Lo sport ha sempre rappresentato una parte importante della mia vita. Negli ultimi anni per esigenze di #flessibilità mi sono dedicato ad attività sportive prettamente individuali, come il nuoto ed il fitness. Sono sport che ti obbligano a #competere prima di tutto con te stesso, prima che con gli avversari. Quando fai una virata verso l’ultima vasca o quando provi a chiudere l’ultima ripetizione, davanti a te può esserci chiunque, ma per quanto mi riguarda sono sempre io dietro un’altra persona: il Salvatore che voglio superare, quello dell’ultima vasca o dell’ultima ripetizione. Se poi questo si traduce nel superare gli altri, bene. Se invece si traduce nello stare ancora dietro, evidentemente il vecchio e il nuovo Salvatore non sono stati abbastanza bravi. Ne prendo atto e riparto. Nel #lavoro, facendo una metafora, non è molto diverso. Competere significa decidere di fare meglio del giorno prima e non della persona che hai a fianco o del competitor diretto. Infilarsi in quel tipo di competizione si traduce nel correre due rischi: - se ti concentri solo su cosa fa un competitor, oltre ad accrescere il livello di frustrazione, smetti di guardarti dentro e inizi solo a rincorrere o imitare. Il tutto con tanto affanno e poca crescita e col rischio di perdere di vista i veri #obiettivi e #valori; - se ti concentri su cosa fa un collega o una collega, inevitabilmente trasformi gli obiettivi di un gruppo di lavoro in un problema personale a discapito del bene dell’intera #organizzazione. C’è di più? Direi di peggio: quando decidi di trasformare la #competizione in un vero e proprio “conflitto” verso gli errori degli altri. Come se bastasse questo a renderci migliori; come se improvvisamente non fosse ciò che facciamo noi a dare una cifra qualitativa del nostro lavoro, ma la derisione di quello altrui. Ho la presunzione di pensare che nella mia organizzazione questo tipo di competizione venga combattuta giorno dopo giorno attraverso quella sana e genuina che fa crescere in un modo solo: #insieme. Negli ultimi anni abbiamo messo in campo diverse #idee e #sfide e tante altre ne metteremo nei prossimi mesi. Non sarebbero mai arrivate se non avessimo deciso di competere soprattutto con il #NOI di ieri. E non ne avremo più in futuro se non decideremo di competere, domani, con il #NOI di oggi.
Post di Salvatore Pironti
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Non mi è mai piaciuto l'approccio alla #carriera con metafore sportive. L'ho sempre trovata una roba da venditori porta a porta. A suffragio di questo, anche per Simon Sinek, #Lavoro e sport sono due realtà diverse. Mentre lo sport ha obiettivi chiari e regole ben definite, il lavoro è più simile a un "gioco infinito", dove le regole cambiano e non ci sono vincitori definitivi. Nel "gioco infinito" come carriera o politica, non ci sono squadre fisse o obiettivi finali. Le persone entrano ed escono, le regole evolvono e non esiste una fine definita. Chi si avvicina al lavoro con la mentalità del "gioco finito", potrebbe trovarsi a corto di strategie. La capacità di adattarsi, innovare e mantenere una visione a lungo termine diventa fondamentale per il successo. Sinek ci invita a riflettere su come affrontiamo il lavoro. Forse è il momento di abbandonare le metafore sportive e abbracciare una mentalità più flessibile e orientata alla #crescita. #Finanza #SimonSinek #Mindset #finance #CrescitaProfessionale
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Che cos’è’ quel di più che ci renderà straordinari ? I Campioni nello sport e nella vita vanno oltre. È risaputo che la mia formazione di vita di imprenditore ha avuto basi di studio e basi sportive. La Disciplina, l’Impegno, il Sacrificio, che applichi nello sport ad alto livello se impari a trasformarlo e applicarlo nella vita e sopratutto in quella lavorativa sara’ “Quel di più che ci renderà straordinari” Il motto “ I campioni vanno oltre” non si riferisce chiaramente ai solo sportivi ma a tutti i”campioni di una vita” Questo motto si riferisce agli sforzi volontari e al sacrificio necessario per fare qualcosa di straordinario. Qualsiasi