BUON-UMORE, VITALITA’ & UMORISMO per affrontare ogni giorno, con l’energia che ci vuole, al fine di renderlo memorabile.
Sappiamo tutti come sia spesso difficile parlare di felicità per scaramanzia. Ne è prova il titolo del film “Chiedimi se sono felice”.
Chiedersi cosa renda felici pare che porti a prendere atto di tutto quello che invece ci rende infelici. Ciò può far male, per cui si finisce molto spesso per non farsi la domanda più vitale di tutte.
Mi sento felice, adesso?
Per aggirare i pregiudizi sopra descritti, faremo come i test psicologici quando, apparentemente in modo ingenuo, domandano: “Se fossi un animale, quale saresti?”
E quindi anziché parlare di felicità, parleremo di buon umore.
Oggi lo humor, variante inglese dell’umore, è perlopiù un atteggiamento sarcastico, cioè che tende a ferire o quantomeno punzecchiare l’interlocutore più che a far fluire in lui/lei le emozioni.
Umore, infatti significa “bagnato” e quindi fluido come tutto ciò che scorre dentro al corpo mentre interagisce col contesto.
Ippocrate, padre della medicina, identificava 4 umori, attribuendo alla loro giusta mescolanza, la salute.
Essi erano: Sanguigno, Flemmatico, Bilioso, Melanconico.
Tutti servivano, melanconia compresa! Infatti, senza di essa, senza l’umore nero, non si poteva accedere all’aereo e amoroso mood sanguigno.
Come diceva Platone nel Filebo, la bellezza, ossia la manifestazione della massima forma è kata metron, ossia soggetta a misura ed equilibrio. La medicina antica vedeva nella malattia, che poi è la forma corporale dell’infelicità, uno squilibrio di energie e si prodigava per ripristinarlo. La malattia/infelicità è l’imperfezione.
La salute/felicità è la perfezione ottenuta per rettificazione degli eccessi.
Si tratta di trovare la via maestra, l’aurea medietas che è in continuo mutamento e… di cambiare con essa per aderirvi nel raggiungimento della felicità!
Questo processo di evoluzione personale è oggetto del coaching umanistico.
Nel coaching umanistico il concetto di buon-umore, che gli antichi dicevano eucrasia, è strettamente legato ad altre 2 potenzialità (punti di forza, risorse che pulsano in ciascuno di noi) individuali, quali la vitalità e l'umorismo.
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Perché in fondo una persona che sta bene e che è di buon-umore, è una persona che:
1) sa affrontare con vitalità sia i momenti di benessere e felicità, sia quelli più difficili e dolorosi dell'esistenza, propria e altrui.
La vitalità può essere descritta come quella sensazione unica e continua di amore per la vita; è energia fisica e psichica che si trasmette in qualsiasi cosa si faccia, nonostante tutto e tutti, e che si manifesta attraverso un sorriso illuminante, una sincera e fragorosa risata, una continua voglia di coinvolgere, una passione entusiasmante;
2) è capace di sorridere e di far sorridere grazie all'umorismo.
L’umorismo può essere descritto come la capacità di cogliere il lato buffo e comico delle persone e delle situazioni, sempre e comunque, con grande rispetto, saggezza e benevolenza. Non va assolutamente inteso come un atteggiamento di disprezzo e superficialità, bensì come quella capacità di essere ironici e auto-ironici, persino in quei momenti della vita in cui non ci sarebbe alcun motivo per ridere.
E così vogliamo concludere questo articolo dando 2 esercizi potenti di allenamento di vitalità, umorismo e buon-umore.
Vitalità & buon-umore
Fai ogni giorno qualcosa che ti dia buon-umore e trasmetta gioia di vivere, entusiasmo ed energia: per esempio fai dell'esercizio fisico, canta, suona, balla, guarda un film divertente, stai in compagnia degli amici, esci a fare una passeggiata con il tuo cane, coinvolgi chi ti è vicino nei tuoi sogni e nei tuoi progetti. Ricordati di donare anche un po’ della tua gioia e del tuo buon-umore a chi ti è vicino, specialmente laddove non sembri avere alcun motivo per gioire.
