Da ricerche effettuate dalla #CommissioneUe è emerso che il 53,3% delle dichiarazioni ambientali sono state fuorvianti, inoltre che la metà delle cosiddette etichette green erano tutt’altro che certificabili e affidabili. Questa porzione considerevole di dichiarazioni mi ha portato a vagliare una serie di ipotesi. Non credo che le aziende in questione abbiano investito poco nelle attività di marketing e comunicazione, modificando il design del loro packaging per veicolare questi claims. Sono certo che con il medesimo investimento avrebbero potuto condurre dei calcoli in accordo agli standard di riferimento, veicolando lo stesso messaggio ma comprovato da dati oggettivi. In entrambi i casi avrebbero riposizionato il loro brand ed incrementato la visibilità di prodotti e servizi. Considerando quanta fatica richiede il consolidamento della reputazione di un'impresa, non posso pensare che tutte queste aziende abbiano consapevolmente messo a repentaglio il loro business, magari una quota residua si ma non tutte. Detto ciò forse abbiamo ancora tanta strada da fare per comunicare in modo chiaro e trasparenza queste tematiche, facendo in modo che le imprese possano comprenderle al meglio e siano tutelate nel scegliere soluzioni affidabili ed efficaci. In fin dei conti siamo tutti una grade squadra, in questa partita verso un industria più sostenibile. Green Future Project #esg #ambiente
Post di Stefano Pozzato
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La vera differenza la fanno i comportamenti virtuosi che le persone, quindi le Aziende, devono mettere in campo per riuscire ad impattare positivamente sull'ambiente. E' una questione di cultura e di approccio, poi tutto il resto va da se. Renogroup
Corporate Partnership Manager - Green Future Project Srl SB and Chief Executive Officer - Green Future Project ESG Srl
Da ricerche effettuate dalla #CommissioneUe è emerso che il 53,3% delle dichiarazioni ambientali sono state fuorvianti, inoltre che la metà delle cosiddette etichette green erano tutt’altro che certificabili e affidabili. Questa porzione considerevole di dichiarazioni mi ha portato a vagliare una serie di ipotesi. Non credo che le aziende in questione abbiano investito poco nelle attività di marketing e comunicazione, modificando il design del loro packaging per veicolare questi claims. Sono certo che con il medesimo investimento avrebbero potuto condurre dei calcoli in accordo agli standard di riferimento, veicolando lo stesso messaggio ma comprovato da dati oggettivi. In entrambi i casi avrebbero riposizionato il loro brand ed incrementato la visibilità di prodotti e servizi. Considerando quanta fatica richiede il consolidamento della reputazione di un'impresa, non posso pensare che tutte queste aziende abbiano consapevolmente messo a repentaglio il loro business, magari una quota residua si ma non tutte. Detto ciò forse abbiamo ancora tanta strada da fare per comunicare in modo chiaro e trasparenza queste tematiche, facendo in modo che le imprese possano comprenderle al meglio e siano tutelate nel scegliere soluzioni affidabili ed efficaci. In fin dei conti siamo tutti una grade squadra, in questa partita verso un industria più sostenibile. Green Future Project #esg #ambiente
