8 cose da evitare quando disegni un logo professionale

8 cose da evitare quando disegni un logo professionale

Le cose da evitare quando disegni un logo professionale sono il mantra che ogni professionista incaricato della progettazione di un marchio dovrebbe sempre tenere a mente.

Disegnare un logo che sia professionale, unico, versatile e memorabile non è semplice.

Purtroppo, però, progettare e realizzare un logo completamente sbagliato è in realtà pericolosamente più facile. Ecco perché le cose da evitare quando disegni un logo professionale sono dietro l’angolo che ti aspettano per essere registrate dal tuo cervello e inserite nel tuo piano di lavoro.

Ho preparato una lista di 8 fattori / principi che vengono dall’esperienza non solo mia ma della gran parte dei graphic designer che in questi punti si ritrova quotidianamente e su questi punti fonda il proprio “contro-lavoro”.

Permettimi un piccolo pensiero: non esiste una guida definitiva per creare un logo professionale così come i memorandum da seguire per evitare di progettare e disegnare un logo sbagliato potrebbero essere di più di quelli che vedi in quest’articolo. Io metto per iscritto la mia esperienza e le mie folli visioni da designer che fa questa professione da 15 anni.

Nella vita di definitivo non c’è niente, forse un paio di concetti esistenziali ma per quanto riguarda la professionale di graphic designer e di logo designer la certezza di seguire una guida “definitiva” ed essere sicuri e tranquilli perché così si produce un logo unico, versatile e memorabile non esiste.

Certo, ci sono e ci saranno sempre dei principi fondamentali di cui tenere assolutamente conto quando si progetta un marchio ed è fondamentale conoscerli (questo è il motivo per cui ho deciso di inserirli nel mio corso “non definitivo” ma completo su come creare un Logo professionale con Adobe Illustrator); presto pubblicherò un articolo che parla nel dettaglio dei principi da seguire per per progettare e disegnare un logo performante.

Ognuno è libero di pensarla come meglio crede, ma quando si tratta di progettare e disegnare un marchio che rappresenti universalmente la vision e la mission di un brand bisogna stare molto attenti perché se non si ragiona in termini di prospettiva e di lungimiranza prima o poi l’obiettivo cade o ci si rende conto che in realtà non è mai stato raggiunto.

Di definitivo quindi non c’è niente, e il motivo per cui lo affermo è che l’unica cosa definitiva in assoluto nella progettazione e realizzazione di un logo professionale è la presenza delle tendenze.

Sto parlando delle tendenze di stile, delle correnti di graphic design che nascono nel corso degli anni, che decadono per essere sostituite da qualcosa di più accattivante e performante per i tempi che corrono. Parlo di tendenze stilistiche che si rinnovano trasformandosi grazie alla fusione tra le mode, i pantoni di colore che cambiano di anno in anno, l’influenza delle tecnologie sul design e viceversa. Se cerchi qualcosa di definitivo in materia di graphic design, allora troverai nelle tendenze di stile l’unica risposta sinceramente convincente.

La conoscenza è materia organica che si plasma

e può avere mille volti e altrettante forme, ma nessuna di queste sarà “definitiva”.

Detto ciò, viva la libertà di fare ciò che si vuole e di seguire i consigli di chi riteniamo più adeguato nel settore di nostro interesse.

Torniamo a noi, anzi a te.

Eh già, voglio parlare esattamente con te che stai leggendomi. Direttamente, senza ponti…perché oggi è giornata di riflessioni.

Allora basta fronzoli, ecco le mie 8 riflessioni: le cose da evitare quando disegni un logo professionale.

1# Rubare le idee, solo perché magari si è pigri

Spesso è capitato di notare come colleghi designer di ogni parte del mondo scopiazzino qua e là idee già pronte e impacchettate di altri graphic designer.

Ora, a parte ovvie ragioni di carattere etico per le quali rubare non è mai una cosa buona, una riflessione che sorge spontanea riguarda il processo creativo di chi commette “il peccato”: sta proprio nella nascita di un’idea, seppure primordiale, la potenza del risultato finale.