Umorismo & buon-umore
Esci con gli amici, fai ogni tanto qualche piccolo e innocente scherzo, travestiti ad Halloween, gioca, fatti ogni giorno una sana e fragorosa risata cercando il lato comico e buffo in te stesso/a, negli altri e in ogni evento della tua vita. Ma non dimenticarti mai che l’umorismo è ben lungi dal sarcasmo o dal trattare te stesso e gli altri con disprezzo e superficialità: significa imparare a ridere e ad affrontare tutto quello che ti circonda con leggerezza e piacere.
Adesso puoi chiederti: “Sono felice?”
Di ispirazione per le parole di Rovena è stato il libro “Scopri le tue potenzialità” di L. Stanchieri, fondatore e ideatore del Master in coaching umanistico da lei frequentato.
coDirettore della collana La Favola del Successo per De Ferrari editore | Scrittore professionista specializzato in biografie utili per il lettore | lafavoladelsuccesso.it
3 anniRovena, che parole stupende! Grazie 🤗 Scrivere con te, a quattro mani, è un'esperienza ogni volta! Bellissima la tua riflessione: "c'è una tendenza nel pensare non tanto al Che cosa mi rende felice oggi? ma piuttosto al Cosa mi rende felice nel sempre?". Mi fai venire in mente l'affermazione di Severino Boezio "Aeternitas plenitudo vitae est". 🤩
Orientatrice ASNOR | Job coach | Operatrice Nucleo Inserimento Lavorativo | Politiche attive 🌟 Ti aiuto a raccontare e valorizzare nel tuo Cv la tua storia 🌟 Ti accompagno nel cercare lavoro e a #rivederlestelle
3 anniDario Ramerini altro articolo a 4 mani che mi ha appassionato tantissimo, anche per le diverse sfumature che offre. Un incontro di studi, di cambi simbolici e di esperienze differenti ma cosi ben integrate tra loro da rappresentare il bello di scrivere degli articoli a 4 mani con te! E aggiungo una riflessione che è partita proprio da te: anche per me, spesso il chiedermi cosa mi rende felice, mi porta a prendere atto di tutto quello che invece mi rende infelice. Oserei dire che è perché c'è una tendenza (abbastanza diffusa, direi) nel pensare non tanto al "Che cosa (ho che) mi rende felice oggi?" ma piuttosto al "Cosa mi rende felice nel sempre?" con la conseguenza di attivare una serie di irrefrenabili pensieri verso ciò che non abbiamo...ma sapendo/credendo che se lo avessimo, saremmo felici. Certamente l'allenare il buon-umore, la vitalità, l'auto-ironia permette di fermarsi nel qui et ora e di iniziare a sorridere dalle piccole cose che abbiamo già...piccole ma potenzianti verso quelle che non abbiamo ancora e per cui ci dobbiamo attivare per avere!
coDirettore della collana La Favola del Successo per De Ferrari editore | Scrittore professionista specializzato in biografie utili per il lettore | lafavoladelsuccesso.it
3 anniEuforia! 🤩 Sì, Fabio! Il tuo commento è nello spirito dell'articolo con Rovena! Eu=>buono. Foria=>l'atto di portare. Quindi portare il bene, incarnandolo, come descrivi nel tuo commento. Grazie delle tue parole! Ciaooo 🤗
Spegni le luci della città (Yeah) Così che il cielo si illumina (Yeah) Balliamo un'ultima volta ma Yeah"La canticchi anche tu vero ? La radio è un potente mezzo di condivisione del tuo brand cosa aspetti, fatti sentire!!
3 anniDario Ramerini sarebbe bello capire nel senso più profondo cosa sottende la felicità, tutti la ricerchiamo ma aihme molto effimera. Sicuramente l’ironia almeno per me è sapersi ridere addosso senza prendersi troppo sul serio oltre a sdrammatizzare, questo mi provoca un senso di euforia che cerco di perseguire quotidianamente in modo adattativo forse anche questo è parte della felicità 😜