5 spunti che mi porto a casa dal Marketers World 22
Il Marketers World 22 ritorna dopo 3 anni dall'ultima edizione datata 2019 e a distanza di circa 48 ore dal termine ho deciso di raccontarvi cosa mi sono portato a casa da questo evento a livello di visione e lettura del contesto nel quale ci troviamo.
È stata la mia prima volta all'evento e in generale la mia prima volta con la Marketers Family...si perché la sensazione netta trasferitami da questa esperienza è che la chiave del successo di questo ecosistema di iniziative che conta oltre all'evento, un academy per provetti marketers, un acceleratore (o meglio incubatore?) di nuovi business digitali, una agency, tonnellate di contenuti di valore (e in molti casi gratuiti) in rete ecc... chi più ne ha più ne metta, risieda proprio nel fatto che si tratti di una famiglia.
Botto, Ema, Denise, Paolo, Maurizio, Renato, Omar, Elio, Vitto (e molti altri) ti tengono sul pezzo a suon di contenuti ed esperienze sul campo ma soprattutto grazie al feeling e all'empatia tra di loro evidentemente sviluppatisi in anni e anni di viaggi, progetti, lanci e surfate.
Hai quella sensazione di business approcciato come gioco di squadra in famiglia che ti trasferiscono saghe come Fast and Furious anche se più dei motori qui vanno pazzi per il surf e la meditazione quindi potrei metterci anche Point Break con Dario Vignali in veste di Dom / Bodhi a guidare la colorita e inesauribile ciurma nel trasformare buone idee in profitto e spasso condiviso per tutti (ora è chiaro che i Marketers non rapinano ne banche ne camion però era per intenderci al volo senza che siate cinefili particolarmente sofisticati sul senso di calore e sintonia che questi ragazzi e ragazze trasmettono in maniera autentica e a tratti scanzonata nel remare tutti verso un obiettivo professionale comune).
E infatti da quello che ho sperimentato personalmente posso dirvi che il senso del Marketers World non credo sia solo ne primariamente quello di mettere in mostra i risultati raggiunti da Marketers ne quello di indicarti un pezzo di strada per poter fare lo stesso e meglio come imprenditore digitale (un pò ci sono anche queste cose) bensì quello di farti sentire parte integrante della famiglia o perlomeno di una tribù disponibile ad accogliere la tua di famiglia. E infatti come nelle saghe a serialità ripetuta è previsto l'inserimento ad ogni capitolo di nuovi personaggi che si collegano a quelli iniziali, la nascita di spin off che gemmano dalla storyline principale (sotto forma di progetti imprenditoriali come latuanutrizionista o yoga academy), alleati e partner, grandi ritorni, colpi di scena, una colonna sonora da paura e memorabile eccetera eccetera.
E allora il primo giorno dell'evento ok i workshop ma intorno ad essi gravitano simboli, spazi e istruttori volti a evocare lo stile di vita del nomade digitale fatto di pareti per arrampicarsi, skate park, gaming zone che sembrava una lan party degli anni 90, tavoli da ping pong, gonfiabili per attutire la caduta dopo ogni genere di salto, sessioni di yoga, balance board e nastri per trovare il proprio equilibrio e rimanere "centrati" e presenti su una tavola nell'oceano così come nella vita e quindi nel business.
Sabato e domenica siamo entrati nel vivo dei contenuti e ora io non vi starò a parlare di tutto quello che a livello tecnico e pratico è stato condiviso dagli organizzatori e dai loro ospiti, temi che sono stati trattati ad buon se non ottimo livello di concretezza considerando la tipologia di evento non propriamente ne primariamente formativo, perlomeno ad un livello sufficiente per schiudere un po di porte e generare la voglia di iscriversi a Marketers Pro pur con l'eleganza di non fare nessuna particolare marchetta, per quanto sarebbe stato anche legittimo, al loro programma di formazione che dopo questi 3 giorni mi sento assolutamente di suggerire a chi voglia affacciarsi e/o potenziare le proprie competenze nel digital marketing e come content creator, io faccio l'imprenditore digitale da 15 anni e penso che a qualcosa mi iscriverò (studia -> fai -> impara -> ripeti cit. Dario Vignali ).
