Ciclicamente, in alcuni settori dell’opinione pubblica e dei media, torna a fare capolino il concetto per cui gli indennizzi di cui hanno beneficiato i risparmiatori colpiti dal collasso delle ex popolari italiane, Veneto banca e Banca popolare di Vicenza in primis, siano una sorta di mancia o peggio di regalia non dovuta. Al di là delle finalità ultime che muovono chi mette in circolazione tali sciocchezze, va ribadita una cosa lapalissiana. Quei ristori sono previsti da una legge dello Stato che è stata votata dal Parlamento e che ha avuto anche l’avallo dell’Unione europea. Dopo i crac bancari è stato riconosciuto come i risparmiatori, su base massiva, fossero stati fatti bersaglio di pratiche illecite proprio da chi in seno alle banche proponeva l’acquisto di azioni sulle quali già pendeva lo spettro della debacle: il tutto mentre gli organi di vigilanza italiani non si accorgevano del disastro incombente che nel Nordest ha bruciato una dozzina di miliardi: che in tantissimi casi significa il frutto di una vita di sacrifici. Non solo con la liquidazione forzata e la regalia a Banca Intesa voluta dal Governo di allora ci è stata tolta ogni possibilità di rivalerci sugli istituti in crisi e il loro patrimonio è stato assegnato alle lca che rispondono e rimborseranno le garanzie del Governo. Tutto questo spiega e giustifica il fondo indennizzo fir che la nostra associazione di volontari ha fortemente voluto. Di recente uno straordinario film con Antonio Albanese, Cento domeniche, ha portato al cinema lo stesso tipo di dramma. Invitiamo opinion maker, analisti, giornalisti più o meno di grido e funzionari ministeriali ammaliati dall’idea di una facile carriera, che non hanno capito questi elementari concetti, a vedere il film. Magari capiranno. E se non capiranno allora è perché non vogliono. Il Fir poi resta una pietra miliare legge unica in italia ed in Europa in risposta alla folle normativa anti-meritocratica del bail-in.
Post di Sondra Ferri Marini
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Ho sempre scritto, fuori la politica da LinkedIn. Questa volta chiedendo scusa in anticipo, non posso non evidenziare a prescindere dall'argomento, del fatto che sia giusto o meno ciò che si intende fare, devo commentare negativamente l'iniziativa per come è stata posta. Pur di raccattare qualche voto, i grillini si sono posti come soggetto politico che affianca una potenziale class action sugli extra profitti facendo leva sul art.118 comma 4 del Tub, che recita : -Le variazioni dei tassi di interesse adottate in previsione o in conseguenza di decisioni di politica monetaria riguardano contestualmente sia i tassi debitori che quelli creditori, e si applicano con modalità tali da non recare pregiudizio al cliente. L'iniziativa, portata avanti dall'Adusbef, anch'esso ormai un soggetto politico anche se si propone come difensore dei risparmiatori. Faranno leggere il testo dell'articolo quando propongono di far firmare la CLASS ACTION? Chissà. Determinare se questo è giusto non è compito mio, saranno i vari tribunali se la questione va avanti a deciderlo. Tuttavia mi preme evidenziare che i risparmiatori, hanno diverse armi da esercitare per evitare di dover fare questa o quella causa, contro il sistema Bancario. Basta essere un po' attenti, così come fanno quando acquistano un cellulare o altri acquisti non proprio fondamentali per la vita quotidiana. Esiste poi la facoltà di cambiarla la banca o il soggetto che gli ha dato credito. Pur di giustificare la loro esistenza spesso le associazioni di categoria ed ora anche la politica si pone come risolutore di problemi. Vedremo come finirà.