cosa facciamo nella vita diamo tutto per l’obbiettivo, perciò è meglio essere certi che ne valga la pena. Ammazzare il tempo e’ un lento suicidio , annaspare significa annegare, e questo lo vedo molto nell’ambiente di lavoro, buttiamo via la vita. Quale e’ la cosa per cui siamo pronti a offrire la nostra vita? Che esistenza condurremmo da leader? Si comincia andando oltre, una serie in più di esercizi in palestra, un fardello in più di duro lavoro,uno sprint, uno sforzo in più, un libro in più da leggere. “Quale è il mio compito in questo pianeta? Cosa deve essere fatto di cui io devo sapere qualcosa che probabilmente non accadrà “a meno che io non me ne assuma la responsabilità?” Responsabilità grande parola che tutti dovrebbero conoscere il vero significato Ecco la mia risposta Tutto questo che vi ho trasmesso in queste poche righe è quel di più che ci renderà straordinari. Ricordiamocelo
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Quando affrontiamo le sfide della vita e del lavoro, spesso siamo portati a pensare che ciò che è difficile sia impossibile. È proprio in questi momenti che possiamo scoprire la nostra vera forza: la difficoltà può sembrare fatica e questa può trasformarsi in una sfida. Pensiamo ai bambini: ciò che per loro è difficile spesso diventa un ostacolo insormontabile. Noi adulti abbiamo la responsabilità di vedere le difficoltà per quello che sono realmente. Compiti complessi, non impossibili. Il segreto sta nell'approccio: siamo disposti a fare quello sforzo necessario? Abbiamo la volontà di trasformare la fatica in una sfida da vincere? Basta pensare un attimo allo sport, dove non esiste valore nelle performance dell’atleta se non ha fatto fatica durante gli allenamenti. Adottando questa mentalità, le difficoltà quotidiane non saranno più montagne da scalare, ma sfide che possiamo affrontare e superare. #Mindset #Resilience #Sport #Leadership
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Bisogna avere coraggio per scegliere, perché farlo significa esporsi a delle conseguenze, senza poter accampare alibi o scuse. Non scegliere è decisamente più comodo, dal momento che ci offre il pretesto di lamentarci col resto mondo per come è andata a finire. Infatti, una non-scelta ci permette di delegare agli altri la responsabilità del nostro destino, e del suo eventuale fallimento. Ps: 𝗖𝗼𝗺𝗲 𝗻𝗲𝗹𝗹𝗼 𝗦𝗣𝗢𝗥𝗧, 𝗼 𝗮𝘁𝘁𝗶𝘃𝗶𝘁à 𝗳𝗶𝘀𝗶𝗰𝗮 , 𝗮𝗻𝗰𝗵𝗲 𝗻𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗩𝗜𝗧𝗔 𝗾𝘂𝗼𝘁𝗶𝗱𝗶𝗮𝗻𝗮 Viceversa, scegliere vuol dire assumersi l’onere dei propri risultati. Eppure, soltanto dall’assunzione di quest’onere nasce l’onore, perché essere onorevoli non vuol dire arrivare primi o vincere: piuttosto, vuol dire non arrivare secondi a noi stessi. Lo sport ci insegna che l’onore discende dal coraggio di scegliere. Sul campo, 𝗰𝗵𝗶 𝗴𝗶𝗼𝗰𝗮 𝘀𝗶 𝗘𝗦𝗣𝗢𝗡𝗘 𝗮𝗻𝗰𝗵𝗲 𝗮𝗹𝗹𝗲 𝗖𝗥𝗜𝗧𝗜𝗖𝗛𝗘 ,𝗮𝗶 𝗙𝗜𝗦𝗖𝗛𝗜 , 𝗮𝗴𝗹𝗶 𝗘𝗥𝗥𝗢𝗥𝗜 ‼️Ps: il resto sono tutti ATTORI da " PALCOSCENICO" ‼️ Viceversa, non spetta nulla a chi decide di restare sugli spalti a guardare o a chi, per paura di concludere, decide di passare in continuazione la palla agli altri, affinché lo facciano loro al suo posto. Poi, è vero: chi gioca si espone anche alle critiche, ai fischi e agli errori. D’altronde, scegliere di tirare significa assumersi la responsabilità dell’esito del proprio tiro. Eppure, qualsiasi sia il risultato, chi tenta avrà sempre più valore di chi critica. “𝗧𝗿𝗮𝘀𝗳𝗼𝗿𝗺𝗮𝗿𝗲 𝗹𝗶𝗺𝗶𝘁𝗶 𝗶𝗻 𝘁𝗿𝗮𝗴𝘂𝗮𝗿𝗱𝗶. #attivitadibase #ambiente #cultura #eventi #sviluppo #coerenza #sacrifici #dolori #gioia #instagood #instagram #instalike #facebookpost #FacebookPage #facebookviral #facebookpost #Facebook #sport #sportlife #sportmotivation #sportstyle #sportlife #sportmotivation #sportswear #wellnessfitness