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𝐃𝐢𝐫𝐢𝐭𝐭𝐢 𝐝𝐞𝐢 𝐜𝐨𝐧𝐬𝐮𝐦𝐚𝐭𝐨𝐫𝐢: 𝐨𝐤 𝐝𝐞𝐥 𝐂𝐨𝐧𝐬𝐢𝐠𝐥𝐢𝐨 𝐔𝐄 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐝𝐢𝐫𝐞𝐭𝐭𝐢𝐯𝐚 𝐬𝐮𝐥𝐥𝐚 𝐫𝐞𝐬𝐩𝐨𝐧𝐬𝐚𝐛𝐢𝐥𝐢𝐳𝐳𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐞𝐢 𝐜𝐨𝐧𝐬𝐮𝐦𝐚𝐭𝐨𝐫𝐢 𝐩𝐞𝐫 𝐥𝐚 𝐭𝐫𝐚𝐧𝐬𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐯𝐞𝐫𝐝𝐞 La direttiva fa parte delle iniziative del #GreenDealeuropeo previste dalla Nuova agenda dei consumatori e dal Piano d’azione per l’Economia Circolare, mirando a una maggiore sostenibilità e circolarità nell’economia. Le nuove norme pongono l’UE all’avanguardia nella lotta contro il #greenwashing, indicando la strada verso un futuro di 𝐩𝐫𝐚𝐭𝐢𝐜𝐡𝐞 𝐜𝐨𝐦𝐦𝐞𝐫𝐜𝐢𝐚𝐥𝐢 𝐩𝐢𝐮̀ 𝐞𝐭𝐢𝐜𝐡𝐞 𝐞 𝐬𝐨𝐬𝐭𝐞𝐧𝐢𝐛𝐢𝐥𝐢. Si riducono così le asimmetrie informative per cui i consumatori saranno meglio informati, meglio protetti e meglio attrezzati per essere protagonisti della transizione verde. I 𝐝𝐢𝐯𝐢𝐞𝐭𝐢 𝐩𝐫𝐞𝐯𝐢𝐬𝐭𝐢 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐨 𝐢𝐥 𝐠𝐫𝐞𝐞𝐧𝐰𝐚𝐬𝐡𝐢𝐧𝐠 sono: ☑ 𝒔𝒕𝒐𝒑 𝒂 𝒂𝒇𝒇𝒆𝒓𝒎𝒂𝒛𝒊𝒐𝒏𝒊 𝒂𝒎𝒃𝒊𝒆𝒏𝒕𝒂𝒍𝒊 𝒈𝒆𝒏𝒆𝒓𝒊𝒄𝒉𝒆 se non corroborate da prove di prestazioni ambientali “eccellenti e riconosciute” pertinenti all’indicazione; ☑𝒔𝒕𝒐𝒑 𝒂 𝒅𝒊𝒄𝒉𝒊𝒂𝒓𝒂𝒛𝒊𝒐𝒏𝒊 𝒃𝒂𝒔𝒂𝒕𝒆 𝒔𝒖 𝒔𝒊𝒔𝒕𝒆𝒎𝒊 𝒅𝒊 𝒄𝒐𝒎𝒑𝒆𝒏𝒔𝒂𝒛𝒊𝒐𝒏𝒆 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒆 𝒆𝒎𝒊𝒔𝒔𝒊𝒐𝒏𝒊 𝒅𝒊 𝒄𝒂𝒓𝒃𝒐𝒏𝒊𝒐 secondo cui un prodotto ha un impatto neutro, ridotto o positivo sull’ambiente; ☑𝒔𝒕𝒐𝒑 𝒂 𝒎𝒂𝒓𝒄𝒉𝒊 𝒐 𝒆𝒕𝒊𝒄𝒉𝒆𝒕𝒕𝒆 𝒅𝒊 𝒔𝒐𝒔𝒕𝒆𝒏𝒊𝒃𝒊𝒍𝒊𝒕𝒂̀ 𝒄𝒉𝒆 𝒏𝒐𝒏 𝒔𝒊𝒂𝒏𝒐 𝒃𝒂𝒔𝒂𝒕𝒆 “𝒔𝒖 𝒔𝒄𝒉𝒆𝒎𝒊 𝒅𝒊 𝒄𝒆𝒓𝒕𝒊𝒇𝒊𝒄𝒂𝒛𝒊𝒐𝒏𝒆 𝒂𝒑𝒑𝒓𝒐𝒗𝒂𝒕𝒊 𝒐 𝒔𝒕𝒂𝒃𝒊𝒍𝒊𝒕𝒊 𝒅𝒂 𝒂𝒖𝒕𝒐𝒓𝒊𝒕𝒂̀ 𝒑𝒖𝒃𝒃𝒍𝒊𝒄𝒉𝒆”. I 𝐝𝐢𝐯𝐢𝐞𝐭𝐢 𝐩𝐞𝐫 𝐦𝐚𝐠𝐠𝐢𝐨𝐫𝐞 𝐭𝐫𝐚𝐬𝐩𝐚𝐫𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐬𝐮𝐥𝐥𝐚 𝐝𝐮𝐫𝐚𝐛𝐢𝐥𝐢𝐭𝐚̀ sono: ☑vietate le pubblicità di beni con obsolescenza programmata; ☑vietato indicare, senza poterlo dimostrare, che un bene avrà una certa durata; ☑vietato invitare il consumatore a sostituire i materiali di consumo (per es. le cartucce d’inchiostro della stampante) prima di quanto sia strettamente necessario; ☑vietato presentare come necessari aggiornamenti del software; anche se questi si limitano a migliorare le funzionalità; ☑vietato indicare come riparabile un prodotto, se non è dimostrabile tale indicazione La direttiva prevede anche una 𝒏𝒖𝒐𝒗𝒂 𝒆𝒕𝒊𝒄𝒉𝒆𝒕𝒕𝒂 𝒂𝒓𝒎𝒐𝒏𝒊𝒛𝒛𝒂𝒕𝒂 𝒑𝒆𝒓 𝒑𝒓𝒐𝒅𝒐𝒕𝒕𝒊 𝒄𝒐𝒏 𝒈𝒂𝒓𝒂𝒏𝒛𝒊𝒂 𝒆𝒔𝒕𝒆𝒔𝒂. 𝐍𝐞𝐱𝐭 𝐬𝐭𝐞𝐩 Dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale dovrà essere recepita dagli Stati membri entro 24 mesi. E si resta in attesa anche dell'approvazione della 𝑫𝒊𝒓𝒆𝒕𝒕𝒊𝒗𝒂 𝑮𝒓𝒆𝒆𝒏 𝑪𝒍𝒂𝒊𝒎 che proibirà qualsiasi affermazione che implichi un impatto ambientale neutro, ridotto o positivo derivante dalla partecipazione a regimi di compensazione delle emissioni, nonché la pubblicizzazione di prestazioni ambientali future senza impegni e obiettivi chiari, oggettivi e verificabili con obblighi in capo ai professionisti di: attestazione, comunicazione, verifica e certificazione e revisione.