Undici banche e reti nel mirino di una class action sugli extraprofitti
citywire.com
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COME SE NULLA FOSSE ACCADUTO, CONTINUANO A VIVERE NELLE LORO VILLE E PROPRIETÀ SOTTO SEQUESTRO Otto anni sono passati dal crollo di Veneto Banca e Popolare di Vicenza, un'epoca segnata da ingiustizie finanziarie che hanno lasciato cicatrici profonde nei risparmiatori. Nel 2013-2015, Bankitalia e Bce svelarono le gravi irregolarità nelle banche: concessione di prestiti senza garanzie a favore degli amici, promozione delle azioni proprie come operazioni a rischio zero e falsificazione dei profili dei clienti. Il 2016 vide il crollo, azioni annientate, e perdite totali di oltre 11 miliardi di euro. Il governo Gentiloni, nel 2017, evitò il collasso delle banche con la liquidazione coatta, ma il salvataggio coinvolse un aiuto statale di 4,7 miliardi per Banca Intesa e altri 6 miliardi in garanzie. Gli azionisti, inizialmente, ottennero il 15% del valore delle azioni nel 2017, ma poi intervenne il governo Conte con il Fir: Fondo Indennizzo Risparmiatori. Un miliardo e mezzo di euro, proveniente da depositi dormienti, fu utilizzato per rimborsare 129.412 investitori. Il processo di rimborso ha coinvolto la Consap, che ha gestito i rimborsi per conto del Ministero dell'Economia e delle Finanze. I beneficiari includevano persone fisiche, imprenditori, associazioni e microimprese, ma non i "professionisti" del settore o i vertici bancari. Il risultato finale è che risparmiatori delle due banche venete hanno ricevuto quasi l'80% dei conti dormienti, mentre altri risparmiatori di nove banche "risolte" hanno condiviso il restante 20%. Il totale dell'operazione è stato di 1.353.832.529 euro, lasciando circa 150 milioni non spesi. Gli azionisti vorrebbero anche quest'ultima fetta. Nel frattempo, i responsabili delle frodi hanno affrontato la giustizia: Vincenzo Consoli e Gianni Zonin hanno ricevuto condanne, ma la prescrizione ha ridotto le loro pene. Questa vicenda riflette il lato oscuro della giustizia finanziaria in Italia, dove le colpe dei potenti spesso si scontrano con la lentezza e le limitazioni del sistema legale. È un amaro ritratto di un paese in cui i cittadini onesti ricevono solo briciole da un sistema corrotto, mentre i responsabili delle ingiustizie continuano a vivere nelle loro ville e proprietà sotto sequestro. La malagiustizia in Italia è un problema sistemico che necessita di una riflessione approfondita e di azioni concrete per garantire equità e responsabilità. (A. Battantier, Italien Néandertalien)
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2004-2024 venti anni di causa per avere il giusto riconoscimento del nostro lavoro!!! Quando si parla di investimenti finanziari il tema è sempre delicato, perché si parla di soldi e le persone sono molto sensibili su questo argomento. Quando poi si parla di investimenti che hanno generato perdite il tema è ancora più delicato perché è facile la vittimizzazione dell'investitore e la demonizzazione dell'intermediario finanziario. Non è facile difendere le Banche in questa materia, perché per i giudici è più facile accogliere la domanda del risparmiatore e condannare l'intermediario, piuttosto che accogliere le difese della Banca e riconoscere le responsabilità dell'investitore. Anche perché quando l'investimento va bene nessuno ne parla, ma quando l'investimento va male, allora è "certamente colpa dell'intermediario"! Nel caso che lo Studio Legale Malagrida & Leopoldo ha seguito per 20 anni, abbiamo dovuto difendere la Banca nostra cliente e due suoi dipendenti