E’ altrettanto vero che quel risultato per essere originale ed efficace deve necessariamente subire una serie di lavorazioni che partono dalla concretizzazione su carta di un concept fino alla messa a punto digitale con tanto di prove, bozze, catapulte e capriole (anche mentali), ma se rubi l’idea che qualcun altro ha maturato gli stai rubando anche l’intero processo di trasformazione che è venuto dopo e questo, oltre a essere particolarmente ingiusto, è anche controproducente perché violi le regole dell’unicità (e quindi dell’originalità) che sono alla base di una brand identity professionale e visivamente funzionale.

Discordo diverso è prendere spunto da opere digitali finite e creare qualcosa di completamente nuovo e, a suo modo, diverso. In questo caso non stai copiando l’idea ma prendi come riferimento qualcosa che è stato già creato per realizzare qualcosa che va in una direzione completamente nuova. Visivamente, concettualmente, stilisticamente. E naturalmente deve essere uno spunto…solo uno spuntino… 

A volte basta uno spunto per ricreare un’idea

2# Ingannare sé stessi convincendosi di impressionare

Creare qualcosa che ci fa sentire dei grandi artisti del digitale può essere uno stato pericolosamente normale se non si ci si abitua a un confronto continuo con i lavori di altri graphic designer.

Il modo migliore per ottenere un risultato efficace è convincersi che non siamo perfetti, e che non lo saremo mai. Personalmente trovo in questa condizione tanta meravigliosa bellezza.

Sì, perché nell’imperfezione si può scorgere spesso (e volentieri) l’idea giusta, quella trionfante. L’idea che riesce a impressionare proprio perché nasce da un processo di umiltà graduale. La parola d’ordine per essere sicuri di fare bene il proprio dovere è consapevolezza.

Sii consapevole dei limiti ragionevoli e temporali che caratterizzano le tue abilità nel momento in cui ti viene commissionato un lavoro, e in base a quelli stabilisci un compenso adeguato con il tuo cliente. Più sei bravo/a e più (in teoria) puoi chiedere di più.

Trova nell’errore la forza per disegnare sempre meglio

Se progetti e realizzi un logo professionale che riesce a impressionare non significa che sei arrivato/a, ma che hai messo da parte l’illusione dei super poteri e hai fatto parlare la tua onestà intellettuale attraverso una serie di interventi mirati, elastici e finalizzati a un risultato serio e onesto.

Non è un caso che questo punto sia tra le cose da evitare quando disegni un logo professionale, perché progettare l’identità visiva di un brand non è un’operazione che puoi fare se non convinci te stesso a ricominciare da zero sempre. Anche e soprattutto quando senti di essere diventato bravo/a.

#3 Rifiutare di lavorare con le griglie disegnando il logo come fosse un dipinto

Se utilizzi Adobe Illustrator per creare i tuoi loghi (oppure qualsiasi altro software di grafica vettoriale)non puoi e non devi fare a meno di lavorare con le griglie.

Le griglie sono l’insieme di tante piccole celle quadrate che servono per allineare con precisione matematica qualsiasi elemento all’interno della tavola di lavoro.

Inoltre ci sono le guide, queste linee che puoi prelevare dai righelli (laterale e superiore) che aiutano l’allineamento delle singole parti di un elemento favorendo quindi un’ottima resa geometrica del prodotto finale. Come vedi nell’immagine qui in alto, non è un caso che le ali di questo uccello stilizzato finiscano esattamente in quel punto così come le piume in basso siano piegate con quella curvatura e finiscano proprio in quel punto della griglia.

Inoltre, come puoi vedere, la griglia è a sua volta composta da tanti quadrati, ognuno dei quali formato da tante piccole cellette. Questo perché possiamo e dobbiamo avere la possibilità di allineare tanto gli elementi più grandi quanto gli elementi più piccoli all’interno della tavola da disegno.

Se disegni il tuo logo come se fosse un dipinto rischi di ottenere un prodotto finale disallineato sia internamente che esternamente e questo, credimi, non è mai un bel vedere.

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Valentina Tamiazzo

Grafica e Illustratrice specializzata in campagne educative e caricaturista dal vivo per Eventi Pubblici e Aziendali

8 anni

Grazie mille, molto interessante. Ho solo un dubbio in merito all'utilizzo delle sfumature che suggerisci (non ho letto l'ulteriore articolo su queste), perchè nei loghi di questi ultimi anni ne viene fatto un utilizzo smodato e a volte questa caratteristica impedisce la conversione ad un solo colore del marchio che dovrebbe rientrare nell'ABC delle regole per costruire un buon logo versatile ed efficace.

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