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🌱🌍 Novità nel mondo della pubblicità responsabile! 📢🚀 La Direttiva sulle pratiche commerciali sleali in relazione ai “green claims” (2024/825/UE), pubblicata il 6 marzo scorso, influenzerà le pratiche pubblicitarie in tutta Europa e pone obblighi generici di trasparenza e una serie di divieti che già da anni anche il Codice di Autodisciplina ha individuato come necessari per una comunicazione commerciale “green” corretta. La comunicazione della sostenibilità è una priorità sempre più rilevante per le aziende e i consumatori. Con l'aumentare della consapevolezza sulla questione e la transizione verde in corso, i green claim sono diventati uno strumento pubblicitario fondamentale per orientare le scelte d'acquisto. In Autodisciplina lo sappiamo da tempo, tanto che abbiamo dedicato una sezione specifica del nostro sito proprio ai Green Claims: https://lnkd.in/dwnn3WsC Questa risorsa fornisce informazioni preziose su come comunicare in modo responsabile la sostenibilità ambientale attraverso la pubblicità, fornendo esempi concreti relativi all'applicazione dell'Articolo 12 del Codice: Tutela dell'Ambiente Naturale. I claim ambientali devono rispettare standard precisi di correttezza, garantendo chiarezza e trasparenza per i consumatori. L'obiettivo è quello di evitare il greenwashing, ovvero promesse ecologiche prive di fondamento, e promuovere invece un approccio autentico e basato su dati verificabili. Ecco una sintesi della “black list” di pratiche commerciali considerate in ogni caso sleali secondo la nuova Direttiva europea: 🏷️L’uso di marchi di sostenibilità non certificati o non stabiliti da autorità pubbliche. ⚗️La presenza di asserzioni ambientali generiche senza prove scientifiche a sostegno. 📣L’uso di dichiarazioni di impatto ambientale “neutro, ridotto o positivo” sulla base solo delle compensazioni delle emissioni. ⚖️La presentazione come vanto di requisiti imposti dalla legge. ♻️La distorsione delle informazioni riguardo le qualità ambientali e la circolarità dei prodotti, come la loro durabilità, riparabilità o riciclabilità. 🔮Dichiarazioni sulle prestazioni ambientali future di beni e servizi che non possono essere verificate 🚫Il vanto di elementi che in realtà sono irrilevanti. L’Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria continuerà a vigilare affinché la pubblicità ambientale rispetti questi standard e offra informazioni precise e attendibili ai consumatori. Insieme, possiamo guidare il settore verso una pubblicità più verde, trasparente e responsabile. #PubblicitàResponsabile #Sostenibilità #GreenClaim #Trasparenza #FiduciaDeiConsumatori #GreenWashing
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🍃 Sostenibilità in etichetta e consumatori: una nuova relazione di fiducia? 