10 domande a... Vincenzo Chianese
“La cosa triste, a proposito dell'intelligenza artificiale, è che le manca l'artificio e quindi l'intelligenza.”
(Jean Baudrillard)
Oggi tutti parlano di intelligenza artificiale, buon management e startup.
Anche professionisti che a malapena conoscono l'argomento.
Quando ho conosciuto (e poi collaborato con) Vincenzo Chianese , invece, mi sono resa conto che questi argomenti li conosce bene eccome.
Nell'intervista troverete alcuni spunti interessanti, che potrebbero esservi utili.
Buona lettura!
1. Vincenzo, prima ancora di essere un manager, sei un informatico. Ci racconti come è nata la tua passione per questa materia?
L'interesse per l'informatica è nata da bambino, quando ho ricevuto il primo Commodore 64. Ciò ha stimolato il mio interesse per la programmazione e l'hardware.
Crescendo, ho approfondito queste competenze, trasformando la mia passione in una carriera.
Nonostante il mio lavoro sia ora nel campo dell'informatica, non ho mai perso la gioia e la curiosità che avevo da bambino.
Questa passione continua a guidarmi nel mio percorso professionale.
2. Come si è evoluto, nel tempo, il tuo lavoro?
Il mio lavoro è un viaggio che mi ha portato a esplorare profondamente il mondo della tecnologia.
Ho iniziato come programmatore, immergendomi nel codice e nelle sfide tecniche e, in poco tempo, mi sono ritrovato a gestire team di sviluppatori, ognuno con le proprie competenze e sfide.
La mia crescita professionale non si è fermata lì. Ho fondato due startup, entrambe con un forte focus tecnologico.
Queste esperienze mi hanno permesso di comprendere a fondo non solo l'aspetto tecnico del settore, ma anche la gestione di un'azienda, la leadership e la visione strategica necessaria per guidare un'organizzazione verso il successo.
Ogni giorno, conduco la visione tecnologica della mia azienda, a risolvere problemi complessi e a guidare il mio team verso nuove frontiere. Nonostante le sfide, non c'è nulla che mi piaccia di più.
3. Come sei arrivato a diventare CTO? Perché questa scelta?
La mia trasformazione in un CTO non è stata una cosa pianificata dall’inizio, ma un percorso naturale guidato dalla mia passione per la tecnologia e la strategia.
Le mie capacità di leadership, scoperte lungo il cammino, hanno ulteriormente facilitato questa transizione.
Nonostante le sfide, questo percorso è stato ricco di soddisfazioni, dimostrando come la passione e le competenze possano convergere in un ruolo di grande valore come il CTO.
4. Parli spesso di intelligenza artificiale: cosa puoi raccontarci in merito, da "insider"?
Nel lontano 2001, ho scritto il mio primo programma di intelligenza artificiale, utilizzando il linguaggio Prolog.
Da allora, l'evoluzione dell'IA è stata straordinaria, alimentata in gran parte dall'abbattimento dei costi dell'hardware necessario per eseguire calcoli ad alta potenza.
Questo ha reso l'IA accessibile a un pubblico molto più ampio e ha permesso un'innovazione senza precedenti.
L'intelligenza artificiale è da tempo una presenza silenziosa nelle nostre vite, spesso senza che ce ne rendiamo conto.
È nel motore di ricerca che usiamo, nelle raccomandazioni dei prodotti che acquistiamo online, nelle app di navigazione che ci guidano attraverso le strade.
È diventata così pervasiva, che "quasi" non ci siamo accorti di quanto sia diventata parte integrante della nostra quotidianità.
Tuttavia, con l'avvento delle intelligenze artificiali generative, l'IA è diventata impossibile da ignorare.
Queste IA, capaci di creare contenuti originali come testi, immagini e musica, hanno raggiunto il grande pubblico e hanno aperto gli occhi di molti sulla potenza e le potenzialità di questa tecnologia.
In questo momento, l'IA non è più solo un argomento di discussione per gli esperti di tecnologia, ma è diventata un argomento di conversazione comune.
Le persone stanno iniziando a capire come l'IA può influenzare le loro vite, come può essere utilizzata per risolvere problemi, per creare nuove opportunità, per rendere il mondo un posto migliore.
E tutto questo è iniziato con programmi come quello che ho scritto nel 2001; piccoli passi che hanno portato a un salto gigantesco nell'evoluzione della tecnologia.
5. Come pensi si stia evolvendo l'intelligenza artificiale?
L'intelligenza artificiale sta evolvendo a un ritmo esponenziale, portando con sé sia enormi potenzialità che significativi pericoli, come accade con ogni nuova tecnologia rivoluzionaria.
