Cambiare la realtà: tra dualismi e buone regole
Il famosissimo simbolo del TAO rappresenta la logica Yin e Yang e veicola attraverso una semplice immagine diversi importanti messaggi.
Da un punto di vista puramente grafico, il Tao si presenta come un cerchio, diviso in due metà da una linea curva. Una metà è bianca e contiene un puntino nero, l'altra metà è nera e contiene un puntino bianco.
Il primo messaggio trasmesso dalla figura è che la realtà si manifesta in infiniti dualismi: vuoto-pieno, invisibile-visibile, femminile-maschile, passivo-attivo e via dicendo. Ogni parte di ogni dualismo contiene un germe, una rappresentazione, una manifestazione anche piccola del proprio opposto.
Un altro aspetto da notare è la linea curva interna, che rappresenta il dinamismo della realtà e la simmetria di ogni sua parte che trasmette equilibrio.
Nei miei workshop, uso spesso il Tao per spiegare il concetto di cambiamento e il percorso che intraprenderò con l'azienda o la persona interessata. Un percorso è fatto di step.
Primo step: "il cambiamento è l'unica certezza della nostra vita". cit. Buddha. E' già in atto ma dobbiamo indirizzarlo verso uno scopo.
Secondo step: identificare le forze positive che favoriscono il cambiamento e forze negative che lo ostacolano. Spesso sono le stesse forze, utilizzate male, che hanno un effetto negativo. Pensiamo per esempio alla comunicazione.
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Terzo step: acquisire maggior consapevolezza di tutti i pensieri nuovi che possiamo fare. Vuol dire cambiare punto di vista, fare cose diverse, fare cose vecchie in modo diverso, combinare le risorse disponibili in modo originale, abbandonare le vecchie idee, vedere con nuovi occhi. Senza mai rinnegare il passato, anzi vale il contrario, senza memoria non si innova.
Quarto step: passare all'azione seguendo qualche piccola e saggia regola. Vincendo la pigrizia, evitando l'uso eccessivo della nostra sfera emozionale, ricercando e valorizzando sempre il feedback, abbandonando la presunzione di fare bene ciò che facciamo.
Quinto e ultimo step: continuare a cambiare. La classica scusa di chi non vuole iniziare un cambiamento è quella di evocare la mancanza di condizioni perfette per poterlo intraprendere. Mentre chi ha cambiato qualcosa spesso pensa di potersi fermare.
Questi cinque step devono essere fatti all'interno di una grande cornice: la paura dell'incertezza. E' presente prima di iniziare e ci sarà sempre, durante tutto il percorso. Per fortuna! Abbiamo bisogno della paura per poter cambiare in modo più consapevole. Quello che dobbiamo fare è acquisire la capacità di gestirla, con coraggio. E' proprio l'atteggiamento nei confronti della paura e dell'insicurezza a fare la differenza tra chi riesce a perseguire i propri obiettivi e chi, invece, non ci riesce.