Calcolatrici e biciclette: L’Intelligenza Artificiale cambierà la nostra vita?
Combattereste mai contro la vostra calcolatrice?
No, probabilmente non vi combattereste. Lo sapete, in cuor vostro, che nel suo campo, è imbattibile. È più brava, più veloce e più infallibile di voi nel fare i calcoli. Questo è assodato, e accettato.
Non credo, tuttavia, che sia sempre stato così. Difficile dire quando nacquero le prime macchine da calcolo (nei Codici di Madrid di Leonardo Da Vinci, scritti tra il 1490 e il 1505, è già presente la descrizione di un congegno meccanico per l’esecuzione di calcoli. Non vi sono però prove tangibili che il Genio lo abbia mai effettivamente realizzato o utilizzato). Però, certamente, la reazione umana a un oggetto che riesce a essere “bravo” come un umano (o di più) in una disciplina che storicamente era da sempre associata agli umani “dotti” e dotati di ingegno, deve essere stata scioccante e destabilizzante. Saranno stati tirati in ballo la magia, la stregoneria, il diavolo o chissà che altro. Probabilmente tali macchine sono state guardate con sospetto per secoli, considerate strumenti del demonio. Oggi, per fortuna, la calcolatrice non è più vista in quel modo. Si sta anche estinguendo come oggetto a sé stante, si sta virtualizzando sotto forma di servizio, di App o programma.
Oggi, tutti vi parlano di AI (Artificial Intelligence, l’Intelligenza Artificiale, abbreviato in IA in italiano). In realtà il concetto di IA non è poi così nuovo (potremmo dire che ha una sessantina d’anni, che in campo informatico sono tipo... 12 generazioni), e ha alternato periodi di grande sviluppo (e investimenti) a periodi di letargo (gli inverni delle IA, in cui nessuno vi investiva, deluso dai risultati).
No, non voglio convincervi che la vostra calcolatrice abbia una qualche tipo di intelligenza artificiale, non è lì che voglio arrivare...
In ogni caso, in questo articolo non entrerò nei particolari delle varie metodologie, qui, quando parlerò di IA, lo farò sempre in senso il più generale possibile. Diciamo solo che, molto in sintesi, esistono due tipi di IA: L’intelligenza artificiale generale (forte), che mira alla creazione di una IA paragonabile all'intelligenza umana e che possa effettivamente ragionare, senza necessariamente mostrare processi di pensiero simili a quelli umani; e l’intelligenza artificiale debole, molto più specifica, che mira a risolvere problemi ben definiti, senza la necessità di comprendere totalmente i processi cognitivi umani. Il suo scopo è solo quello di risolvere un problema.
Mentre per la prima siamo ancora molto lontani (e forse non ci arriveremo mai), nelle IA specializzate, abbiamo già ottenuto qualche risultato e, già oggi, vi sono settori in cui le IA battono la capacità umana, e sono già impegnate con successo, in sostituzione degli uomini. Sono più efficienti, più veloci, più infallibili. Non si stancano, non si ammalano, non si stressano, non si arrabbiano, non si distraggono. In questo sono molto efficienti e, limitatamente al loro campo specifico, potremmo dire che sono molto più intelligenti di noi. Magari tra non molto potremmo addirittura inventare delle IA che utilizzino dei tipi di intelligenza che non siano copiati dai nostri, creandone di nuovi.
Delle IA riconoscono in un video se avete effettuato un sorpasso dove non dovevate, altre IA vengono già utilizzate in ambito di diagnosi medica, altre in campo legale... Ora qualcuno di voi avrà più di un dubbio… Mettere il proprio destino in mano alle macchine, a dei software? A una intelligenza artificiale? Lo fate già. Di continuo. Da anni.
Il pilota automatico di un aereo non è forse una IA? Così come lo è il sistema che lo giuda nell’atterraggio tramite radiofaro? Quando prendete una metropolitana senza pilota, o un treno, non vi affidate forse a un sistema di IA che gestisce il traffico dei convogli? Non è una IA che vi suggerisce che prodotti potreste voler comprare, quando vi collegate a un sito di vendite on-line? La IA è già nelle nostre vite, dietro le quinte, da anni.
Siamo nella quarta rivoluzione industriale (Industria 4.0). Nella prima, venne introdotta la meccanizzazione, nella seconda, l’energia elettrica e il petrolio con il motore a scoppio, nella terza, l’informatica e la telematica fecero il loro ingresso. Quella attualmente in atto (e solo agli inizi) comporta l’adozione di concetti quali la digitalizzazione, l’IoT (internet degli oggetti) e le IA per rendere autonomi molti processi. Non serve attendere scenari fantascientifici per verificare l’effetto di questa inesorabile rivoluzione. Un effetto devastante, che cambierà completamente la società, come è stato per tutte le precedenti. Già oggi, i tassisti rischiano il posto per Uber, già oggi BlockBuster è fallita, e Netflix cresce; già oggi, i grandi magazzini di elettronica chiudono, e le vendite on-line aumentano. In un futuro davvero prossimo, mansioni quali l’autista, il segretario, l’assistente, il centralinista e in generale tutte quelle attività che richiedono azioni ripetitive e chiaramente regolamentate, verranno rimpiazzate da una macchina, o da un bot software. È inevitabile, è il progresso. Siamo noi stessi a volerlo, quando risparmiando nell’acquisto di un bene, usiamo la cassa automatica, o compriamo on-line (in entrambi i casi, il commesso umano non serve più); quando preferiamo guardare una serie TV quando vogliamo, solo premendo un tasto dal divano di casa, pagando solo un servizio digitale. Il nostro non è un comportamento sbagliato: è solo moderno. Ma il commesso che non lavora più potremmo essere noi, o nostra moglie, o nostro figlio. Occorre quindi comprendere che noi uomini siamo stati battuti dalle nostre stesse creature. Niente di sconvolgente per noi umani, in realtà. Ci siamo già abituati, è nella natura delle cose. I nostri figli, prima piccoli e indifesi, negli anni crescono, diventano adulti e forti, mentre noi invecchiamo e perdiamo forze e lucidità. Le nostre creature, sono ora migliori di noi. E questo ci rende orgogliosi.
