2 #interocezione
“Appena cominciamo a ri-esperire una connessione viscerale con i bisogni del nostro corpo, emerge una specifica capacità nuova: quella di amarsi con calore” (Stephen Cope, Yoga and the Quest for True Self).
Definiamo interocezione la ricettività rispetto a informazioni somatosensoriali che provengono dall’interno del corpo, una base pre-cosciente composta da intuizioni e inferenze che riguardano i nostri stati interni e che, successivamente, traduciamo in termini narrativi (“ho sonno”, “mi fa male la testa”, “mi sento fuori posto”). Consideriamo l’interocezione come il termostato del nostro stato di salute e della nostra funzionalità fisica. La sua importanza risiede nel fatto che l’avere una buona percezione dei nostri stati interni (incluse le emozioni e i bisogni) ci consente di metterli a fuoco ed esserne consapevoli e, a sua volta, questo tipo di consapevolezza – esercitata con accettazione e non-giudizio – ci mette nella posizione di poter influire attivamente sulla nostra regolazione.
Oggi sappiamo che la costanza nella pratica dello yoga facilita e potenzia questa connessione così importante e profonda con i segnali del corpo, promuovendo nuove capacità di ascolto e contatto con noi stessi, restituendoci uno stato di libertà rispetto ad automatismi e stati di squilibrio.
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