🍂 Vigneti d’autunno: i colori del vino 🍇 Novembre è il mese in cui la natura si trasforma in una tavolozza vibrante di rossi, arancioni e oro, e poche cose sono più spettacolari dei vigneti autunnali. Camminando tra i filari in questo periodo, si assiste a un paesaggio che celebra la fine della vendemmia e che, al contempo, racchiude la promessa di nuovi vini da scoprire. Ma cosa rende i vigneti autunnali così magici e speciali? Il ciclo delle viti e il fascino dei colori autunnali I vigneti in autunno riflettono la transizione della vite verso il riposo invernale, una pausa che è essenziale per la salute delle piante e per la qualità del raccolto. Durante questa fase, le foglie delle viti cambiano colore e passano da un verde vivo a tonalità calde, che variano dal rosso intenso al giallo dorato, a seconda della varietà della vite e della composizione del terreno. Questo cambiamento non è solo estetico: rappresenta un momento critico che segna la conclusione del ciclo vitale e produttivo della pianta. Il ruolo della natura nella qualità del vino Il cambiamento delle stagioni non è soltanto uno spettacolo per gli occhi, ma ha un impatto diretto sulla qualità del vino. L’andamento del clima nei mesi precedenti, dalla primavera all’estate, fino alle temperature di ottobre e novembre, influisce sulla maturazione delle uve e sulla loro composizione. È qui che la maestria dei viticoltori entra in gioco: decidere il momento perfetto per la vendemmia richiede esperienza e intuizione, poiché ogni giorno può fare la differenza. Un’annata con autunni freschi e soleggiati, per esempio, può dare vita a vini più freschi e strutturati, mentre un clima più umido può comportare sfide che mettono alla prova le competenze dei produttori. Eppure, è proprio in queste sfide che risiede la bellezza della viticoltura: nessuna vendemmia è mai identica alla precedente, e ogni bottiglia racchiude l'essenza di una stagione unica e irripetibile. Il vino, testimone della natura Quando ci troviamo con un bicchiere di vino in mano, ricordiamoci che ciò che stiamo degustando non è soltanto il frutto della terra, ma è anche un racconto delle stagioni. In ogni sorso possiamo percepire l’equilibrio tra la mano dell’uomo e il ritmo della natura: l’espressione di un’annata che ha saputo regalare colori, profumi e sapori irripetibili. Quindi, la prossima volta che ammirate i colori di un vigneto autunnale, pensate a tutto quello che sta dietro a quelle foglie dorate. Ogni sfumatura rappresenta una storia, un lavoro di pazienza e passione che, mesi dopo, si trasformerà in un brindisi. 🍷 E voi? Avete un ricordo speciale legato ai vigneti in autunno o una cantina che rappresenta al meglio questa stagione? #SK #SKidea #Vino #Vigneti #Vendemmia #Autunno #WineLovers #Viticoltura #Cantine
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Quante volte i miei compagni sono stati obbligati a sentire i miei elogi sul Trentino come regione vitivinicola, stasera, mio papà mi ha lasciato scegliere il vino in occasione del cenone della vigilia, ed ho scelto un Lagrein Riserva del 2021 proveniente da vigneti selezionati nei dintorni di Appiano e Bolzano, situati a un’altitudine compresa tra i 250 e 450 metri, da abbinare ad un buon brasato d’asino. Proverò a fare una scheda degustativa descrivendo le caratteristiche organolettiche che si trovano nel mio calice: Colore Rosso rubino intenso con riflessi violacei. Profumo: Al naso si apre con note complesse e avvolgenti. Aromi predominanti: frutti di bosco maturi (mora, ribes nero, prugna). Seguono sentori speziati (pepe nero, liquirizia) e note tostate di cacao e caffè, grazie all’affinamento in legno. Gusto Struttura: Corposo e robusto, con tannini vellutati e ben integrati. Equilibrio: Freschezza piacevole data dall’acidità bilanciata, in armonia con la ricchezza alcolica. Persistenza: Lunga e intensa, con un finale che richiama note di frutta matura e spezie. La gradazione alcolica l’avevo letta già sulla bottiglia, 14 gradi.
