Azzedine Alaïa: lo scultore della moda
Azzedine Alaïa, nato a Tunisi nel 1935 e morto a Parigi nel 2017, è stato uno stilista rivoluzionario che ha trasformato l'abbigliamento femminile con il suo approccio scultoreo.
Conosciuto come "scultore della moda", Alaïa modellava i suoi abiti direttamente sui corpi, creando capi che esaltavano le curve femminili in modo unico. Ispirato dalle Amazzoni, i suoi abiti sfidavano le nozioni tradizionali di femminilità con linee fasciante e dettagli audaci.
Inizio e Successo
La carriera di Alaïa iniziò a Parigi negli anni '50, collaborando con maison come Dior e Guy Laroche. Nel 1965, creò il prototipo dell'emblematico abito Mondrian di Yves Saint Laurent, e nel 1971 venne ammesso come membro della Chambre Syndicale de la Couture Parisienne.
Da piccolo sono cresciuto studiando le creazioni di Balenciaga sulle riviste di moda. Negli atelier, finalmente, avevo la possibilità di capire come fossero possibili. Ero l’incubo di tutti: passavo il tempo a guardare dentro ogni bustier, dentro tutti i cappotti, sotto ogni tubino.”
Le sue clienti affezionate includevano personalità come Cécile de Rothschild e Greta Garbo, per la quale disegnò molti abiti e cappotti nel suo stile preferito, maschile e oversize.
Dalla sua insaziabile fame di curiosità deriva il suo genio; non si definiva un designer ma un Couturier. Non ci sono bozzetti delle sue creazioni perché odiava disegnare; creava e si ispirava direttamente sul corpo del la modella e di qualsiasi donna.
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«Per conoscerne il corpo e le linee, bisogna amarle le donne, interessarsi a loro fino a dimenticarsi di se stessi. Per questo io mi vesto sempre allo stesso modo».
Nel 1983 fonda la sua Maison con il marchio "Alaïa" e presenta la sua prima sfilata a Parigi per la collezione Primavera-Estate. Viene premiato dal Ministero della Cultura francese con due Oscar della moda, "Miglior collezione francese" e "Miglior stilista dell'anno".
Nel 1986, Naomi Campbell fece il suo debutto in passerella per Alaïa, contribuendo a consolidare la sua fama internazionale. Quando il mondo della moda inizia a cambiare e diventa più globale, viene travolto dai grandi gruppi di lusso e dalle collezioni cadenzate con ritmi precisi.
Non c’è più alcuno studio sugli abiti. Forse, se si vuole di nuovo parlare di creatività e innovazione, bisogna tornare indietro. Ma non penso voglia farlo nessuno.
Nel luglio 2017 si apre l’ultima sfilata da Naomi Campbell con grande acclamazione del pubblico. Conclusa, come sempre, senza uscita perché lui adorava ribadire che il merito non è del singolo, ma del gruppo.
Era un uomo molto amato e stimato da modelle, colleghi e amici, descritto come un piccolo uomo vestito sempre di nero, ospitale e sorridente.
Un'Eredità Duratura
Alaïa ha dimostrato che la moda può essere un'arte e che un abito può essere una scultura vivente, capace di trasformare chi lo indossa.
Il suo approccio unico e la sua visione rivoluzionaria hanno ridefinito il concetto di abbigliamento femminile, celebrando la forza, la bellezza e l'individualità di ogni donna. Alaïa non è stato solo uno stilista; è stato un vero e proprio artista, un maestro che ha scolpito con il tessuto i sogni e le aspirazioni delle donne di tutto il mondo.