🏷 La proliferazione di informazioni in etichetta e il greenwashing sono temi ormai ben conosciuti (o meglio, percepiti) dai consumatori. Ciò che, invece, potrebbe essere meno noto è la nuova direttiva europea approvata qualche settimana fa sulla transizione “green” e le comunicazioni ingannevoli sui prodotti. La Direttiva UE 2024/825 riguarda infatti proprio il miglioramento della tutela dalle pratiche sleali e dell’informazione. In concreto, gli Stati Membri avranno 2 anni per recepire una serie di nuove regole e divieti legati alle comunicazioni di sostenibilità, tra cui: - Il divieto dell’uso di indicazioni ambientali generiche come “green”, “naturale”, “eco”, se non supportate da prove di un’eccellenza riconosciuta delle prestazioni ambientali. - La possibilità dell’uso dei marchi di sostenibilità solo se basati su sistemi di certificazione approvati o creati da autorità pubbliche. Non entro nel merito dell’effettiva fattibilità di un sistema di verifica e controllo che mi immagino ambizioso e complesso, ma ritengo che la direzione sia quella giusta. Con il nostro Osservatorio Immagino (https://bit.ly/3tUB7Ol) da anni monitoriamo la sostenibilità in etichetta e nell’ultimo numero abbiamo anche isolato il paniere di prodotti con “Claim generici” di sostenibilità ambientale. Probabilmente non vi sorprenderà leggere che sono proprio alcuni di questi claim, oggetto delle limitazioni della direttiva europea, ad aver registrato le crescite più forti. Prodotti con claim “green”, “circolarità”, “ecofriendly” in etichetta, anche grazie al contributo di maggiore offerta a scaffale, hanno avuto segni positivi a volume mentre il mercato generale è in sofferenza. Ma quanti di questi prodotti “sostenibili” possono definirsi davvero tali? È quindi chiaro che queste asimmetrie informative debbano essere eliminate. La transizione ecologica non può essere raggiunta senza una solida base scientifica che instauri una nuova relazione di fiducia tra etichette e consumatori, affinché possano basare le proprie scelte d’acquisto su claim e certificazioni riconosciute. Pensandoci bene, non è quello che stiamo già facendo da anni con l’italianità dei prodotti e la difesa delle sue eccellenze dall’ “italian sounding”? Se invece si rimanesse come ora, dove tutto ci sembra sostenibile, niente sarà davvero sostenibile. #gs1italy #gs1italyservizi #osservatorioimmagino #osservatoriGS1 #sostenibilità
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Le aziende coinvolte nel greenwashing possono utilizzare diversi metodi per ingannare i consumatori. Ad esempio, potrebbero enfatizzare aspetti minimi o insignificanti del loro operato ambientale, utilizzare termini e slogan come "ecologico" o "verde" senza fornire prove concrete, o addirittura presentare informazioni fuorvianti sui loro prodotti o pratiche. Il greenwashing è problematico perché crea una falsa percezione di sostenibilità, confondendo i consumatori e rendendo più difficile per le aziende veramente impegnate nel migliorare le proprie pratiche ottenere riconoscimento e supporto. Inoltre, può portare a una mancanza di fiducia nei confronti delle aziende in generale e minare gli sforzi per affrontare seriamente le sfide ambientali. Per contrastare il greenwashing, è importante che i consumatori siano critici e cercino prove concrete delle affermazioni ambientali fatte dalle aziende. Inoltre, ci sono organizzazioni e iniziative indipendenti che valutano e certificano le pratiche sostenibili delle aziende, offrendo una guida affidabile per i consumatori che cercano di fare scelte consapevoli. Speriamo che questa direttiva possa quantomeno scoraggiare, poiché credo difficile si possano fare controlli approfonditi .
