BURATTINI E VOCE
BURATTINI E VOCE
I burattini sembrano dotati di un potere magico. Non importa quale sia la nostra età, quando incontriamo un burattino, anche se abbiamo sotto gli occhi il burattinaio che lo manipola, per noi quella creatura è viva e immediatamente la trattiamo come un essere con una vita propria.
Il rapporto tra burattinaio e burattino è molto profondo e intenso. Il burattinaio è l’artefice del burattino. Lo crea sia dal punto di vista materiale: lo costruisce, gli cuce i vestiti, ne tratteggia i lineamenti, ne dipinge il volto, sceglie il colore degli occhi. E ne genera anche il carattere, il comportamento, le movenze e la VOCE.
Non pensiamo però che questo processo sia a senso unico. Come tutti i processi di comunicazione e creazione, è circolare. Chi crea ricava informazioni dai materiali, che gli parlano, ciascuno in maniera diversa. In base alle proprie emozioni, desideri, sogni e visioni, alcuni gli rispondono di più e meglio di altri. Lo stesso discorso vale per le forme, che si manifestano in parte come risultato dell’intenzione e delle abilità manuali del costruttore e in parte per le caratteristiche del materiale, alcune impreviste o diverse dalle aspettative, o per le suggestioni che nascono durante il lavoro e che fanno deviare dal progetto iniziale.
Avendo la possibilità di vivere il burattino come altro da noi, ci sentiamo autorizzati ad attribuirgli caratteristiche, sentimenti, emozioni che allargano i confini della nostra personalità ordinaria. Possiamo lasciarci condurre in territori esperienziali poco frequentati nella nostra quotidianità.
Il principale mezzo per esprimere questi vissuti è la ricerca vocale.
Guidati dal burattino, che ci offre quell’altro da noi cui imputare quanto emerge improvvisando, potremo sperimentare molte voci diverse. Un’opportunità per vincere l’imbarazzo di esporsi e fare scoperte, forse inedite, sulla nostra voce, addentrandoci in parti poco conosciute della nostra interiorità.