Per non annoiarci finiamo per scorrere centinaia di contenuti video al giorno. Ma se fosse quest'azione a contribuire alla nostra sensazione di noia? Uno studio interessante sembra confermare questa ipotesi. Tutto l'approfondimento nel prossimo articolo.
Post di Silvio Carnassale
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Cosa ne sarà dei nostri account quando non ci saremo più? Quali conversazioni avverranno sui social? E se fosse possibile continuare a dialogare con chi non è più con noi grazie all'IA? Come cambia il percepito nel momento in cui non solo foto, audio e video ma anche ologrammi e chatbot continuano a "mantenere in vita" personaggi dello spettacolo? Temi ampi che meritano un'attenzione particolare e che, in queste giornate di commemorazione dei defunti, vi propongo per una prima riflessione sul senso della morte nell'era digitale.
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🇮🇹 Raffaele Tafuro 🏳️🌈, le tue parole riflettono una realtà che molti di noi vivono: la tecnologia ha cambiato il modo in cui ci connettiamo, ma anche il modo in cui ci allontaniamo. Tuttavia, credo che la tecnologia, più che essere la colpevole del disamore, sia uno specchio che riflette le insicurezze e i vuoti che già esistono in noi. Ci offre più opzioni, più distrazioni, ma alla fine, siamo noi a decidere come utilizzarla e come affrontare le sfide nelle nostre relazioni. A volte, il vero problema non sta nel numero di 'amici' o seguaci, ma nella mancanza di connessione autentica all'interno della coppia. Mantenere una relazione va ben oltre il mondo digitale; richiede impegno, sforzo e, soprattutto, la condivisione di valori e principi che ci tengano uniti, anche quando i percorsi non sono sempre facili. Dobbiamo anche accettare che non tutte le relazioni sono destinate a durare per sempre, e questo non deve essere visto come un fallimento. A volte, l'amore si trasforma, e separarsi non è una sconfitta, ma un'opportunità di crescita per entrambe le parti. L'affinità emotiva e sessuale sono pilastri fondamentali, e quando questi aspetti non sono più in sintonia, può essere il momento di lasciar andare con gratitudine per ciò che è stato. La tecnologia può essere una scusa per evitare di affrontare queste realtà, ma, in fondo, ciò che conta davvero è la connessione che coltiviamo giorno dopo giorno. Grazie per averci ricordato che l'amore autentico non si misura con la quantità di opzioni, ma con l'impegno di costruire qualcosa di prezioso, e anche con la saggezza di sapere quando è il momento di lasciar andare. #AmoreAutentico #CrescitaPersonale #ValoriCondivisi #RelazioniVere #ConnessioneEmotiva
Presidente Nazionale Assopam - Delegato Nazionale Enasarco - AU Credismart Agenzia Deutsche Bank Easy - Rappresentante Interessi Camera dei Deputati e Unione Europea
Il motivo per cui i nostri nonni sono rimasti insieme per 50 anni è che non avevano 3.573 amici virtuali, né seguaci pronti a dare opinioni, consigli o inviare messaggi personali. Oggi, quando una relazione ha dei problemi, ci consoliamo con l'idea di avere “più opzioni" e più persone che ci piacciono, creando una falsa sensazione di sicurezza. Viviamo nell'illusione di piacere a molti. Nessuno lotta più per mantenere qualcosa, tutto viene facilmente sostituito. Solitamente a causa dell'abuso della tecnologia, oggi una relazione dura solo 2-3 anni. Questo perché ci siamo abituati all'idea che sostituire sia la norma, senza comprendere che l'amore è l'unica cosa che valga davvero la pena vivere.
