Attenzione: "il collo di bottiglia"​ dell’essere umano

Attenzione: "il collo di bottiglia" dell’essere umano

Fu così che l’economista Herbert Simon, premio Nobel per l’Economia nonché psicologo, definì l'attenzione. E la metafora rende perfettamente l'idea.

L'attenzione è il mirino della nostra energia, che a sua volta alimenta la nostra memoria di lavoro e di conseguenza, come un domino, la nostra memoria a lungo raggio.

La lingua inglese è molto esplicita a riguardo perché il modo di dire “Pay attention”  eleva l’attenzione al rango di una valuta preziosa di cui c'è una grande scarsità.

Pensaci un attimo: il sistema economico e sociale in cui siamo immersi è a caccia di attenzione. L'attenzione dei tuoi clienti, l'attenzione dei tuoi fornitori, l'attenzione dei tuoi collaboratori, l'attenzione dei mercati, l'attenzione della politica, di tua moglie, di tuo figlio del tuo amante etc...

Viviamo chiedendo costantemente l'attenzione altrui. Ma abbiamo dimenticato come darla. Perché per darla dobbiamo prima coltivarla.

Nella nostra lingua diciamo spesso: "presta attenzione" dunque la consideriamo più come un prestito che in qualche modo sottolinea nuovamente il valore implicito che ha per noi questa risorsa. Ma anche in questo caso, prestarla vuol dire che prima di tutto ce l’abbiamo. E nel momento in cui la concediamo a qualcuno, in un certo ci aspettiamo di averla in cambio. Annamaria Testa, la famosa pubblicitaria una volta disse:

“ E' come se l'attenzione sia un capitale di cui disponiamo, che spendiamo per entrare in contatto col mondo”.

Nel documentario "the Social Dilemma" recentemente uscito su NETFLIX viene evidenziato che, se i servizi offerti dai social media che sono offerti gratuitamente in realtà non lo sono: la merce di scambio che noi diamo in cambio di quei servizi è la nostra attenzione. E le aziende la pagano profumatamente.

Pensa agli influencer o i brand che riscuotono tanta attenzione e di certo vedrai subito come essi non abbiano problemi a convertire quell'attenzione in denaro.

Pensa a Chiara Ferragni e Fedez e quello che hanno fatto durante il Lockdown nella prima metà del 2020 grazie all'attenzione che suscitavano con le loro raccolte fondi sui social generando grandi capitali grazie alla capacità di calamitare l'attenzione altrui.

L'attenzione dunque è più preziosa del denaro? Direi di si.

Prova a pensare all’esempio opposto: se dovessi pagare una persona affinché ti dia la sua attenzione credi che funzionerebbe? Per quanto tempo? Quanto sarebbe sincera quella attenzione? Se per esempio provassi a ricompensare con del denaro una persona per leggere questo articolo pensi che sarebbe efficace? Avrei davvero la sua attenzione, cioè il suo focus? O forse avrei davanti a me semplicemente un "involucro vuoto" che legge in modo meccanico perché trova noioso l'argomento di cui scrivo come se fosse l’elenco telefonico...

Il vero dilemma è rappresentato dal bombardamento di informazioni a cui siamo sottosposti. Siamo esausti, ecco perché non riusciamo a dare attenzione, spesso anche se ci viene pagata. Le informazioni sono inversamente proporzionale all'attenzione: all'aumentare delle une, diminuisce l'altra.

“L’informazione consuma attenzione. Quindi l’abbondanza di informazione genera una povertà di attenzione e induce il bisogno di allocare quell’attenzione efficientemente tra le molte fonti di informazione che la possono consumare”.

Ora fatti i complimenti. Perché se hai trovato la capacità di dare piena attenzione a questo articolo è più merito tuo che hai letto che merito mio che ho scritto. Allena ed espandi questa capacità di attenzione ed insegnala a chi ti sta affianco.

Perché è la risorsa più preziosa che abbiamo.

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