Non cadere vittima di truffe all'Oktoberfest! Scopri come evitare biglietti falsi e alloggi costosi con questa guida completa per goderti il festival della birra in modo sicuro e conveniente.
Post di Roberto Lambertini
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Nel regno del Negroni sbagliato, tra una tavola di surf e un’idea siciliana, il vintage e l’american bar, la movida meneghina inizia prima della cena. Con Mattia Marzola andiamo alla scoperta dei migliori indirizzi per un #aperitivo a #Milano, la città che ha dato i natali al #WorldAperitivoDay
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📣 🍻 🌭 IT'S OK TO BEER FEST ! 🎞 Reel spalla per promuovere l'evento dell'OKTOBERFEST del 12 Ottobre al Plus Caffe Park Decimomannu 💡 L’idea la vidi anni fa all'Oktoberfest a Monaco, da poco l'ho rivista a Barcellona e allora sentendo Alessandro Carboni gli ho detto facciamo un Reel spalla per promuovere l'evento della settimana prossima al Parco di Santa Greca a #Decimomannu e che non sia come tutti i video di festa della birra con il solito nome visto e rivisto. Il Reel principale dell'evento è un altro, qui parliamo del Reel spalla. Da qui nasce questa semplice reel spalla, che ha come caratteristiche: ✅ Titolo principale differente dell'intorno in cui si presenta: IT'S OK TO BEER FEST (Per essere più Attrattivo e Differente) ✅Classica musica tedesca da Schottenhamel (Tendoni dell'Oktoberfest) ✅Scelta di font a tono e con uno stile allegro (Font inclinato per trasmettere dinamismo) ✅Alcuni frame che richiamano la festa (Boccali, Birra, Bandiere di München) ✅Alcuni frame che evidenziano le offerte del ristorante/bar (Promozione di Cibo e Bevande) ✅Data e dettagli dell'evento ✅In chiusura sempre il logo dell'impresa per fare Branding ✅Nel testo poi si riportano tutte le informazioni utili all'evento e si usano degli hashtag principali che identificano l’impresa e alcuni secondari che identificano la pubblicazione Perché un Reel e non un Post? ✅Il Reel nasce per contrastare il format video di TikTok ✅Il Reel ha un impatto geolocalizzato superiore, quasi come se fosse sponsorizzato ✅Il Reel è un video animato, migliora l'engagement emozionale (Video+Immagini) ✅Il Reel ha una percentuale di interazione superiore ✅Il Reel è verticale e quando in play occupa tutto lo schermo del dispositivo mobile da cui si vede 🙃 I dettagli sulla sponsorizzata del Reel li teniamo segreti (+50.000 Play) con un investimento controllato e geolocalizzato, la campagna per questo evento prevede 1 Attaccante centrale e 2 a Crossare sulle fasce (che all’occasione scendendo molto in fascia possono anche concludere positivamente), una tridente classico insomma, più delle story al centro campo. ⚽ Questo è un Reel di Spalla, quello che crossa, diciamo,se fosse un aforismo calcistico, più tardi condivido il Reel Ufficiale che ha molti più dettagli ed è il Reel principale che nasce come Attaccante dell'evento dove si promuove anche lo spettacolo musicale di Ride Gorilla e di chi lo sponsorizza Birra Peroni Nastro Azzurro Sardegna Tutto dipende da come #Komuniki #Comunicazione #Social #Video #Reel #Instagram #Impresa #Oktoberfest #Ristorazione #Horeca #Peroni #NastroAzzurroSardegna #RideGorilla #BereResponsabilmente
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Mercantia 2024: tutte le informazioni utili per il Festival di Certaldo
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Estate 2024 a Gambarie, 110 eventi in 110 giorni: il programma
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La nuova stagione di #AmnesiaMilano. L'articolo di #ParkettChannel
La nuova stagione di Amnesia Milano con Black Coffee, Jamie Jones e The Martinez Brothers - Parkett
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Si è appena concluso il primo weekend del Coachella Festival e per la prima volta dopo molti anni gli organizzatori non sono riusciti a vendere tutti i biglietti, che sono ancora disponibili sul sito ufficiale al prezzo base di $499. Ma cosa è successo? Perché quello che fino a pochi anni fa era l'evento per eccellenza a cui non mancare, oggi ha perso completamente il suo fascino ed è stato snobbato da molti brand e dal pubblico americano? Molti hanno dato la colpa alla line-up di artisti poco accattivante, altri al prezzo troppo alto e alla logistica davvero complessa per raggiungere la location (ore di auto e lunghe camminate nella polvere). Ma la verità è probabilmente che questo Festival ha fatto il suo corso, arrivando all'apice e iniziando una discesa già subito dopo il Covid, lasciando posto a nuovi trend. Tanti content creator sono presenti, come ogni anno, ma molti non vanno neanche a vedere il Festival, si fermano ai party organizzati dai brand nelle ville circostanti, limitandosi a postare contenuti in cambio delle spese di viaggio. Questo è effetto anche delle policy molto stringenti da parte degli organizzatori che vietano in maniera categorica ai content creator di realizzare foto e video all'interno dell'area concerto per scopi commerciali. Questo significa che un content creator non può andare al Festival, farsi una foto e taggare un brand (cosa che comunque vediamo lo stesso fare in barba ai regolamenti e alle leggi sul copyright), a meno di non avere una autorizzazione da parte degli organizzatori, che naturalmente hanno solo gli sponsor ufficiali della manifestazione. Allora i brand organizzano queste feste al di fuori dell'area concerto, invitano i content creator e chiedono loro di realizzare contenuti che però non hanno niente a che fare con il Festival. Se siete curiosi di leggere il regolamento relativo al divieto di creazione di contenuti commerciali, riporto sotto i termini legali di acquisto dei biglietti.
