le cose andavano male, non ha mai alzato la voce di mezzo tono. Quando l'inerzia è cambiata ed è tornata nelle mani dei suoi giocatori, ha iniziato ad un usare un tono molto più alto per motivarli ancor di più, concludendo con quella frase iconica : "Ragazzi, concentrati, non molliamo e andiamo a prenderci le cose che ci spettano". Un vero leader è anche un ottimo comunicatore. - Nei time out parlava con tutta la squadra, poi si metteva in disparte con capitan Giannelli e parlava solo a lui. Se sei un leader, individua un co-leader all'interno della squadra a cui delegare alcuni aspetti che non puoi (e soprattutto non devi) controllare. Tutti ottimi insegnamenti applicabili in ogni ambito in cui serva una vera ed efficace leadership. Bravo Fefé e grazie. #coaching #leadership #mindset #riccardopittis
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Nello sport come nella vita professionale...
LEZIONI DI LEADERSHIP Ieri la nazionale italiana di volley ha veramente fatto un capolavoro a livello mentale. Una partita giocata male e praticamente persa, sotto 2 set a 0 e 24-21 nel terzo per un Giappone che fino a quel momento aveva dominato, è stata ribaltata e vinta al quinto set. Bravissimi i ragazzi in campo perché non hanno mai mollato e ci hanno creduto fino alla fine. Ancor più bravo Fefé De Giorgi, a mio modo di vedere colui che ha permesso che ciò accadesse. Tecnicamente non posso fare commenti perché incompetente, ma alcune osservazioni sulla sua leadership le voglio condividere perché potenzialmente utili per tutti. - quando la partita era praticamente persa e lo si poteva vedere anche negli sguardi e nel linguaggio del corpo di alcuni giocatori, De Giorgi esprimeva una calma ed una sicurezza molto più che olimpica, come se il punteggio fosse solo un'opinione e non un dato di fatto. Nei momenti difficili, se sei un leader devi essere consapevole che diventi ancor più un punto di riferimento e quello che fai vedere diventa quello che poi faranno gli altri. - ha chiamato dei time out e dei video challenge "geniali", nei momenti in cui doveva spezzare il ritmo dei giapponesi prima di giocate decisive più che per dare indicazioni ai suoi. Nei momenti decisivi, un vero leader mantiene una lucidità ed una concentrazione assolute e utilizza tutti i mezzi a disposizione per portare a casa il risultato. - quando le cose andavano male, non ha mai alzato la voce di mezzo tono. Quando l'inerzia è cambiata ed è tornata nelle mani dei suoi giocatori, ha iniziato ad un usare un tono molto più alto per motivarli ancor di più, concludendo con quella frase iconica : "Ragazzi, concentrati, non molliamo e andiamo a prenderci le cose che ci spettano". Un vero leader è