Un interessante articolo del Corriere della Sera su occupazione femminile e gender pay gap: la differenza tra tasso di attività maschile e femminile nell’Unione europea ha portato a una perdita economica di quasi il 3% del Pil e la causa primaria di questo differenza tra tasso di attività va riscontrata in un divario salariale ancora forte, sia a livello globale che nazionale. Buona lettura! 👉🏻 https://lnkd.in/deKkUq-U #lavoro #gestione #azienda #inclusione #paritàdigenere
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Ci vorranno ancora oltre 130 anni per colmare il gender gap globale. Nel giorno in cui la Commissione europea celebra l’Equal Pay Day, il 15 novembre, per sensibilizzare circa la disuguaglianza retributiva tra uomini e donne in Europa, snoccioliamo una serie di numeri riguardanti il turismo e l’ospitalità per inquadrare un fenomeno per cui da anni si sta lavorando per favorire la trasparenza retributiva, la conciliazione vita-lavoro e il contrasto degli stereotipi di genere virando su un’industria più equa e inclusiva che possa attrarre e trattenere i migliori talenti. Ma perché proprio il 15 novembre? Perché questa giornata rappresenta simbolicamente il momento in cui le donne smettono di essere “pagate” rispetto ai propri colleghi uomini, considerando la differenza media negli stipendi annuali. In sostanza è come se ogni donna lavorasse gratuitamente fino alla fine di quest’anno rispetto alla retribuzione media maschile. Di conseguenza, la data cambia di anno in anno basandosi sui dati aggiornati sul divario salariale di genere all’interno dell’Unione europea.
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🚩 “L’Italia è all’ultimo posto tra i paesi UE per quota di donne occupate, 51% contro il 64,9%”. 📈 Il rapporto dell’ANPAL 2023 specifica che la riduzione del gender gap che si è verificata in questi ultimi anni non è dovuta all’aumento dell’occupazione femminile, ma alla riduzione di quella maschile. Infatti, sia la crisi pandemica che la crisi economica hanno contribuito a peggiorare la situazione generale, mantenendo comunque la posizione di svantaggio delle donne rispetto agli uomini sotto molti punti di vista, come quello dell’istruzione e della retribuzione. 🔔 Nonostante i traguardi raggiunti per quanto riguarda i diritti delle donne, siamo ancora nella situazione in cui sono costrette a scegliere tra la carriera e la famiglia, per non parlare del work-life balance, che purtroppo resta ancora un miraggio. 📍 Tutto questo chiaramente genera ricadute sul mercato del lavoro in termini di povertà e dipendenza a livello professionale e sociale. ➡ Questo rapporto ANPAL rende ancora più palese come sia necessario un cambiamento sociale e culturale urgente, e quindi delle politiche che siano capaci di sostituire le parole e le intenzioni ai fatti veri e propri. 👇 Leggi l’articolo integrale al link: https://lnkd.in/dgGb4ZVW #gendergap #mdl #lavoro
Tra casa e lavoro, cresce il divario: il rapporto ANPAL 2023
https://www.hr-link.it
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Secondo il Global gender gap report 2023 la #parità di #genere in Italia peggiora passando dal 63° al 79° posto su 146 paesi. Le aziende possono fare la differenza con politiche inclusive, equità salariale e flessibilità sul lavoro #LaParitàNonPuòAspettare https://bit.ly/3yp4Z78
Il gender gap in Italia peggiora. Ecco cosa fare per colmarlo
editorialedomani.it
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"In Italia, le donne guadagnano mediamente il 16% in meno rispetto agli uomini per lo stesso ruolo (Fonte: Eurostat). Questo divario salariale non è solo un problema di equità, ma anche di crescita economica. Ridurre il gap potrebbe incrementare il potere d'acquisto delle famiglie, con impatti positivi per tutti. Se il gender pay gap fosse eliminato, l’economia nazionale ne trarrebbe vantaggio, e le aziende risulterebbero più competitive. Abbiamo bisogno di soluzioni che siano vantaggiose per entrambi i generi e per il sistema economico. Come affrontare il gender pay gap in azienda?" #GenderPayGap #ParitàDiGenere #CrescitaEconomica