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Amiche ed Amici buongiorno e buon sabato. Oggi parliamo di viticoltura in Sicilia e come la produzione di vino risalga a diversi millenni fa. La scoperta di residui organici individuati in alcune giare dell'età del rame nei siti preistorici di monte Kronio (Sciacca) e Sant'Ippolito (Caltagirone) ha indotto a ritenere la produzione di vino in Sicilia, tra le più antiche attestate al mondo, risalente ad almeno 6000 anni fa. In verità in alcune zone è già iniziata ed in altre, in questi giorni, si effettua la vendemmia dei vitigni rossi. Oggi in Sicilia si producono ottimi vini apprezzati nel mondo. La produzione in Sicilia ammonta a circa 6 milioni di ettolitri grazie a 110.000 ettari di vigneti di cui vini DOP 16% vini IGP 44%, vini rossi e rosati 47%, vini bianchi 53%. Con vini a denominazione di origine DOCG, DOC e IGT. Rinomato in tutto il mondo, il Nero d'avola è il principe della rinascita vinicola siciliana, è un vitigno autoctono di grande pregio. Per un miglior risultato vuole terreni poco argillosi, le sue viti sono sensibili all'eccessiva siccità ed esposizione al sole. Viene coltivato a spalliera, con densità media di 4.500 piante per ettaro. Non vi è Azienda vitivinicola siciliana che non ha nella propria produzione un nero d'avola in purezza. Molte di queste aziende siciliane sono state premiate in tutto il mondo. Valorizziamo i nostri vini! #MadeInSicily. Valorizziamo la #Sicilia #alfiodicosta #vino #sicilia #amolasicilia #ilovesicily #sicily #storia #cultura #tradizioni #enoturismo #enogastronomia #InsiemeSiPuò
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Amarone Costa delle Corone: un vino regale dall’anima autentica. Monteci presenta l’Amarone Costa delle Corone, un capolavoro nato tra le alte colline della Valpolicella Classica La Costa delle Corone si erge a 600 metri sul livello del mare, dove un terreno pietroso e le forti escursioni termiche creano le condizioni ideali per la coltivazione di uve di qualità superiore. Qui, l’azienda Monteci ha avviato un progetto coraggioso e visionario grazie alla lungimiranza della famiglia Righetti, che da cinque generazioni dedica passione e cura alla viticoltura. Un processo produttivo all’insegna della qualità L’Amarone Costa delle Corone nasce da un uvaggio selezionato di Corvina, Corvinone e Rondinella, che subisce un rigoroso processo di appassimento di circa cinque mesi. La vinificazione prevede una lunga macerazione, fermentazioni controllate in acciaio e tini di rovere, e un affinamento in botti di rovere francese da 50 ettolitri per 60 mesi, seguito da un ulteriore affinamento in bottiglia per almeno cinque anni. Questo procedimento custodisce e amplifica le proprietà organolettiche delle uve, dando vita a un vino dal colore rubino intenso con riflessi granati, e un bouquet che combina sentori di spezie, confettura di ciliegie e frutti a bacca rossa con note eteree di cuoio e tabacco. Il gusto è vellutato, complesso, elegante e di straordinaria profondità. Amarone Costa delle Corone: ambasciatore del territorio Il nome non è casuale: rappresenta l’essenza della terra che lo genera e che Monteci valorizza attraverso una produzione che rispetta la natura. Questo Amarone è un simbolo della Valpolicella Classica, perfetto per accompagnare piatti importanti come selvaggina, brasati, formaggi stagionati o il tradizionale risotto all’Amarone. Monteci: un’azienda radicata nella storia Monteci è molto più di una cantina. È l’eredità della famiglia Righetti, che dal 1925 coltiva con dedizione la terra della Valpolicella. Oggi l’azienda gestisce 250 ettari di vigneto, di cui 70 nella zona storica della Valpolicella Classica e 45 nella Lugana, producendo