anche un ottimo comunicatore. - Nei time out parlava con tutta la squadra, poi si metteva in disparte con capitan Giannelli e parlava solo a lui. Se sei un leader, individua un co-leader all'interno della squadra a cui delegare alcuni aspetti che non puoi (e soprattutto non devi) controllare. Tutti ottimi insegnamenti applicabili in ogni ambito in cui serva una vera ed efficace leadership. Bravo Fefé e grazie. #coaching #leadership #mindset #riccardopittis
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LEZIONI DI LEADERSHIP Ieri la nazionale italiana di volley ha veramente fatto un capolavoro a livello mentale. Una partita giocata male e praticamente persa, sotto 2 set a 0 e 24-21 nel terzo per un Giappone che fino a quel momento aveva dominato, è stata ribaltata e vinta al quinto set. Bravissimi i ragazzi in campo perché non hanno mai mollato e ci hanno creduto fino alla fine. Ancor più bravo Fefé De Giorgi, a mio modo di vedere colui che ha permesso che ciò accadesse. Tecnicamente non posso fare commenti perché incompetente, ma alcune osservazioni sulla sua leadership le voglio condividere perché potenzialmente utili per tutti. - quando la partita era praticamente persa e lo si poteva vedere anche negli sguardi e nel linguaggio del corpo di alcuni giocatori, De Giorgi esprimeva una calma ed una sicurezza molto più che olimpica, come se il punteggio fosse solo un'opinione e non un dato di fatto. Nei momenti difficili, se sei un leader devi essere consapevole che diventi ancor più un punto di riferimento e quello che fai vedere diventa quello che poi faranno gli altri. - ha chiamato dei time out e dei video challenge "geniali", nei momenti in cui doveva spezzare il ritmo dei giapponesi prima di giocate decisive più che per dare indicazioni ai suoi. Nei momenti decisivi, un vero leader mantiene una lucidità ed una concentrazione assolute e utilizza tutti i mezzi a disposizione per portare a casa il risultato. - quando le cose andavano male, non ha mai alzato la voce di mezzo tono. Quando l'inerzia è cambiata ed è tornata nelle mani dei suoi giocatori, ha iniziato ad un usare un tono molto più alto per motivarli ancor di più, concludendo con quella frase iconica : "Ragazzi, concentrati, non molliamo e andiamo a prenderci le cose che ci spettano". Un vero leader è anche un ottimo comunicatore. - Nei time out parlava con tutta la squadra, poi si metteva in disparte con capitan Giannelli e parlava solo a lui. Se sei un leader, individua un co-leader all'interno della squadra a cui delegare alcuni aspetti che non puoi (e soprattutto non devi) controllare. Tutti ottimi insegnamenti applicabili in ogni ambito in cui serva una vera ed efficace leadership. Bravo Fefé e grazie. R. Pittis #coaching #leadership #mindset #riccardopittis
