Arrivano i “de-influencer”, per parlare solo male della vostra azienda

Arrivano i “de-influencer”, per parlare solo male della vostra azienda

Si può avere più o meno simpatia per la nuova figura professionale che chiamiamo “influencer”.

Ma il fatto rimane: negli ultimi anni, i ragazzi che fanno promozione sui social hanno guadagnato un’importanza sempre maggiore a livello di mercato.

Secondo le stime, l’intero settore vale più di 20 miliardi all’anno… non noccioline.

E il motivo è abbastanza chiaro.

In fondo tutti noi, quando pensiamo che qualcuno ci stia riportando la sua sincera opinione su un prodotto che ha veramente usato in prima persona… tendiamo a dargli più considerazione e importanza, nel bene e nel male. 

Attenzione però a quelle parole - “nel bene e nel male” - perché non sono messe lì a caso

Quello che le grandi aziende forse non avevano previsto infatti è che, dopo tutti i vantaggi ottenuti dalle mille collaborazioni con gli influencer… adesso sarebbe arrivato il momento dei “de-influencer”!

E se vi state chiedendo cosa mai possano essere, la risposta è semplice.

Sono persone che prendono un prodotto, un servizio o un’azienda e fanno di tutto pur di metterli in cattiva luce sui social, rimarcando principalmente gli aspetti negativi.

Questo per generare click, visualizzazioni e in generale attirare l’attenzione del pubblico.

È un fenomeno che per ora ha preso piede soprattutto nell’industria cosmetica: solo a gennaio 2023 ha generato più di 21 milioni di visualizzazioni su TikTok, creando reputazione negativa intorno a migliaia di prodotti.

E le aziende, giustamente, cominciano a preoccuparsi.

“Per un brand, il fenomeno è molto preoccupante, perché gli influencer possono fare molto per il tuo prodotto, è vero… però possono fare molto anche per danneggiarti” ha detto un’imprenditrice del settore. 

Non è un mistero, infatti, che una singola recensione negativa può influenzare i clienti più di 10 recensioni positive.

Ed è proprio per questo che, nel business, essere perfetti “il 90% delle volte” non è sufficiente

Perché vuol dire lasciare un 10% di clienti insoddisfatti, che scriveranno recensioni negative, creeranno passaparola e sfiducia nei confronti della nostra azienda, rovinando la nostra reputazione più di quanto i restanti clienti soddisfatti potranno mai “difenderla” (ammesso che ne abbiano voglia).

In poche parole, l’unico modo per difendersi dai “de-influencer” - e dalla perdita di reputazione causata dalle recensioni critiche - è non offrire loro alcun appiglio concreto.

Dare al cliente un prodotto o un servizio che siano letteralmente “inattaccabili”. Rispettare al 100% le promesse fatte, soddisfare al 100% le esigenze. Ogni singola volta.

È difficile, ma non impossibile, e dev’essere la missione professionale di ognuno di noi.

Che ne pensate?

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