🍃 Sostenibilità in etichetta e consumatori: una nuova relazione di fiducia? 🏷 La proliferazione di informazioni in etichetta e il greenwashing sono temi ormai ben conosciuti (o meglio, percepiti) dai consumatori. Ciò che, invece, potrebbe essere meno noto è la nuova direttiva europea approvata qualche settimana fa sulla transizione “green” e le comunicazioni ingannevoli sui prodotti. La Direttiva UE 2024/825 riguarda infatti proprio il miglioramento della tutela dalle pratiche sleali e dell’informazione. In concreto, gli Stati Membri avranno 2 anni per recepire una serie di nuove regole e divieti legati alle comunicazioni di sostenibilità, tra cui: - Il divieto dell’uso di indicazioni ambientali generiche come “green”, “naturale”, “eco”, se non supportate da prove di un’eccellenza riconosciuta delle prestazioni ambientali. - La possibilità dell’uso dei marchi di sostenibilità solo se basati su sistemi di certificazione approvati o creati da autorità pubbliche. Non entro nel merito dell’effettiva fattibilità di un sistema di verifica e controllo che mi immagino ambizioso e complesso, ma ritengo che la direzione sia quella giusta. Con il nostro Osservatorio Immagino (https://bit.ly/3tUB7Ol) da anni monitoriamo la sostenibilità in etichetta e nell’ultimo numero abbiamo anche isolato il paniere di prodotti con “Claim generici” di sostenibilità ambientale. Probabilmente non vi sorprenderà leggere che sono proprio alcuni di questi claim, oggetto delle limitazioni della direttiva europea, ad aver registrato le crescite più forti. Prodotti con claim “green”, “circolarità”, “ecofriendly” in etichetta, anche grazie al contributo di maggiore offerta a scaffale, hanno avuto segni positivi a volume mentre il mercato generale è in sofferenza. Ma quanti di questi prodotti “sostenibili” possono definirsi davvero tali? È quindi chiaro che queste asimmetrie informative debbano essere eliminate. La transizione ecologica non può essere raggiunta senza una solida base scientifica che instauri una nuova relazione di fiducia tra etichette e consumatori, affinché possano basare le proprie scelte d’acquisto su claim e certificazioni riconosciute. Pensandoci bene, non è quello che stiamo già facendo da anni con l’italianità dei prodotti e la difesa delle sue eccellenze dall’ “italian sounding”? Se invece si rimanesse come ora, dove tutto ci sembra sostenibile, niente sarà davvero sostenibile. #gs1italy #gs1italyservizi #osservatorioimmagino #osservatoriGS1 #sostenibilità
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🌿 Green claims…Stop ai green washing comunicazione commerciale green e tutela claim sostenibili 🌏 La “black list” di pratiche commerciali considerate sleali secondo la nuova Direttiva europea: - marchi di sostenibilità non certificati o non stabiliti da autorità pubbliche. - asserzioni ambientali generiche senza prove scientifiche a sostegno. - dichiarazioni di impatto ambientale “neutro, ridotto o positivo” sulla base solo delle compensazioni delle emissioni. - presentazione come vanto di requisiti imposti dalla legge. - distorsione delle informazioni riguardo le qualità ambientali e la circolarità dei prodotti, come la loro durabilità, riparabilità o riciclabilità. - dichiarazioni sulle prestazioni ambientali future di beni e servizi che non possono essere verificate - vanto di elementi che in realtà sono irrilevanti. Sempre più vigilanza da parte dell'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria (IAP) #iap #istitutoautodisciplinapubblicitaria #claim #pubblicità #ambiente #greenclaim #tutelaclaimsostenibili #ip #proprietaintellettuale #bugnion
