È uscito un nuovo articolo di #euracmagazine su come le destinazioni turistiche, in particolare quelle legate agli sport invernali, stanno affrontando le sfide poste dal cambiamento climatico. Con l'aumento delle temperature e la diminuzione delle nevicate, è fondamentale che queste destinazioni si adattino per garantire la loro sostenibilità e attrattività futura. Philipp Corradini Leggi l'articolo completo qui: #CambiamentoClimatico #TurismoSostenibile #Innovazione #Adattamento #beyondsnow https://lnkd.in/dQVCynJn
Post di Istituto per lo sviluppo regionale – Eurac Research
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La stagione sciistica è alle porte, e puntualmente torna d'attualità la preoccupazione diffusa per un settore - quello del turismo alpino invernale - che sta accusando sempre di più le conseguenze del cambiamento climatico. Le soluzioni per tamponare il problema non mancano. Manca, come spesso accade, la capacità di guardare un po' più in là, anziché limitarsi a salvare la prossima stagione 'e poi ci penseremo'. Parliamo di un settore che in Italia genera numeri importanti (10,1 miliardi di fatturato nel 22/23 secondo i dati di Skipass Panorama Turismo, nella stagione precedente il fatturato era stato di circa 9,5 miliardi secondo i dati Federturismo). Un settore che, nei prossimi anni, sarà costretto a rivedere programmazioni, tipologie di ricettività, offerte e impatto. E la sensazione è che sia ancora molto lontano dall'essere pronto ad affrontare ciò che verrà. #CambiamentoClimatico #TurismoResponsabile #Sostenibilità #FuturoMontagna #TurismoInvernale #Sustainibility
Teli geotessili per proteggere ''montagne'' di neve artificiale durante l'estate e ora arrivano le ruspe per preparare le piste: lo snowfarming è il futuro?
ildolomiti.it
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Ogni anno le montagne trentine vengono prese d’assalto da frotte di turisti. Secondo #Ispat, durante l’ultima stagione invernale sono stati registrati 7.685.742 pernottamenti (+4,3% rispetto all’inverno 2022/2023). Inoltre, dopo gli impressionanti risultati dello scorso anno, il numero dei passaggi negli impianti a fune della provincia ha fatto segnare un ulteriore aumento del 3,2%: nella stagione invernale 2023/24 sono infatti stati superati gli 86 milioni di passaggi. L'industria sciistica trentina è imponente, in #Trentino sono attivi circa 224 impianti a fune, di questi 80 sono in servizio anche durante l’estate. Considerando che sulle #Alpi nevica sempre di meno, il 90% delle piste da sci trentine (per una superficie di 1.483 ettari) deve ricorrere ai cannoni sparaneve. Tuttavia, è anche alla luce di questi dati che in Trentino si è iniziato a parlare di #overtourism https://lnkd.in/dgDNWFbT Qui il punto di vista di Valeria Ghezzi, dal 2014 presidente dell’Associazione nazionale esercenti funiviari (#Anef): «Troppo spesso gli ambientalisti vorrebbero la montagna solo per sé ma noi mettiamo la montagna a disposizione di tutti. L’overtourism va trattato per ciò che è: una difficoltà momentanea da gestire senza inutili allarmismi». Ghezzi rappresenta un settore che solo in Trentino conta oltre 1.300 dipendenti https://lnkd.in/dxxxRe-g
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Quanto spazio riserva il tuo hotel alle proposte "oltre lo sci"? Fino a qualche anno fa erano poco più che contenuti riempi-sito, etichettati spesso con il titolo "per chi non scia" – quasi a voler dire che andare in montagna d'inverno senza sciare sia in qualche modo una pecca. Oggi è tutta un'altra storia. Le attività "lontano dalle piste" non solo stanno guadagnando sempre più importanza, ma per diverse strutture ricettive e regioni turistiche delle Alpi rappresentano addirittura l’elemento distintivo. E non c’è da stupirsene: nevica sempre meno e a quote sempre più alte. L’innevamento programmato, la norma sul 90% delle piste italiane, è sì garantito da tecnologie sempre più sofisticate. Ma ha i suoi limiti: ❄ è possibile solo se le temperature sono sufficientemente basse – ma gli inverni sono sempre più caldi 💧 richiede enormi quantitativi di acqua ed energia – sollevando interrogativi ambientali 💸 comporta elevati costi di gestione – che si traducono in skipass sempre più costosi Il riscaldamento globale sta cambiando il turismo invernale sulle Alpi. Sta cambiando la montagna e stanno cambiando i desideri di chi la frequenta. E il tuo hotel? È arrivato il momento di agire. Sì, anche se la stagione invernale appena trascorsa è stata positiva. Anche se l’ondata di freddo e le nevicate dell’ultimo mese potrebbero farti pensare che, dai, c’è ancora tempo. Anche se adesso è primavera e preferiresti concentrarti sull’estate in arrivo. Comincia subito a progettare la comunicazione per il prossimo inverno o a ripensare le tue proposte invernali. Prima inizi, meglio riuscirai a (ri)posizionare il tuo hotel. L’obiettivo: non solo ospiti felici, nonostante la poca neve. Ma ospiti felici indipendentemente dalla quantità di neve. ✨ Ospiti che non disdicono all'ultimo momento, ma che