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#interabilità è leadership. In questo post dove viene fatta un’analisi accurata di alcune fasi in questa partita, così come puoi leggere qui sotto, Riccardo Pittis, ci fa vedere un aspetto molto importante: la vera leadership.
LEZIONI DI LEADERSHIP Ieri la nazionale italiana di volley ha veramente fatto un capolavoro a livello mentale. Una partita giocata male e praticamente persa, sotto 2 set a 0 e 24-21 nel terzo per un Giappone che fino a quel momento aveva dominato, è stata ribaltata e vinta al quinto set. Bravissimi i ragazzi in campo perché non hanno mai mollato e ci hanno creduto fino alla fine. Ancor più bravo Fefé De Giorgi, a mio modo di vedere colui che ha permesso che ciò accadesse. Tecnicamente non posso fare commenti perché incompetente, ma alcune osservazioni sulla sua leadership le voglio condividere perché potenzialmente utili per tutti. - quando la partita era praticamente persa e lo si poteva vedere anche negli sguardi e nel linguaggio del corpo di alcuni giocatori, De Giorgi esprimeva una calma ed una sicurezza molto più che olimpica, come se il punteggio fosse solo un'opinione e non un dato di fatto. Nei momenti difficili, se sei un leader devi essere consapevole che diventi ancor più un punto di riferimento e quello che fai vedere diventa quello che poi faranno gli altri. - ha chiamato dei time out e dei video challenge "geniali", nei momenti in cui doveva spezzare il ritmo dei giapponesi prima di giocate decisive più che per dare indicazioni ai suoi. Nei momenti decisivi, un vero leader mantiene una lucidità ed una concentrazione assolute e utilizza tutti i mezzi a disposizione per portare a casa il risultato. - quando le cose andavano male, non ha mai alzato la voce di mezzo tono. Quando l'inerzia è cambiata ed è tornata nelle mani dei suoi giocatori, ha iniziato ad un usare un tono molto più alto per motivarli ancor di più, concludendo con quella frase iconica : "Ragazzi, concentrati, non molliamo e andiamo a prenderci le cose che ci spettano". Un vero leader è anche un ottimo comunicatore. - Nei time out parlava con tutta la squadra, poi si metteva in disparte con capitan Giannelli e parlava solo a lui. Se sei un leader, individua un co-leader all'interno della squadra a cui delegare alcuni aspetti che non puoi (e soprattutto non devi) controllare. Tutti ottimi insegnamenti applicabili in ogni ambito in cui serva una vera ed efficace leadership. Bravo Fefé e grazie. #coaching #leadership #mindset #riccardopittis
