C’È CHI HA BISOGNO DI CONFERME, CHI DI STIMOLI

C’È CHI HA BISOGNO DI CONFERME, CHI DI STIMOLI

C’È CHI HA BISOGNO DI CONFERME, CHI DI STIMOLI

Che non vuol dire che la popolazione si divida in una categoria o nell’altra.

C’è l’attitudine che distingue chi per sentirsi sicuro – e quindi idoneo al suo intercedere – deve essere rassicurato.. e ottenere la sua dose di conferme.

E chi – sempre nell’intercedere sul suo percorso – ha bisogno di stimoli, altrimenti non sarebbe così “spronato” a caricarsi per addivenire al suo scopo.

Eppure sono sicuro che non si tratti nemmeno di una questione di distinzione tra “chi” e “chi”. Perché entrambi i modi di intendere conferma VS stimolo appartengono alle stesse persone.

Noi non andiamo a classificare le categorie tra persone, identificandole ed etichettandole tipo: “tu sei un indolente e hai continuamente bisogno di stimoli altrimenti non combini niente perché sei un buono a nulla“.

Risuona questo, in qualche modo?

Dentro a una tale affermazione – magari detta da un genitore che rappresenta il massimo grado di autorevolezza per un figlio e quindi di credibilità e quindi.. questa, per quest’ultimo, diventa indiscutibile verità – ci sono individui che sono cresciuti con un file così, installato nel cervello, il quale ha liberato nel frattempo comportamenti allineati dal programma, combinando danni incalcolabili.

Oppure: “visto che tu sei un insicuro, hai continuamente bisogno di conferme“.

Risuona anche questa?

Dio Santo, è una cosa aberrante identificare con queste etichette, le persone.

È come apporvi sopra il prezzo su un prodotto al supermercato, che va stabilito prima, in base alla convenienza.

Non esistono credenze vere o false ma convinzioni potenzianti o depotenzianti.

Si tratta di una manipolazione vera e propria, che spesso viene perpetrata senza che nemmeno chi la agisce se ne renda conto!

Quanti di noi lo fanno o lo hanno fatto? O lo hanno subito?

Abbiamo mai prezzato qualcuno o anche noi stessi con la pistola del supermercato in questa maniera?

OK, non va ricercato il colpevole. È sempre e solo il comportamento che va modificato, in virtù dello stesso principio.

Una volta a me è stato detto: “non sarai mai come tuo padre”.

Posto che lo voglia o no ed è no in quanto io sono io – cosa muove l’intenzione di chi afferma una cosa del genere?

È evidente che questa persona si trovi incagliato in uno step evolutivo personale non certo avanti. L’ho compresa. Altrimenti, certamente, mi sarei incagliato io stesso.

(Riconosco questa persona, la reputo un Maestro. Grazie a quella frase, mi ha mosso.. e io mi sono attivato. Possibile invece che sia avanti e abbia assunto le sembianze del detrattore per.. stimolare? POSSIBILE).

Non quindi TU SEI o NON SEI così, etc. etc. di modo da sancirebattezzare un determinato modello di percezione del mondo affinché esso diventi il filtro immutabile con cui vengono interpretate le cose, le persone e le situazioni.

Ma un semplice paio di occhiali che consentono di variare all’occorrenza il percepito.

Le categorie appartengono a tutti, indistintamente. Solo variano le percentuali, il carico di richiesta di conferme o stimoli. Le stesse persone hanno bisogno sia di conferme che di stimoli.

Un caro amico mi ha scritto di una sua esperienza. Una coincidenza significativa.. ove per coincidenza intendiamo due rette che si incontrano fino a coincidere per un dato periodo di tempo.

Parlavamo di un film, CONVERSAZIONI CON DIO. Uno di quelli che aprono gli occhi. E gli ho risposto più o meno così.

Grazie amico e fratello. Non sai quanto abbia apprezzato. Siamo anime in progressione. Ci siamo conosciuti chissà quando. E percorriamo lo stesso cammino. A volte ci incrociamo. Sappiamo della nostra presenza. A volte ce lo ricordiamo. Nel frattempo andiamo avanti sempre, fino al ritorno, nell’adempimento del nostro percorso, al meglio di chi siamo oggi, con quello che abbiamo. Che serve per costruire il prossimo, ancora meglio.



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