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📌𝗚𝗜𝗢𝗥𝗡𝗔𝗧𝗔 𝗜𝗡𝗧𝗘𝗥𝗡𝗔𝗭𝗜𝗢𝗡𝗔𝗟𝗘 𝗗𝗘𝗟𝗟𝗔 𝗣𝗔𝗥𝗜𝗧𝗔̀ 𝗥𝗘𝗧𝗥𝗜𝗕𝗨𝗧𝗜𝗩𝗔 Il 18 settembre è la Giornata Internazionale della Parità Retributiva e noi vogliamo invitarvi a riflettere su quanto sia cruciale garantire a tutti i lavoratori una retribuzione equa, indipendentemente dal genere. ✔Purtroppo, i dati del 2024 mostrano che c'è ancora molto da fare: secondo l'OCSE, in Italia, una donna laureata guadagna in media solo il 58% rispetto ai suoi colleghi. Nel 2023, il tasso di occupazione femminile è stato inferiore di quasi 20 punti percentuali rispetto a quello maschile. Sempre secondo le stime OCSE se il contributo economico delle donne raggiungesse la parità con quello degli uomini entro il 2025, il prodotto interno lordo annuo globale aumenterebbe del 26%, corrispondente a 28 trilioni di dollari. 👥In Promotergroup S.p.A. crediamo nell'uguaglianza salariale, che non è solo una questione di equità, ma anche un pilastro per costruire un ambiente di lavoro più inclusivo, innovativo e sostenibile. Per questo, investiamo attivamente in 𝗽𝗼𝗹𝗶𝘁𝗶𝗰𝗵𝗲 𝗱𝗶 𝘄𝗲𝗹𝗳𝗮𝗿𝗲 e promuoviamo la parità di genere, affinché tutti abbiano le stesse opportunità di crescita e riconoscimento professionale. Questo ha portato molte donne all'interno della nostra azienda a ricoprire ruoli dirigenziali. 👩🦰👨🦰 ✔Sosteniamo con convinzione il principio di "stesso lavoro, stessa retribuzione", perché il talento non ha genere, e nemmeno il giusto compenso dovrebbe averne. 😀Noi siamo pronti a supportare le aziende per fare la differenza insieme! #18settembre #ParitàRetributiva #GenderEquality #WelfareAziendale #EqualPayDay #Promotergroup
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Non bene.
In Unione europea le donne guadagnano in media il 12,7% in meno rispetto agli uomini. Questa disparità si traduce in una differenza salariale che equivale a circa un mese e mezzo di lavoro gratuito ogni anno per le donne. A un primo sguardo, potrebbe sembrare che la situazione italiana sia migliore rispetto al resto d'Europa, dal momento che il gender pay gap è solo del 5%, molto al di sotto della media UE. Tuttavia, questo non significa che la situazione sia realmente migliore: secondo gli ultimi dati Eurostat, in Italia il numero di donne occupate è tra i più bassi di tutti i Paesi dell'UE, con una percentuale pari al 57%, ovvero 10 punti sotto la media europea e lontano dal 76% della Germania e dal 70% della Francia. In Europa, la presenza femminile nel mercato del lavoro è notevolmente inferiore rispetto a quella degli uomini, con solo il 67,7% delle donne europee occupate, contro il 78,5% degli uomini. Questa discrepanza non riflette solo un divario retributivo, ma anche molteplici altre forme di discriminazione nelle opportunità lavorative, nella progressione di carriera e nei benefici economici. Uno dei principali fattori che incidono sul gender pay gap è il fatto che le donne spesso lavorano in settori poco remunerativi come assistenza, sanità e istruzione. Inoltre, dedicano significativamente più tempo al lavoro di cura non retribuito: si tratta di circa 5,5 ore ogni giorno per la cura della casa, dei figli e della famiglia. Un altro dato allarmante riguarda la percentuale di amministratrici delegate nelle più importanti aziende europee, che è pari all'8% del totale, con un divario retributivo del 23% rispetto ai colleghi uomini. L'#EqualPayDay, celebrato ogni anno nell'UE, rappresenta il giorno simbolico a partire dal quale le donne europee lavorano "gratis" rispetto agli uomini. Nel 2024, questo giorno è oggi, 15 novembre: da oggi le donne europee lavoreranno "gratis" fino alla fine dell’anno. #lavoro #genderpaygap #equalpayday #europa #italia
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𝐺𝑒𝑛𝑑𝑒𝑟 𝑃𝑎𝑦 𝐺𝑎𝑝 𝑖𝑛 𝐼𝑡𝑎𝑙𝑖𝑎: 𝑈𝑛 𝑃𝑎𝑠𝑠𝑜 𝐴𝑣𝑎𝑛𝑡𝑖 𝑉𝑒𝑟𝑠𝑜 𝑙𝑎 𝑃𝑎𝑟𝑖𝑡𝑎̀ 𝑆𝑎𝑙𝑎𝑟𝑖𝑎𝑙𝑒 In Italia, il gender pay gap continua a rappresentare una sfida significativa nel settore HR. Recenti dati mostrano che la differenza salariale tra uomini e donne varia notevolmente a seconda del ruolo, con una differenza annua che va dai 3.000 ai 13.000 euro a sfavore delle donne. Questo divario è particolarmente pronunciato tra gli operai e meno evidente tra i dirigenti, anche se persiste un generale soffitto di cristallo che limita l'accesso delle donne ai ruoli apicali. La pandemia ha avuto un impatto negativo sul gender pay gap, che si era ridotto tra il 2017 e il 2019 ma è poi aumentato nuovamente durante la crisi sanitaria. Attualmente, il divario salariale medio si attesta intorno al 10%. In risposta a questa situazione, l'Italia ha introdotto nuove misure legislative per promuovere la parità salariale. La legge sulla parità dei sessi cerca di allineare il Paese agli standard europei, mirando a ridurre le disuguaglianze e promuovere una maggiore inclusione e uguaglianza nelle retribuzioni. La consapevolezza dell'importanza delle politiche di diversity, equity e inclusion (DEI) sta crescendo tra le aziende italiane. Più del 60% delle imprese ha già implementato o sta considerando di adottare politiche di DEI, con un focus particolare sulle questioni di genere, età e disabilità. Questi sforzi sono essenziali per creare un ambiente di lavoro più equo e inclusivo, in grado di attrarre e trattenere talenti diversificati. 