I giovani trovano le aziende Italiane poco “attraenti”

Secondo alcune stime, il 2015 sarà un anno difficile per almeno il 45% dei manager italiani, che non assumerà figure giovani e professionali nelle aziende.

Il programma di molte delle aziende italiane è poco attraente per i giovani tant'è vero che il 45% dei manager italiani ha stimato che per il prossimo anno ci sarà una notevole carenza di figure professionali.

I benefici che si offrono ai possibili dipendenti riguardano soprattutto la formazione ed i bonus di carriera e soltanto un numero ristretto di questi offre anche uno stipendio importante. Per i futuri lavoratori però, dato il momento di crisi che vive il nostro paese, i tagli ed i licenziamenti facili, diventa riduttivo ed azzardato non considerare il salario come percentuale importante nella scelta di un lavoro.

In tutto questo buio però c’è uno spiraglio di luce: dall’ analisi condotta da Randstad, secondo operatore mondiale nei servizi delle risorse umane, “Salary, Benefits and Workplace Trends”, è emerso che il 45% delle aziende italiane ha assunto molti volti nuovi e che una cospicua percentuale di queste ha visto aumentare notevolmente il livello delle retribuzioni. La responsabile della divisione Randstad Professionals di Milano e Torino, Mariapia Sgualdino, afferma che il mercato del lavoro, a dispetto di quello che spesso si crede, è in continua evoluzione grazie soprattutto alle variazioni che subisce l’ economia del paese. Inoltre la Sgualdino afferma che "Le aziende, oltre a concentrarsi nel mettere in evidenza le loro competenze fondamentali, si stanno focalizzando sui piani futuri per rafforzare la loro posizione rispetto ai concorrenti, consolidare i successi raggiunti e cogliere le eventuali opportunità di crescita. Non è un compito facile: è necessario ricorrere a metodi di selezione personale anche innovativi per reperire i migliori talenti disponibili; poi trattenerli e farli crescere con un uso oculato di vari strumenti come formazione, percorsi di crescita e benefits adeguati, utilizzando correttamente anche la leva salariale. Bisogna pianificare la forza lavoro tenendo conto della coesistenza ormai di tre generazioni di lavoratori, con esigenze molto diverse. Ma è necessario comprendere che il momento attuale è anche l’occasione per ripensare strategie di organizzazione e risorse umane".

Il problema in sintesi è spesso di quelle aziende che non cercano giovani competenti attraverso mezzi adeguati: una parte di queste si rivolge ai social network e reti professionali e solo poche organizzano colloqui formali, fiere virtuali o video curriculum. Quindi nonostante lo spiraglio di luce che può rincuorare i giovani nella ricerca di un lavoro futuro, non si riesce praticamente ad abbagliare totalmente quel buio e quella incapacità propria di alcune realtà.

Ivan Ortenzi

Corporate Innovation & Sustainability Strategist | Human thinker | Montessori Spirit | eMBA Professor | Author & Maverick Speaker | AI & Business Model Innovator | Sports & Video Games Industry Advocate

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Bell'articolo! Molti dati interessanti...

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