Caffè Inespresso

Caffè Inespresso

 

Il Mattino ha l'oro in Moka?


Siamo un popolo delle colazioni al bar o meglio lo siamo ancora? Quelli del caffè e brioche o cornetto e cappuccino?

Io per primo, amo il rito, ormai difficile, del caffè, brioche e giornale da sfogliare.

Non dico che ho smesso però ho ridotto e sono tornato alle cialde ed alla Moka.

Certo, il caffè al bar lo prendo ma ormai, lo faccio solo in posti selezionati perché lo standard di qualità si è, per mille piccoli motivi, abbassato.

Facciamo un passo indietro.

Prima di iniziare un interminabile viaggio alla ricerca della perfetta tazza di caffè e di eccellenze, che ci sono, parlo di una realtà quotidiana che ho testato in più luoghi e più regioni.

Innanzitutto, questo lo so perchè me lo sono fatto spiegare da chi lo fa di mestiere:

O barista, se metti il pressino con la dose di caffè nella bocchetta rovente e non metti la tazzina e schiacci il tasto per l'acqua nell'immediato, questo si brucia.

Possiamo discutere di tutto però questo è oggettivo.

Inoltre, siamo abituati a pensare che il colore del chicco di caffè sia nero ovvero quello che vediamo nei contenitori trasparenti al bar, mentre la tostatura ottimale lo vorrebbe di colore marroncino tenue.

Allora perchè è nero? perché abbrustolendolo si possono eliminare tutti i difetti e pure i pregi aggiungo io. Poi, quando il prezzo sale gridiamo sdegnati allo scandalo e cambiamo bar eppure, dovremmo iniziare a renderci conto che ogni caffè sotto il costo di 2 euro al banco viene venduto sottoprezzo.

Non è un vantaggio per noi e nemmeno per gli esercenti.

Sarà che, per abitudine, il momento del caffè viene visto e vissuto come un momento veloce ma, non per questo andrebbe svilito.

Aggiungo la, non assoluta ma diffusa, impossibilità di scelta perchè, ogni volta che vediamo esposte diverse miscele queste sono disponibili solamente per asporto e non per la consumazione. Ormai per il vino conosciamo e ci vengono presentati e spiegati terroir e caratteristiche, lo abbiamo per olio e cioccolato e pure di ogni pizza sappiamo tipi di farine, ore di lievitazione, modalità di impasto e scelta.

Solo per il caffè, nella media, tutto ciò viene dato per scontato.

Questo incide anche nella figura del barista che non può e non deve essere un veloce macchinista ma non è nella condizione di poter fare davvero la differenza in un locale il quale, come ogni attività, soggiace alle 4 fondamentali esigenze di ogni business:

  • rendere ricorrenti gli acquisti;
  • aumentare la frequenza di acquisto;
  • aumentare la spesa media;
  • attirare nuovi clienti.

Ovviamente, non entro nel merito di un mondo vasto e composito ma, da utente interessato ed innamorato, voglio proporre un dibattito su di una realtà quotidiana che è diventata fin troppo normale perchè anche la ristorazione non si appassiona molto ad un ambito che attira ed entusiasma il cliente tanto quanto il vino. Formazione, innovazione e ricerca nella scelta di essere uno specialty coffee non è un costo ma un investimento. (nel link l'elenco per città disponibili)

Non è snobismo ma il fatto che materia prima e personale formato abbiano un costo e comportino qualità.

Al di sotto si accetta una filosofia diversa, legittima, comprensibile ma diversa.

 

Non so se capita solo a me però, in alcuni ristoranti, pur mangiando bene ogni volta ormai io non lo prendo più per non rovinarmi il pranzo o la cena che mi sono gustato. Eppure dovrebbe essere un piacere e l'ultimo atto in grado di lasciarmi in bocca il gusto di tornare.

In definitiva:

Qual è il ROI di una tazzina di caffè?  

 Il suo prezzo certamente...

 qual è il ROI di un bar accogliente?  Di un buon caffè?

 Quella di un personale gentile, formato e sorridente in grado di propormi anche altro?  

 Si possono quantificare a priori?  

 Io non credo.

Il caffè non fa male, fa male quando non è buono e non soddisfa l'aspettativa.

A presto, , Massimo


Paola Di Giambattista

Da cliente felice ad albergatore/ristoratore sereno: la mia ricetta per un'ospitalità inclusiva, sostenibile, etica e di successo.

1 anno

Ho seguito un corso sulla degustazione del caffè fatto da un ragazzo che lo va a scegliere nelle piantagioni, mi ha aperto un mondo. A volte dovremmo tutti fermarci a riflettere di fronte a ciò che mangiamo e beviamo, il prezzo alle volte “nasconde” qualità, lavoro giustamente retribuito, trasporto, tasse e tanto altro. Rimango fedele al mio motto: less is more (ma il less rigorosamente di qualità’)

Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi

Altre pagine consultate