Anna Mareschi Danieli intervistata da Antonia Pillosio - "A volo radente" di Radio Rai 1 FVG
Presidente, intanto perché una rappresentanza confindustriale in Slovenia?
“L’attività di internazionalizzazione è un must degli imprenditori, imprescindibile per la crescita e la competitività delle singole aziende e del nostro sistema Paese, oltre che uno degli assi portanti delle attività di Confindustria nazionale e di Confindustria Udine. Il lavoro di Confindustria Udine iniziato già nel 2009 nell’area Est Europa, sta dando i suoi frutti in un’ottica sinergica con tutte le Rappresentanze estere. Ci siamo concentrati sull’accompagnamento e sulla ricerca di potenziali partnership per le nostre aziende specificamente in alcuni settori e ciò ha già portato più di un centinaio di aziende ad affacciarsi a queste aree geograficamente vicine, ma non per questo facili da approcciare. La sinergia e la nostra presenza attiva come soci in alcune delle Confindustrie estere, ad esempio Serbia, Montenegro, Slovenia, Polonia, Romania, Albania e altri non potrà che giovare ancora di più a tutte le nostre aziende nell’essere guidate correttamente in questi Paesi, che stanno crescendo molto e rappresentano mercati di grande interesse con margini di crescita di tutto rispetto, soprattutto guardando al nostro tessuto produttivo formato più da piccole imprese che da Pmi. Confindustria Slovenia è solo l’ultimo tassello di un puzzle più complesso e di una strategia ben precisa. Confindustria Slovenia è nata già nel 2019, in periodo pre-pandemia. Fa parte della Federazione delle Confindustrie Estere sotto il cappello di Confindustria Est Europa che annovera Polonia, Ungheria, Serbia, Macedonia del Nord, Montenegro, Bosnia Erzegovina, Romania, Bulgaria come “territoriali” estere. Territoriali nazionali perché agiscono proprio come un’associazione confindustriale basata in Italia a favore degli imprenditori italiani ivi insediati ma anche con una nuova vision e mission: fare rete tra imprese italiane all’estero tramite il circuito virtuoso delle Confindustrie Estere”.
La Slovenia è un mercato di prossimità per il Fvg e per l’Italia che presenta anche vantaggi di tipo industriale. Quali? (tasse, costo del lavoro, burocrazia…)
“La Slovenia è un paese membro della Ue: quindi parliamo di un campo di gioco e di regole per l’industria e per il commercio simili a quelle italiane. La vicinanza geografica tra Slovenia e Italia ha creato nel tempo le condizioni affinché le aziende italiane si insediassero direttamente in Slovenia anche con stabilimenti produttivi. C’è una cospicua presenza di aziende italiane con attività commerciali sia nel settore industriale, sia in quello dei servizi. Da non dimenticare la presenza forte del settore bancario e assicurativo italiano nel Paese. Ricordo che la Slovenia è sempre stata, già nella ex Jugoslavia, ponte per accordi commerciali e produttivi con tutta l’area del Sud Est Europa e presenta per l’investitore italiano indubbi vantaggi, al di là della prossimità geografica e della comune appartenenza alla Ue: le lingue straniere sono molto conosciute, le infrastrutture sono già a buon livello ed in fase di continuo rinnovamento, la qualità delle risorse umane è alta, ad alta scolarizzazione e con una percentuale di laureati under 40 tra le più alte in Europa, e gli stipendi medi, che pur si stanno avvicinando velocemente a quelli italiani, sono ancora più bassi di un 20% circa. La Slovenia, inoltre, presenta il vantaggio di essere fra i paesi beneficiari di vari sussidi europei. Ci sono, in particolare, progetti Europei transfrontalieri, Interreg in testa, di sicuro interesse”.
È un Paese Ue, ma può essere considerato una piattaforma per l’area balcanica?
“Sicuramente sì, come già dicevo. Aggiunge che per l’Italia il blocco dei Paesi Centro e Sud Est Europa rappresenta un bacino di 135 milioni di abitanti (senza considerare la Federazione Russa) con una crescita media del Pil annua superiore al 3%. L’Italia ha una bilancia commerciale in attivo su questi Paesi. E le prospettive, anche in considerazione dei mutamenti geopolitici in atto, paiono ulteriormente promettenti”.
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Può rappresentare un’opportunità per piccole e medie imprese del Fvg?
Certamente lo è perché, malgrado le dimensioni del mercato, la Slovenia alimenta un importante interscambio commerciale con l'Italia, terzo tra i Paesi aderenti a Confindustria Est Europa dopo solo Romania e Polonia. Cultura del lavoro, propensione agli investimenti, personale qualificato e poliglotta possono essere alcuni driver che spingono le piccole e medie imprese friulane a trovare partnership vincenti in Slovenia”.
E può essere una base interessante per operazioni di nearshoring o reshoring?
Anche in questo caso, la risposta non può che essere affermativa. Naturalmente, ogni scelta va valutata caso per caso, ma è evidente che si sta registrando un fenomeno di accorciamento delle catene globali del valore iniziato da tempo e accelerato dalla pandemia, dal rincaro e dalla scarsità delle materie prime, dai costi dell’energia e dei trasporti, nonché dai mutamenti geopolitici in corso. Aspettiamoci anni in cui gli sforzi di molti Paesi saranno improntati alla creazione di alternative migliori per sottrarsi a ‘ricatti’ economici reciproci. L’esito più probabile di questo processo non sarà tanto la deglobalizzazione, quanto una ‘riglobalizzazione selettiva’, una riconfigurazione cioè dell’economia globale per gruppi integrati di Paesi affini. Una riorganizzazione delle catene globali del valore in chiave regionale, che per noi significa europea. Con un’Europa orientale naturalmente in pole position su questo fronte. Automotive, elettronica, logistica, energie rinnovabili sono settori di punta dell’economia slovena dove anche le nostre imprese dicono la loro sui mercati. Soprattutto per il mondo della nostra subfornitura manifatturiera, eccellenza riconosciuta all’estero, il Paese è partner ideale per le nostre realtà produttive e industriali”.
Che obiettivi nel suo mandato?
“Intanto, proseguire nel solco di chi mi ha preceduta, Dino Feragotto, che ringrazio per quanto ha fatto e che sarà ancora al mio fianco per assicurare continuità e per mettere a disposizione l’esperienza già acquisita sul campo. C’è molto da fare. In primissimo piano, ovviamente, c’è lo sviluppo del progetto North Adriatic Hydrogen Valley, senza dimenticare la folta presenza di industrie friulane in territorio sloveno, che devono essere rappresentate ed assistite. La burocrazia in Slovenia è diversa da quella italiana. Complice anche la lingua, una delle attività che svolge Confindustria Slovenia, come del resto le altre territoriali estere, è quello di far comprendere alle aziende italiane come funziona il sistema locale e di accompagnarle, se lo desiderano, nei loro progetti di business”.
L'intervista (da 20'30"): https://www.raiplaysound.it/audio/2023/06/A-volo-radente-del-14062023-afa0f110-bf67-4269-8ef4-a21cb556d4aa.html