Per non annoiarci finiamo per scorrere centinaia di contenuti video al giorno. Ma se fosse quest'azione a contribuire alla nostra sensazione di noia? Uno studio interessante sembra confermare questa ipotesi. Tutto l'approfondimento nel prossimo articolo.
Post di Silvio Carnassale
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Cosa ne sarà dei nostri account quando non ci saremo più? Quali conversazioni avverranno sui social? E se fosse possibile continuare a dialogare con chi non è più con noi grazie all'IA? Come cambia il percepito nel momento in cui non solo foto, audio e video ma anche ologrammi e chatbot continuano a "mantenere in vita" personaggi dello spettacolo? Temi ampi che meritano un'attenzione particolare e che, in queste giornate di commemorazione dei defunti, vi propongo per una prima riflessione sul senso della morte nell'era digitale.
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COME SARÀ L'UOMO TRA 1000 ANNI (temo molto prima) Secondo una ricerca commissionata da Toll Free Forwarding tra mille anni l'essere umano sarà gobbo, avrà mani come artigli, un collo basso e spesso, tre palpebre per occhio e anche un cervello più piccolo. Inoltre avrà dimensioni inferiori e soprattutto sarà anche meno “prestante” dal punto di vista intellettivo. Beh, non facciamoci troppe illusioni, anche molto prima. Gobbo, con artigli al posto delle mani e un cervello ridotto all’essenziale? Francamente non mi sembra un salto evolutivo, ma un coerente scivolare verso l’inevitabile. Che bisogno abbiamo di un cervello più grande? È un peso, letteralmente e metaforicamente. Lo usiamo giusto per scorrere feed infiniti di gente che fa cose inutili o per litigare con sconosciuti su Internet. Se il cervello di oggi potesse parlare, probabilmente implorerebbe pietà: "Perché mi hai dato un carico così grande se poi lo usi per guardare compilation di gatti?". Ridurlo è quasi un atto di misericordia evolutiva. E il collo grosso? Pratico. Serve a sostenere quella testa sproporzionata che passa ore piegata sullo schermo di uno smartphone. L'evoluzione, del resto, non è mai stata una questione di "migliore" ma di "più adatto". Un collo spesso ti salverà la vita quando crolli svenuto per aver letto l’ennesima notizia su un miliardario che va nello spazio mentre tu lotti per pagare l’affitto. Le mani come artigli poi, finalmente saremo pronti a grattare via le ultime briciole del pianeta. Voglio dire, abbiamo già fatto un buon lavoro distruggendo tutto ciò che toccavamo con queste belle manine paffute e pollici opponibili. Gli artigli saranno l’ultimo upgrade prima di passare a una totale e gloriosa inutilità. E vogliamo parlare delle tre palpebre? Incredibile. Un’evoluzione perfettamente coerente per un’umanità che ha passato secoli a chiudere un occhio di fronte a guerre, disastri ambientali e ingiustizie sociali. Ora potremo chiuderne tre, una per ogni problema che non vogliamo vedere. L’ironia è che anche con tre palpebre gli occhi non vedranno più lontano di un monitor. E il declino dell’intelletto? Quello non è nemmeno un problema. Siamo già sulla buona strada. La vera tragedia è che, pur con un cervello più piccolo, l’uomo futuro troverà comunque il modo di inventare nuove sciocchezze. La stupidità non si misura in massa cerebrale, ma in intenti: e noi siamo maestri nell’usare il nostro potenziale per complicarci la vita. Saremo un mix tra un goblin e un pollo geneticamente modificato. È esattamente ciò che ci meritiamo. L’evoluzione non è una scala verso l’alto; è una ruota che gira, e noi stiamo tornando dritti al fango da cui siamo venuti. Brindiamo a questo futuro glorioso, mentre il mondo brucia intorno a noi. (A. Battantier, Frammenti per l'apocalisse, 2024) #frammentiperlapocalisse #MIPLab
