Amianto: la valutazione del rischio nei condomini, ulteriori riflessioni
L'amianto rimane una questione più che mai aperta ed attuale in Italia. Come riportato in un editoriale di Alis, "ad oggi non sono stati individuati con certezza, su oltre 300mila siti stimati, quali sono quelli in priorità di bonifica, che costituiscono un rischio per la salute dei cittadini".
Per questo reputo opportuno condividere alcune mie riflessioni, relative alla situazione specifica dei condomini, che vanno ad integrare quelle già argomentate in un mio precedente articolo.
Nel caso di materiali integri non suscettibili di danneggiamento, occorre effettuare un controllo periodico dei materiali e mettere in atto una strategia per mantenere nel tempo le buone condizioni dei materiali, cioè un programma di controllo e manutenzione.
Negli stabili condominiali i materiali contenenti amianto possono trovarsi in tutti quei luoghi dove vi è (o vi è stata in passato) necessità di un isolamento termico o di resistenza al fuoco, nei materiali che devono avere caratteristiche di leggerezza e resistenza alla spinta e alla trazione, oltreché nei materiali che devono presentare caratteristiche di resistenza all’usura, termica, meccanica e chimica.
Come noto, le fibre di amianto possono essere libere o debolmente legate alla loro matrice, oppure possono essere fortemente legate in una matrice stabile e solida (come il cemento o le matrici viniliche): si parla, nel primo caso, di amianto “friabile” (come ad esempio l’amianto floccato applicato a spruzzo oppure le corde e i cartoni, o le guarnizioni delle centrali termiche), mentre nel secondo caso di amianto “compatto” (come ad esempio le lastre di copertura, i serbatoi e le canne fumarie). In base alla loro friabilità i materiali contenenti amianto possono essere classificati in:
- Friabili: materiali che possono essere facilmente sbriciolati o ridotti in polvere con la semplice pressione manuale;
- Compatti: materiali duri che possono essere sbriciolati o ridotti in polvere solo con l’impiego di attrezzi meccanici.
I materiali friabili, a differenza dei compatti, possono liberare fibre spontaneamente per la scarsa coesione interna della matrice legante e, se collocati in aree accessibili e non segnalate, possono essere facilmente danneggiati nel corso di interventi di manutenzione o dal semplice passaggio dei fruitori degli spazi condominiali. La distinzione tra materiali compatti e friabili è pertanto indispensabile per un primo approccio valutativo sul rischio presente in un determinato ambiente. L’amianto friabile, e ancor di più il floccato, presentano sempre livelli di rischio più elevati, mentre per i materiali compatti i livelli di rischio sono generalmente più contenuti.
Quindi il rischio associato alla presenza di amianto in uno stabile dipende dalla probabilità che questo rilasci fibre nell’ambiente (natura del materiale e stato di conservazione) e dalla probabilità che le fibre aerodisperse siano inalate dagli occupanti. Sono questi (e solo questi) i due fattori che determinano una corretta valutazione del rischio amianto.
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8 anniGrazie Lorenzo!
Ingegnere Libero Professionista
8 anniCiao Matteo, grazie per il contributo chiaro e coinciso.