No, comunque non vi parlerò di questo ma proverò invece a tracciare la sintesi dei 5 messaggi chiave che sono arrivati belli dritti e che mi sono portato a casa a livello di visione e prospettiva su dove sta andando un pezzo di mercato di persone (nella fascia ampia che va dai 18 ai 35 anni) e quindi di professionisti e di aziende in qualità di creatori-fruitori di nuovi servizi, piattaforme e stili di vita.
1. I valori e le persone sono componenti hard del business
chi li ritiene ancora fattori soft a corollario di altro è destinato ad estinguersi più rapidamente di quanto creda, ad esempio più del 91% delle aziende in Italia hanno inserito lo smart working ma il più delle volte non funziona perché è chi governa l'azienda e dovrebbe guidare questa transizione il primo a non crederci e a vederci una sbandata temporanea dovuta dal Covid dalla quale bisogna gradualmente rientrare senza dare troppo nell'occhio per tornare a fare le cose seriamente e quindi in presenza però stante che una persona su due in questa fascia di età si è dimessa in Italia e la restante metà dichiara di essere pronta a dimettersi se il posto di lavoro impedisse loro di godersi la vita, leggasi Great Resignation, allora i medesimi boomer al comando tendono a reagire tirati per la giacchetta dall'evolversi della situazione e dal contesto complessivo concedendo questo e quell'altro ma con il mal di pancia malcelato (cit. Erica Tramontini prima e dopo) e lamentandosi dei contraccolpi negativi ovvero aziende sfilacciate, perdita dei legami deboli, difficoltà di coordinamento eccetera eccetera che però c'erano già prima ma era nascosti sotto al tappeto del controllo coercitivo a tutti i costi, del non andare mai via dall'ufficio prima del capo, della montagna di tempo bruciato alle macchinette del caffè per seguire da pecoroni il proprio gregge, mentre non comprendono che il vero antidoto a tutto ciò è sempre stato lì davanti alla portata e si tratta dei valori, ovvero del motivo per cui la tua azienda esiste, dai quali scaturisce una leadership ovvero la capacità di trasferire alle persone dove stiamo andando e soprattutto il perché in modo che altre menti brillanti possano unirsi a noi a patto che queste persone condividano i nostri valori, altrimenti è un esercizio inutile buono per i siti web e i bilanci sociali delle aziende, e che dall'altro punto di vista i leader siano disponibili a mettere nelle condizioni ciascuna persona nel raggiungere la propria stella polare senza commettere l'errore di pensare che gli altri cambieranno la loro per la tua (cit. Vittorio Civinini ).
In due parole, se le persone sanno cosa devono fare ma non perché lo devono fare (e non lo condividono) non lo faranno, game over, vincerà qualcun altro con valori più forti e condivisi internamente dei tuoi, ma non perché si tratta di fannulloni capricciosi poco dediti a lavorare ma perché i valori sono la nostra bussola interiore e opporsi ad essa significa fare una fatica bestia nel raggiungere la propria destinazione e quindi vanificare capacità, talento e sforzi. Questo anche perché (e arriviamo al secondo punto)...
2...YOLO (You-Only-Live-Once)
stante che viviamo una volta sola, quale significato vogliamo dare alla vita? Lo schema stipendio -> carriera -> posizione sociale non aiuta a rispondere a questa domanda, anzi rischia di tenerci dentro un loop arido tutto il tempo sufficiente per arrivare in fondo senza aver manco provato ad abbozzare una risposta.
Nella YOLO economy quello che conta è prima di tutto il proprio benessere, non solo ne primariamente in termini materiali, e poi eventualmente la carriera, i soldi e quant'altro soltanto se in funzione e non in alternativa e competizione con il primo obiettivo e per perseguire questo modo di approcciare alla vita posso scegliere una tribù, persone che hanno stessi valori ed interessi con cui possiamo risolvere uno o più problemi di altre tribù, differenti o similari a seconda dei casi, con i nostri servizi e progetti (cit. Benedetta Santini )."
Consigliati da LinkedIn
"Play long-term games with long-term people. All returns in life, whether in wealth, relationships, or knowledge, come from compound interest."
Naval Ravikant (Co-founder and former CEO of AngelList)
In questo schema non conta l'etichetta che ti sei o ti hanno appiccicato (lavoratore, freelance, imprenditore) ma la rete di relazioni che sviluppi e la tribù alla quale ti unisci. Come leader in un'epoca YOLO in sostanza devi essere giardiniere e non falegname (cit. Luca Mazzucchelli ).