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🇮🇹 Raffaele Tafuro 🏳️🌈, le tue parole riflettono una realtà che molti di noi vivono: la tecnologia ha cambiato il modo in cui ci connettiamo, ma anche il modo in cui ci allontaniamo. Tuttavia, credo che la tecnologia, più che essere la colpevole del disamore, sia uno specchio che riflette le insicurezze e i vuoti che già esistono in noi. Ci offre più opzioni, più distrazioni, ma alla fine, siamo noi a decidere come utilizzarla e come affrontare le sfide nelle nostre relazioni. A volte, il vero problema non sta nel numero di 'amici' o seguaci, ma nella mancanza di connessione autentica all'interno della coppia. Mantenere una relazione va ben oltre il mondo digitale; richiede impegno, sforzo e, soprattutto, la condivisione di valori e principi che ci tengano uniti, anche quando i percorsi non sono sempre facili. Dobbiamo anche accettare che non tutte le relazioni sono destinate a durare per sempre, e questo non deve essere visto come un fallimento. A volte, l'amore si trasforma, e separarsi non è una sconfitta, ma un'opportunità di crescita per entrambe le parti. L'affinità emotiva e sessuale sono pilastri fondamentali, e quando questi aspetti non sono più in sintonia, può essere il momento di lasciar andare con gratitudine per ciò che è stato. La tecnologia può essere una scusa per evitare di affrontare queste realtà, ma, in fondo, ciò che conta davvero è la connessione che coltiviamo giorno dopo giorno. Grazie per averci ricordato che l'amore autentico non si misura con la quantità di opzioni, ma con l'impegno di costruire qualcosa di prezioso, e anche con la saggezza di sapere quando è il momento di lasciar andare. #AmoreAutentico #CrescitaPersonale #ValoriCondivisi #RelazioniVere #ConnessioneEmotiva
Presidente Nazionale Assopam - Delegato Nazionale Enasarco - AU Credismart Agenzia Deutsche Bank Easy - Rappresentante Interessi Camera dei Deputati e Unione Europea
Il motivo per cui i nostri nonni sono rimasti insieme per 50 anni è che non avevano 3.573 amici virtuali, né seguaci pronti a dare opinioni, consigli o inviare messaggi personali. Oggi, quando una relazione ha dei problemi, ci consoliamo con l'idea di avere “più opzioni" e più persone che ci piacciono, creando una falsa sensazione di sicurezza. Viviamo nell'illusione di piacere a molti. Nessuno lotta più per mantenere qualcosa, tutto viene facilmente sostituito. Solitamente a causa dell'abuso della tecnologia, oggi una relazione dura solo 2-3 anni. Questo perché ci siamo abituati all'idea che sostituire sia la norma, senza comprendere che l'amore è l'unica cosa che valga davvero la pena vivere.
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Rivoluzionario. Destabilizzante. Il #cellulare è ormai il motore instancabile dell’evoluzione sociale e culturale della nostra contemporaneità. Preoccupati di leggere l’ultima notifica, sottostiamo all’interdipendenza, perché dietro il suo schermo magico si cela la connessione al #web, che tutto comprende e fagocita. L’articolo di Franco Bruno su #ultimabozza ⬇️
Vita da Smartphone, motore instancabile dell’evoluzione sociale
https://ultimabozza.it
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Gli spot lanciati nella notte del Super Bowl sono sempre moltissimi e toccano le tematiche più disparate dell’attualità. Tra le più interessanti abbiamo notato quello di Google che racconta un nuovo servizio dedicato ai disabili: Guided Frame su Pixel 8. Grazie all’utilizzo dell’intelligenza artificiale per le persone cieche o ipovedenti è più semplice catturare foto e condividere la vita quotidiana. “Javier in Frame” ( il titolo dello spot) è stato affidato al regista cieco Adam Morse e racconta la storia di un uomo non vedente: dalla ricerca dell’amore alla creazione di una famiglia. Per scattare foto di ogni momento, utilizza Guided Frame, la funzione di accessibilità AI per la fotocamera Pixel che sfrutta una combinazione di indicazioni audio, animazioni ad alto contrasto per scattare foto. La funzione è stata lanciata nel 2022 e migliora anno dopo anno, cercando di diventare sempre più accessibile e inclusiva. Per realizzare il video, Morse ha sperimentato una tecnica non convenzionale, dipingendo l’obiettivo della telecamera con gelatina di petrolio per aiutare gli spettatori a vivere ogni scena dalla prospettiva di Javier. Questo approccio cinematografico lo ha aiutato a rappresentare una delle tante esperienze uniche dello spettro dei non vedenti e degli ipovedenti. Il risultato? estremamente d’impatto: impossibile restare impassibili. Anche questo è #geopolicalbranding! #deastrategy #brand #spot
