La presidente del Consiglio a Donna Moderna: “C’è lavoro da fare per le donne che scelgono di non lavorare”
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In calo per la prima volta in 45 anni la percentuale di donne al Parlamento europeo
In calo per la prima volta in 45 anni la percentuale di donne al Parlamento europeo - World News Online
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Sarebbe bello non parlarne più ma purtroppo siamo lontani dalla parità di genere, abbassare la soglia dall'attuale 40% al 20% ridurrebbe ulteriormente la presenza femminile nei comuni. Questa misura discriminatoria farebbe tornare indietro la Sicilia sulla rappresentanza e sulla democrazia.
Avvocata, Speaker, Consulente. Mi piace l’equità in ogni sua forma. Progetto, insegno, percorsi di ESG per rendere le Aziende luoghi dove si sta meglio e al riparo da rischi reputazionali o contenziosi legali.
La Regione Sicilia, durante la discussione sulla riforma degli Enti Locali ha proposto di abbassare la quota di rappresentanza delle donne nelle giunte dal 40% al 20%. In Italia la Legge prevede che ogni lista elettorale debba vedere una rappresentanza dei generi non al di sotto del 40% (per intenderci, non sarebbe possibile una lista di sole donne, così come una di soli uomini). I meccanismi che garantiscono delle quote di rappresentanza NON si chiamano quote rosa bensì azioni di discriminazione positiva pro tempore previsti per colmare un gap che evidentemente NON riesce a colmarsi da solo. Nessuna persona ragionevole ritiene che tali quote debbano essere permanenti e che da sole risolvano il problema di una insufficiente presenza di donne in alcune posizioni precise, cioè ai vertici di qualcosa! Ma pensare di abbassare la quota dal 40 al 20% è uno schiaffo che una giunta a prevalenza maschile fa alle donne. E allora vogliamo dire che gli uomini NON devono più decidere per e al posto delle donne e che le decisioni strategiche che coinvolgono le donne dovrebbero essere prese INSIEME? Possiamo partire da questo almeno?
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Cosa significa gender pay gap? Molto semplice: una donna guadagna 0,87 euro a fronte di 1 euro guadagnato da un uomo e, alla fine dell’anno, è come se avesse ottenuto un mese e mezzo di stipendio in meno. L'Unione Europea ha lanciato misure significative, come la direttiva sulla trasparenza retributiva e l'obiettivo di un equilibrio di genere nei consigli di amministrazione. Tuttavia, secondo stime recenti, ci vorranno ancora decenni per raggiungere una reale parità di genere. La sfida non è solo economica, ma sociale e culturale. È essenziale promuovere l'uguaglianza di genere in ogni settore per garantire una società più equa e inclusiva. #GenderEquality #ParitàDiGenere #PayGap #LeadershipFemminile #Europa
Comunicazione e Relazioni Pubbliche | Reputation Strategist | External Relations |Ceo & founder di PalazziConnessi Startup Innovativa - Socia Professionista Ferpi
Questi sono i 45 giorni dell'anno in cui noi donne lavoriamo gratis❗Sì gratis. Poi ci sono quelle che proprio non lavorano e dipendendo economicamente da un uomo o ancor peggio dalla famiglia di origine, perché hanno lasciato un lavoro dopo la nascita del figlio, perché si sono sentite dire che "una principessa non lavora", perché è meglio che stai a casa a fare la madre❗ Sono le nuove povere, sono le donne che non avranno mai una pensione adeguata arrivate all'età. https://lnkd.in/dHPwdbjM Quando senti parlare di violenza economica di genere, ricordati che si manifesta in molti modi.