prenotano con largo anticipo per vivere un inverno che solo tu offri. ✨ In questo carosello trovi alcuni consigli utili ✅ per adeguare la tua offerta in vista di inverni sempre più caldi ✅ per accogliere ospiti sempre più sensibili al turismo dolce e poco interessati allo sci alpino ✅ per sfruttare a tuo vantaggio la scarsità di neve attraverso una comunicazione attenta e trasparente --- Grazie a Michael Oberhofer e Thomas Steiner per le riflessioni e gli spunti forniti durante il webinar di Brandnamic dedicato alla stagione invernale 2023-2024 in Alto Adige. --- Ciao, sono Jessica ✏ Scrivo e traduco per il turismo e l’hotellerie alpina da più di 15 anni. Nel mio bagaglio: le origini dolomitiche, l’esperienza sul campo – e una passione viscerale per la montagna. ⛰ 🔔 Attiva la campanella per conoscermi meglio attraverso i miei post 📨 Scrivimi per parlarmi del tuo territorio: sarà un piacere promuoverlo insieme a te
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🌍 Oltre ad amare follemente il mio lavoro, amo profondamente il pianeta e la natura. Credo fermamente in un'economia sostenibile e responsabile. ☀️Oggi ho scattato una foto di uno tei tanti fiocchi gialli posizionati sul ponte di San Nicolò (Piacenza) in occasione del passaggio del Tour de France. Tuttavia, il Tour è ormai passato e questi fiocchi sono ancora lì, apparentemente dimenticati. 🧐 Mi chiedo chi li abbia messi e se i comuni interessati abbiano intenzione di rimuoverli. I fiocchi, pur avendo aggiunto colore e spirito durante l'evento, ora rappresentano un POTENZIALE PROBLEMA AMBIENTALE. 🌱 Invito le amministrazioni locali e tutti i cittadini a riflettere sull'importanza di mantenere i nostri spazi pubblici puliti e a rispettare l'ambiente anche dopo eventi di grande rilievo. La sostenibilità non deve essere solo una parola d'ordine, ma un impegno concreto che parte da piccoli gesti quotidiani. Vorrei evitare di andare a toglierli io... #Sostenibilità #Ambiente #Economiasostenibile #TourdeFrance #Piacenza #Rottofreno #Calendasco
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Quali soluzioni per l'overtourism? #conversazioniestive #LinkedInNotizie Mi unisco alla discussione proposta da Alessio Foderi, che ringrazio per l’invito che mi ha mandato e per il tempismo giusto nell’aprire questa cruciale discussione alla quale è legato il nostro futuro di operatori turistici. Questa proposta giunge in un momento delicato nel quale stanno emergendo realtà problematiche Sono una Guida Alpina di Bolzano che opera da più di 20 anni su tutto il territorio dolomitico. - 2 mesi e mezzo in inverno - 5 mesi d’estate Negli ultimi anni abbiamo visto che tutte le attività outdoor, ma in modo particolare quelle montane, hanno manifestato una tendenza in continua espansione. Questo effetto sociale si è ripercosso immediatamente nei flussi turistici delle mete “classiche” come sono le Dolomiti a livelli che ormai possiamo considerare problematici. Che cosa possiamo fare per risolvere questa problematica? Sicuramente dobbiamo distribuire gli afflussi su aree differenti da quelle super classiche conosciute. Questo per sgravare le località iper frequentate, favorendo località ad oggi parzialmente toccate dal turismo come le Valli Piemontesi, quelle Orobiche e Giulie. La montagna però non è come un cinema dove puoi regolare gli afflussi in base agli spettacoli/posti/biglietti che vendi, l’unico modo è quello di regolare “l’asticella di livello dei prezzi” nelle zone iper frequentate per ridurre gli afflussi e le conseguenti criticità. Sappiamo tutti bene che la clientela turistica è rappresentata da una piramide a pianta molto larga, dove la fascia bassa della piramide genera di fatto numeri in quantità superiori rispetto le fasce media ed alta. Può sembrare un discorso classista quello di aumentare i prezzi per selezionare e ridistribuire gli afflussi, ma purtroppo è l’unica possibile strada per salvare la natura e i suoi abitanti (umani compresi) nelle zone critiche come sono le Dolomiti. Di fatto è ciò che sta già capitando ma purtroppo senza una regia di base. Una regia necessaria Gli enti turistici locali (provinciali o regionali) che in questo caso chiamo direttamente in causa, a mio parere dovrebbero: 1. Analizzare a fondo la loro realtà consultando gli operatori del settore (albergatori ed impiantisti in primis, ristoratori, taxisti, guide alpine, maestri di sci etc…) 2. Valutare e dare traccia degli aumenti da impostare a tutti gli operatori 3. Monitorare e controllare l’applicazione degli stessi sui propri territori di competenza Lasciare che ciò avvenga senza una Autorità Competente che tiene regia di ciò, crea confusione e garantisce solo di non raggiungere l’obiettivo di sfoltimento necessario. L’asticella dei prezzi o la si alza in maniera coerente e livellata, oppure questo obiettivo non sarà mai raggiunto. Qui in gioco ci sono l’ambiente nel quale viviamo, che tradizionalmente risulta sotto pressione da anni, e gli abitanti di queste zone. Non abbiatemene male….ma personalmente non vedo soluzioni alternative.