vini che rappresentano l’eccellenza italiana. La filosofia aziendale combina la valorizzazione delle tecniche tradizionali, come l’appassimento delle uve, con l’utilizzo di tecnologie innovative. Il lavoro degli enologi, guidati da Francesco e Stefano Righetti, è orientato a creare vini che raccontino al meglio il territorio e regalino al consumatore un’esperienza unica. Perché scegliere l’Amarone Costa delle Corone? Se siete alla ricerca di un vino che unisca tradizione, autenticità e qualità, l’Amarone Costa delle Corone di Monteci è la scelta ideale. Perfetto per momenti di convivialità, si presta anche come vino da meditazione, capace di raccontare, sorso dopo sorso, tutta la maestosità della Valpolicella. https://lnkd.in/dTzJ6x-y
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CÀ DEL VÉNT, IL VINO DI FRANCIACORTA CON LE EMOZIONI DEL VENTO Nell’est del terroir franciacortino, Cà del Vént sfida le convenzioni con autenticità e originalità, creando vini che offrono un sogno unico a chi li assapora, fatto di identità, artigianalità e rispetto per la natura Sul confine orientale della Franciacorta, esiste una realtà che sfida le convenzioni e si distingue per la sua autenticità e originalità. L’azienda si chiama Cà del Vént, “la casa del vento“, in omaggio alle brezze che accarezzano le vigne, disposte ad anfiteatro e rivolte ad ovest-sudovest, un piccolo produttore, che opera su 6,5 ettari di terreno e produce poco più di 20 mila bottiglie all’anno. La sua posizione è tanto periferica quanto straordinaria: ai Campiani di Cellatica, a 400 metri sul livello del mare, nel parco protetto delle Colline di Brescia, un’area che rientra sia nella DOCG Franciacorta. L SAPORE UNICO DI UNA SCOMMESSA VINTA Cà del Vént passa da realtà amatoriale a piccola azienda vitivinicola nel 2006 e avvia un progetto di microzonazione, che si conclude nel 2011, da cui emerge che i terreni calcarei e argillosi su cui sono posizionate le vigne di proprietà sono arricchiti da un sistema di surgive sotterranee che alimentano ben undici differenti microzone. La gamma di spumanti proposti, infatti, è denominata VSQ, ovvero “vino spumante di qualità”, quindi non più vini a denominazione di origine, ma vini prodotti secondo un personale percorso, che, nel caso di Cà del Vént, è anche più esigente rispetto ai disciplinari, ma più “libero”, ispirato da sensibilità e istinto che include fermentazioni e affinamenti ossidativi, e la spumantizzazione di uve come cabernet sauvignon e merlot non incluse nel disciplinare Franciacorta.LE LINEE DI CÀ DEL VÉNT… L’azienda produce anche vini rossi che pur rientrando nella denominazione Cellatica DOC, analogamente agli spumanti, sono volutamente declassata a Vino Rosso, e, al di là delle formalità di etichetta, presenta prodotti dalla grande identità e capacità espressiva che non temono l’invecchiamento. Provare il Farfallesco 2015, un blend di barbera, marzemino, schiava gentile, Incrocio Terzi n°1 (barbera e cabernet franc) o il Duemilaquindici Cabernet Sauvignon per credere. Nel campo dei metodi classici, l’azienda usa solo lieviti indigeni, sostituisce lo zucchero di canna con mosto d’uva biologico per la presa di spuma e per la ricolmatura non usa dosaggi zuccherini e liqueur d’expédition, ma vino di altre bottiglie dello stesso lotto. Questo approccio alla ricolmatura dà vita ai cosiddetti spumanti Pas Operé, diversi dai Pas Dosé, la cui classificazione dipende dal contenuto finale di zucchero, ma che comunque contemplano l’aggiunta di un liqueur d’expedition, mentre il termine “Pas Operè” indica, come detto sopra, una ricolmatura con vino di altre bottiglie dello stesso lotto, senza aggiunta di né di zuccheri nè di liqueur d’expedition.
