Alle porte del futuro, non c'è tempo da perdere!

Alle porte del futuro, non c'è tempo da perdere!

"Il tempo non esiste, ho un quarto d’ora per cercare di convincervi di questo”.

Se il tuo intro per un TEDx è questo o sei un figo pazzesco o sei Carlo Rovelli.

In questo caso entrambe: Carlo Rovelli, figo pazzesco.

Nel suo discorso, Rovelli sottolinea come molte delle nostre conoscenze attuali siano nate dalle intuizioni di grandi menti pensanti molto prima che la scienza o la tecnologia fossero in grado di dimostrarle.

Pensiamo ad Albert Einstein e alla sua teoria della relatività, concepita principalmente attraverso esperimenti mentali, a Charles Darwin, che intuì i meccanismi dell'evoluzione molto prima che la genetica potesse confermarli o all’equazione di Wheeler-DeWitt, formulata negli anni '60.

Questa equazione, che descrive l'universo in termini di meccanica quantistica, ha una caratteristica sorprendente: è la prima equazione che non contiene alcun riferimento al tempo. In altre parole, suggerisce che a livello fondamentale, il tempo non esiste affatto.

Oggi, 60 anni dopo, sappiamo che la nostra percezione del tempo è fallace ed esclusivamente legata al fatto che viviamo in un sistema a bassa entropia.

La nostra percezione del mondo è spesso sbagliata, o meglio, vale solo finché guardiamo molto molto vicino a noi. Se ci muovessimo con un motore a improbabilità infinita a guardare oltre gli orizzonti, se ci tuffassimo nell’infinitamente grande o nell’infinitamente piccolo, tutto cambierebbe e anche quanto ci hanno insegnato i grandi della storia perderebbe di validità (non perché non avessero ragione, ma perché hanno ragione solo qui).

Ma cosa c'entra tutto questo con il lavoro di ognuno di noi, con il mondo moderno, con le aziende, con il business? Moltissimo, in realtà, tutto o addirittura 42.

In un'epoca dominata dai big data e dall'analisi quantitativa, rischiamo di sottovalutare il potere dell'intuizione e della creatività.

Come ci ricorda Galimberti, citando Martin Heidegger, siamo ossessionati dalle metriche, da quello che possiamo calcolare, da tutto ciò che è categorizzabile come azione utile. Non disponiamo più di un pensiero alternativo rispetto al pensiero che è capace a fare di conto. Non siamo più in grado di riconoscere la bellezza e di apprezzare le nostre più grandi capacità come essere umani: pensare, immaginare, sognare, scoprire.

Se c’è una vera sfida in merito all’adozione dell’Intelligenza Artificiale e di tutte le nuove tecnologie che nasceranno nei prossimi venti anni, io personalmente, trovo che risieda solo nello scopo.

DON’T PANIC!

(è già la terza citazione al capolavoro di Douglas Adamas “Guida Galattica per Autostoppisti” se non te ne sei accorto/a scrivimi in privato: dobbiamo rivedere la nostra amicizia)

Se l’adozione avverrà con il solo scopo di migliorare processi e prestazioni (e attenzione, non sto dicendo che non va fatto anzi, va fatto e velocemente) non avremo sfruttato la più grande opportunità di questa rivoluzione, ovvero il fattore tempo.

Di fronte a noi si presenta un futuro dove dall’operaio apprendista all’Amministratore Delegato, possiamo beneficiare del tempo risparmiato grazie alle nuove tecnologie.

 

Quindi, a tutti quelli che nei prossimi tempi dovranno inserire, usare, o iniziare a capire cosa fare di questa nuova cosa che è l’AI (e tutte le innovazioni che porterà) ma soprattutto a chi all’interno di posizioni decisionali suggerirà l’implementazione di questi strumenti, rivolgo le mie suppliche, colle ginocchia della mente inchine (Petrarca):

 

·      Quantificate fin da subito il risparmio di tempo ottenuto, non per utilizzarlo inserendo l’ennesima task al vostro team o ai vostri collaboratori, ma per incitarli ad utilizzare quel tempo pensando, riflettendo, ragionando, sognando, progettando, studiando.

 

·      Eliminate il termine tempo libero. È raccapricciante. Il tempo lavorativo è il miglior tempo libero in assoluto, perché il lavoro deve avere come obiettivo diverse forme di libertà personali che derivano dal proprio impegno all’interno di una società organizzata che chiamiamo azienda.

 

Immaginate l’azienda, il vostro ufficio, la vostra professione come una piazza dell’antica Grecia dove passeggiare scambiando pensieri che cambieranno la nostra percezione delle cose, mentre sfrecciano auto volanti alimentate a idrogeno e nel parco un robot tiene una lezione di matematica ai bambini.

 

Posso scommettere oggi una cena al Ristorante al termine dell'Universo che chi utilizzerà i nuovi strumenti con questo fine avrà anche risultati economici migliori e sicuramente un impatto migliore sul mondo.

 

Caro Tommy, come mi hanno detto; l’intelligenza artificiale è un treno ad alta velocità che passerà nella stazione dei curiosi e dei sognatori e bisogna montarci sopra!!!

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