Le potenzialità dell'IA sono evidenti e ampiamente riconosciute: l'automazione di compiti ripetitivi, l'analisi di enormi quantità di dati, la creazione di nuove forme di arte e intrattenimento, e molto altro ancora.
Tuttavia, con queste potenzialità emergono anche rischi significativi.
Le questioni etiche e di privacy, in particolare, stanno diventando sempre più pressanti, man mano che l'IA si diffonde in vari settori della società e l'impatto diventa quotidiano per tutti.
Le questioni etiche riguardano, ad esempio, come l'IA viene utilizzata e chi ne beneficia.
L'IA può essere utilizzata per migliorare la vita delle persone, ma può anche essere utilizzata per manipolare le opinioni, per diffondere disinformazione o per sorvegliare le persone senza il loro consenso.
Inoltre, l'IA può amplificare le disuguaglianze esistenti se i benefici vengono distribuiti in modo non equo.
Le questioni di privacy riguardano la quantità di dati che l'IA richiede per funzionare efficacemente.
Molti sistemi di IA si basano su enormi quantità di dati, spesso personali, per apprendere e migliorare. Questo solleva preoccupazioni su come questi dati vengono raccolti, utilizzati e protetti.
6. Quale pensi sarà il futuro delle IA?
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L'intelligenza artificiale sta rapidamente diventando una parte integrante della nostra vita quotidiana, proprio come altre tecnologie prima di essa.
Come ci siamo abituati all'uso del web e dei social network, è probabile che ci abitueremo a utilizzare l'IA in modo naturale e senza pensarci.
Il futuro dell'IA sembra essere quello di diventare una "commodity" tecnologica, ovvero una tecnologia così diffusa e accessibile da essere considerata un bene comune.
Questo significa che l'IA sarà incorporata in un'ampia gamma di prodotti e servizi, rendendola una parte invisibile ma essenziale della nostra vita quotidiana.
Potremmo vedere l'IA utilizzata in tutto, dalla personalizzazione delle nostre esperienze di shopping online, all'assistenza nella diagnosi medica, alla creazione di nuove forme di intrattenimento.
Potrebbe diventare una parte così comune della nostra vita che non ci penseremo nemmeno, proprio come non pensiamo alla tecnologia che alimenta il web o i nostri telefoni cellulari.
7. Dopo aver spiegato bene l'essenza delle IA, passiamo al tuo punto forte: il buon management. Come possiamo, secondo te, creare un management evoluto 4.0?
L'evoluzione del ruolo del manager è un aspetto fondamentale nel mondo del lavoro odierno.
Le aziende stanno affrontando cambiamenti rapidi e significativi, sia a livello tecnologico che culturale, e i manager devono essere in grado di adattarsi a queste nuove dinamiche.
Il manager moderno deve essere un leader trasformazionale, capace di ispirare e motivare i membri del suo team, piuttosto che un semplice supervisore.
Deve essere in grado di promuovere un ambiente di lavoro positivo, inclusivo e collaborativo, e di incoraggiare l'innovazione e la creatività.
Inoltre, il manager di oggi deve essere un facilitatore, aiutando i membri del suo team a raggiungere i loro obiettivi personali e professionali.
Questo può includere la formazione e lo sviluppo delle competenze, il mentoring e il coaching, e la promozione di opportunità di crescita e avanzamento.
Infine, il manager moderno deve essere un comunicatore efficace, capace di ascoltare, comprendere e rispondere alle esigenze e alle preoccupazioni del suo team. Deve essere in grado di fornire feedback costruttivo e di gestire i conflitti in modo efficace.
In sintesi, l'evoluzione del ruolo del manager è un processo continuo e necessario per garantire che le aziende siano in grado di affrontare le sfide del mercato moderno.
8. Come e quanto pensi si dovrebbe puntare sul team, per costruire uno schema manageriale che sia performante?
Il successo di un'azienda dipende in gran parte dalla sua forza lavoro.
I manager e i proprietari delle aziende devono riconoscere il valore dei loro dipendenti e fare tutto il possibile per supportarli e valorizzarli.
Il benessere dei dipendenti è un aspetto fondamentale per il successo di un'azienda.
Un dipendente felice e soddisfatto è più produttivo, più creativo, più impegnato e meno propenso a lasciare l'azienda.
Pertanto, le aziende devono investire sul benessere dei loro dipendenti, sia a livello fisico che psicologico.
Questo può includere una serie di iniziative, come la promozione di un ambiente di lavoro positivo e inclusivo, la fornitura di opportunità di formazione e sviluppo, l'implementazione di politiche di equilibrio tra lavoro e vita privata, la promozione della salute e del benessere sul posto di lavoro, e la fornitura di supporto per la salute mentale.