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Esperienza, si chiama esperienza. Eppure esiste di diversi gradi e quella che è descritta in questo ottimo post, e che anch’io ho vissuto, llrappresenta un livello elevato. Bisognerebbe che qualcuno ne tenesse conto, quantomeno per il grado di flessibilità mentale ed il grado di resistenza che queste persone sono in grado di esprimere, ma il mondo sembra scivolare verso l’oblio. Più facile, sicuramente. #esperienza #management #relazioni #professionalità
Una volta ero di poche parole, adesso anche di poche persone. Sicuramente non di buon carattere. C.E.O. @ NOVA OMNIA GROUP
Ci chiamano "Gli Anziani" Siamo nati negli anni 60 e 70. Siamo cresciuti negli anni 70 e 80. Abbiamo studiato negli anni 70-80. Uscivamo insieme negli anni 70-80-90. Ci siamo sposati e abbiamo scoperto il mondo negli anni 70-80-90. Ci siamo avventurati negli anni 80-90. Ci siamo stabilizzati negli anni 2000. Siamo diventati più saggi nel 2010. E andiamo saldamente oltre il 2020. Sembra che viviamo diversi decenni... DUE secoli diversi... DUE millenni separati... Siamo passati dal telefono con un operatore di chiamate a lunga distanza a videochiamate in qualsiasi parte del mondo. Siamo passati dalle diapositive a YouTube, dischi in vinile alla musica online, lettere scritte a mano a e-mail e WhatsApp. Dalla radio giochi in diretta, alla TV in bianco e nero, alla TV a colori e poi alla TV 3D HD. Sono andato al negozio di videocassette e ora guardo Netflix. Abbiamo conosciuto i primi computer, schede perforate, dischetti e ora abbiamo gigabyte e megabyte sui nostri smartphone. Indossiamo pantaloncini per tutta l'infanzia e poi pantaloni, Oxford, razzi, gusci completi e jeans blu. Abbiamo evitato la paralisi infantile, la meningite, la polio, la tubercolosi, l'influenza suina e ora il COVID-19. Andavamo su pattini, tricicli, biciclette, ciclomotori, auto a benzina o diesel e ora guidiamo ibridi o elettrici. Sì, ne abbiamo passate tante, ma che vita abbiamo avuto! Potrebbero descriverci come "esemplari", persone nate in questo mondo degli anni cinquanta, che hanno avuto un'infanzia analoga e adulta digitale. Abbiamo tipo "Ho visto tutto"! La nostra generazione ha letteralmente vissuto e assistito più di chiunque altro in tutte le dimensioni della vita. È la nostra generazione che si è letteralmente adattata al "CAMBIAMENTO. " Un grande applauso a tutti i membri di una generazione molto speciale, che sarà UNICA!
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Prima che la cumbia della noia si infilasse nella nostra testa, tra radio e feed social, ci stavamo attivando già da tempo per scrivere questo articolo. Spinti da un vortice di predominanza maniacale sull’essere per apparire - anche solo digitalmente - ma consapevoli che è sempre meglio praticare la Jomo, ci siamo chiesti se effettivamente esiste del tempo in cui non solo siamo off line, ma non facciamo assolutamente nulla. Leggi l'articolo completo su L A T T E https://lnkd.in/dm4CcC4n #wds #whitedesignstudio #notizie #letture #comunicazione #lanoia #cumbiadellanoia #jomo
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Sul guardaroba della giornalista Giovanna Botteri sappiamo ormai tutto. Sulla gentilezza di Sinner siamo preparati: potremmo uscire volontari per l’interrogazione anche questa mattina. A forza di staccare iceberg, per riattaccarli nel feed di Linkedin, presto scomparirà l’Antartide sulla faccia della Terra. A fargli concorrenza da qualche mese scorrono immagini tutte uguali che sembrano ritagliate dai fotoromanzi degli anni ’80. Chissà invece da dove arrivano. Appena arriva la morte di qualcuno battuta dalle agenzie, il Rip diventa Linkedin Top Voice. Il copia e incolla di frasi motivazionali può diventare addirittura un contenuto trending topic. E se vogliamo dirla tutta, ci è anche chiaro che tipo di fotografia dobbiamo pubblicare nel profilo di Linkedin. Ma se continuiamo a guardare l’aereo bianco crivellato di punti rossi, l’algoritmo continuerà a colpirci con quei contenuti: il guardaroba, la gentilezza, l’iceberg, l’ai, la morte che fa notizia, il motivazionismo digitale. Nel populismo digitale dei punti rossi Linkedin sopravvive, mentre si rafforza negli spazi bianchi che ignora, altrimenti lì non sopravvivrebbe se fosse colpito. #socialcrazia Vecchi poteri per nuovi popoli.
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