Le regole della concorrenza, nella filiera del farmaco non dipendono solo da marketing e strategie di concentrazione, ma in grande parte discendono dalle leggi dello Stato. Condivido alcune mie osservazioni sul blog di Studio Legale Barillà SBLEX 👇 #dirittofarmaceutico #distribuzionefarmaci #healthcare
📍Molte delle analisi sui risultati e sulle prospettive della filiera del farmaco puntano il dito sul nanismo dei distributori e sul loro numero, ma anche su fenomeni come l'e-commerce per giustificare un andamento non esaltante. In questo articolo, Samuele Barillà, fondatore di Studio Legale Barillà SBLEX osserva che non è tutto così semplice e che ci sono regole alle quali i distributori indipendenti non possono sottrarsi, ma che hanno grande importanza nella competizione per il loro successo. Leggi sul sito 👇 #dirittofarmaceutico #distributorifarmaci #healthcare
Non sono, ovviamente, d’accordo (e sarebbe simpatico incontrarsi e discuterne). Lo sforzo di immaginare il nostro Paese come avulso dalle leggi dell’economia e non integrato in una unione economica che ha sue leggi che regolano la concorrenza (e la distribuzione farmaceutica) è purtroppo molto diffuso. Ma basta guardare a cosa accade negli altri Paesi per capire che soluzioni di maggiore efficienza sono possibili anche da noi senza scomodare il Legislatore e vagheggiare sostegni governativi. L’attuale sconto di legge e la consegna entro 12 ore lavorative non sono infatti un onere insostenibile visto che praticamente tutti i distributori fanno sconti più aggressivi e consegne numericamente ben più significative…
CEO-C level Executive, Professor, former VP-Consorzio DAFNE, Healthcare Expert Group Politecnico of Milan, University MBA Lecturer, Scientific Com. Member "Impresa Sanità" and "Logistica Management", CSCMP Italy Board
1 annoConsiderazioni assolutamente corrette Avv. Samuele Barillà a cui aggiungerei che l'effetto della modifica delle quote di spettanza sull'etico, ridotte di oltre la metà per legge dal 2010 ed ulteriormente erose dalla esasperata concorrenza interna al settore, combinato con l'aumento insostenibile del costo del danaro dell'ultimo periodo, pongono la questione sulla stessa sostenibilità del "business model" del grossista soprattutto se concentrato solo sul puro trading....e purtroppo non sembrano esserci segnali di riduzione sostanziale del costo del danaro nel breve termine... È noto e dimostrato anche da enti accademici terzi, che la distribuzione del farmaco etico genera per i "grossisti" una perdita. Non va peraltro dimenticata la funzione "finanziaria" del grossista all'interno della filiera, spesso adombrata dall'enfasi concentrata sulle innegabili capacità logistiche, peraltro sempre più stressate dall'aumento degli assortimenti gestiti, che, naturalmente, andrebbero remunerate.