Inoltre, i manager devono adottare un approccio centrato sul team nella gestione dei loro dipendenti.
Questo significa promuovere la collaborazione e la comunicazione, valorizzare le diverse competenze ed esperienze all'interno del team e incoraggiare l'innovazione e la creatività.
In conclusione, il team deve essere al centro del lavoro di ogni manager. Solo così le aziende possono sperare di affrontare con successo le sfide del mercato moderno.
9. So che in passato hai fondato delle startup: cosa consiglieresti, da manager, a chi ha intenzione di intraprendere questa avventura?
Ho fondato due startup nella mia carriera e, nonostante entrambe non abbiano raggiunto il successo sperato, mi hanno permesso di crescere enormemente sia a livello professionale che personale.
Queste esperienze mi hanno insegnato molto sulle sfide e le opportunità che si presentano nel mondo delle startup.
Riflettendoci su, sono giunto alla conclusione che ci sono tre elementi fondamentali per creare una startup potenzialmente di successo.
Il primo è avere un team di fondatori eterogeneo e impegnato.
L'eterogeneità è fondamentale perché permette di avere una varietà di competenze e punti di vista.
Questo può portare a soluzioni innovative e a una maggiore resilienza di fronte alle sfide.
L'impegno, d'altra parte, è essenziale perché avviare una startup richiede un enorme investimento di tempo e energia.
Senza un team di fondatori pienamente impegnati, è difficile superare gli inevitabili ostacoli che si presenteranno.
Il secondo elemento è una solida rete di contatti.
Questa può aiutare una startup a inserirsi nel mercato di riferimento, a trovare potenziali clienti, partner o investitori.
Una buona rete può anche fornire preziosi consigli e feedback, che possono aiutare a evitare errori e a prendere decisioni più informate.
Infine, il terzo elemento è avere un capitale iniziale sufficiente.
Avviare una startup comporta un certo grado di rischio, e avere un capitale iniziale può aiutare a mitigare parte di questo rischio.
Può permettere alla startup di investire in risorse cruciali, come talenti, tecnologia o marketing, e può dare alla startup il tempo necessario per trovare il suo mercato e diventare redditizia.
Questi sono, a mio avviso, i tre elementi chiave per avviare una startup di successo.
Tuttavia, è importante ricordare che non esiste una formula magica per il successo.
Ogni startup è unica e ciò che funziona per una potrebbe non funzionare per un'altra.
10. Un'ultima domanda: cosa consigli ai giovani che si affacciano, per la prima volta, nel mondo dell'informatica e dell'intelligenza artificiale? E alle aziende?
Ai giovani che vogliono intraprendere questo mestiere consiglio di non pensare alla facilità di accesso a questo mondo lavorativo, ma alla motivazione e alla passione, nonché essere consapevoli che bisognerà entrare in una modalità di studio continuo.
Invece, invito i manager e i proprietari d’azienda a prepararsi nell’affrontare bene quest’epoca di forte cambiamento e a porsi con il giusto mindset alle future sfide.
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1 annoHo letto con interesse! (nonostante l'ora...). E in bocca al lupo a Vincenzo per il suo lavoro NONOSTANTE la brutta storia del Commodore 64... 😁 (io ero un ragazzo Spectrum 🌈 ).
📚🖋 Un testo nel cassetto prende la muffa. Prepariamolo per la pubblicazione con il Metodo dal manoscritto al libro: valutazione editoriale, editing, correzione di bozze
1 annoBella intervista, su cui riflettere bene. Grazie a entrambi.
Correttrice di bozze | Editor | Appassionata di parole | Curo i tuoi testi dalla mia baita sui monti 🌲🐶
1 annoBellissima intervista Chiara e Vincenzo, mi ha colpita in particolare il punto in cui Vincenzo spiega come l'IA sia in realtà con noi da tanto tempo, in molte delle nostre azioni quotidiane. Non sempre ce ne rendiamo conto.
Founder e brand designer Banana Splint ➤ Progetto il tuo brand dalla D alla S (sì, faccio loghi 😉) ➤ Mi occupo di brand e personal brand su LinkedIn ➤ ho creato Furbes ➤ <2K contatti, ma conto di scendere
1 annoIl C64 tradisce la tua età, Vincenzo ;) Bella intervista!
Software Engineer
1 annoAh, che lettura piacevole! Visto il tema mi sento costretto a condividere uno degli ultimi "giocattoli" che sto usando gioiosamente sul tema: https://perplexity.ai Buon divertimento :)