per un investimento in bond Parmalat che alcuni investitori avevano effettuato. Abbiamo ricostruito con tutti i necessari documenti l'intera vicenda, dimostrando le capacità reddituali degli investitori, la loro precedente esperienza, la loro conoscenza del mercato, le plusvalenze ottenute, il loro profilo di rischio adeguato, la loro volontà più volte espressa di voler investire in quei prodotti finanziari e non in altri più sicuri e meno redditizi. Contemporaneamente abbiamo dimostrato la diligenza degli intermediari e l'elevato grado di competenza e professionalità con cui gli operatori avevano lavorato. Abbiamo vinto in primo e secondo grado, ma c'era il rischio di un ribaltamento in Cassazione.......e invece....... vittoria anche nell'ultimo grado di giudizio e la gioia di poter mettere la parola "FINE" a 20 anni di contenzioso. Ilaria Malagrida #banche #investimenti #bond #giustizia #avvocati #professionilegali
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Nel grafico allegato la linea blu rappresenta l'andamento di uno dei tanti fondi che vengono venduti nelle banche con la dicitura di una data di scadenza. Nello specifico questo fondo è scaduto a settembre del 2024 ed è stato lanciato nel 2019. Quindi si tratta di un'operazione della durata di 5 anni. Apparentemente tutto sembra semplice e comprensibile. Aspetto 5 anni e guadagno qualcosa. La data di scadenza può far pensare che il capitale sia garantito o protetto invece, purtroppo, l'epilogo può essere diverso. Ho una penna che uso per far sottoscrivere i contratti dei miei assistiti e sopra c'è scritto "non firmare se non hai compreso". Credo che questa penna la dovrebbero avere tutti a portata di mano. #federicomalato #consulentefinanziario
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🟢 𝗔𝘀𝘀𝗶𝗰𝘂𝗿𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶, 𝗖𝗼𝗹𝗼𝗺𝗯𝗮𝗻𝗶: 𝗽𝗼𝗹𝗶𝘇𝘇𝗲 𝗰𝗮𝘁𝗮𝘀𝘁𝗿𝗼𝗳𝗮𝗹𝗶 𝗳𝗼𝗻𝗱𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗮𝗹𝗶 𝗽𝗲𝗿 𝗹𝗮 𝗰𝗮𝘀𝗮, 𝘀𝗲𝗿𝘃𝗼𝗻𝗼 𝗽𝗿𝗲𝘇𝘇𝗶 𝗯𝗮𝘀𝘀𝗶 𝗲 𝗶𝗻𝗱𝗲𝗻𝗻𝗶𝘇𝘇𝗶 𝗿𝗮𝗽𝗶𝗱𝗶 L’industria finanziaria italiana sta affrontando una fase di veloce e profonda trasformazione spinta da un quadro regolamentare europeo che consente di ridurre l’assorbimento di capitale nel caso di acquisizione di compagnie di assicurazione da parte di conglomerati finanziari. Lo ha dichiarato 𝗶𝗹 𝘀𝗲𝗴𝗿𝗲𝘁𝗮𝗿𝗶𝗼 𝗴𝗲𝗻𝗲𝗿𝗮𝗹𝗲 𝗙𝗶𝗿𝘀𝘁 𝗖𝗶𝘀𝗹 𝗥𝗶𝗰𝗰𝗮𝗿𝗱𝗼 𝗖𝗼𝗹𝗼𝗺𝗯𝗮𝗻𝗶 durante il Comitato esecutivo nazionale riunitosi oggi. Si è mossa poco tempo fa Banco Bpm in questa direzione, Unicredit ha dato l’annuncio recentemente, altri, di sicuro sfrutteranno il cosiddetto 𝘋𝘢𝘯𝘪𝘴𝘩 𝘤𝘰𝘮𝘱𝘳𝘰𝘮𝘪𝘴𝘦 che consente pure l’acquisto di società di asset management sempre da parte di conglomerati finanziarie attraverso la/le società assicurative che ne fanno parte. È il cosiddetto 𝘋𝘢𝘯𝘪𝘴𝘩 𝘤𝘰𝘮𝘱𝘳𝘰𝘮𝘪𝘴𝘦 al quadrato - ha sottolineato Colombani - Intesa Sanpaolo è stata la prima qualche anno fa ad inaugurare il nuovo modello di servizio, superando il modello di banca-assicurazione fondato su accordi commerciali tra compagnie di assicurazione e banche. Alle grandi trasformazioni descritte si accompagna la rinnovata centralità dell’attività di assicurazione in sé. In particolare, abbiamo due grandi temi da gestire: la crescita della domanda servizi relativi alla salute e quella della protezione delle case da eventi calamitosi e catastrofali. Riguardo a quest’ultima fattispecie di protezione - ha concluso - saranno decisive le scelte della politica per garantire prezzi bassi ed indennizzi rapidi. C’è bisogno, infatti, di migliorare molto la percentuale di abitazioni protette da rischi catastrofali, ferma al 6%, e di farlo velocemente.