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🎿 Con 349 stazioni sciistiche, 5.800 km di piste e oltre 2.100 impianti di risalita, l’Italia si posiziona al 4° posto nel mondo per strutture per il #turismo #invernale. 📈 La stagione 2024/2025 si apre con ottimi segnali, con un #fatturato stimato di 11,67 miliardi di euro (+4,2%) e una #crescita del turismo #internazionale (+7,5%). 🗻 La modalità di vivere la #vacanza è però cambiata rispetto al passato: si trascorrono più giorni in montagna ma meno ore sulle piste. Oggi chi va in montagna ricerca un'#esperienza più completa che include relax, benessere e momenti di socializzazione. Fonte: #Jfc - Osservatorio Italiano del Turismo Montano , Laurent Vanat - International Report on Snow & Mountain Tourism
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Attraverso l’innovazione dell’offerta, il turismo nelle zone di montagna potrà beneficiare di una stagione estiva prolungata e di nuove possibilità per quella invernale. Questi i risultati delle ricerche di Enit
Turismo montano: la nuova alta stagione? Andrà da maggio a ottobre. L'assenza di neve invita a ripensare le attività invernali
ildolomiti.it
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🌍 Il futuro delle località sciistiche: ripensare la Montagna oltre lo sci ❄️ Negli ultimi anni, i cambiamenti climatici e la riduzione della neve hanno messo in crisi le località sciistiche basate esclusivamente sullo sci e la stagione invernale. È tempo di ripensare l'offerta turistica montana: attività outdoor, wellness, cultura, turismo naturalistico e esperienziale stanno emergendo fortemente come alternative possibili. Oltre al turismo sostenibile e al turismo naturalistico, si possono immaginare anche nuove economie legate ad esempio agli Accordi di Foresta oppure ai Crediti di carbonio o ancora alla filiera del legno. C’è quindi la necessità di definire e sviluppare strategie di transizione verso un'economia diversificata che siano in grado di riconoscere le risorse e potenzialità della montagna e allo stesso tempo siano consapevoli delle criticità e difficoltà che si possono incontrare nei territori montani: il nuovo bando "Montagne in Transizione" mira proprio a stimolare i territori montani verso questo cambiamento. ➡️ https://ow.ly/Usv250Sfi9K ✍ Sabrina Savoca #MontagneInTransizione #turismosostenibile #cambiamenticlimatici #innovazione #montagna #lombardia #novara #verbanocusioossola
Nuove economie per la montagna
fastzero.it
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Camminare si sa, spesso è un vero toccasana per rigenerare corpo e mente. Le camminate nella biodiversità organizzate dal FAI - Fondo per l'Ambiente Italiano italiano sono perfette e si inseriscono all'interno della più ampia iniziativa nazionale #FAIbiodiversità, volta a sensibilizzare "sull'importanza di preservare la natura, che si trova anche negli ambienti cittadini, e anzi incrementarla, perché oggi non basta più proteggere la natura esistente, ma bisogna recuperare quella perduta". Saranno 23 i beni sparsi in tutta Italia (Tra boschi, riserve, parchi urbani e giardini sul lago) dove tra il 25 e 26 maggio sarà possibile fare ancora passeggiate, laboratori e attività nella natura a cura di esperti e guide d’eccezione. Dai pascoli d’alta quota di Monte Fontana Secca alle produzioni agricole dell’Orto sul Colle dell’Infinito, fino ai pini larici secolari, il picchio e lo scoiattolo nero che popolano la riserva dei Giganti della Sila, al trekking nei dintorni di Villa del Balbianello, magnifica dimora sulla punta della penisola di Lavedo che si allunga a picco nel lago di Como. 😍 Qui il link completo con i vari eventi: https://lnkd.in/d75vAYrp Quanto mi piace il marketing territoriale e quante cose si possono fare. Compreso, volendo, camminare. #vitadaimprenditori #marketinterritoriale #timelessideas
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