Il trade-off tra etica e margini porta spesso a compromessi. Il settore tessile moda, tuttavia, come ricorda #GiuliaCrivelli, sconta una distribuzione della marginalità non certo omogenea lungo la filiera. La profittabilita, sbilanciata più a valle, segue il maggior pricing power e il contatto diretto con il consumatore finale. Al contrario, a monte vengno spesso esercitate pressioni sui costi e i tempi di esecuzione. La vitalità dei nostri distretti produttivi rappresenta però un vantaggio competitivo per molti brand della moda, che grazie ad essi hanno la possibilità di creare prodotti e generare margini, inevitabilmente diversi ove privi di tale supporto. Le aziende manifatturiere dei distretti continuano ad investire, a far crescere l’attenzione agli standard etici e sostenibili, ad ottenere certificazioni e riconoscimenti, a formare e supportare i propri collaboratori. Non basta, dunque, ricercare una maggior consapevolezza e trasparenza verso il cliente finale, diventa essenziale lavorare anche per una più equa ridistribuzione del valore lungo tutta la filiera. Solo garantendo il futuro ai distretti produttivi, come quello biellese, non andranno disperse le tradizioni e il know how della manufattura italiana, che il mondo ci invidia.
Questo è il problema ad aver ceduto i nostri grandi brand all'estero ed essere rimasti produttori, con più costi che benefici
Io l'ho scritto nel mio libro "Luxury Unlocked" nel 2020...e ce ne accorgiamo ora?
Fai bene caro Paolo a diffondere questi pensieri...di assoluta attualità. L'avidità di breve periodo mina in maniera gravissima non solo le preziose filiere industriali ma la coesione sociale.
bravo Roberto, purtroppo i grandi gruppi quasi mai applicano questa virtuosa soluzione redistributiva, basta guardare la moria dei piccoli terzisti per capirlo.
Concordo!
Giusta osservazione!
PrototipistaSarta/Seamstress/Tailor (Freelance)
7 mesiBuona giornata a voi tutt* ma veramente ne parliamo ora o ve ne accorgete ora? Mi sorge una frase " È sempre stato così". Scusate il sarcasmo, ma veramente ne volete parlare ora di queste disparità? Le mani che costruiscono questi capolavori hanno uno stipendio di pochi euro e chi è autonomo non ha il diritto di ammalarsi non ha welfare,ecc....provate a fare un sondaggio di come a volte i fornitori non paghino la loro filiera, o peggio.... Un lavoro che non è continuativo ma a singhiozzo....mi fermo se no entriamo in un vortice...