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𝗥𝗶𝗽𝗮𝗿𝘁𝗲 𝗰𝗼𝗻 𝘂𝗻 𝗻𝘂𝗼𝘃𝗼 𝗮𝘀𝘀𝗲𝘁𝘁𝗼 𝘃𝗼𝗹𝘂𝘁𝗼 𝗱𝗮𝗹 𝗰𝘁 Andrea Soncin 𝗹𝗮 𝘀𝘁𝗮𝗴𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗲 𝗡𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗮𝗹𝗶 𝗚𝗶𝗼𝘃𝗮𝗻𝗶𝗹𝗶 𝗙𝗲𝗺𝗺𝗶𝗻𝗶𝗹𝗶. 𝗟𝗲 𝗔𝘇𝘇𝘂𝗿𝗿𝗶𝗻𝗲 𝗵𝗮𝗻𝗻𝗼 𝗯𝗶𝘀𝗼𝗴𝗻𝗼 𝗱𝗶 𝘃𝗶𝘀𝗶𝗯𝗶𝗹𝗶𝘁𝗮̀. 𝗣𝗲𝗿𝗰𝗵𝗲̀ 𝗻𝗼𝗻 𝗽𝗲𝗻𝘀𝗮𝗿𝗲 𝗱𝗶 𝘁𝗿𝗮𝘀𝗺𝗲𝘁𝘁𝗲𝗿𝗲 𝗶𝗻 𝘀𝘁𝗿𝗲𝗮𝗺𝗶𝗻𝗴 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗲 𝗹𝗲 𝗽𝗮𝗿𝘁𝗶𝘁𝗲 𝘀𝘂𝗹 𝗰𝗮𝗻𝗮𝗹𝗲 𝗱𝗲𝗱𝗶𝗰𝗮𝘁𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗙𝗶𝗴𝗰? ✅ Il Torneo di Gradisca d’Isonzo vedrà impegnata la 𝗡𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗮𝗹𝗲 𝗨𝗻𝗱𝗲𝗿 𝟭𝟳 e segna l’apertura ufficiale della stagione delle Nazionali Femminili Giovanili. Il nuovo tecnico è Selena Mazzantini, che ha convocato 25 giocatrici 👇🏾 https://lnkd.in/dCE46anw ✅ Nel contempo si radunerà per uno stage anche la 𝗡𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗮𝗹𝗲 𝗨𝗻𝗱𝗲𝗿 𝟭𝟵. Il nuovo allenatore è Nicola Matteucci. Occorre dare tempo al tempo, prima di scendere in campo per un impegno ufficiale. Per questa ragione sono state radunate 26 giocatrici 👇🏾 https://lnkd.in/d7VZPeKQ. ✅ Per volontà di un Andrea Soncin sempre più concreto e volitivo, l’assetto complessivo delle Giovanili Azzurre è stato modificato e si è stabilito di accentrarne il coordinamento nelle mani dello stesso Soncin e di Enrico Maria Sbardella ⏩ https://lnkd.in/dvfJ2PgJ. Una scelta condivisibile, a nostro parere. ✅ Questa nuova strategia, della quale va in ogni caso dato merito al ct delle Azzurre, dovrà passare l'esame del campo. Un orientamento che dimostra comunque la volontà di creare un 𝘀𝗶𝘀𝘁𝗲𝗺𝗮 𝗱𝗶 𝘃𝗮𝘀𝗶 𝗰𝗼𝗺𝘂𝗻𝗶𝗰𝗮𝗻𝘁𝗶 all’interno delle selezioni che vanno dalla Under 23 di Tatiana Zorri e fino alla Under 15 di Marco Dessi'. ✅ 𝑆𝑖 𝑡𝑟𝑎𝑡𝑡𝑎 𝑜𝑟𝑎 𝑑𝑖 𝑑𝑎𝑟𝑒 𝑎𝑙𝑙𝑒 𝐴𝑧𝑧𝑢𝑟𝑟𝑖𝑛𝑒 - 𝑐ℎ𝑒 𝑠𝑜𝑛𝑜 𝑙𝑎 𝑠𝑡𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑝𝑜𝑙𝑎𝑟𝑒 𝑑𝑖 𝑡𝑢𝑡𝑡𝑒 𝑙𝑒 𝑏𝑎𝑚𝑏𝑖𝑛𝑒 𝑐ℎ𝑒 𝑖𝑛𝑖𝑧𝑖𝑎𝑛𝑜 𝑎 𝑡𝑖𝑟𝑎𝑟𝑒 𝑐𝑎𝑙𝑐𝑖 𝑎 𝑢𝑛 𝑝𝑎𝑙𝑙𝑜𝑛𝑒 𝑎𝑙𝑙’𝑖𝑛𝑡𝑒𝑟𝑛𝑜 𝑑𝑒𝑖 𝑣𝑖𝑣𝑎𝑖 𝑑𝑖𝑓𝑓𝑢𝑠𝑖 𝑛𝑒𝑙 𝑡𝑒𝑟𝑟𝑖𝑡𝑜𝑟𝑖𝑜 - 𝑙𝑎 𝑔𝑖𝑢𝑠𝑡𝑎 𝑣𝑖𝑠𝑖𝑏𝑖𝑙𝑖𝑡𝑎̀ 𝑚𝑒𝑑𝑖𝑎𝑡𝑖𝑐𝑎. ✅ Un elemento cruciale per aiutare la crescita di una piramide rosa che stenta ancora a decollare. Come sarebbe viceversa auspicabile (anche in termini meramente numerici) e come è nelle intenzioni programmatiche della FIGC - Federazione Italiana Giuoco Calcio. 👉🏿 Un primo passo sarebbe, a nostro parere, quello di 𝘁𝗿𝗮𝘀𝗺𝗲𝘁𝘁𝗲𝗿𝗲 𝗶𝗻 𝘀𝘁𝗿𝗲𝗮𝗺𝗶𝗻𝗴 - 𝘀𝘂𝗹 𝗰𝗮𝗻𝗮𝗹𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 FIGC - Federazione Italiana Giuoco Calcio 𝗱𝗲𝗱𝗶𝗰𝗮𝘁𝗼 - 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗲 (𝗼 𝗾𝘂𝗮𝘀𝗶) 𝗹𝗲 𝗽𝗮𝗿𝘁𝗶𝘁𝗲 𝗰𝗵𝗲 𝘃𝗲𝗱𝗼𝗻𝗼 𝗶𝗺𝗽𝗲𝗴𝗻𝗮𝘁𝗲 𝗹𝗲 𝗡𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗮𝗹𝗶 𝗚𝗶𝗼𝘃𝗮𝗻𝗶𝗹𝗶 𝗙𝗲𝗺𝗺𝗶𝗻𝗶𝗹𝗶. Un sistema di semplice attuazione pratica che aiuterebbe, e non di poco, la crescita del movimento nel suo complesso. Ci vogliamo fare su un pensierino? O no?