Assicurazioni, Colombani: polizze catastrofali fondamentali per la casa, servono prezzi bassi e indennizzi rapidi
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I dipendenti e i clienti al dettaglio delle banche, quelli più colpiti dalla crisi, quelli a volte turlupinati da prodotti opachi o da aumenti di capitale mirati a scaricare sul risparmiatore il rischio di insolvenza dell’istituto, prima o poi la dovranno smettere di guardarsi in cagnesco, di diffidare gli uni degli altri, e comprendere che devono fare un pezzo di strada insieme. Prima succede, meglio è. Prima le associazioni di tutela dei consumatori la smettono di dare dei ladri ai bancari, meglio è. Prima i sindacati dei lavoratori la smettono di considerare i consumatori e le loro associazioni come dei nemici, meglio è. Se non si troverà il modo di saldare gli interessi dei due stakeholders deboli, ovvero clienti al dettaglio (rappresentati dalle loro associazioni e anche dalle istituzioni del territorio) e dipendenti, contro lo strapotere dello stakeholder forte (il capitale di rischio), il futuro delle fusioni bancarie sarà fonte di progressive espulsioni dal mercato dei lavoratori, di ulteriori restrizioni nell’erogazione di credito e di nuovi scandali finanziari.
Gruppo Bper: bancari e clienti di tutto il mondo, unitevi
fisac-cgil.it
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🟢 𝗔𝘀𝘀𝗶𝗰𝘂𝗿𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶, 𝗖𝗼𝗹𝗼𝗺𝗯𝗮𝗻𝗶: 𝗽𝗼𝗹𝗶𝘇𝘇𝗲 𝗰𝗮𝘁𝗮𝘀𝘁𝗿𝗼𝗳𝗮𝗹𝗶 𝗳𝗼𝗻𝗱𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗮𝗹𝗶 𝗽𝗲𝗿 𝗹𝗮 𝗰𝗮𝘀𝗮, 𝘀𝗲𝗿𝘃𝗼𝗻𝗼 𝗽𝗿𝗲𝘇𝘇𝗶 𝗯𝗮𝘀𝘀𝗶 𝗲 𝗶𝗻𝗱𝗲𝗻𝗻𝗶𝘇𝘇𝗶 𝗿𝗮𝗽𝗶𝗱𝗶 L’industria finanziaria italiana sta affrontando una fase di veloce e profonda trasformazione spinta da un quadro regolamentare europeo che consente di ridurre l’assorbimento di capitale nel caso di acquisizione di compagnie di assicurazione da parte di conglomerati finanziari. Lo ha dichiarato 𝗶𝗹 𝘀𝗲𝗴𝗿𝗲𝘁𝗮𝗿𝗶𝗼 𝗴𝗲𝗻𝗲𝗿𝗮𝗹𝗲 𝗙𝗶𝗿𝘀𝘁 𝗖𝗶𝘀𝗹 𝗥𝗶𝗰𝗰𝗮𝗿𝗱𝗼 𝗖𝗼𝗹𝗼𝗺𝗯𝗮𝗻𝗶 durante il Comitato esecutivo nazionale riunitosi oggi. Si è mossa poco tempo fa Banco Bpm in questa direzione, Unicredit ha dato l’annuncio recentemente, altri, di sicuro sfrutteranno il cosiddetto 𝘋𝘢𝘯𝘪𝘴𝘩 𝘤𝘰𝘮𝘱𝘳𝘰𝘮𝘪𝘴𝘦 che consente pure l’acquisto di società di asset management sempre da parte di conglomerati finanziarie attraverso la/le società assicurative che ne fanno parte. È il cosiddetto 𝘋𝘢𝘯𝘪𝘴𝘩 𝘤𝘰𝘮𝘱𝘳𝘰𝘮𝘪𝘴𝘦 al quadrato - ha sottolineato Colombani - Intesa Sanpaolo è stata la prima qualche anno fa ad inaugurare il nuovo modello di servizio, superando il modello di banca-assicurazione fondato su accordi commerciali tra compagnie di assicurazione e banche. Alle grandi trasformazioni descritte si accompagna la rinnovata centralità dell’attività di assicurazione in sé. In particolare, abbiamo due grandi temi da gestire: la crescita della domanda servizi relativi alla salute e quella della protezione delle case da eventi calamitosi e catastrofali. Riguardo a quest’ultima fattispecie di protezione - ha concluso - saranno decisive le scelte della politica per garantire prezzi bassi ed indennizzi rapidi. C’è bisogno, infatti, di migliorare molto la percentuale di abitazioni protette da rischi catastrofali, ferma al 6%, e di farlo velocemente.
