3 CERVELLI IN 1 PER UN'INFORMAZIONE SCIENTIFICA EFFICACE

Ogni incontro è un evento unico dal quale si esce arricchiti da una nuova esperienza.

Ogni comunicazione, anche breve, non è solo uno scambio d’informazioni, ma anche di emozioni.

Quando si fa informazione scientifica ogni intervista è un obiettivo che prima ancora del risultato ha a cuore la relazione. I risultati saranno una conseguenza dei comportamenti, ma per poter fare un’intervista coinvolgente occorre identificare con chiarezza l’obiettivo di visita agendo su più livelli.

Questo implica che l’obiettivo di visita deve essere chiaro non solo nella testa, ma anche nel cuore e nella pancia. Infatti noi “siamo ciò che pensiamo” (Buddha), ma non pensiamo solo con la testa, pensiamo anche con il cuore e con la pancia.

Secondo Paul MacLean il cervello umano ha una struttura gerarchica con “tre cervelli” interconnessi, ognuno dei quali è dotato di una sua intelligenza specifica. Questi cervelli corrispondono a stadi importanti dell’evoluzione della nostra specie, sono il cervello rettiliano (la parte filogeneticamente più antica che detta comportamenti stereotipati definiti geneticamente), il sistema limbico (cervello dei mammiferi antichi in cui il comportamento poteva essere modificato in base all’esperienza svincolandosi dal meccanismo geneticamente rigido dei rettili) e la neocortex (la corteccia cerebrale che si sovrappone al sistema limbico, tipica dei mammiferi più evoluti e che nell’uomo raggiunge il suo massimo sviluppo).

La sede delle emozioni è nel cervello limbico, la cosiddetta zona del cuore.

Secondo Daniel Goleman, l’intelligenza emotiva conta per l’80-90% nelle competenze che distinguono performance eccellenti da quelle mediocri.

(Non tutti i leader lo sanno, ma se lo chiedete ai loro collaboratori ve lo diranno).

Dal libro: "La Vendita Emotiva nell'informazione scientifica del farmaco" di Riccardo Izzi, edito Franco Angeli.