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Quando lo sport è SPORT
“Smettiamola di parlare di quello che manca“. Parole del maestro Julio Velasco, dopo una serata magnifica che ci ha ripagato nel giro di 24 ore della grande e doppia delusione del volley e della pallanuoto maschile. E non scriviamo a caso “maestro”, perché quest’uomo italiano per scelta - che ha vinto tutto ciò che è umanamente possibile vincere tranne un solo titolo… - ancora una volta ha dato una lezione a tutti. A pochi minuti dall’ennesimo trionfo, da un risultato mai raggiunto dalla pallavolo femminile azzurra ai Giochi olimpici, si è concesso un momento di festa con i familiari e poi ha chiesto loro scusa perché era il momento di parlare con i giornalisti. Con il tono di sempre - quello stesso sereno, consapevole eppure deciso usato anche nei momenti di difficoltà delle azzurre durante i timeout - ha ricordato: “La pallavolo e il giornalismo devono smettere di parlare dell'oro che manca, è deleterio per tutti. Si vede sempre quello che manca, è uno sport tutto italiano, l'erba del vicino è sempre più verde. È una filosofia di vita, ma l'oro olimpico quando arriverà arriverà: ci sono tante squadre forti, si può vincere e si può perdere, l'importante è che i nervi non ci tradiscano”. Come non pensare alla sempiterna cultura degli alibi, così cara a una certa Italia. Come quella messa in campo dalla pallanuoto, dopo il quarto di finale perso con l’Ungheria. Una partita in cui - è vero - abbiamo subito un torto arbitrale, ma in cui abbiamo anche sbagliato due rigori durante i quattro quarti regolamentari e altri tre durante i tiri di rigore decisivi. Un po’ troppo per prendercela solo con i direttori di gara, lanciando accuse non si sa bene a chi e sostenendo che cosa via social. Poche ore dopo, un uomo che se ne poteva stare comodamente a commentare le Olimpiadi in Tv facendosi strapagare si trovava per l’ennesima volta a bordo campo, a soffrire senza poterlo far vedere. Perché le sue ragazze (lui lo sa) devono poter girarsi in qualsiasi momento e vedere un allenatore in controllo della situazione, un punto di riferimento. Un signore con i capelli ormai grigi che non può permettersi mattate, escandescenze o altre cialtronate tipiche di un certo modo di interpretare lo sport. Lui è Julio Velasco ed è in missione, insieme al suo ex fenomeno in campo Lorenzo Bernardi, oggi assistente. Il più forte giocatore di volley di ogni tempo che con spirito di servizio si è messo a disposizione del suo antico maestro. Consapevole di dover stare in seconda fila. Immaginate CR7 fare da assistente a Pep Guardiola… La missione non è finita, c’è un lavoro da portare a casa, una finale da giocare con gli Usa. La più bella partita della vita di queste splendide ragazze. Il maestro si ferma, ci pensa un po’ e poi ricorda di non aver ancora visto la sua squadra giocare al meglio. È il suo modo di dare appuntamento a domenica. Senza parlare di mancanze e maledizioni, solo di sport. Di momenti di vita da ricordare. La Ragione
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Quale elemento della nazionale di pallavolo femminile non era in campo ma fatto guadagnare la vittoria alle Olimpiadi? 🏆 Attenzione: post con metafora sportiva, so che ne hai il feed pieno, ma pensandoci bene... 🤔 l'allenatore non ha toccato neanche una palla. Non ha segnato un punto, non ha fatto una battuta vincente, non ha schiacciato a rete. Eppure, senza di lui, questa vittoria non sarebbe stata possibile. 🚀 Perché allora è così importante? È lui che, dietro le quinte, ha pianificato le strategie, motivato il team, gestito le crisi e tirato fuori il meglio da ogni giocatore. Nei nostri progetti senza una guida, anche la squadra più talentuosa rischia di perdere. 👉 Da project manager non è importante svolgere le attività ma guidare la squadra verso il successo. Pensa a quello che farai lunedì: se ti vedi in campo a svolgere attività al posto del tuo team, non sei solo l'allenatore ma anche un giocatore. #Leadership #TeamBuilding #pmp #projectmanager #ProjectManagement #Olimpiadi #Pallavolo