Da oggi al 31 dicembre le donne lavorano gratis: questo significa il gender pay gap nell’Ue
https://www.eunews.it
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Il Consiglio Nazionale ha accettato l'iniziativa delle donne PLR sulla tassazione individuale con 98 voti contro 93 con 1 astensione. Dopo 40 anni, il Consiglio Nazionale compie finalmente un passo concreto verso la parità di genere. Ora occhi puntati al Consiglio degli Stati per la prossima tappa! #dlrt #plrt #fdpfrauen #imposizioneindividuale
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NEMMENO UNA DONNA IN MENO! Oggi in aula continua la trattazione della legge sugli enti locali, quella legge in cui si prevede nelle giunte comunali nei comuni sopra ai 3000 abitanti una soglia minima del 20% di presenza delle donne. Una vergogna e uno schiaffo alla dignità di ogni donna siciliana. Così qualcuno vuole incentivare la partecipazione delle donne! Qui non si tratta di dare il contentino alle donne recependo la soglia del 40% stabilita dalla normativa nazionale. Parità vuol dire 50 e 50, non 60 e 40! È pertanto indispensabile che si approvi senza indugio il mio emendamento che pone come soglia minima di genere il 50%. Non accetteremo che alle donne vada neanche l’1% in meno: su equità e pari opportunità non arretreremo di un millimetro. Qui non c’è in gioco una semplice norma dietro i numeri che regoleranno la rappresentanza di genere negli enti locali siciliani c’è la necessità di un cambio di paradigma, di una rivoluzione culturale che non più rinviabile. Il Parlamento Siciliano ha l’opportunità di dare un segnale forte ai cittadini e cioè che è possibile superare stereotipi e luoghi comuni a danno delle donne. Siamo di fronte ad una battaglia di civiltà, fatta di principi che andrebbero condivisi senza se e senza ma. Una battaglia per la dignità di tutte le donne e che solo con la collaborazione di tutti saremo di grado di vincere.
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Occupazione Femminile, questa dimenticata 🫣⤵️ 🟥 Per la manovra le donne o sono madri o sono vittime di violenza, tutte le altre non esistono. I numeri, anche in questo caso non mentono. E se i numeri sono scolpiti in Gazzetta Ufficiale, il modello di società fondata sul ruolo ancillare delle donne, tranne alcune che se sposano i modelli e l’idea di potere maschile possono arrivare a Palazzo Chigi, traspare nemmeno troppo velatamente anche dalla legge di bilancio 2025. 👉 GIUDIZIO NETTO E CHIARO A formularlo è Lara Ghiglione, segretaria confederale della Cgil che dice: “In linea con l’idea del ruolo della donna nella società che promuove il governo Meloni, nella legge di bilancio sono inserite o ampliate le misure di sostegno a favore delle madri con più di due figli e delle donne vittime di violenza, che in pieno spirito paternalistico vanno protette e aiutate, non messe in condizione di emanciparsi. Nulla di concreto quindi per promuovere l’occupazione femminile buona e stabile, che consenta alle donne di essere autonome e quindi sottrarsi anche ai fenomeni di violenza domestica, e nulla per il contrasto alla cultura della discriminazione”. 👉 I NUMERI DELLE DISCRIMINAZIONI L’Italia, ormai dovrebbe esser cosa nota, è ultima in Europa per occupazione femminile: quelle che lavorano subiscono un differenziale salariale che, a seconda del lavoro o della professione, va dal 20 al quasi il 50% per le laureate. Pochi giorni fa l’Inps ha raccontato come continui ad esistere un differenziale previdenziale. Non solo: in Italia tra maschi e femmine esiste un differenziale occupazionale del 19,5%. E nel Sud va pure peggio, meno di una su due lavora. “Riteniamo che l’occupazione femminile richieda politiche strutturali di lungo periodo, non incentivi deboli ed episodici che lasciano ai margini e distanti dal mercato del lavoro”. Nella manovra “si conferma, inoltre, come l’occupazione femminile stabile e di qualità non sia una priorità per il governo. Questo approccio rinuncia a un allineamento alle direttive europee, che indicano l’inclusione femminile come cardine per lo sviluppo economico e sociale. Nonostante il parziale ripristino delle clausole di condizionalità nei progetti del Pnrr, l’assenza di misure integrate e di lungo respiro lascia intendere una mancanza di visione per una società inclusiva e un’economia sostenibile”.⤵️ leggi di più https://lnkd.in/d_BEda9n #manovra #occupazionefemminile #donne #lavoro
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