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COME SARÀ L'UOMO TRA 1000 ANNI (temo molto prima) Secondo una ricerca commissionata da Toll Free Forwarding tra mille anni l'essere umano sarà gobbo, avrà mani come artigli, un collo basso e spesso, tre palpebre per occhio e anche un cervello più piccolo. Inoltre avrà dimensioni inferiori e soprattutto sarà anche meno “prestante” dal punto di vista intellettivo. Beh, non facciamoci troppe illusioni, anche molto prima. Gobbo, con artigli al posto delle mani e un cervello ridotto all’essenziale? Francamente non mi sembra un salto evolutivo, ma un coerente scivolare verso l’inevitabile. Che bisogno abbiamo di un cervello più grande? È un peso, letteralmente e metaforicamente. Lo usiamo giusto per scorrere feed infiniti di gente che fa cose inutili o per litigare con sconosciuti su Internet. Se il cervello di oggi potesse parlare, probabilmente implorerebbe pietà: "Perché mi hai dato un carico così grande se poi lo usi per guardare compilation di gatti?". Ridurlo è quasi un atto di misericordia evolutiva. E il collo grosso? Pratico. Serve a sostenere quella testa sproporzionata che passa ore piegata sullo schermo di uno smartphone. L'evoluzione, del resto, non è mai stata una questione di "migliore" ma di "più adatto". Un collo spesso ti salverà la vita quando crolli svenuto per aver letto l’ennesima notizia su un miliardario che va nello spazio mentre tu lotti per pagare l’affitto. Le mani come artigli poi, finalmente saremo pronti a grattare via le ultime briciole del pianeta. Voglio dire, abbiamo già fatto un buon lavoro distruggendo tutto ciò che toccavamo con queste belle manine paffute e pollici opponibili. Gli artigli saranno l’ultimo upgrade prima di passare a una totale e gloriosa inutilità. E vogliamo parlare delle tre palpebre? Incredibile. Un’evoluzione perfettamente coerente per un’umanità che ha passato secoli a chiudere un occhio di fronte a guerre, disastri ambientali e ingiustizie sociali. Ora potremo chiuderne tre, una per ogni problema che non vogliamo vedere. L’ironia è che anche con tre palpebre gli occhi non vedranno più lontano di un monitor. E il declino dell’intelletto? Quello non è nemmeno un problema. Siamo già sulla buona strada. La vera tragedia è che, pur con un cervello più piccolo, l’uomo futuro troverà comunque il modo di inventare nuove sciocchezze. La stupidità non si misura in massa cerebrale, ma in intenti: e noi siamo maestri nell’usare il nostro potenziale per complicarci la vita. Saremo un mix tra un goblin e un pollo geneticamente modificato. È esattamente ciò che ci meritiamo. L’evoluzione non è una scala verso l’alto; è una ruota che gira, e noi stiamo tornando dritti al fango da cui siamo venuti. Brindiamo a questo futuro glorioso, mentre il mondo brucia intorno a noi. (A. Battantier, Frammenti per l'apocalisse, 2024) #frammentiperlapocalisse #MIPLab
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L’uso e getta anche dell’essere umano 😔 Riscopriamo i valori 🫶 Grazie Giorgio Trani ☑️ sempre interessanti i tuoi spunti di riflessione e gentili le espressioni
suiteunospeakeraggio.it | Creative Director Tv e Pubblicità | Manager | Founder Suite Uno “VociTop Italia” - Voci ADAP 🟧 Parlo di varia umanità
Il motivo per cui i nostri nonni sono rimasti insieme per 50 anni è che non avevano 3.573 amici virtuali, né seguaci pronti a dare opinioni, consigli o inviare messaggi personali. Oggi, quando una relazione ha dei problemi, ci consoliamo con l'idea di avere “più opzioni" e più persone che ci piacciono, creando una falsa sensazione di sicurezza. Viviamo nell'illusione di piacere a molti. Nessuno lotta più per mantenere qualcosa, tutto viene facilmente sostituito. A causa dell'abuso della tecnologia e dell'informazione, oggi una relazione seria dura solo 2-3 anni. Questo perché ci siamo abituati all'idea che sostituire sia la norma, senza comprendere che l'amore è l'unica cosa che valga davvero la pena vivere. Vi siete mai chiesti che senso avrebbe la vita senza amore?
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Rivoluzionario. Destabilizzante. Il #cellulare è ormai il motore instancabile dell’evoluzione sociale e culturale della nostra contemporaneità. Preoccupati di leggere l’ultima notifica, sottostiamo all’interdipendenza, perché dietro il suo schermo magico si cela la connessione al #web, che tutto comprende e fagocita. L’articolo di Franco Bruno su #ultimabozza ⬇️
Vita da Smartphone, motore instancabile dell’evoluzione sociale
https://ultimabozza.it
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Se influenzi le regole del superficiale, del nuovo mondo, devi accettarne anche le conseguenze. Si diventa super divi e poi si scivola sullo zucchero a velo. Si sale e si scende. Si può essere licenziati anche dalla gloria. Più si parla e più si scivola, perché è più difficile fuori dal digitale, fuori dai formati brevi o dalle clip ‘come state ragazzi oggi?’ Sul tempo lungo, sui tempi della tv o del dibattito vero, si rompe l’incantesimo. Dopo anni di parole al futuro, si passa al passato. Dopo anni di leggerezza, si sviluppa, si approfondisce, si spiega e si difende. E chi ne ha voglia? Forse perché è come con le bambole o i videogiochi, che servono ad alleggerire la vita. Non ci sta proprio che di punto in bianco arrivino i problemi personali, le lacrime, e la sofferenza da condividere. E quindi il giocattolo diventa vecchio, e può essere rotto del tutto. Anche se fino a ieri metà delle persone erano in adorazione e metà dei responsabili di marketing cercavano il budget per scommetterci il loro futuro. In molti adesso hanno in mano un sasso. Ci sono le copertine più o meno discusse, dibattiti di schieramento e l'abituale violenza verbale da social. È il passaggio finale. È l’uccisione di quello che non serve più. Per cercare un giocattolo nuovo. Perché alla fine, per il sistema, non è davvero grave che muoia un Papa. Ma sarebbe certamente più insopportabile non poterne fare subito un altro. #ferragni #espresso #influencer
