Autorità e responsabilità

Autorità e responsabilità

Possedere un'autorità, significa, da un lato, essere circondati da un aura di leader; dall'altro, avere in gestione un certo 'potere', più o meno ben delineato. Essere leader, è partecipare di un carisma che trascini le persone con cui si entri in contatto, al di là del ruolo che essi ricoprono, se superiore, pari o inferiore: la qualità di leadership influenza tutti, e ad essa tutti si sottopongono. È simile una valanga trascinante alla quale non si possa opporsi o resistere, se non essendo muniti della stessa identica armatura, donatrice di 'forza'. Nei gruppi, qualunque sia la loro composizione, vi saranno sempre delle figure che, per capacità, carattere e modo di porsi, spiccheranno sugli altri ponendoli spontaneamente sotto la propria ala protettrice. Si tratta di un processo spesso involontario o, meglio ancora, inconsapevole. L'interrelazione tra queste figure consimili di spicco si tramuterà necessariamente in un conflitto o lotta per il predominio territoriale, per cui accadrà che, o essi si divideranno i ruoli, accettando una spartizione del potere al fine di una convivenza forzata tra di loro, oppure l'uno farà fuori gli altri, per imporsi quale unico capo possibile del raggruppamento. Come si può vedere, il 'potere' è prerogativa naturale del leader, che non ha alcun bisogno di vederselo deputare da qualcuno al di fuori. Fa parte di sé come un'energia innata, o una proprietà intima che non gli può venir sottratta da alcuno. Ma avere 'potere' è anche aver ricevuto in dono gratuito o, nei casi più frequenti, in cambio di qualcosa, un'autorizzazione più alta a operare in un certo modo, a ottenere in delega la possibilità (e 'potere' sta appunto a indicare la possibilità, o la libertà, di fare senza restrizioni) di dare ordini e disporre a propria discrezione di tutto ciò che è sottomano, uomini e cose, al fine dell'ottenimento di un risultato. In tal caso, qualcuno o qualcosa, delle persone o delle circostanze, avranno agito all'esterno per generare una situazione ideale in cui si possa agire come capi, e nondimeno quest'essere capi dipenderà, allora, da quel qualcuno o qualcosa, ossia da quelle persone e circostanze, che ha o hanno permesso, dall'esterno, lo stabilirsi di codesta situazione.

Possedere una responsabilità, invece, vuol dire farsi carico del peso delle conseguenze di un atto definito, che ricadono, inevitabilmente, su chi l'abbia ordinato o autorizzato, non necessariamente eseguito. Quest'atto può essere un compito assegnato allo scopo di ottenere un guadagno, oppure un dovere chiesto od imposto a un inferiore avendo a mente una meta utile qualsiasi. Più si scenda in basso nella scala gerarchica, sino all'operatore che sta alla base di questa piramide, più la responsabilità risulterà sottratta alle singole azioni. Ciò accade in quanto l'inferiore, per quanto possa sbagliare ed essere di conseguenza punito da un suo superiore, non potrà mai assumere su di sé la colpa del male (o anche del bene) da lui provocato. Infatti, la sua azione non sarà stata frutto di intenzione, non possedendo egli una indipendenza decisionale, ma, piuttosto, decretata da qualcun altro al di sopra di lui, che abbia potuto per lui decidere, o, se nessuno ha deciso per lui ed abbia preso l'iniziativa di sua volontà, che l'abbia autorizzato a farlo, o non si sia accorto della sua mancanza avendo come compito essenziale il controllo dell'attività di quello. In una gerarchia, il superiore ordina all'inferiore e lo monitora nelle sue funzioni, e dunque prende su di sé la responsabilità delle proprie azioni come delle azioni di tutti gli inferiori che si trova a gestire e comandare. Questo provoca in lui una 'pressione' psicologica per cui abbisogna di una sicura e decisa forza mentale, che gli permetta di ottenere una vasta capacità di smaltimento dello stress subìto e accumulato.

Leadership e potere, comando e forza mentale rappresentano, quindi, le caratteristiche sostanziali del perfetto Manager. Si può essere leader senza avere il potere, e avere potere senza essere leader; allo stesso modo si può stringere nelle proprie mani il comando, essendo però privi della forza mentale che permette di sopportarne il giogo, e viceversa avere questa e non quello. Tuttavia, il perfetto Manager fa proprie e incorpora tutte e quattro tali istanze in un insieme compatto e senza residui.

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