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Usare un alibi per coprire un errore può sembrare la soluzione più facile, ma non è mai quella giusta. Affrontare gli sbagli con onestà e trasparenza è il primo passo per crescere e migliorare. Ricorda: un errore è un'opportunità di apprendimento, non un fallimento da nascondere. #LavoroEtico #CrescitaProfessionale #ImparareDaglierro
“Smettiamola di parlare di quello che manca“. Parole del maestro Julio Velasco, dopo una serata magnifica che ci ha ripagato nel giro di 24 ore della grande e doppia delusione del volley e della pallanuoto maschile. E non scriviamo a caso “maestro”, perché quest’uomo italiano per scelta - che ha vinto tutto ciò che è umanamente possibile vincere tranne un solo titolo… - ancora una volta ha dato una lezione a tutti. A pochi minuti dall’ennesimo trionfo, da un risultato mai raggiunto dalla pallavolo femminile azzurra ai Giochi olimpici, si è concesso un momento di festa con i familiari e poi ha chiesto loro scusa perché era il momento di parlare con i giornalisti. Con il tono di sempre - quello stesso sereno, consapevole eppure deciso usato anche nei momenti di difficoltà delle azzurre durante i timeout - ha ricordato: “La pallavolo e il giornalismo devono smettere di parlare dell'oro che manca, è deleterio per tutti. Si vede sempre quello che manca, è uno sport tutto italiano, l'erba del vicino è sempre più verde. È una filosofia di vita, ma l'oro olimpico quando arriverà arriverà: ci sono tante squadre forti, si può vincere e si può perdere, l'importante è che i nervi non ci tradiscano”. Come non pensare alla sempiterna cultura degli alibi, così cara a una certa Italia. Come quella messa in campo dalla pallanuoto, dopo il quarto di finale perso con l’Ungheria. Una partita in cui - è vero - abbiamo subito un torto arbitrale, ma in cui abbiamo anche sbagliato due rigori durante i quattro quarti regolamentari e altri tre durante i tiri di rigore decisivi. Un po’ troppo per prendercela solo con i direttori di gara, lanciando accuse non si sa bene a chi e sostenendo che cosa via social. Poche ore dopo, un uomo che se ne poteva stare comodamente a commentare le Olimpiadi in Tv facendosi strapagare si trovava per l’ennesima volta a bordo campo, a soffrire senza poterlo far vedere. Perché le sue ragazze (lui lo sa) devono poter girarsi in qualsiasi momento e vedere un allenatore in controllo della situazione, un punto di riferimento. Un signore con i capelli ormai grigi che non può permettersi mattate, escandescenze o altre cialtronate tipiche di un certo modo di interpretare lo sport. Lui è Julio Velasco ed è in missione, insieme al suo ex fenomeno in campo Lorenzo Bernardi, oggi assistente. Il più forte giocatore di volley di ogni tempo che con spirito di servizio si è messo a disposizione del suo antico maestro. Consapevole di dover stare in seconda fila. Immaginate CR7 fare da assistente a Pep Guardiola… La missione non è finita, c’è un lavoro da portare a casa, una finale da giocare con gli Usa. La più bella partita della vita di queste splendide ragazze. Il maestro si ferma, ci pensa un po’ e poi ricorda di non aver ancora visto la sua squadra giocare al meglio. È il suo modo di dare appuntamento a domenica. Senza parlare di mancanze e maledizioni, solo di sport. Di momenti di vita da ricordare. di Fulvio Giuliani
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Karol Di Mauro, giovane classe ‘05 nato a Catania, sta facendo strada nel mondo del calcio dilettantistico con la maglia dell'Acireale. Con oltre 20 presenze nella stagione appena trascorsa, il centrocampista ha dimostrato di poter confrontarsi con giocatori più esperti e di avere un grande potenziale da esprimere. Abbiamo avuto il piacere di intervistarlo per conoscere meglio la sua esperienza e i suoi obiettivi per il futuro ✒ ⚽ : https://lnkd.in/d5MxBT8t #careeradvice #professionaldevelopment #networking #leadership #businessstrategy #careergrowth #inspiration #motivation #jobsearch #personalbranding #successmindset #Calcio #Sport #Futbol #Soccer #CalcioPubblico #CalcioAmatoriale #CalcioProfessionale #CalcioFemminile #CalcioGiovani #CalcioInclusivo #Motivazione #Successo #Obiettivi #CrescitaPersonale #Produttività #Determination #Sfida #Inspirazione #Leadership #AutoMotivazione
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