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InvecchiatIGP: Maremma Toscana Gessaia Sauvignon 2011 Montauto. L'articolo InvecchiatIGP: Maremma Toscana Gessaia Sauvignon 2011 Montauto proviene da Lavinium. Prendi la macchina e, passando da vie traverse, fai un lungo viaggio fino ai dintorni di Manciano, tra le colline ondulate della Maremma interna, per assaggiare il Poggio del Crine, ossia il Pinot Nero e il Sauvignon Toscana IGT da vigne vecchie della Tenuta Montauto (sì, ne valeva oggettivamente la pena), quasi nascosta tra i boschi e le pieghe di una campagna profonda. Quella dell’azienda, oggi condotta da Riccardo Lepri, viticoltore di terza generazione, è una curiosa storia di tradizioni, di intuizioni, di applicazione imprenditoriale e di destini incrociati che, avendo spazio, andrebbe raccontata a parte. Tu arrivi e fai diligentemente il tuo mestiere, saltabeccando tra una decina di campioni molto intriganti e cercando di non distrarti al pensiero che dopo, terminato il lavoro, ti metterai a tavola in relax e di campioni ne assaggerai anche altri, abbinati però ai piatti di Valeria Piccini, alias Caino. A un certo punto, tuttavia, quasi alla fine della seduta di degustazione – e con una certa nonchalance – ti versano nel bicchiere il Gessaia Maremma Toscana Doc. Spiegano che è il Sauvignon aziendale “d’ingresso”, come si usa dire. Quello dell’annata 2023 attualmente in commercio, per capirsi, è un prodotto ottimo e godibile che costa meno di 20 euro. Solo che quello che ti trovi davanti non è più in vendita da un pezzo: è infatti del 2011 e non è ciò che ti aspetti. Innanzitutto il vino ha un bel colore di oro carico, ma nemmeno troppo. La sorpresa aumenta quando ci metti il naso dentro: avverti subito una nota intensa e profonda, con un marcato sentore pepato, una varietalità affinata, anzi direi rastremata o resa perfino acuminata dagli anni, nonché una vitalità generale che, considerata l’età del vino, era abbastanza imprevedibile. In bocca il sorso non è lunghissimo, ma ha una sapidità e un’acidità che lo sostengono, rendendo la bevuta tesa, coinvolgente, quasi eterea. A dimostrazione (lo so, è un refrain di noi IGP) che, se si sa aspettare o, più banalmente, ci si dimentica di averli, certi bianchi sono in grado di rallegrarti lo spirito anche dopo molti anni di sonno tra le scansie più nascoste della cantina. Fino a qualche tempo fa, chi mai l’avrebbe sostenuto? Stefano Tesi L'articolo InvecchiatIGP: Maremma Toscana Gessaia Sauvignon 2011 Montauto proviene da Lavinium. https://lnkd.in/dyW4d5hz
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La qualità del vino dipende anche dalla cura delle uve durante la vendemmia 🍇 🍾 Come preservare l’uva dall’ossidazione, soprattutto duranti le fasi critiche come il trasporto dal vigneto alla cantina, nelle tramogge di ricevimento dell’uva, nella pigiadiraspatura e nella pressatura? ❗️ Ghiaccio secco e neve carbonica possono aiutarti a creare atmosfere prive di ossigeno e modeste refrigerazioni. Quale opzione si adatta meglio alla tua realtà agricola? Come organizzare l’approvvigionamento di #ghiacciosecco o impiegare #nevecarbonica? 🔎 Nella nostra mini-guida trovi tutto quello che ti serve per prepararti al meglio alla prossima vendemmia: https://lnkd.in/dv3MWCZr #SIAD #SIADisEverywhere #enologia #vendemmia
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Come sarà la vendemmia 2024 in Toscana Il 2024 si sta rivelando un anno interessante per la viticoltura in Toscana, quest'anno la regione ha beneficiato di un inverno mite, seguito da una primavera con temperature moderate e precipitazioni ben distribuite. Questo ha favorito una buona fioritura e allegagione, con grappoli ben formati e uniformi. L'estate è stata caratterizzata da temperature elevate ma senza eccessi estremi, intervallate da piogge occasionali che hanno aiutato a mantenere un adeguato livello di umidità nel suolo. Tuttavia, alcune zone come la Maremma e il Chianti hanno dovuto affrontare periodi di siccità, richiedendo un'irrigazione supplementare per garantire la salute delle viti. La maturazione dell'uva sta procedendo regolarmente, con livelli di zuccheri in aumento e un'acidità che si sta gradualmente bilanciando. Con la vendemmia prevista tra fine agosto e settembre, i viticoltori toscani sono ottimisti riguardo alla qualità dell'uva che raccoglieranno. I grappoli si presentano sani, con acini ben sviluppati e un buon rapporto tra zuccheri e acidità. Questo lascia presagire una produzione di vini equilibrati, con un potenziale aromatico ricco e complesso. In alcune aree della Toscana, l'irregolarità delle piogge ha portato a una gestione più attenta dell'irrigazione e della protezione delle viti da stress idrico. Inoltre, la gestione delle malattie della vite, come l'oidio e la peronospora, ha richiesto un monitoraggio costante e trattamenti tempestivi. D'altra parte, l'andamento climatico favorevole ha aperto opportunità per sperimentazioni e innovazioni in vigna. Molti viticoltori toscani stanno adottando pratiche sostenibili, come l'uso di coperture vegetali e la gestione integrata delle risorse, per migliorare ulteriormente la qualità delle uve e preservare l'ambiente. La Toscana è una regione con una notevole varietà di terroir e microclimi, che influenzano diversamente lo sviluppo delle uve. Come stanno andando alcune delle principali aree vinicole? Chianti Classico: Grazie a una primavera favorevole e un'estate equilibrata, le uve Sangiovese stanno maturando bene, promettendo vini con buona struttura e complessità aromatica. Montalcino: Le viti di Brunello stanno beneficiando di un clima stabile, con grappoli che mostrano una grande concentrazione di zuccheri e tannini ben sviluppati. Bolgheri: Le varietà internazionali come Cabernet Sauvignon e Merlot stanno rispondendo positivamente alle condizioni climatiche, con previsioni di vini rossi potenti e eleganti. Maremma: Nonostante alcune difficoltà dovute alla siccità, le uve stanno raggiungendo un buon equilibrio, con aspettative di vini freschi e fruttati. Il 2024 promette di essere un'annata di successo per la viticoltura in Toscana. Le condizioni climatiche finora favorevoli e la cura dedicata dai viticoltori suggeriscono che il vino prodotto quest'anno avrà un'elevata qualità, con vini equilibrati e ricchi di carattere.