Nota bene: focus sui valori + YOLO non devono trasferire l'equivoco che ogni azienda debba puntare alla pace del mondo, alla giustizia sociale e alla salvaguardia ambientale (oddio, non sarebbe poi così male e probabilmente ce ne sarebbe un grande bisogno da subito, anzi dall'altro ieri, ma non si intende solo quello), per fare un esempio la mission di Marketers è: "Lavorare ogni giorno per trovare un equilibrio tra le volontà di creare profitto e il bisogno di vivere una vita che meriti di essere vissuta" (quanto coraggio nel parlare apertamente della bellezza di fare profitto senza il bias di non poter quindi essere legittimati al contempo ad aspirare anche a qualcosa di superiore, a tratti anche spirituale, senza sembrare paraculi in quanto, per l'appunto, coerenti con sé stessi).
Morale della favola: se prendo coscienza che vivo una volta sola, per quanto ciascuno assuma diversi sé anche in contemporanea nella propria vita a seconda del contesto e del ruolo che si sta svolgendo in quel momento (genitore, amico, compagno, viaggiatore, imprenditore, lavoratore...) è innegabile che i contesti aziendali (le tribù) che consentiranno alle persone di essere realmente se stesse, riducendo (azzerando?) le distinzioni tra lavoro e vita privata (ma non nell'ottica che sto tutto il giorno in ufficio e annuisco a ogni cosa, insomma, se siete arrivati fino a qua a leggere avete già capito) avranno un vantaggio competitivo pazzesco nella loro capacità di crescere e raggiungere obiettivi impensabili. Davide batterà Golia. La crisi non è del lavoro ma è una crisi di significati (cit. Dario Vignali ).
3. No al culto dei risultati e delle metriche, si alla creatività e alla passione per il processo
che si tratti di un brand, di una campagna di marketing o della crescita di un'azienda nel suo insieme, assistiamo ad un ritorno di rilevanza della dimensione qualitativa su quella quantitativa. Alcuni segnali ed evidenze:
Avere dei risultati scarsi oggi non deve avere necessariamente una connotazione negativa sia a livello personale che aziendale a patto che le tue azioni siano inserite all'interno di un processo (creativo, produttivo, commerciale ecc.. quello che vi pare in base ai casi) che ti consenta continuamente di fare -> misurare -> studiare -> iterare e quindi avere la possibilità di essere domani la persona e l'azienda migliore che ieri non potevi essere proprio perché ti mancava un pezzo di informazione e/o di esperienza (cit. Oscar Di Montigny ). Se agisco così non posso fallire, se non in senso civilistico, ma tuttalpiù ricevere dei feedback, a quel punto non saranno le "cose" a cambiare ma saremo cambiati noi (cit. Luca Mazzucchelli ).
4. Tutte le aziende diventeranno delle media company
il creator di contenuti aziendali sarà la figura che inizierà maggiormente a diffondersi a partire dall'anno prossimo (cit. Marcello Ascani ). Passeremo da una servitization ad una contentization?
Presto per dirlo ma il passaggio azienda di prodotti che per scalare e diventare fluida adotta una modello da azienda di servizi per passare ad uno step successivo dove l'azienda servitizzata da un lato per promuovere i propri servizi ovvero espandere e/o rafforzare la propria area di influenza e dall'altro per trovare nuovi modelli di business ancora più fluidi diventa media (content) company a prescindere dal settore di provenienza sembrerebbe essere già in atto. Vedremo. Ciò che è certo è che tutte le aziende avranno la necessità di produrre contenuti di qualità, non solo i classici report da far scaricare per raccogliere le lead sulle solite landing page, il che significa:
5. Gli insight muovono la nostra vita (cit. Renato Gioia )
il compito di chi desidera fare la differenza come collaboratore, professionista, freelance, imprenditore che dir si voglia è quello di identificare e comprendere gli insight che muovono la vita delle persone. That's it, non ci sarà AI che tenga quando come esseri umani prefiguriamo per noi e per gli altri. Per farlo aiuterebbe molto tornare bambini quando ogni cosa assumeva un colore e uno spessore incredibile, mettere da parte ciò che (ci hanno detto e/o ci siamo detti) che siamo e che non siamo, ricercando la nostra unicità e libertà che si manifesta proprio quando facciamo delle scelte e quindi viviamo qualcosa rinunciando a tutte le altre infinite possibilità. Trova il tuo inner game interiore e gioca la tua partita! (cit. Dario Vignali e Vittorio Giusti ).
