Bocciare serve???.... emergenza EDUCATIVA....il fallimento non è dei ragazzi... ma il nostro!!!
Purtroppo non passa giorno senza che TV, giornali e social non rilancino episodi di violenza.... derisione da uno o più persone a danno di un’altra (compagno o insegnate che sia), a volte, in modo distruttivo da indurre ad azioni gravi come il suicidio....
Noi stessi, se andassimo indietro nel tempo, alla nostra infanzia e adolescenza, non tarderemmo a individuare all’interno delle nostre comitive episodi che, oggi, non esiteremmo a definire “atti di bullismo”....
Forse dobbiamo interrogarci sulla nostra effettiva capacità di rilevare i segnali di cambiamento e di vedere e cogliere negli atteggiamenti e nei comportamenti dei nostri ragazzi le manifestazioni anche latenti di aggressività nelle relazioni interpersonali intra ed extra familiari...
Indubbiamente, di segnali in tale senso se ne sono avuti negli anni.... e hanno coinvolto genitori e insegnanti. Purtroppo dopo aver rotto con il modello educativo di tipo gerarchico e autoritario in essere fino alla fine degli Anni Sessanta, non si é riusciti a sostituirlo con un altro, altrettanto efficace, attraverso il quale superare l’autoritarismo e promuovere il modello fondato sull’autorevolezza di senso e sulla partecipazione condivisa e consapevole....
l’autoritarismo ha ceduto il passo, ma anziché spingere verso l’autorevolezza, ha favorito la diffusione dell’assenza di ruoli e di funzioni proprie della genitorialità e della figliolanza....E sull’autorevolezza genitoriale priva, in alcune situazioni, di un’adeguata consapevolezza del proprio ruolo di guida, stimolo...
Si è passati dal padre – padrone (ma vale anche per gli insegnanti) al padre (docente) – amico (sbaglio della pedagogia degli anni 70 di cui ne piange le conseguenze un'intera generazione), figure genitoriali ed educative entrambe inadeguate, l’una per la rigidità e la sordità rispetto ai figli – discenti, l’altra per l’incapacità di porsi come modello positivo di riferimento....
Mentre il modello genitoriale del padre e del docente padrone era funzionale al modello di una società centrata sulla sottomissione del singolo, senza se e senza ma, all’interno del quale ruoli, funzioni e status erano definiti, strutturati ed ereditati per lo più alla nascita (...molti anziani rimpiangono il papà Mussolini.... ri-vivendosi quei tempi con nostalgia...si stava meglio...). Mentre il modello padre – amico, cui mi capita troppo spesso di assistere, rappresentare la prevalenza del singolo sulla società che, a sua volta, diventa assolutamente secondaria rispetto al singolo, là dove per singolo non s’intende più la famiglia – genitori e figli – ma proprio il singolo ragazzo...
In questo contesto, il ragazzo può trovarsi a vedere negli altri un ostacolo da superare per soddisfare il proprio desiderio di affermazione e supremazia o, nel peggiore dei casi, da abbattere dal punto di vista dell’autostima o ancora, in casi estremi, anche fisicamente... Ciò non poteva non determinare la crisi della funzione educativa della famiglia, comunque la si voglia intendere, e, con essa, della scuola...
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