3 strategie per imparare a dire No (senza offendere gli altri)
Ho avuto modo di scrivere un "buongiorno" sul tema del no, partendo dalla citazione di Stainer:
"Un sì non è nulla senza il no che gli dà confini e forma"
ed evidenziando che Sì e No sono le due facce della stessa medaglia, l'abuso di ciascuna è inefficace. Dire sempre No ci fa apparire troppo duri ed indisponibili, dire sempre Sì ci fa apparire troppo disponibili ed accondiscendenti.
‼ Bisogna scegliere con cura tanto i No quanto i Sì che pronunciamo.
Il problema vero è che spesso diciamo Sì con troppa leggerezza, temendo quasi di pronunciare il No; le motivazioni che, il più delle volte, spingono le persone a dire sì alle richieste, sono:
- per non dispiacere l'altro/a e/o non voglio sembrare indisponibile;
- me lo ha chiesto il mio capo;
- per evitare discussioni, è più facile dire sì (subito);
- se lo chiedessi io mi piacerebbe che mi rispondessero di sì.
Ti ci ritrovi? Se la risposta è sì, non ti preoccupare... fai parte della maggioranza degli esseri umani 😊
Spesso, a questi Sì, seguono alcune lamentele:
- io sono sempre disponibile, gli altri hanno sempre qualcosa di più importante da fare;
- non lo vedono che sono oberato/a di cose da fare... perché continuano a chiedermi le cose?
Ti ci ritrovi? Se la risposta è sì, non ti preoccupare... fai parte della maggioranza degli esseri umani 😊
Una grande verità!
Durante un seminario il trainer ha detto una sacrosanta verità, che vale anche parlando di no e sì, relativa alle conseguenze di secondo livello, ovvero le conseguenze delle conseguenze.
A beneficio immediato corrispondono conseguenze sfavorevoli.
Di fronte ad una scelta, la via più facile è puntare al beneficio immediato senza curarsi delle conseguenze di secondo livello, ovvero quelle successive. Queste, il più delle volte sono, sul lungo periodo, sfavorevoli.
Facciamo un esempio semplice il beneficio immediato di dire sempre sì, ovvero non avere rotture di scatole, piacere agli altri ecc.... paga il prezzo, sul lungo periodo, di avere troppe cose da fare e non riuscire a dedicare abbastanza tempo alle proprie cose.
A pagamento immediato corrispondono conseguenze favorevoli.
All'opposto c'è la rinuncia al beneficio immediato, facendo una scelta "costosa" che determina, sul lungo periodo, delle conseguenze favorevoli.
Rimanendo all'esempio di prima, il prezzo immediato del fastidio di dire no alle richieste altrui, comporta, sul lungo periodo, maggiore disponibilità di tempo, rispetto dagli altri, potere di scelta su cosa impegnarsi ecc....
Ovviamente è come e quando si dice No. Vi possono situazioni in cui non è possibile dire No, al che manteniamo libero del tempo per queste vere e proprie emergenze.
Se hai deciso di impegnarti e riprendere il controllo della tua vita, ecco 3 strategie per imparare a dire No, consapevolmente.
Strategia n. 1: Abituati a dire no
Siamo così assuefatti dal dire sempre, o il più delle volte, sì, che ci siamo disabituati a dire no e come ogni abilità che si rispetti, anche il saper dire di no va allenato. Come?
Iniziando a dire no - quando vuoi dire no, ovviamente - partendo dalle piccole cose, quelle per cui vi è un minimo di disagio (il prezzo immediato).
La difficoltà deve essere incrementale ovvero ogni no deve essere poco più "costoso" del precedente e più economico del successivo.
Perché funziona? Perché abituandosi a dire di no ci si abitua anche a gestire le emozioni ad esso connesso. Non si viene più colti alla sprovvista e non si rischia di rispondere in maniera scomposta ed irriguardosa.
Strategia n. 2: Spiega i tuoi no
Le persone tendono ad essere più disponibili verso gli altri quando conoscono le motivazioni per cui viene avanzata una qualsiasi richiesta; ad esempio al supermercato quando chiedono di superare la fila. La richiesta viene accolta più spesso quando è accompagnata dalla spiegazione dei motivi che fondano la richiesta.
Questo vale anche per i no, spiegare che non è possibile accogliere la richiesta spiegando i motivi del rifiuto, agevola l'accoglimento dello stesso, salvaguardando la relazione.
Perché funziona? Perché collega l'esperienza che sta vivendo il "negatore" con una che il richiedente ha, probabilmente, vissuto. A chi non è capitato di essere talmente oberato di lavoro da non poter accogliere una richiesta?
Strategia n. 3: Dì sì... ma lentamente
Come ho scritto prima spesso rispondiamo affermativamente di default senza ragionare troppo in merito all'impegno che l'attività richiede e quali attività devono essere abbandonate o sospese - le famose conseguenze negative.
E' utile, quindi, rallentare e... rimanere curiosi prima di prendere un impegno; ovvero fare una serie di domande in risposta (lo so che è maleducato rispondere ad una domanda con una domanda... ma valuta le tue priorità😁) per acquisire elementi che ti facciano comprendere l'effettiva portata dell'impegno che assumeresti:
- lo hai già chiesto a qualcun altro?
- quanto tempo ho a disposizione?
- come vuoi che venga eseguito?
- farò parte di un team?
- dicendo che è urgente, cosa intendi?
- quali gli standard di valutazione?
- cosa vuoi che sospenda per fare spazio a questo progetto? (questa è una domanda utile quando è il capo a chiedere qualcosa)
ed altre domande similari.
Questa strategia ha le successive conseguenze:
1) prendi tempo e respiri;
2) acquisisci informazioni e, se decidi di dire sì, lo fai consapevolmente;
3) l'interlocutore si stufa e va a chiederlo a qualcun altro.
Prendi l'impegno con te stesso/a ed agisci... poi fammi sapere i risultati che hai ottenuto