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Sia nello sport che negli investimenti, è la #perseveranza che fa la differenza—un insegnamento che ho assorbito profondamente, soprattutto nei momenti di #solitudine. Con mio figlio Martin spesso parliamo di come il #successo e il #fallimento sono fratelli inseparabili, tappe inevitabili, ma nessuna delle due ci definisce davvero. "Il successo non è definitivo, il fallimento non è fatale: è il coraggio di continuare che conta." Una verità semplice, quasi crudele, che trova radici nella filosofia buddhista cosi come in quella grace—la vita è un continuo divenire, e il segreto è accettare l’impermanenza. Vivere sapendo che tutto scorre. Panta Rei. C’è un luogo che porto sempre con me: #Ibiza, con il suo sole che muore dietro l’isola misteriosa di #EsVedrà. In quei tramonti, il #mare pareva infinito e silenzioso. Lì forse ho iniziato a desiderare di voler capire un giorno cosa significa "vivere l’istante". Come le onde che si infrangono e poi si ritirano, anche noi siamo spinti avanti e indietro dalle #circostanze. Gli atleti lo sanno bene; si allenano ogni giorno, non per vincere una sola gara, ma per essere pronti a qualsiasi #sfida. Così anche noi dobbiamo affrontare il nostro cammino—con #pazienza, con #coraggio, e con una mente limpida, senza farsi ingannare dall'ansia di arrivare. Il vero #successo nasce da questa #calma. Da questa forza interiore. Sapere che ogni passo, ogni respiro, ogni fallimento, ci sta trasformando in qualcosa di più forte, di più grande. #fede #motivazione #forza #calma #coraggio #valore #cresci #sogna #costruisci #investi #guadagni #obiettivi #fiducia #mente #inizio #cambi #vita #ricchezza
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Se trovi il modo di vedere la #persona che c’è dentro al collega, sotto il job title, 📣 lo tratterai differentemente? 📣 lavorerai meglio? 📣 più produttivamente? 📣 ti sentirai meglio? Quindi ...Amici o colleghi?! Dallo sport di squadra che ho praticato, la pallavolo, mi porto al lavoro una massima:” le squadre non diventano vincenti fino a che non escono a mangiare la pizza insieme dopo l’allenamento”. In un contesto destrutturato, fuori dal campo di gioco, fuori dall’arena della #performance, mentre si condivide una semplice pizza, si diventa qualcosa di più che compagni di squadra; si sviluppa #fiducia reciproca, conoscenza, attaccamento. La pizzata è solo una scusa…però..credo fortemente che nei team abbiamo bisogno di momenti che generino qualcosa di più che la semplice collaborazione collega-collega. Smetti di essere un numero e inizi a lottare per un bene superiore, non è più solo il tuo task: 👉 fai quel qualcosa in più per il tuo compagno, 👉 ti sacrifichi per la squadra, 👉 segui le regole non solo per un tuo tornaconto ma per il bene collettivo 👉 ti senti importante perché ti senti visto dai tuoi compagni e dalla tua squadra; 👉 ti senti al sicuro, nel tuo team, sei disposto a rispettare le gerarchie. 👉 non sei più solo un numero sulla maglia, un ruolo, sei una persona in un gruppo. E da li in poi non sacrifichi i colleghi per i (tuoi) numeri, fai di tutto per far crescere le persone e arrivare al (vostro) #obiettivo. Questo clima è basato su 💡#riconoscimento emotivo dell’altro, prima che intellettuale 💡 #fiducia Dove non c’è fiducia ciascuno passa tempo a difendere se stesso. Dove c’è fiducia … si va veloci. Tutto questo richiede cose “semplici”, come una pizzata, ma anche un semplice caffè in cui si smette per un attimo di essere colleghi per diventare qualcosa di più. Forse è vero, l’amicizia è un lusso che troviamo solo di rado, anche e soprattutto al lavoro, ma le squadre vincenti, quelle che fanno cose straordinarie, sono fatte da colleghi che non guardano solo al conteggio delle teste, ma si preoccupano dei cuori (persone). Bello poterlo vedere tutti i giorni, perche' "Il viaggio è la meta". 😊
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NON SEI NIENTE IN CONFRONTO A LUI Non sarai mai come Cristiano Ronaldo. Non sarai mai ricco e famoso come Elon Musk. Non sarai mai bello o bella come quel modello o quella fotomodella.🤳💃 O anche senza scomodare personaggi famosi, non sarai mai come quel tuo amico che ha avuto successo. Che fa il lavoro che ama. Che ha quella casa magnifica. O quello che guadagna tre volte te e si può permettere di andare in vacanza quando vuole.⛴ Non sarai mai come uno di loro. Guarderai sempre qualcuno e spererai di essere un po' come lui, perché tu non ti senti di essere abbastanza.