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Nella valle che culla le nostre vigne, dove le colline s'innalzano come custodi di antiche storie, nasce il Pietralbero 2021, un vino che parla della terra da cui proviene e delle mani che l'hanno plasmato. Questa creazione è il frutto dell'armoniosa collaborazione tra Paolo Marchi e Federico "Fred" Marconi, alias Wineavocado, un connubio che esalta il patrimonio vitivinicolo della nostra regione. Fred è animato dalla passione vivace per i vini che rispecchiano l'essenza pura del frutto e si è avvicinato a Paolo con un'idea chiara: creare un vino che fosse un vero e proprio ritratto del territorio, senza l'ombra del legno a modellarne il carattere. L'intento era quello di produrre un vino che mantenesse una freschezza sorprendente, capace di evocare in ogni sorso le vivaci esperienze sensoriali offerte dalle nostre terre. Il Pietralbero 2021 è un assemblaggio accurato di 45% Sangiovese, 45% Ciliegiolo e 10% Cabernet Franc. Ogni varietà contribuisce al carattere unico di questo vino: il Sangiovese apporta la sua struttura classica e note vivaci di frutti rossi, il Canaiolo, meno conosciuto, ma profondamente radicato nella Toscana viticola, offre morbidezza e aromi floreali, mentre il Cabernet Franc introduce una freschezza raffinata, con sfumature speziate e floreali. La decisione di non affinare il Pietralbero in legno è stata determinante. Paolo e Fred hanno voluto che ogni sorso riflettesse le qualità originali dell'uva, quelle caratteristiche che solo una maturazione attenta e rispettosa può esaltare. Questo processo ha richiesto un dialogo costante e una profonda comprensione delle aspettative di Fred, trasformate dalla competenza tecnica di Paolo in realtà. La vinificazione è stata seguita con scrupolo, con fermentazioni gestite per preservare l'integrità aromatica delle uve e per garantire che il profilo finale esprimesse pienamente le peculiarità di ogni varietà e del blend nel suo complesso. Il risultato è un vino di grande personalità, che si distingue per la sua vivacità e freschezza, pronto a essere apprezzato da chi cerca nel vino un racconto fedele di un terroir irripetibile. Il Pietralbero 2021 non è solo un vino, è una dichiarazione d'intenti, un manifesto che celebra la purezza del frutto e l'integrità del nostro lavoro. Ogni bottiglia racchiude la storia di una collaborazione che ha saputo mettere in primo piano la natura e l'espressione più autentica del nostro territorio. #sangiovese #canaiolo #cabernetfranc #pietralbero #wineavocado #topwines #pmwineconsulting #winemaker #paolomarchi76
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Vendemmia 2024: un’annata positiva per le terre del Fantini Group. Dall’Abruzzo alla Sicilia, fino alla Spagna, le uve del Meridione regalano grandi soddisfazioni: ecco il bilancio di una stagione calda e generosa Dal caldo luglio siciliano fino al fresco ottobre lucano, la vendemmia del 2024 si è rivelata un percorso complesso e soddisfacente per le terre del Fantini Group, la storica azienda vitivinicola fondata da Valentino Sciotti ad Ortona. Un’annata segnata da un’estate calda e siccitosa, ma che ha comunque garantito ottimi risultati in termini di qualità delle uve. Abruzzo: un ritorno alla qualità dopo il difficile 2023 L’Abruzzo ha affrontato un’estate calda che ha portato a un anticipo della raccolta di due settimane, garantendo però uve sane e di qualità. La produzione, seppur ridotta del 30%, promette vini bianchi e rosati freschi e aromatici, con rossi caratterizzati da note di frutta rossa e gradazioni alcoliche più equilibrate rispetto agli anni precedenti. Basilicata: l’Aglianico protagonista di una vendemmia lenta e preziosa L’annata lucana è stata influenzata da un clima caldo e asciutto, che ha anticipato