Bitcoin uno schema Ponzi?        Articoli fantastici e dove trovarli

Bitcoin uno schema Ponzi? Articoli fantastici e dove trovarli

DISCLAIMER: Le opinioni espresse nell'articolo sono le mie personali e non riflettono in alcun modo quelle delle società per cui lavoro

TL;DR: Bitcoin è un investimento speculativo ad altissimo rischio NON riconducibile ad uno schema Ponzi

FUD - FEAR, UNCERTAINTY, DOUBT

Più leggo articoli come Lo schema Ponzi dei Bitcoin di Repubblica, più mi rendo conto della necessità di informarsi e ragionare in maniera autonoma su questo tipo di argomenti.

Premesso che l'acquisto di Bitcoin è un'operazione fortemente speculativa e, sia chiaro, un azzardo dal quale tenere lontano tutto quello che non ci si può permettere di perdere, paragonarlo ad uno schema Ponzi non è solo fuorviante, ma tecnicamente errato.

L'articolo parte dai seguenti dati:

  • il 42% è in mano a pochi eletti, le cosiddette balene, 2000 attori lungimiranti e fortunati che investirono cifre ridicole nello strumento ai suoi albori nel 2009 (o più consistenti poco più tardi, anticipandone il futuro roseo), divenuti oggi ricchissimi
  • un altro 45% è in mano ad una fascia di 150.000 investitori curiosi e coraggiosi, i quali ne intravidero le potenzialità dopo il primo Halving e decisero di entrare nonostante l'enorme aumento di prezzo e le numerose profezie di morte (368, ad oggi)
  • la grande massa composta da 25.000.000 di piccoli risparmiatori che ha deciso di provare a diversificare i propri investimenti o tentare la fortuna con i Bitcoin nell'ultimo periodo è proprietaria di un risicato 13%

I dati si riferiscono alla distribuzione della ricchezza riassunta in questo schema:

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NOTA: faccio presente che il campione è falsato, perchè la suddivisione effettuata nell'articolo non tiene minimamente conto del fatto che molti acquirenti lasciano i liquidi negli Exchange senza mai trasferirli davvero in Blockchain. Costoro saranno quindi invisibili nel suddetto schema, perchè gli Exchange non aprono un vero portafoglio Bitcoin per ogni utente, ma usano diversi macroportafogli in blockchain che ottimizzano nel modo a loro più congeniale, mentre agli utenti mostrano dei portafogli virtuali gestiti internamente all'Exchange stesso. Se si pensa che un Exchange come Coinbase supera il miliardo di Euro di fatturato grazie all'1,49% di commissione sulle transazioni degli utenti, si pensi a quanti Bitcoin detenga per essi in macroportafogli, che nella realtà dei fatti corrispondono però a piccoli risparmiatori. Dopodiché, si moltiplichi per il numero di Exchange esistenti...

Ma prendiamo per relativamente buona la suddivisione di cui sopra, e passiamo ad analizzare come e perchè quello che l'articolo suggerisce non stia comunque in piedi, partendo dai fatti oggettivi.

L'UNICA REGOLA È CHE NON CI SONO REGOLE. ECCETTO...

  1. Il prezzo dei Bitcoin non è regolato da un ente centrale, ma è il risultato del rapporto fra la domanda e l'offerta in un dato momento
  2. Ad ogni Halving ("dimezzamento", evento quadriennale a seguito del quale l'operazione di mining genera una ricompensa in Bitcoin dimezzata rispetto a quanto avveniva in precedenza) l'emissione di Bitcoin rallenta e, quindi, la disponibilità di Bitcoin a parità di domanda diminuisce
  3. Se la domanda rimanesse invariata, come conseguenza il prezzo aumenterebbe, cosa sempre avvenuta finora, portandolo da 2$ a 20.000$ nell'arco di due Halving (pur non essendoci garanzia che succeda in futuro)
  4. In base a quanto stabilito nel punto 1, a seguito di grandi operazioni di vendita la reazione del mercato non potrebbe essere nulla di differente da un crollo immediato dei prezzi
  5. In uno schema Ponzi, una volta raggiunta la massa critica si tagliano tutti i rami ed il vertice della piramide scappa con la cassa

A questo punto dovreste già sentire la puzza di bruciato...