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«Dove vanno a finire i palloncini che sfuggono di mano ai bambini» cantava Renato Rascel nel ’56. E se quei palloncini fossero i Non performing loans, i crediti inesigibili? Ecco. Dove vanno? La catena non è corta: si comincia dall’originator (la banca) che li vende, gli Special purpose Vehicles (le “scatole” societarie) che li acquistano con la liquidità che si procurano emettendo obbligazioni, i servicer che li gestiscono, eppoi gli obbligazionisti: cioè coloro che acquistano i titoli nati da questa “catena del disvalore”, puntando sul loro tasso di recupero. Cercasi trasparenza. Sino al servicer è quasi tutto chiaro. Quando si passa però agli obbligazionisti si alza la nebbia. Sì perché spesso questi bond holder sono soggetti che nascono nei paradisi fiscali legali del nord Europa che però sono di proprietà di società domiciliate nei più remoti paradisi fiscali e penali del mondo (Cayman, British Virgin Island, Bahamas, oggi c’è pure Dubai). Dunque nessuno sa esattamente chi siano i beneficiari effettivi, coloro che, di fatto, detengono nelle proprie mani centinaia di miliardi di euro di Npl. «E che, si badi bene – chiarisce Giovanni Pastore, presidente dell’associazione Favor debitoris – attraverso i comitati degli obbligazionisti hanno pure diritto di veto rispetto a possibili tentativi di conciliazioni transattive tra debitori e servicer, di fatto un diritto di vita o di morte su queste posizioni». Continua......
Debito e finanza. La Babele del credito inesigibile (e di quello ancora in bilico)
https://www.devita.law
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La Gacs val bene un prestito Sarebbe singolare se lo stato italiano per primo non fosse trattato secondo il nuovo CCII e quindi ecco le banche prestargli 3.5bl in nuova finanza prededucibile nel prossimo triennio. Peccato che, conti alla mano, questo potrebbe essere più o meno il valore delle Gacs da escutere a scadenza tra il 2036 ed il 2039. Ci sono infatti ca. 10bl di bond senior garantiti dal mef e pensare che la generosa opera di collection dei servicer (tra l'altro sono stati scelti i più scarsi storicamente) possa ripagare più del 60-70% è vera utopia. Ma allora perché non togliere oggi subito la Gacs, risparmiare questi soldi nelle finanziarie dei nostri figli e far accusare una piccola perdita di valore alle stesse banche che detengono i bond e mi stanno prestando i soldi? Ah...perché politicamente il 2036 è irrilevante. Giusto. E allora caro Giorgetti continua così e noi ci teniamo un mercato degli npl impallato e che perde valore per tutti gli stakeholders, debitori così cari a te, in primis.
