Calcio & Industria

Calcio & Industria

Abbiamo appena vissuto l’uscita della nazionale italiana dalle qualificazioni mondiali di calcio. Monta la polemica e c’è chi parla di rifondare il calcio, chi di rinnovo calciatori, chi gioisce perché odia il calcio, etc.. Andando oltre il semplice tifo sportivo, l’esclusione Italia nel panorama mondiale del calcio rappresenta secondo me una nota dolente, rappresenta infatti l’esclusione del sistema Italia, intendo del paese Italia intero. 

Il calcio è una industria, fa PIL, pesa sulle infrastrutture, sulle scommesse, sulla stampa e sui media, sui palinsesti tv, sul budget pubblicitario, sulle scelte della politica, sulla giustizia, sulle istituzioni di sicurezza, sul turismo, sui bar e sul commercio in dettaglio. L’industria del calcio, è entrata in crisi in Italia al pari se non peggio delle altre industrie, basata su un modello arcaico che non si è aggiornato a partire dalle sue istituzioni, per passare alle società, ai suoi manager e per ultimi gli attori finali cioè i calciatori.

La crisi del sistema Calcio Italia è solo culminata con l’eliminazione della nazionale dalle competizioni mondiali, ma è tutta evidente grazie ai soldi, troppi, che si concentrano male e su poche società/aziende, che a loro volta guardano ai propri interessi economici e non al benessere del sistema calcio che è prigioniero delle aziende stesse in una sorta di circolo asfissiante per l’Industria calcio stessa. Credo che il governo dovrebbe emanare un nuovo decreto per l’incentivazione ed il rinnovo del sistema calcio, lanciando la nuova industria per il Calcio 2.0. Certo ci vorrebbe un governo innovativo a sua volta, ma questa è un’altra storia…

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