🌱🌍 Novità nel mondo della pubblicità responsabile! 📢🚀 La Direttiva sulle pratiche commerciali sleali in relazione ai “green claims” (2024/825/UE), pubblicata il 6 marzo scorso, influenzerà le pratiche pubblicitarie in tutta Europa e pone obblighi generici di trasparenza e una serie di divieti che già da anni anche il Codice di Autodisciplina ha individuato come necessari per una comunicazione commerciale “green” corretta. La comunicazione della sostenibilità è una priorità sempre più rilevante per le aziende e i consumatori. Con l'aumentare della consapevolezza sulla questione e la transizione verde in corso, i green claim sono diventati uno strumento pubblicitario fondamentale per orientare le scelte d'acquisto. In Autodisciplina lo sappiamo da tempo, tanto che abbiamo dedicato una sezione specifica del nostro sito proprio ai Green Claims: https://lnkd.in/dwnn3WsC Questa risorsa fornisce informazioni preziose su come comunicare in modo responsabile la sostenibilità ambientale attraverso la pubblicità, fornendo esempi concreti relativi all'applicazione dell'Articolo 12 del Codice: Tutela dell'Ambiente Naturale. I claim ambientali devono rispettare standard precisi di correttezza, garantendo chiarezza e trasparenza per i consumatori. L'obiettivo è quello di evitare il greenwashing, ovvero promesse ecologiche prive di fondamento, e promuovere invece un approccio autentico e basato su dati verificabili. Ecco una sintesi della “black list” di pratiche commerciali considerate in ogni caso sleali secondo la nuova Direttiva europea: 🏷️L’uso di marchi di sostenibilità non certificati o non stabiliti da autorità pubbliche. ⚗️La presenza di asserzioni ambientali generiche senza prove scientifiche a sostegno. 📣L’uso di dichiarazioni di impatto ambientale “neutro, ridotto o positivo” sulla base solo delle compensazioni delle emissioni. ⚖️La presentazione come vanto di requisiti imposti dalla legge. ♻️La distorsione delle informazioni riguardo le qualità ambientali e la circolarità dei prodotti, come la loro durabilità, riparabilità o riciclabilità. 🔮Dichiarazioni sulle prestazioni ambientali future di beni e servizi che non possono essere verificate 🚫Il vanto di elementi che in realtà sono irrilevanti. L’Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria continuerà a vigilare affinché la pubblicità ambientale rispetti questi standard e offra informazioni precise e attendibili ai consumatori. Insieme, possiamo guidare il settore verso una pubblicità più verde, trasparente e responsabile. #PubblicitàResponsabile #Sostenibilità #GreenClaim #Trasparenza #FiduciaDeiConsumatori #GreenWashing
Definizione green claims - regole e decisioni IAP
https://www.iap.it
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Le nuove norme europee contro il #greenwashing, per un percorso di #evoluzionesostenibile concreto e fattuale. Meno parole, più fatti. #PerAsperaAdAstra #FutureRespect #ConsumerLab #esg #csr #sostenibilità