😄😨😨😨😨 E allora stai pensando? Allora potresti tirare i remi in barca, incrociare le braccia, non partecipare alla gara. Tanto è tutto perso, giusto ? Questa è un ottima opzione se ci pensi. Ti risparmia dolore e frustrazione. Però se hai provato questa opzione, sai, che ad un certo punto della tua vita, tutto diventa monotono e triste. La vita diventa insipida, le giornate noiose. Nessuna gioia. E allora? Allora per quanto possa essere vera una verità, ce ne son a volte alcune ancora più grandi. Perchè se decidessi di non fare nulla perchè tanto non serve, quello sarebbe la peggiore delle scelte.💩💩💩💩💩 Il problema però non sei tu, risiede ma nel nostro cervello. Si, perchè il nostro cervello necessita di un modello a cui fare riferimento. Abbiamo bisogno di qualcosa con cui compararci. Abbiamo bisogno di un unità di misura perché ci serve un punto fermo dal quale partire e al quale arrivare. Lo facciamo noi. Lo fanno gli altri nei nostri confronti. I primi ad insegnarcelo sono i nostri genitori( guarda come è bravo quel tuo compagno, guarda lui che lavoro a trovato, guarda lui che ha preso 10 nel compito). Ci hanno insegnato a guardare fuori da noi.👀👀 Però se quel punto si trova fuori da noi, poi nasce in noi un gran casino. Perché quel punto, quella persona, con quella particolare storia, quell’obbiettivo che qualcuno a raggiunto, molto spesso , non fa parte del nostro percorso. O noi abbiamo caratteristiche differenti, talenti o attitudini differenti. I CONFRONTI (e non paragoni) servono per stimolarci, aiutarci a trovare soluzioni, ispirarci( ispirare, portare dentro ossigeno, nutrirci, l’ossigeno è il nostro primo nutrimento).👃👃👃 L’unico e il solo confronto che dobbiamo fare e sempre e solo con noi stessi. Guardare il nostro cammino. Guardare la strada percorsa. Per comprendere i nostri miglioramenti. Per stimolare la voglia di andare avanti. Oggi sono stato la mia versione migliore? Oggi ho fatto un altro passo verso il mio obbiettivo? Ho fatto qualcosa meglio di quello che ho fatto ieri? Sono la versione migliore di me, di un anno fa?🤪😍 Siamo abituati ad essere schedati, omologati, soppesati. Trattati come se fossimo tutti uguali. E questo in parte è vero. Ma siamo anche tutti differenti, gli uni dagli altri. Unici. Irripetibili. L'unico e il solo a cui devi fare sempre riferimento sei sempre e solo TU ❤🤪😍❤❤❤
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🌀 Lasciare andare per fare spazio al nuovo 🌀 Nel mondo dello sport, così come nella vita, il successo non dipende solo dalla forza o dalla tecnica, ma anche dalla capacità di lasciare andare ciò che non possiamo controllare. Un esempio illuminante ci arriva dalla recente vittoria della medaglia d'oro della squadra di pallavolo femminile guidata da Julio Velasco. 🏐🏅 Congratulazioni di cuore a queste atlete straordinarie per il loro trionfo, frutto di impegno, determinazione e spirito di squadra.💪🏆 Questo ci porta a riflettere sul concetto di lasciare andare. Immagina di trattenere la sabbia tra le dita: più stringi, più scivola via. La vita funziona allo stesso modo. Cercare di aggrapparci al passato ci impedisce di accogliere ciò che è destinato a venire. ⏳🌱 Lasciare andare non è semplice, ma è nei momenti in cui accettiamo di non poter controllare tutto che vediamo le cose con più chiarezza. Che si tratti di un’opportunità mancata o di un sogno infranto, lasciar andare è spesso l'atto più liberatorio. 🌬️ Il vento soffia dove vuole; non possiamo dirigere il vento, ma possiamo issare le vele e lasciarci trasportare verso nuove avventure. ⛵ Quando lasciamo andare ciò che non ci serve più, facciamo spazio per il nuovo e il meraviglioso. 🌟 Nel lavoro, lasciare andare un'arrabbiatura o un errore può alleggerirci e permetterci di concentrarci su ciò che conta. Accogliere gli sbagli e risolvere le discussioni con i colleghi favorisce la crescita personale e del team. 📈 Lasciare andare è essenziale per il rinnovamento, aprirsi a nuove idee e affrontare nuove sfide. È come fare spazio in un giardino: togliendo le piante secche, permettiamo ai nuovi fiori di crescere. 