il ciclo vegetativo delle viti. L’Aglianico del Vulture, raccolto a fine ottobre, ha raggiunto una maturazione ottimale, con tannini maturi e una gradazione alcolica di circa 14%. Anche i bianchi e i rosati hanno mantenuto una qualità elevata, grazie a un’attenta selezione dei grappoli. Puglia: bianchi e rosati di grande freschezza La Puglia ha iniziato la vendemmia il 22 luglio con i bianchi, seguiti dai rosati e, successivamente, dai rossi. La siccità ha ridotto i volumi di produzione, ma ha favorito una maturazione fenolica completa. I bianchi risultano freschi e minerali, i rosati complessi e sapidi, mentre i rossi del 2024 promettono intensità aromatica e tannini vellutati. Sicilia: complessità aromatica e un leggero aumento produttivo Nonostante un’estate rovente, la Sicilia si è distinta per la qualità eccellente delle sue uve. Con un aumento della produzione del 5% rispetto al 2023, i vini bianchi si prospettano minerali e fruttati, mentre i rossi offriranno note intense di frutta rossa, mantenendo una grande complessità organolettica. Toscana: freschezza e longevità per i vini del 2024 In Toscana, un’estate calda seguita da un settembre piovoso ha permesso una maturazione equilibrata delle uve. I vini bianchi e rossi si presentano freschi, fruttati e con un corredo polifenolico importante, promettendo longevità e armonia. Spagna: eleganza e intensità dai vigneti Fantini Le vigne spagnole del Fantini Group hanno beneficiato di un microclima favorevole che ha mitigato il caldo estremo. I bianchi, come il Verdejo, spiccano per freschezza e aromi tropicali, mentre i rossi Tintorera e Monastrell vantano intensità e complessità, grazie a un clima equilibrato nella seconda metà di settembre. https://lnkd.in/dFmw7S_4
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Autunno, tempo di vendemmia: un rito millenario 🍂 In autunno, il mondo del vino si riunisce attorno alla vendemmia, un momento cruciale che rappresenta la sintesi del lavoro di un intero anno. È il tempo in cui la natura e la maestria umana si incontrano, trasformando uve pregiate in vini che porteranno con sé sapori e profumi inconfondibili. Per molte cantine, la vendemmia non è solo un processo produttivo, ma un rito millenario, carico di significati simbolici e culturali. Dietro ogni vendemmia si nasconde una storia di passione, cura e dedizione, tramandata di generazione in generazione. Il legame tra la terra e l’uomo si riflette nel lavoro manuale, nelle scelte agronomiche, e nel rispetto per i cicli naturali. Ogni bottiglia che ne deriva racchiude un po’ dell’essenza di questa stagione: il calore delle giornate d’autunno, il profumo della terra bagnata e l’energia del raccolto. 🍇 Ma la vendemmia è anche un momento di trasformazione e innovazione. Le tecniche moderne si affiancano alla tradizione per garantire che i vini prodotti siano sempre più raffinati, autentici e adatti a soddisfare i gusti internazionali. L’equilibrio tra tradizione e innovazione è fondamentale per conquistare nuovi mercati e raccontare al mondo la ricchezza del nostro patrimonio enologico. 🍷 Come vivete voi la vendemmia? Ogni azienda, ogni vigneto ha la sua storia unica da raccontare. Che sia un momento di festa condivisa, un rituale intimo con la propria terra, o un’occasione per mostrare al mondo la qualità e la cura dietro ogni bottiglia, siamo curiosi di conoscere come celebrate questo importante passaggio. Per noi di Skidea, è un privilegio accompagnare le realtà del settore vinicolo in questo percorso, aiutandole a tradurre non solo le parole, ma anche le emozioni, le storie e la cultura che rendono il vino italiano così speciale. #sk #vendemmia #vino #internazionalizzazione #tradizione #innovazione #autunno #Skidea
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