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Avvertenza: chi non ha letto il mio post di ieri, lo faccia. Perché il mitico Roaring Kitty nottetempo ha reso nota una posizione long da 180 milioni di dollari su Gamestop, di cui 65 in opzioni call giugno con strike a 20 dollari. Alla faccia del retail trading, insomma. Ora capite il nervosismo di UBS. Ma veniamo all'oggi. Un oggi che vede "La Repubblica" annunciare l'addio del ministro Giorgetti. A dire il vero, il primo a farlo era stato 24 ore prima Luigi Bisignani su "Il Tempo". Ancorché nascosto a fine articolo. Il noto faccendiere spiega quale sarebbe il vero timore del MEF, tale da spingere il titolare a gettare la spugna: 300 miliardi di crediti delle banche garantiti da Sace e Mediocredito Centrale a rischio. Attraverso "Garanzia Italia" e "Fondo di Garanzia PMI", a partire dal 2020 hanno prestato garanzie alle banche che concedevano finanziamenti a imprese con coperture dal 90 al 70%, in base a fatturato e dipendenti. A detta di Bisignani, "la cosa sembra però essere sfuggita di mano perché è continuata ben oltre il termine dell’emergenza pandemica. Un’altra bomba quindi sui conti dello Stato pronta a deflagrare e a far saltare in aria il bilancio pubblico". Eco sugli altri media? Zero. Ora, l'articolo-lettera di Bisignani è in perfetto stile Bisignani. Ovvero, guano politico in abbondanza messo in favore di ventilatore. Tutto in direzione PD-5 Stelle, ovviamente. D'altronde, fonte e organo di stampa non hanno mai nascosto il loro orientamento. E ormai siamo alla vigilia del weekend elettorale per le Europee. Tempo che gli scheletri negli armadi e i dossier nei bauli saltino fuori. Nulla di nuovo. Ma quanto è reale e quanto invece è elettoralmente esagerata la denuncia di Bisignani? Il quale certamente non è Francesco Pazienza ma nemmeno l'ultimo dei mitomani di un sito di gossip. Le stanze romane le conosce. E le frequenta, da sempre. Anche e soprattutto quelle in cui i segreti dormono. E, a volte, vengono generati dal nulla. E ad hoc. Fosse vero, cosa dovremmo pensare rispetto al redde rationem sui conti pubblici atteso per l'autunno? Davvero non ci sarà Manovra correttiva, come promesso non più tardi di un mese fa dallo stesso Giorgetti? Nel mio piccolo, l'ho detto da subito: il flop del BTP Valore ha fatto a capire al MEF che il livello massimo di trasferimento di rischio Paese dal sistema bancario al Signor Rossi è stato raggiunto. Ora dipende tutto dalla BCE e dal tempo residuo di reinvestimento del PEPP. Davvero pensate che ci sia tanto margine di compromesso e negoziazione sul nuovo Patto di Stabilità, in condizioni simili? Se sì, a quale prezzo di tagli immediati? Ora guardate l'immagine nei commenti: il "Financial Times" ha scoperto il gamma squeeze di Nvidia. Quanto ci metterà a chiamarlo col suo nome? Questi post lo hanno fatto da subito. Ma quando la stampa "autorevole" comincia a dire giocoforza la verità, sono cazzi. Scusate il francesismo. Ora tutti nei commenti a cliccare sul link. Per sostenere questi post. Grazie.
Allarme assicurazioni, la bolla Conte-Gualtieri è il nuovo Superbonus
iltempo.it
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