🌷 Ogni volta che ho lasciato andare qualcosa, ho scoperto nuove opportunità e visioni. Questo vale sia per il lavoro che per la vita personale. Dire "basta" può alleggerire il carico emotivo e consentirci di concentrarci su ciò che conta davvero. 🔄 Vi invito a riflettere su cosa nella vostra vita o carriera è pronto per essere lasciato andare. Non temete il cambiamento: la vera magia del progresso si trova dietro a ciò che siamo disposti a lasciare andare per far entrare qualcosa di nuovo. ✨ Abbracciate il cambiamento. Lasciar andare può essere l'atto più coraggioso e potente che possiamo fare. 💫 #lettinggo #rinnovamento #crescita #benessere #cambiamento #progresso
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Diverse persone trasformano la loro vita in una continua rincorsa, un perpetuo tentativo di sentirsi migliori degli altri. Questa competizione sembra nascere senza una reale ragione apparente. Perché, se guardiamo ai parametri della nostra società – economici, di successo professionale o di status – non avrebbero neanche nulla da invidiare ... appunto ... agli altri. Eppure, per alcuni, questa spinta verso la superiorità diventa una motivazione così profonda che si trasforma in una trappola. La ricerca di essere superiori agli altri è spesso un modo per mascherare insicurezze profonde. Non si vince mai veramente in questa corsa, perché è una gara senza fine. Ogni confronto si trasforma in una sfida, ogni obiettivo in una questione di vita o di morte. Le prospettive vanno fuori focus e le vittorie più insignificanti diventano gratificazioni immediate e un sollievo momentaneo che placa l'ansia di vivere. Qui sta il problema: quella sensazione di appagamento è fugace. Dura solo un istante, per poi dissolversi, lasciando dietro di sé un vuoto ancora più profondo. Così, il ciclo si ripete: si cerca la prossima occasione per dimostrare di essere “migliori”. Ma migliori di chi? Di chiunque, persino di noi stessi, o meglio della versione di sé che si percepisce come un avversario, anziché un alleato. E in questa gara contro se stessi, la vittoria non è mai possibile. Chi è intrappolato in questa spirale non sta davvero cercando di migliorare. Sta semplicemente tentando di riempire un vuoto interiore che non può essere colmato attraverso la competizione. Dovremmo rilassarci un po'. Alla fine, siamo destinati tutti alla stessa sorte. Non è una gara, è un viaggio – e la qualità del nostro viaggio non si misura nel confronto con gli altri, ma nella serenità con cui lo viviamo. www.inkspiration.it
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“LA VITA È UN GIOCO DI RELAZIONI” La vita è un gioco in cui ogni partecipante è una pedina correlata e collegata ad ogni altra da fili invisibili. I ruoli e copioni di ogni partecipante si ripetono sempre ed automaticamente più o meno allo stesso modo, per l’intera durata di quel gioco. Le maglie attraverso cui esso si districa e si svolge sono le RELAZIONI, VISIBILI ED INVISIBILI. Tutti i “giocatori” che anziché addentrarsi appieno in quelle maglie, cambiare ruoli e copioni, progredire ed avanzare al livello successivo le evitano o scappano da esse per paura di perdere, di non essere all’altezza, di soffrire o di essere esclusi, finiscono inevitabilmente per autoeliminarsi senza neanche rendersene conto, e senza per di più pagarne il relativo prezzo. O, più precisamente, pagando inconsapevolmente il prezzo dell’automatica autoesclusione senza poter più attribuire colpe agli altri “giocatori”. Al contrario, sperimentare prima per comprendere dopo che ognuno di noi è allo stesso tempo ogni altro ed in ogni altro, così come ogni altro è al contempo ognuno di noi ed in ognuno di noi, aiuterà e contribuirà a far sorgere un RINNOVATO SENTIMENTO DI RICONCILIAZIONE E DI UNITÀ CON SE STESSI, CON TUTTI E CON TUTTO. Con le parole di Martin Buber: “È solo dalla relazione con gli altri che possiamo essere resi capaci di crescere”. E TU, INTENDI PARTECIPARE AL GIOCO DELLA VITA O PREFERISCI RESTARNE FUORI? Ti auguro buona sperimentazione e buon discernimento. Giuliano Santucci #evolvereattraversolerelazioni
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