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Cari amici e care amiche ALLARME TECNOLOGIA dal prof Crepet: è ora di tornare nelle caverne! Ancora una volta, Paolo Crepet ci apre gli occhi: la tecnologia sta distruggendo le nuove generazioni! Ma non temete, c'è una soluzione: torniamo a vivere nelle caverne! Basta con questi aggeggi elettronici inutili che ci rubano l'anima. È ora di riscoprire la vita all'aria aperta, cacciare per procurarci il cibo e dipingere sulle pareti rocciose per esprimere le nostre emozioni, utilizzare il tamtam telefono per parlare con amici e amiche che vivono lontano da noi. Genitori, fate la vostra parte: confiscate subito gli smartphone dei vostri figli e portateli a fare esperienze autentiche. Impareranno ad accendere un fuoco con due bastoncini o costruire un riparo con foglie e rami. Solo così potranno sviluppare quelle preziose competenze sociali ed emotive per essere in linea con la società odierna. #CrepetCriticaTech #IroniaTecnologica #VitaDaCavernicoli #GiovaniOffline #SocietàDigitale
Paolo Crepet: "Genitori, basta cellulari! Educate i vostri figli alle emozioni, non ai like. Registro elettronico? Inutile" - Orizzonte Scuola Notizie
orizzontescuola.it
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Realtà aumentata? :-) Sino a non molto tempo fa era usuale fare un distinguo tra realtà virtuale e realtà oggettiva. Attualmente il vocabolo “virtuale” ha perso smalto. Forse perché il confine tra i due aspetti si è molto assottigliato? Ad esempio, le persone decedute viaggiano sull’onda tecnologica e compaiono in tutta la loro fisicità sui video in rete, personalmente accade che le notifiche di un Social mi pervengano con l’immagine di copertina di una persona cara che non c’è più… Immagino che nella montagna di dati ed interessi economici che muove l’economia tecnologica, prendere in esame come trattare la questione del nostro ciclo vitale è un aspetto che può continuare ad essere procrastinato (!). Poco fa invece, nel marasma del web, dopo qualche tempo ho visto una nuova pubblicazione di una mia conoscente che a tutta prima mi ha lasciato un po’ sconcertata poiché la ritrae in una nuova relazione sentimentale (precedentemente significativa unione con due bimbi); il nuovo partner abbracciato ai suoi figli ormai ragazzini, il sorriso splendente di lei, la gioia che pervade le immagini. Nel buco temporale che precede questo quadro, ci sarà stata riflessione se non dolore, il movimento della coscienza che si appunta su una questione vitale, il saluto definitivo ad un pezzo di vita poiché con il partner precedente lavorava anche assieme. Questo però sui Social non compare. Non mi riferisco al dettaglio di ciò che è accaduto fra i due, il gossip in generale in rete non manca, ma a quel prezioso movimento delle forze umane che si genera quando l’essere umano volge al cambiamento, ai perché ed ai come che l’investono ed a come risponde. E’ invece questo che rende tale un essere umano, le spinte commoventi del cuore, l’azione tagliente, la repressione, la liberazione, e tutto ciò che ognuno di noi compie nel cesellamento della propria esistenza e che per condivisione può agevolare gli altri nella presa di coscienza degli accadimenti.
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Sul guardaroba della giornalista Giovanna Botteri sappiamo ormai tutto. Sulla gentilezza di Sinner siamo preparati: potremmo uscire volontari per l’interrogazione anche questa mattina. A forza di staccare iceberg, per riattaccarli nel feed di Linkedin, presto scomparirà l’Antartide sulla faccia della Terra. A fargli concorrenza da qualche mese scorrono immagini tutte uguali che sembrano ritagliate dai fotoromanzi degli anni ’80. Chissà invece da dove arrivano. Appena arriva la morte di qualcuno battuta dalle agenzie, il Rip diventa Linkedin Top Voice. Il copia e incolla di frasi motivazionali può diventare addirittura un contenuto trending topic. E se vogliamo dirla tutta, ci è anche chiaro che tipo di fotografia dobbiamo pubblicare nel profilo di Linkedin. Ma se continuiamo a guardare l’aereo bianco crivellato di punti rossi, l’algoritmo continuerà a colpirci con quei contenuti: il guardaroba, la gentilezza, l’iceberg, l’ai, la morte che fa notizia, il motivazionismo digitale. Nel populismo digitale dei punti rossi Linkedin sopravvive, mentre si rafforza negli spazi bianchi che ignora, altrimenti lì non sopravvivrebbe se fosse colpito. #socialcrazia Vecchi poteri per nuovi popoli.
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