Bari, un respiro per diagnosticare il cancro: lo studio dell'Università diventa un macchinario.
Lo studio del 2012 arriva alla fase di industrializzazione grazie anche agli incentivi regionali. Sarà possibile diagnosticare il tumore del colon, dei polmoni e altre patologie come l'asma infantile.
Non solo il tumore del colon, ma anche quelli dei polmoni e altre patologie come l'asma infantile. A breve sarà possibile diagnosticarli semplicemente con un respiro. Evolve la ricerca made in Puglia sostenuta dagli incentivi regionali e realizzata dall'Università di Bari. Lo studio, che cinque anni fa fece il giro del mondo per la diagnosi precoce dei tumori del colon, diventa un macchinario agile e compatto che potrà essere prodotto industrialmente e utilizzato per i pazienti di tutto il mondo.
La fase di industrializzazione della scoperta pubblicata nel 2012 sul British journal of surgery, una delle più prestigiose riviste scientifiche internazionali, e anche le evoluzioni nelle potenzialità del macchinario, sono state presentate all'Università di Bari. Per la Regione Puglia presente l'assessore allo Sviluppo economico, Loredana Capone: "Abbiamo sostenuto questo progetto sin dalla nascita - ha detto - e adesso lo vediamo crescere e prepararsi non solo a conquistare fette di mercato, ma a semplificare la vita dei cittadini e delle cittadine".
"Poter ottenere una diagnosi precoce semplicemente soffiando è un'evoluzione straordinaria, è un dono della Puglia al mondo. La Regione ci ha creduto, così come crede nel grande potere moltiplicatore di un investimento in ricerca. Questo progetto in particolare si è aggiudicato l'incentivo della Rete dei laboratori pubblici di ricerca, nella fase iniziale, e oggi quello dei cluster tecnologici regionali. Un investimento complessivo di neanche 2 milioni di euro che genera tuttavia vantaggi e benefici enormi per la salute dell'uomo".
"Per questo - ha aggiunto l'assessore - con la nuova programmazione del fondi strutturali abbiamo chiesto alle imprese di fare ancora più ricerca. Le aziende ci hanno ascoltato e hanno impresso un'accelerazione straordinaria. Oggi sono quasi 366 milioni gli investimenti già programmati in ricerca e sviluppo in poco più di un anno e mezzo. In questi progetti spesso le università pugliesi sono parte attiva. A loro chiediamo di assumere in pieno questo ruolo nella ricerca industriale, sfruttando tutte le opportunità offerte dai nostri incentivi".