Architetti e compenso: come farsi rispettare senza rincorrere mai il cliente

Architetti e compenso: come farsi rispettare senza rincorrere mai il cliente

Quando si parla di "giusto compenso" per architetti e professionisti del settore creativo, spesso ci si trova di fronte a un mix di frustrazione e rassegnazione. Sembra quasi un tormentone quotidiano, soprattutto per chi si affaccia al mondo del lavoro con entusiasmo e creatività, per poi scontrarsi con la realtà di committenti che considerano il valore del lavoro creativo come qualcosa di impalpabile, difficile da misurare. Questa percezione, purtroppo, spesso si traduce in difficoltà nel riscuotere il giusto compenso per il proprio impegno e talento.

Viviamo in un paese che si vanta della sua creatività, del cosiddetto "genio italico", ma paradossalmente proprio per questo motivo molti pensano che progettare sia un lavoro semplice, che chiunque possa fare. E così, tra fraintendimenti e aspettative errate, il rischio è che il lavoro dell'architetto venga svalutato, riducendo la percezione del suo valore a qualcosa di quasi insignificante.

E allora, come si può riuscire a farsi pagare il giusto, e soprattutto a farsi rispettare? C'è una storia che mi piace raccontare, perché penso possa essere d'ispirazione, soprattutto per i giovani professionisti che stanno cercando di costruirsi una carriera solida in tempi difficili. Qualche anno fa, conobbi un architetto che aveva un approccio davvero particolare. Non era una "archistar", non aveva eredità importanti alle spalle, ma viveva bene, guidava auto di lusso e aveva uno studio elegante. Ciò che lo distingueva era il suo modo di gestire il rapporto con i clienti, basato su una comunicazione chiara, una forte autostima e la capacità di trasmettere il valore del proprio lavoro in modo diretto ed efficace. Non si trattava solo di essere assertivo, ma di saper creare una connessione con il cliente, facendo capire che il suo lavoro non era solo un servizio, ma un contributo essenziale al successo del progetto. Questo atteggiamento gli permetteva di affrontare ogni discussione economica con la giusta serenità, senza temere di chiedere un compenso adeguato.

Un giorno, mi trovavo in un cantiere dove l'architetto stava supervisionando alcuni lavori. Durante la pausa pranzo, arrivò un potenziale cliente che aveva bisogno di un progetto per trasformare un vecchio edificio industriale in uno spazio espositivo moderno. L'architetto ascoltò con attenzione il cliente, che esprimeva il desiderio di qualcosa di unico ma senza una visione chiara. Dopo aver parlato per un po', l'architetto disse con calma: "Per poter iniziare, mi servirà un anticipo di 15.000 euro per le analisi preliminari e lo sviluppo del concept iniziale. Questo ci consentirà di capire meglio la direzione da prendere e di fare le giuste valutazioni." Il cliente sembrò riflettere per qualche istante, poi annuì, dicendo che apprezzava la chiarezza e la serietà della proposta. Prese il telefono e fece subito un bonifico, senza ulteriori esitazioni. L'architetto sorrise, stringendogli la mano e confermando che sarebbero rimasti in contatto per le prossime fasi.

La lezione? La sicurezza con cui l'architetto aveva gestito la situazione era la chiave. Il valore del proprio lavoro va comunicato con chiarezza e determinazione. Non c'è spazio per esitazioni o insicurezze, perché se non siamo noi i primi a credere nel valore di ciò che facciamo, difficilmente qualcun altro lo farà. Per i giovani architetti, questo è un invito a non svendere il proprio talento, a credere fermamente nelle proprie competenze e a comunicarlo senza paura. Il giusto compenso è un diritto, e il rispetto professionale si conquista anche imparando a dire di no quando necessario, e a chiedere quello che si merita.


PS CONCORDA PREVENTIVAMENTE GLI STEP DEL TUO LAVORO E LE CIFRE CHE CHIEDI. NON FARTI FREGARE !

NO MONEY NO PROJECT

#parcella #edilizia #costruzioni


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