Ambiente Sicuro #12 - Ripartire con il Verde

Ambiente Sicuro #12 - Ripartire con il Verde

La fase 2 della pandemia da Coronavirus è ormai iniziata e molte persone stanno, piano piano, tornando verso quell'agognata normalità che caratterizzava le nostre vite prima del lockdown. Certo, le misure di sicurezza sono ancora massicce, ma il traffico torna timidamente a popolare le strade e le industrie riaccendono i loro motori di produzione per far ripartire un'economia globale messa a dura prova. Tutto questo ha sia un risvolto positivo che negativo.

Degli effetti che la quarantena ha avuto sull'inquinamento ne abbiamo parlato anche noi in passato in questo articolo e ora che tutto riparte, sembra che molti non abbiano imparato la lezione. Le notizie sul ritorno di scarichi inquinanti e smog rimbalzano costantemente sui social mentre i dati provenienti dalla Cina sono tutt'altro che incoraggianti in questo senso. Quella che ci si presenta oggi potrebbe essere l'occasione perfetta per ripartire in modo molto più sostenibile di prima, ma il rischio di sprecarla è elevatissimo.

Milano in prima linea per l'ambiente

Una Risposta Frammentata

La risposta ambientalista di alcuni Governi non si è fatta attendere, ma molti altri stanno ignorando completamente la faccenda e non mancano quelli che hanno approfittato della situazione per favorire una politica completamente opposta (ne avevamo parlato qui). In termini di mobilità sostenibile la risposta migliore è sicuramente quella di Bruxelles che ha deciso di usare il tempo di lockdown per cercare di allestire una Shared Zone che copra tutta la città, con semafori spenti e più spazi per pedoni e ciclisti.

Fortunatamente Bruxelles non è stata l'unica città a rispondere e, soprattutto in Europa, sono sorte molte iniziative mirate a migliorare la mobilità urbana e sostenibile in vista del 2021, approfittando proprio dei tempi concessi dalla quarantena. Tra queste vi è anche la città di Milano che ha annunciato la trasformazione di 35 km di strade per aumentare gli spazi a disposizione di ciclisti e pedoni, così da permettere loro di muoversi mantenendo il distanziamento sociale. Modelli simili sono stati annunciati anche da Berlino, Boston, Minneapolis, Oakland e Bogotà (che mira ad arrivare a 600 km di piste ciclabili).

un veicolo elettrico in ricarica

Lo Scontro sull'Elettrico

Se la situazione della mobilità urbana sembra procedere sotto una buona spinta a seguito della fase 2, lo stesso non si può purtroppo dire per un altro grosso fronte della mobilità sostenibile, quello che riguarda la decarbonizzazione dei veicoli in favore dell'energia elettrica. Il settore dei trasporti è stato uno dei più colpiti dalla crisi derivata dal Coronavirus (ambiente sicuro 9) e il rischio è che questa crisi duri molto più del previsto poiché molti hanno subito accusato i veicoli di gran parte dell'inquinamento (cosa che, come visto nell'ambiente sicuro 8, è vera solo in parte). Al centro di tutta questa tempesta si piazza il mercato dei veicoli elettrici (ne avevamo già parlato qui).

Tale mercato, in costante crescita prima della crisi, è ora teatro di un acceso dibattito sul suo futuro. Da una parte ci sono esperti e operatori del settore dei trasporti che riconoscono come utopici gli obiettivi fissati in precedenza dall'Unione Europea e chiedono incentivi più "liberi" sulle emissioni (vedi questo articolo di Fleet & Mobility) o che comunque favoriscano anche soluzioni alternative sempre ecologiche anche se non elettriche. Dall'altro lato ci sono molte associazioni ambientalistiche (tra cui il WWF) che invece chiedono una tolleranza zero in vista della ripartenza e che le risorse economiche siano destinate con priorità assoluta all'elettrificazione completa dei trasporti e non a al settore dei carburanti fossili (di qualsiasi tipo essi siano). La risposta corretta (e che sarà probabilmente attuata) forse è una via di mezzo che dia parzialmente ascolto a entrambi gli schieramenti.

un banner di Legambiente in vista della fase 2

Le Proposte di Legambiente

In tutta questa confusione, fortunatamente ci sono anche realtà e associazioni ambientalistiche che guardano alla realtà della situazione in cui viviamo e muovono proposte non tanto per portare avanti solo le proprie battaglie personali, quanto per sfruttare il tutto per un rilancio dell'economia Europea in chiave green. E' il caso di Legambiente che ha lanciato un pacchetto di 33 proposte, stillate in collaborazione con imprese e associazioni del terzo settore, mirate a implementare un'economia più circolare nell'immediato futuro. Questa ha infatti maggiori possibilità di far ripartire in breve tempo e a piena potenza il motore produttivo dei territori europei.

Tra i campi di intervento c'é la semplificazione delle procedure per accelerare gli investimenti, il rilancio dell'economia con i fondi europei, lo sblocco di risorse e provvedimenti ministeriali in stallo, la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio e un'ampliamento della rete a banda larga che raggiunga anche i piccoli comuni e le aree interne dell'Italia. Questo permetterebbe di mettere all'opera numerosi settori diversi con un grosso guadagno per tutti (potete leggere tutte e 33 le proposte in fondo a questo articolo di Repubblica). In pratica, un rilancio che miri a sconfiggere sia la neonata crisi economica che quella climatica e sociale. Uno scenario in cui, nel lungo termine, tutti vincono.


Per l'articolo di oggi è tutto. Tra sette giorni ci troveremo qui ancora una volta per un nuovo Ambiente Sicuro. Continua a seguirci sui nostri canali social per non perdertelo!

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