2021, l’avvocatura diventa sostenibile

Non ci sono dubbi. La parola dell’anno sarà sostenibilità. Anche per il comparto dei servizi legali.

La ricerca del giusto punto di equilibrio tra il perseguimento della crescita e la tutela delle esigenze sociali e ambientali, sarà uno dei tratti salienti di molte policy gestionali (e relative azioni di marketing) da parte dei principali operatori del settore.

I primi segnali di questo si vedono già. Progetti, iniziative, eventi. La stagione della pandemia di Covid-19 ha accelerato il processo di maturazione delle azioni volte a introdurre il concetto della sostenibilità nel modello di business delle law firm.

Non giriamoci intorno. È il mercato che lo chiede.

Pensate a quanto siano diventate ricorrenti le parole green e sustainable nella finanza degli ultimi 12 mesi. E se fate un test, chiamando uno dei vostri contatti (in qualunque tipo di azienda) e domandando se la sua società ha un programma di sostenibilità per il nuovo anno, sicuramente otterrete una risposta positiva.

Società sostenibili lavorano con consulenti sostenibili. Il teorema è tanto semplice quanto ineludibile. La capacità di restare sul mercato nel prossimo futuro, sarà legata anche alla capacità di adeguarsi a questo assioma.

E per gli studi legali ciò comporta una presa di coscienza fondamentale. Per poter essere in linea con le aspettative del mercato non basterà fare ‘ammuina riducendo le politiche di sostenibilità alla produzione di qualche gadget (borraccette à gogo) o all’eliminazione dei bicchieri di plastica dalle buvette di studio.

Bisogna salire di livello.

La sostenibilità diventerà un elemento guida per le politiche di organizzazione e sviluppo delle strutture che dovranno sempre più tenere in considerazione il benessere delle persone, l’uso consapevole della tecnologia, la costruzione di una govrenance rispettosa della diversità e delle minoranze, nonché l’impatto ambientale di ogni attività quotidiana.

In questo scenario, il concetto di sostenibilità rivela la sua capacità di concentrare e mettere a sistema le azioni che fino a oggi sono state avviate sul fronte del work-life balance, della diversity e dell’efficientamento dei processi. La sostenibilità non è “un’altra cosa”. Ma è tutte queste cose prese insieme e inserite in un disegno complessivo: armonico e coerente.

Quella che si profila è una sfida tutt’altro che banale. E infatti, non manca chi sta pensando alla certificazione come soluzione per riuscire a disciplinare il processo di transizione dal modello tradizionale di organizzazione a uno che sia in linea con questo nuovo approccio al lavoro e al business. Così come non manca chi ha (già) scelto di costituire il proprio studio in forma di società benefit ovvero chi studia la possibilità di diventare una B-corp.

Il mercato cambia pelle. E noi saremo qui a raccontarlo.

Buon anno!

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