Nuove norme europee che vietano il #Greenwashing e le informazioni fuorvianti sui prodotti I #consumatori saranno più protetti dalle pratiche di #marketing ingannevoli e potranno fare scelte di acquisto migliori. Le affermazioni ambientali generiche e altre informazioni fuorvianti sui prodotti saranno vietate. Saranno consentite solo le etichette di #sostenibilità basate su schemi di certificazione approvati o stabiliti dalle autorità pubbliche. Le informazioni sulla garanzia devono essere più visibili. Non sarà ammesso l’uso di affermazioni ambientali generali come «rispettoso dell’ambiente», «naturale», «biodegradabile», «climaticamente neutro» o «eco» senza prova. Saranno consentite solo etichette di sostenibilità basate su sistemi di certificazione ufficiali o stabiliti da autorità pubbliche; quindi, vietate affermazioni secondo cui un prodotto ha un impatto neutro, ridotto o positivo sull'ambiente a causa dei sistemi di compensazione delle emissioni. Un altro obiettivo importante riguarda la #durabilità dei beni. In futuro, le informazioni sulla garanzia dovranno essere più visibili e verrà creata una nuova etichetta armonizzata per dare maggiore risalto ai beni con un periodo di garanzia esteso. Saranno vietate le affermazioni infondate sulla durabilità. I consumatori potranno scegliere prodotti più durevoli, riparabili e sostenibili grazie a etichette e pubblicità affidabili. Ancora più importante, le aziende non possono più ingannare le persone dicendo che le bottiglie di plastica sono buone perché l’azienda ha piantato alberi da qualche parte – o dire che qualcosa è sostenibile senza spiegare come. La direttiva dovrà ricevere anche l'approvazione definitiva del Consiglio, dopodiché sarà pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale, e gli Stati membri avranno 24 mesi per recepirla nel diritto nazionale. Sin da ora, comunque, potremo distinguere le #Imprese serie da quelle “spavalde”. Approfondiremo il tema mettendo a confronto imprese, esperti, consumatori, terzo settore e istituzioni nel IV #Congresso Future Respect (insieme per lo sviluppo sostenibile) che si terrà a Roma, Stadio di Domiziano, piazza Navona il prossimo 18-20 aprile. #FutureRespect #ConsumerLab #sostenibilità #PMI #esg #csr #comunicazione
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Sono entusiasta di condividere un'importante novità che segna un passo significativo verso un futuro più sostenibile e trasparente: 𝐥'𝐔𝐧𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐄𝐮𝐫𝐨𝐩𝐞𝐚 𝐡𝐚 𝐢𝐧𝐭𝐫𝐨𝐝𝐨𝐭𝐭𝐨 𝐥𝐚 𝐝𝐢𝐫𝐞𝐭𝐭𝐢𝐯𝐚 𝟖𝟐𝟓/𝟐𝟎𝟐𝟒, 𝐢𝐧𝐚𝐮𝐠𝐮𝐫𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐮𝐧𝐚 𝐧𝐮𝐨𝐯𝐚 𝐞𝐫𝐚 𝐧𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐥𝐨𝐭𝐭𝐚 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐨 𝐢𝐥 𝐠𝐫𝐞𝐞𝐧𝐰𝐚𝐬𝐡𝐢𝐧𝐠. Con l'adozione di questa direttiva, l'UE mira a porre fine all'uso di etichette ingannevoli e alla pratica dell'ambientalismo di facciata, 𝐠𝐚𝐫𝐚𝐧𝐭𝐞𝐧𝐝𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐥𝐞 𝐚𝐟𝐟𝐞𝐫𝐦𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐚𝐦𝐛𝐢𝐞𝐧𝐭𝐚𝐥𝐢 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐢𝐦𝐩𝐫𝐞𝐬𝐞 𝐬𝐢𝐚𝐧𝐨 𝐯𝐞𝐫𝐢𝐭𝐢𝐞𝐫𝐞 𝐞 𝐚𝐟𝐟𝐢𝐝𝐚𝐛𝐢𝐥𝐢. La cosiddetta "blacklist" dei casi di marketing ambientale illecito è uno strumento potente per identificare le pratiche commerciali ingannevoli, proteggendo così i consumatori e promuovendo una vera sostenibilità. L'elenco comprende, tra gli altri, l'uso improprio di marchi di sostenibilità non confermati da un sistema di certificazione affidabile, nonché dichiarazioni ambientali generiche prive di prove concrete. Queste e altre pratiche ora riconosciute come attività di greenwashing dovranno essere evitate per non ingannare i consumatori e garantire una competizione leale tra le imprese. 