In sintesi: stiamo vivendo un cambio d'epoca e chi intra-prende, ovvero prende qualcosa che sta tra due cose, non potrà che godere e divertirsi negli anni a venire a patto di farlo mettendo da parte l'ego e portando al centro la creazione di valore per gli altri, i valori, l'amore per le persone e per il nostro pianeta (cit. Oscar Di Montigny ). In 3 giorni abbiamo avuto la prova tangibile di questa speciazione in corso, 2 mila persone sono un battito di una farfalla nell'universo ma il loro riverbero può creare (sta già creando?) una moltitudine e un'onda di altre dimensioni. Metterci la faccia e il cuore perché è quando ti esponi alle tue paure più grandi che diventi veramente libero. Sistemiamo quello che oggi è scassato e iniziamo a generare soluzioni per l'insieme attraverso ciò che facciamo.
"Non esistono uomini nati sotto buone o cattive stelle ma solo essere umani che sanno o non sanno leggere il cielo stellato."
Dalai Lama
(grazie ad Oscar Di Montigny per avercelo ricordato).
Gran bell'evento questo Marketers World 22!
Un grazie speciale a Alessandro Sorbello per avermi parlato di Vignali and co. anni fa, prima ancora di Marketers , quando lavoravamo insieme e la sera lui era intrippatissimo nello studiare nuove tecniche di marketing, ne è passata di acqua sotto ai ponti per tutti ma a distanza capita di unire i puntini nelle modalità più insolite e a Gianluca Bernardi per avermi rimediato un invito per l'evento (a posteriori, se anche non me l'avesse rimediato, gli euri necessari sarebbero valsi tutti, ma non potevo saperlo).
Chief Happiness Officer @Marketers
2 anniChe bellissimo articolo, Andrea! Grazie di esserci stato e di aver accolto, fatto tue e riproposto le nostre parole. È davvero un onore aver condiviso questo viaggio con persone come te. 🙏
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2 anniEvento pazzesco, ricco di valore ed emozioni. Ognuno di voi su quel palco mi ha arricchito. Complienti, un’esperienza che porterò per sempre con me e che mi ha aperto nuovi orizzonti. Siete grandi! Bell’articolo 🙏🏻
Marketing Manager- BU Prestige @Pirelli
2 anniMi ritrovo molto nell’analisi fatta: faccio parte di quelle persone della great resignation che non sono più disposte ad avere compromessi tra vita privata e lavorativa. Oggi, dopo anni spesi in diverse multinazionali a perseguire le metriche aziendali cercando di farle tornare, grazie a una grande determinazione e ambizione di carriera, mi ritrovo a lavorare in una delle migliori aziende italiane con un’ottima posizione, ma quello che mi domando ormai da un po’ è so what? Ne vale veramente la pena? Probabilmente è meglio seguire il mantra YOLO. Chissà magari nei prossimi anni rappresenterò ancora le persone descritte nell’articolo e diventerò una content producer (ad oggi non ci avevo mai pensato e la vedo una cosa lontana dal mio essere, ma tutto può accadere). Nel mentre non mi resta che studiare e imparare dai migliori. Non ci resta che identificare e leggere in modo corretto le stelle (gli insights) e prendere in mano la nostra vita per renderla ancora più appagante e meravigliosa, trovando un balance tra profitto e spiritualità.
Marketing Manager- BU Prestige @Pirelli
2 anniSemplicemente meraviglioso😊 È un articolo che leggi tutto d’un fiato e ti porta a domandarti cosa stai facendo ancora lì impalato. È il momento di agire ed essere artefici della propria vita o come è scritto nell’articolo di trovare “il proprio inner game interiore e giocare la propria partita” (cit. Dario Vignali e Vittorio Giusti). Credo che post pandemia gli insights siano ancora più visibili, le persone siano ancora più determinate a perseguire dei valori personali e collettivi più importanti e di valore che spesso non corrispondono più alla sola crescita di carriera.
Chief Executive Officer Cerbeyra, Fintech Professor, Senior Advisor, Organizational Psichologist
2 anniComplimenti, un’analisi veramente ottima di un evento pazzesco, unico nel suo genere. 🙏