Lo stesso avviene in campo tecnologico: non abbiamo forse creato la bicicletta per essere migliore delle nostre gambe, per quanto riguarda la capacità di coprire una distanza con la sola forza muscolare? Si usano le stesse gambe e gli stessi muscoli, ma si possono percorrere molti più chilometri di quanto non possa mai fare un uomo da solo, ci si può muovere più in fretta e con minore fatica. Probabilmente in passato ha rappresentato un problema per l'occupazione di chi allevava e vendeva cavalli, o chi gestiva i trasporti in carrozza. Oggi tutti comprendono il valore tecnologico della bicicletta, nessuno ne ha timore.
Lo stesso non si può dire per le IA. Oggi molti temono l’intelligenza artificiale, la tecnologia “eccessiva”, perché in realtà temono che possa rivoluzionare le loro vite. E lo farà: il progresso è come un fiume in piena: non si può sperare di fermarlo con uno sbarramento, si può cercare di governarlo, con argini e percorsi guidati. Potete forse mettere una diga, e rallentarlo per un po', ma prima o poi, tutto correrà verso valle. Se preferite, cito un proverbio cinese a me caro: “Quando soffia il vento del cambiamento alcuni costruiscono muri, altri mulini a vento.”
Il nostro compito è quindi quello di cavalcare il cambiamento, per non venirne travolti, ma anche per fare in modo che il cambiamento renda il mondo un posto migliore, trarne il più possibile anche un vantaggio. I grossi cambiamenti portano sempre dei sacrifici, occorre averne la consapevolezza, per non essere spazzati via dal fiume. Nella nostra crescita personale, dobbiamo concentrarci sulle capacità che le IA non hanno (o perlomeno che non avranno per ancora molto tempo), come creatività, ingegno, arte. La scuole e l’educazione dovrebbero puntare moltissimo su questo, per creare le persone del futuro. E tutte queste macchine avranno bisogno di chi le progetta, ne studia gli algoritmi, o semplicemente, le installa e ne fa manutenzione altamente specializzata.
Quale è la chiave quindi? Combattere le IA, opporsi ad esse? Limitarle? Assecondarle? Tornare all’artigianato?
No. Bisogna cominciare a pedalare.
Sì, è così! La bicicletta non funziona senza un essere umano che la utilizzi pedalando, perché è stata progettata per questo scopo. Tecnologia e umanità, durante una pedalata, lavorano assieme. La bicicletta è uno strumento, come lo è un martello o una pentola a pressione. Aumenta le capacità e le prestazioni umane. La bicicletta è un esempio del passato (non lo è forse anche la calcolatrice?) e l’uomo vi forniva il motore, con i suoi muscoli. Oggi il motore di una bicicletta potrebbe essere meccanico/elettrico, ma mi serviva per spiegare il concetto. Le IA sono biciclette per il cervello, invece che per le gambe. Le IA deboli ci sollevano da compiti noiosi e ripetitivi, lasciandoci quel tempo per l'ingegno, che per una macchina sarebbe "sprecato"; le IA forti potrebbero addirittura espandere gli orizzonti del nostro pensiero.
Sebbene le IA ci diano l’impressione di vivere di vita propria, sono anche esse strumenti creati e plasmati dall’uomo. E così come per la bicicletta, il modo migliore per trarne il massimo è lavorare assieme ad esse, come fossero uno strumento per estendere le nostre capacità, fianco a fianco. Una IA ha battuto il campione mondiale di scacchi. Chi è quindi il più grande giocatore di scacchi al mondo, oggi? Un umano? Una IA? No. Un umano e una IA che lavorano assieme! Il medico migliore non è un umano, e non è una IA, è un dottore che utilizza la IA come strumento che potenzia le sue capacità di diagnosi, e ne ottimizza le prestazioni. Lo studente usa la calcolatrice per confutare e supportare le proprie scoperte e intuizioni, non le delega alla macchina. Vi delega solo il puro calcolo aritmetico. Lavorano insieme, ognuno nel proprio campo di specializzazione. Non dimentichiamoci lo scopo per cui abbiamo creato questa tecnologia, non temiamola, non demandiamogli cose che sono del nostro stesso spirito (come l'arte), ma guidiamone lo sviluppo, lavorando assieme ad essa.
Mauro Zoia
Area Mananger e Private Banker
5 anni“Quando soffia il vento del cambiamento alcuni costruiscono muri, altri mulini a vento.” Ho tirato fuori da questo bellissimo articolo la frase che , come fa l’autore , mi va conservare. Grazie
Pianificazione Produzione - Acquisti - Logistica - Innovazione di Processo - Ingegneria dell'Automazione
5 anniBell'articolo, complimenti!