Se foste una balena con un portafoglio di 100.000 Bitcoin, del valore attuale di 1 miliardo di Euro, comprati magari ad 1 milione di Euro, e potenzialmente in grado di arrivare a 10 miliardi di Euro fra un anno, vendereste? E vendereste tutto in una volta?

Qualora voleste effettivamente capitalizzare, non potreste mai fare l'equivalente di scappare con la cassa, perchè dopo aver venduto l'1% dei vostri Bitcoin,il prezzo avrebbe già iniziato a crollare, ridimensionando sensibilmente il rimanente 99% di Bitcoin in vostro possesso, e questo è un fatto. Se una balena provasse a scappare con la cassa, la cassa gli si polverizzerebbe in mano.

Non resterebbe che venderli poco per volta, cosa che non precluderebbe al mercato la possibilità di bilanciarsi attirando un numero di acquirenti anche maggiore.

Nel migliore dei casi potrebbe persino avvenire (con tutte le oscillazioni del caso) semplicemente un graduale trasferimento di Bitcoin verso il basso, dalle balene e dai portafogli medi alle decine/centinaia di milioni di mini e micro portafogli degli utenti finali, che salirebbero dall'attuale 13% a cifre più consone e fisiologicamente corrette, contribuendo oltretutto ad aumentare la fiducia del mercato, attirando nuove energie in un circolo virtuoso.

Al netto del Best-Case Scenario, ci sono mille motivi per cui Bitcoin potrebbe saltare: le persone comuni potrebbero stufarsi, spaventarsi, trovare di meglio, essere costrette da leggi o convinte da articoli come quello citato ad investire altrove. Tutto è possibile, quindi, anche che il Bitcoin vada a 0, non c'è alcuna garanzia, ricordiamolo sempre.

Ma, detto questo...

DI PONZI QUI NON C'È NEMMENO LA P!

Chi è che ha più da perdere, il piccolo risparmiatore che possiede 2000€ (certamente importanti per lui), o colui il quale ha investito milioni e che rischierebbe miliardi?

Per quanto assurdo possa sembrare, gli unici che potrebbero realisticamente scappare via, non con la cassa, bensì facendo saltare il banco senza rimetterci quantità improponibili di denaro sono proprio i piccoli risparmiatori, perchè l'ondata di fobia di massa sarebbe composta dalla somma di tante microperdite accettabili.

I grossi portafogli, che probabilmente oggi si stanno fregando le mani in attesa degli aumenti previsti in seguito al prossimo Halving (maggio 2020), sarebbe logico che avessero un'unica paura: che la criptovaluta più famosa del mondo perdesse di mordente, che l'hype si contraesse, che le persone smettessero di acquistare.

I grandi possidenti che fanno crollare il mercato scientemente e definitivamente, buttando via miliardi già in loro possesso, è una cosa che mi risulta difficile da credere senza una solida teoria a supporto, totalmente assente nell'articolo, che ventila solo quello che potrebbe succedere in caso il mercato smettesse di acquistare Bitcoin (una risorsa scarsa e con una domanda perennemente in crescita).

Quello che le balene potrebbero fare, come spesso accade, è pilotare il mercato facendolo scendere, per ricomprare a prezzi più bassi.

In questi casi, però, il valore è sempre risalito superando quello precedente (con l'eccezione di dicembre 2017, che potrebbe rientrare nella regola già a dicembre 2019, secondo molti analisti), per cui al piccolo speculatore, che ha investito solo quello che può perdere, e che quindi non ha alcun bisogno di ritirare, basterebbe aspettare, fare HODL (Hold On for Dear Life) e non temere, perchè c'è chi avrebbe qualche miliardo in più di lui da rimpiangere, se il giochino si dovesse rompere.

E che, soprattutto, non può in alcun modo scappare con la cassa senza incorrere nella reazione a catena già ampiamente descritta, sia convertendo in valute fiat, sia convertendo in altre cripto.

CONCLUSIONE

In definitiva, che decidiate di comprare BTC o che evitiate di farlo perchè avete sentito dire che è uno schema Ponzi... usate sempre la vostra testa, soprattutto se in gioco c'è il vostro fondoschiena.

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