🔍 Fonte: Quotidiano Nazionale Network 💬 Cosa ne pensate di queste iniziative per la parità salariale? Condividete le vostre esperienze e opinioni nei commenti... vi leggo! 😊 #GenderPayGap #HRTrends #EqualPay #SalaryTransparency #WomenInTheWorkplace #EmpowerWomen #EqualOpportunities #DEIInitiatives #TalentRetention #GenderEquality #Inclusion #Diversity #Italy #HRInnovations
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Quando si parla di mercato del lavoro sono tanti i temi di cui si potrebbe discutere e uno in particolare che sembra essere superato, sconveniente, ma che invece è ancora presente nella società è quello del “gender gap”: ossia la differenza sistematica nelle opportunità, nei diritti, nelle retribuzioni e nelle rappresentazioni tra uomini e donne in diversi ambiti della società; come, per esempio, l’occupazione, l’istruzione e la partecipazione politica. Perché l’occupazione femminile cresca, serve anche la collaborazione delle aziende e, in particolare, degli uffici risorse umane. L’Italia si è posta l’obiettivo, insieme all’Europa tutta, di valorizzare ogni individuo nella sua diversità, entro il 2025. Colmare il gap significherebbe anche ridurre la povertà, stimolare l’economia e dare a tutti parità di diritti ed opportunità. Una società più giusta, è quasi scontato dirlo, gioverebbe a tutti. #storytimemagazine #latuastoriainradio #ospitistorytime #storytelling #evoluzioneradio Leggi l'articolo su Storytime Magazine: https://lnkd.in/dP4SU_RT
Gender gap e lavoro: le donne, in Italia, sono ancora svantaggiate? | Story Time
https://www.story-time.it
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💸In media, le donne nell'UE sono pagate meno degli uomini. Nonostante gli svariati progressi, la #disuguaglianza tra uomini e donne persiste, anche sul mercato del lavoro. 💰Il gender pay gap indica la differenza nelle retribuzioni medie tra uomo e donna. Quello unadjusted, non adeguato, è la differenza tra #reddito orario lordo medio di #uomini e #donne in relazione al reddito degli uomini, senza tener conto dell'istruzione, dell'età, delle ore lavorate o del tipo di lavoro. 🚺Nell'UE le donne guadagnano in media il 12,7% in meno all'ora rispetto agli uomini. Tra i vari stati membri il maggiore divario salariale di genere è stato registrato in #Estonia, mentre il Paese #UE con quello minore è la #Romania. Solo una nazione ha colmato il gender pay gap: il #Lussemburgo. 📚Nonostante più donne che uomini completino un percorso d'istruzione superiore, sono meno rappresentate nel mondo del lavoro. Un altro fattore importante da considerare è l'età: il divario retributivo potrebbe aumentare in base alle interruzioni di carriera. Inoltre, il divario salariale è maggiore nelle aziende private piuttosto che in attività pubbliche e statali. 💼Una ragione importante del gender pay gap è la sottorappresentazione delle donne in settori più retribuiti. Secondo il report della Rome Business School “Gender Gap e lavoro in Italia”, in Italia nel 2023 le donne ai vertici aziendali ricoprivano il 24% del totale, e il 34% nei ruoli di #senior management. 🇪🇺 Nel marzo 2023, il #Parlamento Europeo per colmare il gender pay gap ha introdotto nuove regole per la trasparenza retributiva. Se la segnalazione salariale mostra un divario retributivo di genere di almeno il 5%, i datori di lavoro dovranno condurre una valutazione congiunta della retribuzione in collaborazione con i rappresentanti dei lavoratori. I vari Paesi dovranno imporre sanzioni a chi non rispetta questa legge. Fonte: #Eurostat I dati del grafico sono calcolati su aziende di almeno 10 dipendenti tranne la Repubblica Ceca (aziende con uno o più dipendenti). I dati sono del 2021 tranne per Grecia (2018) e Irlanda (2020) #genderpaygap
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Coach
3 mesiOttimo consiglio