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Slitta ancora l’approvazione del disegno di legge sulla rete di distribuzione dei carburanti, con le organizzazioni dei gestori che hanno evocato lo stop di tutti gli impianti e manifestazioni contro quella che definiscono "la più incauta e peggior riforma da quando in questo Paese sono cominciati i rifornimento ai veicoli".   Nella bozza del testo, che punta a regolare i rapporti dei punti vendita con le aziende petrolifere e a incoraggiare la riconversione verso la mobilità green, sono previsti ad esempio incentivi fino a 60mila euro per coprire il 50% delle spese per le colonnine di ricarica e un Fondo per la trasformazione della rete carburanti verso la mobilità elettrica, con una dotazione di 47 milioni di euro l'anno per il 2025, il 2026 e il 2027.   Per Unem (l’Unione energie per la mobilità), associazione delle aziende del settore petrolifero, il testo è "un passo importante per la razionalizzazione della rete". Un provvedimento che ci "distrugge", dicono invece Faib Confesercenti, Fegica e Figisc/Anisa Confcommercio, "per premiare le compagnie petrolifere" con una precarizzazione dei contratti tra queste e i gestori. Prossimo appuntamento il 10 settembre al Mimit.

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