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Allora, tenetevi forte perché il sipario si sta chiudendo sulla seconda giornata di ProWein e le voci dal campo sono un mix esplosivo di entusiasmo e perplessità. In questo teatro di contraddizioni, un'esperta di marketing del Prosecco di Conegliano Valdobbiadene mi lancia la bomba: feedback contrastanti a non finire. E come potrebbe essere altrimenti? Siamo in un'era di pura contraddizione, e ve lo dico chiaro e tondo: chi ha organizzato bene i suoi incontri esce con un sorriso, gli altri annaspano nel più totale "meh" di questa edizione, che sa di minore brillantezza. Scavando tra le righe delle prime impressioni, emerge un quadro che fa riflettere. Gli asiatici? Quasi spariti, lasciando i padiglioni di Düsseldorf a chiedersi dove sia finito l'Oriente. E i francesi? Ridotti all'osso, con gli stand sparsi come pecore senza pastore, suggerendo un futuro ProWein con un accento decisamente meno francese. E c'è chi mormora di un boicottaggio all'orizzonte, ma sono chiacchiere da corridoio. Il punto è che ProWein e tutte le fiere di settore (Vinexpo Paris e Vinitaly comprese) sono ad un bivio: possono continuare a sognare di regnare incontrastate e immodificate o affrontare la realtà di un mercato che cambia, che vuole altro, che chiede innovazione. Parliamoci chiaro: il Prowein potrebbe finire per essere un affare più "locale", più tedesco, tutt'al più europeo ma non è detto che sia un male. È l'evoluzione, bellezza, e bisogna stare al passo. E poi c'è il discorso grosso, quello che fa davvero la differenza: dobbiamo uscire dalla nostra bolla. Il mondo là fuori non sa o non gliene frega abbastanza del vino, e noi ci stiamo parlando addosso, circolando in un loop infinito di addetti ai lavori. I giovani? Sembrano navigare in altri mari, lontani dal nostro amato nettare. La verità cruda e pura è che la battaglia non si gioca tra Düsseldorf o Parigi o Verona, ma è una sfida globale per catturare l'attenzione e il cuore di miliardi di potenziali amanti del vino che ancora non sanno di esserlo. Sveglia! Il futuro del vino non si decide nei padiglioni fieristici, ma nell'immensa arena del mercato globale, dove ogni sorso deve diventare un'esperienza indimenticabile
ProWein 2024: Quello che pochi avevano previsto
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Festa della castagna, sentieri di zucca, festa di Halloween e sapori di autunno. Ecco il programma completo degli eventi del weekend
Cilento: un calendario ricco di eventi per tutti i gusti! Tra sagre, Halloween e tradizioni
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Bellissimo e post e fotografia della realtà.
Allora, tenetevi forte perché il sipario si sta chiudendo sulla seconda giornata di ProWein e le voci dal campo sono un mix esplosivo di entusiasmo e perplessità. In questo teatro di contraddizioni, un'esperta di marketing del Prosecco di Conegliano Valdobbiadene mi lancia la bomba: feedback contrastanti a non finire. E come potrebbe essere altrimenti? Siamo in un'era di pura contraddizione, e ve lo dico chiaro e tondo: chi ha organizzato bene i suoi incontri esce con un sorriso, gli altri annaspano nel più totale "meh" di questa edizione, che sa di minore brillantezza. Scavando tra le righe delle prime impressioni, emerge un quadro che fa riflettere. Gli asiatici? Quasi spariti, lasciando i padiglioni di Düsseldorf a chiedersi dove sia finito l'Oriente. E i francesi? Ridotti all'osso, con gli stand sparsi come pecore senza pastore, suggerendo un futuro ProWein con un accento decisamente meno francese. E c'è chi mormora di un boicottaggio all'orizzonte, ma sono chiacchiere da corridoio. Il punto è che ProWein e tutte le fiere di settore (Vinexpo Paris e Vinitaly comprese) sono ad un bivio: possono continuare a sognare di regnare incontrastate e immodificate o affrontare la realtà di un mercato che cambia, che vuole altro, che chiede innovazione. Parliamoci chiaro: il Prowein potrebbe finire per essere un affare più "locale", più tedesco, tutt'al più europeo ma non è detto che sia un male. È l'evoluzione, bellezza, e bisogna stare al passo. E poi c'è il discorso grosso, quello che fa davvero la differenza: dobbiamo uscire dalla nostra bolla. Il mondo là fuori non sa o non gliene frega abbastanza del vino, e noi ci stiamo parlando addosso, circolando in un loop infinito di addetti ai lavori. I giovani? Sembrano navigare in altri mari, lontani dal nostro amato nettare. La verità cruda e pura è che la battaglia non si gioca tra Düsseldorf o Parigi o Verona, ma è una sfida globale per catturare l'attenzione e il cuore di miliardi di potenziali amanti del vino che ancora non sanno di esserlo. Sveglia! Il futuro del vino non si decide nei padiglioni fieristici, ma nell'immensa arena del mercato globale, dove ogni sorso deve diventare un'esperienza indimenticabile
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