𝐋𝐚 𝐝𝐢𝐫𝐞𝐭𝐭𝐢𝐯𝐚 𝐞𝐧𝐭𝐫𝐚 𝐢𝐧 𝐯𝐢𝐠𝐨𝐫𝐞 𝐝𝐞𝐟𝐢𝐧𝐢𝐭𝐢𝐯𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐢𝐥 𝟐𝟔 𝐦𝐚𝐫𝐳𝐨 𝟐𝟎𝟐𝟒, 𝐝𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐚𝐠𝐥𝐢 𝐒𝐭𝐚𝐭𝐢 𝐌𝐞𝐦𝐛𝐫𝐢 𝐢𝐥 𝐭𝐞𝐦𝐩𝐨 𝐟𝐢𝐧𝐨 𝐚𝐥 𝟐𝟕 𝐦𝐚𝐫𝐳𝐨 𝟐𝟎𝟐𝟔 𝐩𝐞𝐫 𝐚𝐝𝐨𝐭𝐭𝐚𝐫𝐞 𝐞 𝐩𝐮𝐛𝐛𝐥𝐢𝐜𝐚𝐫𝐞 𝐥𝐞 𝐦𝐢𝐬𝐮𝐫𝐞 𝐧𝐞𝐜𝐞𝐬𝐬𝐚𝐫𝐢𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐜𝐨𝐧𝐟𝐨𝐫𝐦𝐚𝐫𝐬𝐢 𝐚𝐥𝐥𝐞 𝐧𝐮𝐨𝐯𝐞 𝐫𝐞𝐠𝐨𝐥𝐞, 𝐜𝐡𝐞 𝐬𝐚𝐫𝐚𝐧𝐧𝐨 𝐚𝐩𝐩𝐥𝐢𝐜𝐚𝐭𝐞 𝐚 𝐩𝐚𝐫𝐭𝐢𝐫𝐞 𝐝𝐚𝐥 𝟐𝟕 𝐬𝐞𝐭𝐭𝐞𝐦𝐛𝐫𝐞 𝟐𝟎𝟐𝟔. 𝑸𝒖𝒆𝒔𝒕𝒐 𝒆̀ 𝒖𝒏 𝒎𝒐𝒎𝒆𝒏𝒕𝒐 𝒄𝒓𝒖𝒄𝒊𝒂𝒍𝒆 𝒑𝒆𝒓 𝒍𝒆 𝒂𝒛𝒊𝒆𝒏𝒅𝒆 𝒆 𝒊 𝒑𝒓𝒐𝒇𝒆𝒔𝒔𝒊𝒐𝒏𝒊𝒔𝒕𝒊 𝒏𝒆𝒍 𝒄𝒂𝒎𝒑𝒐 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒂 𝒔𝒐𝒔𝒕𝒆𝒏𝒊𝒃𝒊𝒍𝒊𝒕𝒂̀. 𝑶𝒓𝒂 𝒑𝒊𝒖̀ 𝒄𝒉𝒆 𝒎𝒂𝒊, 𝒆̀ 𝒆𝒔𝒔𝒆𝒏𝒛𝒊𝒂𝒍𝒆 𝒂𝒅𝒐𝒕𝒕𝒂𝒓𝒆 𝒑𝒓𝒂𝒕𝒊𝒄𝒉𝒆 𝒅𝒊 𝒎𝒂𝒓𝒌𝒆𝒕𝒊𝒏𝒈 𝒐𝒏𝒆𝒔𝒕𝒆 𝒆 𝒕𝒓𝒂𝒔𝒑𝒂𝒓𝒆𝒏𝒕𝒊 𝒄𝒉𝒆 𝒓𝒊𝒇𝒍𝒆𝒕𝒕𝒂𝒏𝒐 𝒍'𝒊𝒎𝒑𝒆𝒈𝒏𝒐 𝒂𝒖𝒕𝒆𝒏𝒕𝒊𝒄𝒐 𝒗𝒆𝒓𝒔𝒐 𝒍'𝒂𝒎𝒃𝒊𝒆𝒏𝒕𝒆. 𝑬̀ 𝒖𝒏 𝒊𝒏𝒗𝒊𝒕𝒐 𝒂 𝒓𝒂𝒇𝒇𝒐𝒓𝒛𝒂𝒓𝒆 𝒍𝒂 𝒇𝒊𝒅𝒖𝒄𝒊𝒂 𝒅𝒆𝒊 𝒄𝒐𝒏𝒔𝒖𝒎𝒂𝒕𝒐𝒓𝒊 𝒆 𝒂 𝒈𝒖𝒊𝒅𝒂𝒓𝒆 𝒊𝒍 𝒄𝒂𝒎𝒃𝒊𝒂𝒎𝒆𝒏𝒕𝒐 𝒗𝒆𝒓𝒔𝒐 𝒖𝒏'𝒆𝒄𝒐𝒏𝒐𝒎𝒊𝒂 𝒑𝒊𝒖̀ 𝒗𝒆𝒓𝒅𝒆 𝒆 𝒔𝒐𝒔𝒕𝒆𝒏𝒊𝒃𝒊𝒍𝒆. #Greenwashing #Sostenibilità #UE #EtichetteSostenibili #DirettivaUE #InnovazioneSostenibile #bioluaziendaagricola
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Utile articolo che vi descrive la dinamica connessa ad un problema che ci affligge: in tanti si dichiarano pro green e nelle tante documentazioni portano avanti strategie comunicative funzionali a questa collocazione. Per fare ordine ci sono diverse norme che guideranno ad una trasparenza maggiore, questa è una di quelle e non facciamoci trarre in inganno dalle date. Se le aziende non iniziano a costruire Kpi adeguati e non analizzano la propria comunicazione oggi, il rischio è che quando interverranno si crei un gap tale che l’immagine generata sarà molto poco green…
Greenwashing, parte la stretta Ue grazie alla pubblicazione della Direttiva
https://quifinanza.it
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Il 6 marzo scorso è stata pubblicata sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea la direttiva (#Ue) n. 2024/825 sulla “responsabilizzazione dei #consumatori per la #transizione verde”. La nuova normativa integra le discipline in materia di pratiche commerciali scorrette e di diritti dei consumatori nei contratti, recepite in Italia in apposite sezioni del Codice del consumo. La sostenibilità è intesa in senso ampio: i consumatori devono ricevere informazioni chiare e verificabili sulle caratteristiche non solo ambientali, ma anche sociali e relative alla “circolarità”, che comprende la durabilità, la riparabilità o la riciclabilità dei prodotti. Gli Stati membri hanno tempo sino al 27 marzo 2026 per recepire nei rispettivi ordinamenti le nuove disposizioni, le quali troveranno applicazione a partire dal 27 settembre 2026. A cura di Angelo Molinaro l'approfondimento pubblicato da Il Sole 24 Ore e accessibile qui ↴ https://lnkd.in/db_r6fg9 #greenwashing
Responsabilizzazione dei consumatori per la transizione verde: maggiori tutele per le aziende virtuose e gli acquirenti
ntplusdiritto.ilsole24ore.com
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Responsabile Relazioni esterne e rapporti Istituzionali @Easyfrontier Creo ponti e diffondo la cultura doganale Responsabile del Servizio Dogana Facile @ANIMA Confindustria Aiuto le Imprese a trovare soluzioni
4 mesiConcordo! Le aziende italiane sono attente e destinano risorse importanti algli adeguamenti richiesti ( si pensi solo al reg #cbam e a breve alla #deforestation). Vanno supportate in questo cammmino di cambiamento e crescita di #valore per tutti Easyfrontier investe a sua volta in studi ricerche, divulgazioni scientifiche e servizi su queste tematiche. Cercheremo di fare sempre meglio!