Acque depurate in agricoltura, restano molti i nodi da superare
In attesa del dpr di attuazione del Reg. 2020/741, un seminario di Water Alliance - Acque di Lombardia - la sigla che riunisce alcuni gestori lombardi del servizio idrico integrato – è stata l’occasione per fare il punto sulle prospettive dell’utilizzo delle #acquereflue in #agricoltura.
Al di là di alcune realizzazioni, l’atteggiamento resta ancora prudente, soprattutto sull’ipotesi di riutilizzo diretto con reti dedicate, così come richiesto dalla normativa dell’Unione Europea, ad oggi recepita dal decreto legge “siccità” con norme che varranno sino a fine anno.
Il sistema consortile guarda con interesse a tutte le fonti integrative, soprattutto laddove le risorse idriche sono meno disponibili, ma è necessaria chiarezza su tanti aspetti. Lo ha ribadito Luigi Lecchi, intervenuto come vicepresidente di #ANBI #Lombardia, nel corso della tavola rotonda con la partecipazione di rappresentati delle organizzazioni agricole e con i dirigenti delle utility.
Oltre ai fondamentali requisiti di sicurezza qualitativa a garanzia delle produzioni agricole, resta aperto anche il tema degli investimenti necessari per la realizzazione di reti separate per la distribuzione delle acque depurate. Nelle aree della pianura padana servite dall’#irrigazione a scorrimento, il rapporto costi/benefici sembra ancora lontano da giustificare interventi di questo tipo, fatte salve alcune situazioni puntuali, come riconosciuto da recenti studi del Politecnico di Milano presentati durante l'iniziativa organizzata da Acque Bresciane S.r.l. SB .
Sull’avvio del riuso diretto pesano in maniera determinante anche i ventilati aspetti tariffari. La prospettiva di un utilizzo di queste acque in agricoltura gravato da tariffe a carico degli utenti irrigui è emersa senza troppi infingimenti. Nel corso dell'incontro, si è prospettato addirittura – seppure in termini dichiaratamente provocatori - la possibilità di avviare un mercato di “certificati blu”, sulla scorta di quelli verdi, per le “aziende agricole ad alto consumo di acqua”.
L’ipotesi dell'applicazione di un sistema tariffario trova la netta contrarietà dei consorzi di bonifica e delle organizzazioni agricole in quanto minerebbe la natura stessa dell’irrigazione collettiva consortile, basata sull’autogoverno.