Basta parlare di AI

Piuttosto, parla CON la AI

Non so tu ma io dopo quasi due mesi in cui non si parla d’altro che di AI, ChatGPT e GPT3 inizio a manifestare segnali di insofferenza.  

A dire il vero non è l’Intelligenza Artificiale in sé ad avermi stancata, quanto le fazioni che in seguito ad essa si sono create.

Da una parte, il gruppo dei conservatori, quelli che Alessandro Baricco definirebbe “i difensori delle latterie”, citando il suo celebre The Game. Ovvero quelli che fanno campagne in difesa dei loro diritti di lavoratori digitali e che a tutti i costi vogliono dimostrare che la nuova tecnologia non ruberà il loro prezioso lavoro. 

Dall’altra, gli “Space Invaders”, cioè quelli che tracciano la strada verso nuovi paradigmi, che nelle evoluzioni tecnologiche ci si buttano a capofitto e che spesso vedono soluzioni a basso costo. Via i copy, non servono più.

Ok sì, sto estremizzando un po’ e forse anche generalizzando. So bene che il mondo non si divide in due e che non è tutto o bianco o nero. Ma credo di aver reso bene l’idea di ciò che sta succedendo intorno a noi.

Questa paradossale situazione mi ha fatto pensare alla storia del papà di un mio caro amico, un gastronomo ormai in pensione. 

Quando aveva il suo negozio decenni fa, si occupava di tutte le preparazioni gastronomiche che vendeva. Faceva ogni cosa a mano, con cura, tempo e attenzione. Era conosciuto per la sua arte culinaria. I clienti andavano apposta da lui per assaggiare le sue ricette, rigorosamente segrete. Era talmente riconoscibile che quelle rare volte in cui si faceva sostituire, si notava la differenza. 

È un cuoco formidabile e quando ho la fortuna di essere ospite da lui mi gusto delle vere e proprie leccornie. Le ricette sono sempre segrete e ancora oggi fa tutto rigorosamente a mano, come una volta. Altro che robot da cucina. Quelli non sono attrezzi che fanno per lui. Non ha mai voluto usarli, nemmeno sapendo che gli avrebbero fatto risparmiare ore di preparazione. Dopotutto ha sempre ottenuto ottimi risultati tenendo fede ai suoi vecchi metodi di lavoro. Perché cambiarli?

Ecco, è proprio questo il punto.

A volte confondiamo la nostra arte culinaria con gli strumenti che possono aiutarci a valorizzarla.

La AI non mette in discussione le tue ricette segrete, né tanto meno la tua esperienza di “gastronomo” digitale o il tuo personalissimo tocco artistico. Semplicemente è un ottimo robot da cucina che forse sbatte la maionese al posto tuo. 

E nel tempo in cui te la prepara, ti permette di allestire il tuo banco di vendita o inventare nuove ricette.

Sto estremizzando ancora? Non credo. 

Siamo, di nuovo, nel pieno di una nuova rivoluzione digitale in cui “qualcuno, invece di inventare una buona mossa, ha modificato la scacchiera; si chiama cambio di paradigma” (The Game).

E che si fa quando tutto cambia? Si cambia a nostra volta. Difficile? Sì.

La verità è che è molto più faticoso rimettere in discussione i propri processi di lavoro rispetto al difendere la sedia su cui siamo seduti. Perché significa mettersi in gioco, lavorare su nuove competenze, accettare il fatto che tutto cambia continuamente. 

L’Intelligenza Artificiale potrebbe soppiantare alcune professioni di oggi? Può darsi. Anche se sarà più facile che modificherà alcune di quelle esistenti. 

Ma di sicuro ne creerà di nuove, cosa che sta già avvenendo. Tra le professioni emergenti c’è quella del Creative prompt designer, per imparare a dialogare con la AI e usarla nel modo giusto. Perché sì, il tema ora è anche questo.

Abbiamo uno strumento potentissimo, ma sappiamo usarlo?

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